Alert Eurozona: prossima destinazione sara' la rottura
New York - L’approccio assunto dall’eurozona nel risolvere la crisi del debito non è riuscito a sanare i problemi e le divergenze di competitività delle varie economie e qualora si continui di questo passo si potrebbe arrivare a una ristrutturazione disordinata del debito, ed eventualmente anche all’uscita dall’unione monetaria. È l’opinione espressa in una mail al Financial Times da Nouriel Roubini, professore di economia alla New York University."L’unione economica e monetaria dell’Europa, non è mai riuscita veramente a soddisfare le condizioni necessarie per il raggiungimento dello status ottimale. Si è pensato, erroneamente, che la mancanza di politiche monetarie, fiscali e sui tassi di interesse, avrebbero spinto verso riforme strutturali nei singoli paesi, verso un aumento della produttività e dunque verso la convergenza tra gli stati membri."
E invece il risultato sarebbe molto diverso. Questo avrebbe portato a una mancanza di responsabilità, dove il costante aumento del debito in paesi come Grecia e Portogallo è stato accompagnato da bolle negli assets in Irlanda e in Spagna. Le riforme sono state posticipate e i salari sono aumentati senza essere accompagnati da un aumento della produttività, generando una minore competitività della produzione.
Un fallimento frutto della mancanza di un’unione politica e fiscale. A questo punto sarebbero 3 le opzioni a disposizione:
- Un deprezzamento marcato della moneta per ridare competitività alla periferia europea. Tuttavia, il calo sarebbe piuttosto improbabile vista la forza della Germania e le misure adottate dalla Banca centrale europea.
- La via tedesca: si parla di riforme per aumentare la produttività e tornare a crescere. Il problema è che queste riforme richiedono anni per generare dei minimi risultati, un periodo troppo lungo per la periferia dell’Europa.
- Deflazione: il problema è che questa è associata a una recessione persistente. I bilanci andrebbero solo ad aggravarsi aumentano dunque il fardello del debito. L’Argentina ci aveva provato ed era giunta a un risultato inconcludente e alla fine alla ristrutturazione.
Vista l’impossibilità di questi 3 scenari, la via d’uscita sarebbe solo una: "per ripristinare competitività e crescita nei vari paesi bisogna abbandonare l’euro, ritornare alle valute nei singoli paesi e raggiungere un deprezzamento nominale e reale."
E sul debito? "La ristrutturazione ci sarà. Ancora non sappiamo quando e come, ma nemmeno questa soluzione sarà sufficiente per ripristinare la competitività e dunque la crescita di questi paesi. Più si tarderà a raggiungere quest’obiettivo e sempre più probabile sarà l’uscita dall’unione monetaria, perché i benefici dell’abbandono saranno superiori a quelli di restarvi."
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