martedì 21 giugno 2011

La mafia è la Banca Mondiale

L'INCREDIBILE ED INACCETTABILE "CRICCA" CHE GOVERNA IL MONDO

La mafia della Banca Mondiale: ciò che oramai anche i media dicono

Un pugno di avidi, impoveriscono il resto del globo

La mafia della Banca Mondiale: ciò che oramai anche i media dicono

di Germano Milite, julienews.it, 20/06/2011

Cominciamo questo "apocalittico" editoriale sciorinando qualche numero e qualche dato che, apparentemente, potrebbero risultare non collegati fra loro: l'ex concorrente del Gf, Mauro Marin, sulla sua pagina facebook al momento conta quasi 430.000 fan (molti dei quali attivissimi nei commenti). L'oramai ex calciatore Adriano, durante la stagione 2010-2011, nonostante non abbia praticamente mai giocato una partita, ha percepito dalla Roma uno stipendio di circa 4 milioni di euro.
In Africa, i coltivatori di cotone, con ritmi di lavoro che ricordano molto da vicino la schiavitù abolita (formalmente) qualche secolo fa, non possono racimolare nemmeno 50 euro l'anno. Quando non riescono più a vivere nel loro paese, emigrano in Italia e finiscono a vendere fazzoletti ai semafori o borse ed occhiali da sole contraffatti sulle spiagge. Le tariffe dell'Rc auto, a Napoli, sono aumentate del 35% in un solo anno. Sempre nel giro di 12 mesi, i prezzi della benzina, hanno registrato un incremento su base nazionale pari al 30%. Gli aumenti di costo di beni e servizi di prima necessità e dei combustibili fossili sono destinati a salire ad una velocità proporzionalmente inversa rispetto a quella di stipendi e salari. Un ultimo dato: ad oggi, si stima che l'ammontare complessivo dei capitali "nascosti" nei cosiddetti paradisi fiscali, raggiunga la mastodontica cifra di 11mila miliardi di dollari.
E chi dice che non ci sono abbastanza denaro e benessere per tutti, deve riflettere su un dato importante quanto eloquente: gli 11mila miliardi che si trovano depositati nei paradisi fiscali, se fossero investiti garantendo un tasso d'interesse modesto (del 6 o 7%) e fossero tassati al 30%, riuscirebbero da soli a cancellare il debito di ogni stato esistente e, in aggiunta, a lasciare ogni governo con un attivo di 200 miliardi di dollari.
Il destino di un numero enorme e crescente di persone, è però in mano ad un gruppo non ben definito (ed identificabile) di malati di mente del tutto corrosi e schiacciati dalla propria cieca ed ossessiva avidità. Dopo questo interessante (e terrificante) reportage presentato da Report, nessun debunker improvvisato potrà più confutare questa teoria o difendere il cosiddetto "neoliberismo". Il ritmo e la qualità della vita di chi vi sta scrivendo, del suo editore e di tutte le persone che agiscono ai diversi livelli della società europea, occidentale e globale, sono effettivamente controllati ed influenzati dalla speculazione finanziaria feroce operata da un ristrettissimo gruppo di megamiliardari.
Purtroppo, vi piaccia o no, non si tratta di una semplice paranoia complottistica che tenta disperatamente di scatenare un sommovimento para-anarchico ma di pura, desolante, intollerabile e rovinosa realtà. Ma cosa c'entrano i fan di Mauro Marin e lo stipendio di Adriano? Come si interconnettono con la situazione dei coltivatori di cotone africani, le tariffe Rc auto ed i prezzi della benzina? Semplice: tutto fa parte del collaudato sistema "distrai, dividi e depreda". Le masse, le grandi masse occidentali si fanno lobotomizzare da programmi vuoti e patinati e perdono ore, giorni, settimane, mesi ed anni della propria vita sperando nella vincita di una lotteria del frivolo e del ridicolo.
Il resto delle persone, convinte di aver compreso per chi e per cosa combattere una "guerra giusta", si affidano altrettanto pecorecce ad un partito e/o ad un politico abbastanza carismatico da apparire meno marionetta degli altri. Organizzano manifestazioni, srotolano striscioni, intonano slogan ed ascoltano comizi (applaudendo a comando). Reagiscono con virulenza ed ottusità a chiunque tenti di portarle ad un livello di consapevolezza superiore e giustificano la propria rassegnazione alla sussistenza rabbiosa sostenendo di voler rifuggire dal "qualunquismo". Sono indottrinati dalle grandi Università di massa che sfornano laureati boriosi ed acritici preparati da docenti demotivati ed esasperati; a loro volta vittime di un sistema che sembra troppo ingarbugliato per poter essere "rettificato".
Eppure, la soluzione lenta ma inesorabile ai mali di questo mondo che globalizza in prevalenza povertà e squilibri sociali, non appare così utopistica ed irrealizzabile: basterebbe utlizzare quegli infiniti fondi di cui sopra. Basterebbe che il 97 della popolazione globale si decidesse a rivoltarsi contro il 3% di ingordi magnati privi di senno.
Evidentemente e paradossalmente, però, la difficoltà si ritrova proprio nel riuscire ad unire nell'azione comune e consapevole un numero così enorme di individui. E allora? Forse non resta che attendere impazienti e pronti all'azione che tutto crolli sotto la miope follia dei megamiliardari. Dopo si potrà ricostruire qualcosa basandosi sulla proverbiale solidarietà e forza d'animo che si riscontrano negli umani disperati e privati di tutto.

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