giovedì 30 giugno 2011

CRS: HISTORY OF THE GOLD STANDARD

HISTORY OF THE GOLD STANDARD, AND MORE FROM CRS

Congress has directed the Congressional Research Service not to make its reports directly available to the public. This policy does not make any practical sense and does not command respect inside or outside of government, but it has proven easier to work around the policy than to change it. Here are some new CRS reports obtained by Secrecy News (all pdf).

Brief History of the Gold Standard in the United States, June 23, 2011

Military Construction: Analysis of the FY2012 Appropriation and Authorization, June 22, 2011

Warrantless, Police-Triggered Exigent Searches: Kentucky v. King in the Supreme Court, June 17, 2011

The Smart Grid and Cybersecurity -- Regulatory Policy and Issues, June 15, 2011

DNA Databanking: Selected Fourth Amendment Issues and Analysis, June 6, 2011

Visioni dopo la crisi dell'homo oeconomicus

Visioni dopo la crisi dell'homo oeconomicus
di Paolo Bartolini - 30/06/2011

Fonte: megachip [scheda fonte]

battelementos

Frequente è il tentativo, negli ambienti scientifici, di approdare ad una Teoria del Tutto che riesca a spiegare la molteplicità dei fenomeni naturali inserendoli in una quadro esplicativo unico. Non sappiamo se ciò potrà mai accadere, ma quel che è certo - limitandoci alla storia recente del nostro pianeta - è che un’ideologia totalizzante ha già vinto la sua battaglia, e qui parliamo dell’economia liberista mainstream, che è stata capace di conquistare l’immaginario di buona parte del mondo, creando letteralmente una nuova visione della realtà.

Tale visione ha la sua premessa antropologica, com’è noto, nel cosiddetto homo oeconomicus, ovvero l’individuo egoistico che si relaziona con il prossimo (e qui uso non a caso un termine religioso) solo al fine di massimizzare il proprio utile personale.

A questo individuo si rivolge il suadente richiamo del mercato autoregolantesi, della libertà di consumo, della riduzione ai minimi termini dei vincoli legati alla socialità primaria.

Questa, in sintesi, l’ideologia totalizzante della civiltà del denaro, nella quale il principio economico dell’accumulazione quantitativa diviene il motore centrale che condiziona ogni forma di riproduzione sociale e culturale.

Ebbene, con la Grande Crisi iniziata nel 2007 è stato chiaro a tutti che questo tentativo di manipolazione universale delle coscienze stava naufragando e che la faccia cruda dei rapporti di forza sarebbe balzata allo sguardo senza il belletto dell’ipocrisia. Tuttavia basta guardare oggi alla tragedia che si sta consumando in Grecia, per rilevare con sgomento l’assoluta mancanza di solidarietà da parte delle altre popolazioni europee. Ognuno resta chiuso nel suo spazio privato e non riesce a vedere oltre il proprio naso.

Così, che una nazione sia costretta a privatizzare tutti i suoi beni strategici e che la vita di milioni di persone valga meno del debito contratto con un sistema finanziario antidemocratico e criminale, non sembra mobilitare reazioni di alcun genere negli paesi “evoluti” dell’Unione Europea.

Questo silenzio mette bene in luce l’assenza di un’alternativa politica e simbolica al Sistema.

Parlare di simboli non deve qui stupire, perché oggi sappiamo che una trasformazione politica autentica non potrà realizzarsi senza un’altrettanto profonda rivoluzione culturale.

Abbiamo bisogno, quindi, di programmi e di parole d’ordine mobilitanti, che possano raccogliere attorno ad un centro di forza ideale la resistenza al capitalismo assoluto e alla sua teoria del tutto.

Parole come Acqua, Territorio, Ridistribuzione e Partecipazione sono solo alcuni dei concetti guida che ci serviranno per traghettare la società atomizzata di mercato verso una comunità ancora impensata di liberi individui solidali.

Ora si salvi M.P.S.

ORA SI SALVI M.P.S.

di: Marco Della Luna

Nel settore bancario italiano si moltiplicano i segni di illiquidità. Alcuni primari istituti hanno sospeso le erogazioni di credito. I corsi azionari vanno male o malissimo. Corrono voci che in ottobre o novembre sia probabile un credit crunch tale da precipitare l’economia in una recessione nera e da minacciare i depositi. E’ in corso uno sforzo di ricapitalizzazione. Particolarmente inquietante, per la contraddittorietà esplosiva dei dati, è la situazione di MPS: + 348% dei profitti (dichiarati), ma per contro: sospensione delle erogazioni creditizie, picchiata delle azioni, tagli radicali in tutte le spese, tagli dal 20 all’80% della componente variabile dei premi di produttività per impiegati e quadri dirigenti, ma prima aumento fino a circa del 30% dello stipendio fisso dei dirigenti centrali (in modo da compensare per sè soli la successiva riduzione del premio variabile), assunzioni di giovani impiegati impreparati a tempo e con salari di fame, un miliardo di debiti verso Esatri per trading elusivo (Sole24Ore del 21.06.11), altissimo tasso di contenzioso con la clientela (contenziosoprevalentemente incorporato con Antonveneta, che fu pagata 9 mld (con un prestito obbligazionario subordinato e con un aumento di capitale quando le quotazioni azionarie erano ben più alte delle attuali) e ne valeva forse la metà. E il peso dell’interrogazione parlamentare sul discutibilissimo collocamento di Casaforte; e l’incremento ad un anno del CDS pari al 67,2% ; e le facilitazioni proposte ai dipendenti per l’adesione al prossimo aumento di capitale… ma come si fa a chiedere l’adesione di chi hai bistrattato tagliandogli lo stipendio mentre membri del CDA della Banca vendono i diritti ( Il Sole 24 Ore 25-06-2011 )? E voci (non verificabili) di trenta tecnici informatici di Intesa-San Paolo all’opera nella sede centrale senese, mentre la Fondazione MPS, per far cassa e poter così aderire all’aumento di capitale del M.P.S., ha venduto 2,2 mld di azioni privilegiate (che, vendute, per statuto, sono divenute ordinarie, facendo crollare il prezzo in borsa), e ciò tramite una molto discussa banca speculativa americana accusata di operazioni antisociali su larga scala e di specifiche colpe nel disastro greco, ed a cui sono state assegnate proprio quelle azioni MPS - ma le fondazioni, ontologicamente aventi scopo benefico, non dovrebbero evitare dipendenze o cointeressenze con…?

Insomma, fatti e dati incoerenti, contraddittori, suggerenti dubbi e sospetti anche su quel + 348%, che, congiunti all’emissione privilegiata, il mercato ha tradotto in un crollo dell’azione MPS ai minimi storici con perdita del 90% sui massimi. Guai se MPS dovesse cedere, se si avviasse un bank rush, o una discesa del rating con una ascesa dei tassi di rifinanziamento. Dato il peso strategico di MPS, avremmo un effetto valanga. Un tale rischio va prevenuto dal potere pubblico e semipubblico, anche a costo di un’ispezione e, al limite, di un commissariamento, che però sicuramente non sarà necessario, come non sarà necessario – ma, se lo fosse, il governo dovrebbe intervenire – un sostegno della mano pubblica. E’ prioritario prevenire che, in autunno, in una crisi accentuata di liquidità bancaria che potrebbe partire dagli istituti in parola, il blocco del credito si congiunga a una campagna di rientri dei crediti aperti, in una tenaglia mortale per l’economia di questo già malmesso e demonetizzato paese, soprattutto se non interviene un terzo quantitative easing a differire la crisi.

Date la gloriosa antichità, la dimensione, l’importanza di MPS per il sistema-paese, e dato che dubbi e segni di illiquidità attraversano gran parte del sistema bancario nazionale, ma si concentrano sull’istituto toscano, è in favore di esso che bisogna concentrare gli sforzi. Quindi è impellente, è di primario interesse nazionale, che BCE, BDI e CONSOB intervengano, nelle rispettive competenze, per dissipare quei dubbi, per fare le verifiche del caso e, all’esito, dichiarare che quel + 348% è reale, che nell’attivo sono stati contabilizzati i crediti effettivi e non voci di cartolarizzazioni appoggiate a società veicolo non cedute in quanto utilizzabili come garanzia per emissioni obbligazionarie, che non si è registrato come liquidità gli anticipi sul portafoglio (fatture, ri.ba.) , ossia che la banca non ha fatto e non intende fare creazione di mezzi monetari a livello di filiali; che non sono spostate ad esercizi futuri spese competenti a questo esercizio; che non esiste contenzioso sommerso (sofferenze non dichiarate) dannoso per il bilancio. E anche che la scelta dei dirigenti centrali di finanziare gli aumenti dei propri stipendi con tagli a quelli di quadri e impiegati (cui spettava invece un aumento, sempre se è vero il + 348% di utile ) sia una normale scelta di sfruttamento dei subordinati da parte di chi detiene il potere, e non esprima, piuttosto, la valutazione che il gioco stia per saltare e che pertanto convenga raschiare il raschiabile finché è possibile. Durante questo intervento di controllo, per ovvie ragioni, è opportuno che Mussari stia fuori da Bankitalia.

A un livello più profondo, sociologico, le strategie in atto impongono ulteriori elementi di riflessione.

I tagli dei premi di produttività mentre la produttività è aumentata hanno costituito uno shock per il personale bancario, abituato a rapporti non apertamente iniqui e violenti coi propri vertici. Quei tagli tagliano quindi anche il legame di appartenenza, il senso di essere tutti colleghi, di formare un organico. E’ una rottura psicologica. Ora c’è il vertice, che si è nettamente separato dalla base (inclusi in questa i quadri) con un atto, appunto, iniquo, tale da far percepire a livello viscerale, dai dipendenti, che non vi è solidarietà o giustizia a guidare i rapporti, e che essi sono oramai assets impersonali, beni strumentali, nella logica del capitalismo assoluto (Mussari stesso aveva detto che, senza Dio, non vi è etica). I grandi sindacati generalisti non si sono opposti, e anche quelli dei bancari hanno fatto poco e concluso zero. La base non si è ribellata. Ha subito. Ora dunque è chiaro e accettato che i rapporti, se devono continuare, continueranno su quella nuova base.

Primarie banche italiane, come lo stesso MPS, hanno in atto una campagna di sostituzione del personale esperto, formato, maturo (incoraggiato ad andarsene mediante scivoli e accompagnamenti) con personale giovanissimo, sottopagato (intorno agli 800 Euro al mese), con contratti brevi senza adeguata formazione, o meglio con formazione sommaria fatta di pochi slogan e tecnicismi da venditore, focalizzata al collocamento dei “prodotti” voluti dai vertici, ossia, innanzitutto, a)contratti con alto upfront per la banca; b)assets tossici di cui la banca vuole liberarsi. Per non perdere il lavoro, il dipendente si sforza di vendere a tutti i costi senza curarsi della onestà del “prodotto” e della sua corrispondenza al profilo del cliente, e viene frequentemente trasferito per evitare che si incontri con i clienti che si sono fidati di lui e che sono rimasti delusi.

Tale campagna procede in parallelo con una campagna di centralizzazione e proceduralizzazione informatiche: oramai i titolari di filiali non decidono più erogazioni di mutui o condizioni di rapporto, in quanto tali richieste di affidamento sono valutate dalla Direzione Generale tramite processo informatico (Pef) elaborato nelle Filiali e qualsiasi condizione in deroga a contratti standard è sottoposta ad un iter di valutazione da parte degli organi esterni competenti in modo da esautorare la figura del Titolare, storicamente strategica nella fidelizzazione della clientela . I funzionari sono così livellati al basso, in linea con quanto detto sopra. E in generale è livellato al basso l’elemento umano, mentre viene elevato quello della rete informatica e delle procedure standardizzate. Quindi, il senso della ristrutturazione sembra essere quello di avere dipendenti di basso costo e bassa competenza, quel poco che sanno tutto rivolto alla vendita, gestiti e coordinati centralmente da una rete informatica mediante programmi guidati, una sorta d’intelligenza artificiale autonoma operante su input specifici ben predefiniti che sembra proprio andare a sostituire la professionalità, la mente pensante di funzionari qualificati.

A che pro sostituire il personale qualificato con quello non qualificato? I vantaggi sono plurimi: costa meno, è meno tutelato, è più ricattabile (con minacce di non rinnovo del contratto o di demansionamento o di trasferimento), ha meno scrupoli morali nel vendere i prodotti più lucrativi per la banca. Gli svantaggi, in termini di qualità e concorrenza del servizio, sono annullati dal fatto che, tra le banche, non c’è competizione, ma coordinamento, cartello, spartizione del mercato. Se peggiorano il servizio tutte o quasi di concerto, nessuna perde in termini concorrenziali, perché la clientela non ha praticamente scelta. E nessuna perde in termini di quota di mercato, per la medesima ragione. Il conflitto di interessi delle banche che sono anche socie della banca centrale, non è soltanto per il fatto che sono al contempo controllate e controllanti, ma anche per il fatto che le banche centrali da loro partecipate tendono a essere usate come strumento di lottizzazione del mercato.

Considerazione finale: se il sistema bancario si sta ristrutturando nel modo sopra descritto, vuole dire che si prepara ad operare in un mercato e in una società molto più grami e degradati di quelli attuali, anche in termini di livello di legalità e di funzione giudiziaria. Avremo una banca fatta di un Olimpo dirigente che dirige telematicamente un’orda amorale, mutevole e aggreessiva di venditori esasperati di “prodotti” equivoci, sempre alla corda per farsi rinnovare il contratto a termine.

28.06.11





Ora si salvi M.P.S.
di Marco Della Luna - 30/06/2011

Fonte: Marco della Luna blog

Appello contro la Dittatura Bancaria

No alla vita basata sul prestito e sull’usura, no al debito eterno degli
Stati, dei Popoli e dei Cittadini

Appello contro la Dittatura Bancaria e Tecnofinanziaria


La questione della Sovranità Monetaria non è questione economica. Riguarda tutti gli aspetti della nostra vita. La Banca Centrale Europea, proprietà delle Banche Nazionali Europee, come Bankitalia, emette le banconote di Euro.
Per questa stampa pretende un controvalore al 100% del valore nominale della banconota (100 euro per la banconota da 100 Euro), appropriandosi del poter d’acquisto del denaro che crea a costo zero e senza garantirlo minimamente. E’ un’incredibile regalia truffaldina ai danni della popolazione intera. Gli Stati pagano questa cifra con titoli di Stato, quindi indebitandosi. Su questo debito inestinguibile, pagheranno (pagheremo) gli interessi passivi per sempre. Con le tasse dei cittadini, o vendendo a privati beni primari, come le fonti d’acqua.
Per contenere il debito pubblico, che è generato soprattutto dal costo dell’emissione del danaro che lo Stato paga alla BCE, ogni governo è costretto ad aumentare una pressione contributiva diretta ed indiretta sempre più alta nel tempo, che per alcuni soggetti, i più deboli, corrisponde ad un prelievo forzoso di oltre il 60% del proprio guadagno. Questo enorme profitto è incamerato ingiustamente, illegittimamente ed anticostituzionalmente dalla BCE, ovvero dai suoi soci, le Banche Nazionali, a loro volta controllate da soggetti privati. Queste Banche sono di proprietà privata, e, soprattutto, di gestione privata, anche se ingannevolmente vengono fatte passare per “pubbliche”. Gli utili che traggono dalla emissione monetaria vengono occultati attraverso bilanci ingannevoli, in cui si fa un’arbitraria compensazione dei guadagni da Signoraggio con inesistenti uscite patrimoniali.
Dopo 60 anni di Signoraggio (il guadagno sull’emissione) esercitato da Bankitalia e BCE, l’Italia ha un enorme debito pubblico generato esclusivamente dai costi per l’emissione del danaro pagati alle Banche Centrali. Se l’emissione del danaro fosse stata affidata allo Stato, senza creare debito, oggi non avremmo un solo euro di debito pubblico e le tasse da reddito potrebbero non esistere od incidere minimamente sui redditi da lavoro. Tutti i costi sociali (pubblico impiego, opere, scuole, ospedali) si sarebbero potuti coprire con i proventi da IVA (imposta sul valore aggiunto) magari maggiorata al 30% per i prodotti di lusso e non popolari, e da tasse su transazioni soggette a pubblica registrazione. Senza usura contro lo Stato da parte delle Banche Centrali, che ha costretto lo Stato a vessare i propri cittadini con tasse spropositate (ricordate il prelievo sul conto corrente voluto dal banchiere Ciampi, travestito da uomo politico?), non bisognerebbe lavorare 30 anni per comprare una piccola casa, pagando tassi da usura. Non esisterebbe il degrado sociale, la povertà, il precariato, la delinquenza come mezzo di sopravvivenza di massa. Senza il Signoraggio delle Banche Centrali gli Stati non avrebbero più debiti e non sarebbero più costretti a tassare e tartassare i propri cittadini, a sottoporli a forme di controllo poliziesco per la determinazione dei redditi.
I guadagni da lavoro dipendente ed autonomo sarebbero tutti legittimi, provati e dichiarabili senza timore, senza evasione, senza elusione, e l’unica tassa da riscuotere sarebbe quella sull’acquisto di beni e servizi, favorendo quelli per la sussistenza con aliquote più basse ed alzando le aliquote per i prodotti voluttuari e di lusso. Ritornando la sovranità monetaria nelle mani degli Stati sovrani si eliminerebbe il debito degli stessi e di conseguenza di larga parte della popolazione. L’esistenza di noi tutti, condizionata e vincolata fin dalla nascita dal principio usurocratico del debito sarebbe sollevata dall’angoscia da rata, da scoperto di conto corrente, da pignoramento, da sfratto, da banca dati della puntualità dei pagamenti. Le nostre vite sarebbero liberate dall’assillo dal lavoro, del doppio lavoro, del bisogno di guadagnare tanto, per poi pagare il 60% del proprio guadagno allo Stato, perché lo Stato è sotto l’usura dei Banchieri. Merita trattazione a parte l’analisi delle influenze sulla nostra vita dell’assillo economico. Influenze negative di carattere psichico, culturale, sociale. Con i drammi della povertà, dell’emigrazione, del doppio lavoro familiare, del lavoro precario, del lavoro insicuro, delle pensioni minime, che, senza la voracità da usura delle Banche Centrali, si sarebbero potuti evitare. Sottoponiamo l’appello a deputati, senatori, giornalisti, intellettuali, contestatori, anticonformisti, per promuovere la proposta di legge che faccia tornare l’emissione monetaria in mano statale, ovvero politica e popolare. Diffondiamo la verità negata: viviamo in una dittatura bancaria che impone a tutti l’angoscia esistenziale della vita basata sui debiti.
Azzeriamo il debito degli Stati
Eliminiamo la schiavitù degli indebitati per sopravvivere.
Riprendiamoci la nostra vita e la nostra libertà.

Fonte:
www.giornaledelribelle.com

29 Giugno 2011

EQUITALIA: “IMPRESE FALLITE!”

EQUITALIA: “IMPRESE FALLITE!”
ladestranews.it, 30 Giugno 2011

Non bastavano le ipoteche, i pignoramenti immobiliari, i fermi dei veicoli, i pignoramenti dei conti correnti. No, non bastavano a Equitalia per recuperare l'irrecuperabile.

Equitalia non conosce limiti.

Nella sola giornata di ieri, davanti al Tribunale di Latina, sez. Fallimentare, Equitalia risultava quale creditore richiedente il fallimento di ben quarantaquattro imprese. Numeri da capogiro, se si moltiplica questo dato per i Tribunali di tutta Italia.

Mentre leggevo il ruolo e verificavo che il creditore era sempre Equitalia, sentivo una rabbia crescermi dentro, pensando a quanti poveri disgraziati erano stati messi in ginocchio da questo aguzzino legittimato dallo stesso Stato.

Mi sono girata, ho guardato la Collega che aveva tra le braccia i quarantaquattro fascicoli e pur sapendo già la risposta, Le ho posto la domanda: " E' Equitalia che ha richiesto il fallimento di tutte queste imprese?" Alla sua risposta affermativa, non riuscendo a stare zitta, ho replicato sarcasticamente: " Complimenti a Equitalia. Il fallimento delle imprese è un'ottima soluzione. Ma non vi vergognate? E poi parlano di ripresa economica…"

Il silenzio è calato davanti all'aula di udienza. Nessuna replica. Lo sapevano tutti che avevo ragione.

Come si fa, come si fa a non capire che se si continua di questo passo, non ci sarà più modo di risollevare la nostra economia.

Come si fa a non capire che creando sempre nuovi poveri, non c'è futuro per questa nostra Italia.

Come si fa a non capire che il primo dovere di uno Stato è quello di sostenere e far crescere i suoi cittadini.

Come si fa a non capire che lo Stato non può legittimare l'azione di cinici speculatori che, in modo ancor più aggressivo e spregiudicato delle stesse banche, agiscono con il solo fine di massimizzare il loro profitto.

L'ho già detto, ma lo ripeto. Si fermi questo mostro, prima che la gente esasperata arrivi alla rivolta.

Tante persone non hanno più nulla da perdere.

E quando non si ha nulla da perdere…….

Monica Nassisi

News stories related to the World Bank and IMF

A selection of news stories related to the World Bank and IMF, brought to you by the Bretton Woods Project:


Why Bangladesh doesn't want climate adaptation loans
www.guardian.co.uk/global-development/poverty-matters/2011/jun/30/bangladesh-climate-change-loans
Guardian, 30 June 2011

Environment Energy UK must not support World Bank's 'dirty' power subsidies, say MPs
http://www.guardian.co.uk/environment/2011/jun/29/world-bank-subsidies-dirty-power
Guardian, 29 June 2011

Christine Lagarde as IMF chief? This is a gift to the fund's critics
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2011/jun/29/christine-lagarde-imf-reform
Guardian, 29 June 2011

Lagarde Takes Helm of IMF Amidst Multiple Crises
http://ipsnews.net/news.asp?idnews=56273
IPS, 28 June 2011

Let the Greeks vote in a referendum
http://www.marketwatch.com/story/let-the-greeks-vote-in-a-referendum-2011-06-28
Market Watch, 28 June 2011

The new scrambla for Africa
http://www.nl-aid.org/continent/sub-saharan-africa/the-new-scrambla-for-africa/
Aid Netherlands, 27 June 2011

Egypt decides against international loans
http://www.ft.com/cms/s/0/283fbe50-9e68-11e0-8e61-00144feabdc0.html#axzz1QUkJthXA
Financial Times, 24 June 2011

IFIs tax policy in developing ountries
http://www.eurodad.org/whatsnew/reports.aspx?id=4564
Eurodad, 22 June 2011

Tre “cavalli” per Bankitalia

Tre “cavalli” per Bankitalia

27 giugno 2011
di Antonio Sansonetti, Blitz

Con Mario Draghi alla presidenza della Bce dal 1 novembre sarà libera la poltrona più importante della Banca d’Italia. Fino a un paio di giorni fa i più maliziosi si chiedevano se il “super” ministro dell’Economia Giulio Tremonti avrebbe soffiato anche questa piazzaforte a Silvio Berlusconi. Ma i due si sono messi d’accordo sul nome di Vittorio Grilli, ora direttore generale del Tesoro. Le cronache si sono occupate di lui di recente: è stato prosciolto dall’accusa di danno erariale per la nomina di Alfredo Meocci a direttore generale della Rai. Ai consiglieri Rai dell’epoca e a Domenico Siniscalco è toccata una multa di 1,8 milioni di euro. C’è chi ha visto in questa condanna schivata lo zampino di Tremonti a protezione del suo uomo.

Se Grilli diventasse il nuovo governatore sarebbe una rivoluzione in via Nazionale: il governo riuscirebbe a mettere un suo uomo al posto di Draghi, in questi anni lontano, indipendente e non di rado rivale sia di Berlusconi che di Tremonti.

Ma i diarchi dell’attuale maggioranza non hanno fatto i conti con Giorgio Napolitano, i vertici di Bankitalia, lo stesso Draghi. Innanzitutto bisogna ripassare il meccanismo della nomina: avviene con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il consiglio superiore della Banca d’Italia. Due passaggi su quattro prescindono da qualsiasi patto Giulio-Silvio.

Fabrizio Saccomanni e Mario Draghi

Fabrizio Saccomanni e Mario Draghi (Lapresse)

E infatti nelle parole del presidente della Repubblica (“Nella scelta rispettare tutte le procedure”) c’è chi ha visto un’indicazione per un nome “interno”, come da procedura appunto. Chi è? Fabrizio Saccomanni, 68 anni, attuale direttore generale di Bankitalia. Persona gradita ai vertici di via Nazionale: è uno di loro, del resto.

Ma in questa corsa a due c’è un terzo, che per ora non gode affatto: è Lorenzo Bini Smaghi, che ha dovuto fare spazio alla Bce per l’arrivo di Draghi (uno dei tanti prezzi l’Italia ha dovuto pagare per la sua nomina alla Bce), rinunciando alla sua carica nel board della Banca Centrale Europea per non creare “intasamenti italiani”. La gara è apertissima, e i precedenti insegnano che si risolverà all’ultimo minuto.

DRAGHI E BILDERBERG: INTERROGAZIONE A BCE

DRAGHI: BORGHEZIO (LNP), INTERROGAZIONE A BCE

(AGENPARL) - Roma, 24 giu - In data odierna l'On. Mario Borghezio, delegato Lega Nord al P.E. ha presentato la seguente interrogazione alla Bce: "Il Presidente della Bce chiarisca eventuali rapporti con il Bilderberg. Tenuto conto delle sorprendenti dichiarazioni formulate dal nuovo Presidente della Bce durante la sua recente audizione al Parlamento europeo in cui ha minimizzato il carattere di segretezza del Club Bilderberg; se non ritenga opportuno e necessario chiarire fin da ora: 1) se la sua nomina sia stata patrocinata da tale sodalizio riunitosi recentemente a porte chiuse a Saint Moritz; 2) se non ritenga, per fugare ogni dubbio al riguardo, escludere fin da ora la sua futura partecipazione ai futuri incontri a porte chiuse del Bilderberg".

Crisi finanziaria ed eurosalvataggi

Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-006461/2011

alla Commissione

Articolo 117 del regolamento

Cristiana Muscardini (PPE)

Oggetto: Crisi finanziaria ed eurosalvataggi

Il settimanale “Der Spiegel” di questa settimana pubblica in copertina l'effigie di un Euro listato a lutto con il titolo “Obitorio per la moneta unica”, come a indicare la mancanza di prospettive nei salvataggi pubblici dei paesi fortemente indebitati, in particolare il piano per la Grecia che, a detta di molti specialisti, non è altro che il tentativo di salvare le banche del sistema transatlantico. Pare la stessa linea espressa lo scorso maggio dal nuovo capo della Bundesbank Jens Weidemann con la dichiarazione che le decisioni sui salvataggi non rientrano nella giurisdizione della BCE ma dei parlamenti. Il dubbio sarà risolto dalla sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che è prevista per il mese di settembre. Nel frattempo Neil Barofsky, ex ispettore generale del primo salvataggio bancario avvenuto negli Usa, ha affermato che il programma adottato dall'amministrazione Obama per affrontare la crisi dei mutui immobiliari “è stato un fallimento”, arrecando vantaggi solo al 5% degli oltre 10 milioni di famiglie colpite dal pignoramento della casa.

Anche Sheila Bair, presidente della Federal Deposit Insurance Corporation (il fondo statale di tutela dei depositi), parlando alla Commissione Servizi finanziari della Camera il 16 giugno scorso, ha notato che le dimensioni dei programmi della Federal Reserve, del Federal Deposit Insurance e del Tesoro per sostenere il settore finanziario dal 2007, “hanno ecceduto i 14 mila miliardi di dollari”. Ha pure aggiunto che “le prospettive di nuovi problemi bancari (in Europa) sono preoccupanti ed elevate”. Ciò nonostante i programmi di salvataggio non si arrestano e sono caratterizzati dall'uso del denaro pubblico (cioè dei contribuenti) non per lo sviluppo dell'economia reale, ma per salvare il sistema finanziario.

La Commissione

1. Come interpreta la provocante copertina dello Spiegel?

2. Condivide l'opinione negativa espressa da Barofsky sul programma Obama per risolvere la crisi dei mutui immobiliari?

3. Condivide le preoccupazioni pessimiste di Sheila Bair in ordine ai salvataggi operati dai governi europei?

4. Quando prenderà un'iniziativa analoga alla riforma Glass-Steagall per separare le competenze commerciali delle banche da quelle finanziarie?

mercoledì 29 giugno 2011

Dream Change - Message from John Perkins

Pakistan – the World – is Listening
John Perkins

Dear Friends,

I so appreciate the continued work you do in your own communities and in following your passions to make this a more just and sustainable world. We must join together to effect global change, our efforts make a difference.

As an example, a couple days ago I was enjoying breakfast with my wife Winifred and listening to NPR’s Morning Edition. Steve Inskeep, in Pakistan, interviewing a Pakistani student, reported:

Taseer talked about the book Confessions of an Economic Hit Man by author John Perkins, who claimed the U.S. was plotting dominance over other nations. Hundreds of students on this campus receive scholarships partly financed by the U.S. Agency for International Development. But Taseer says most U.S. aid goes to the Pakistan military.

I was thrilled to hear the reference to my book, but even more excited by once again receiving confirmation that our messages are having huge impacts -- people across the planet are taking action.

We see how countries all over the world are now rejecting tyranny. As we stand with them, we must also demand that in our own country our leaders will hearken to the call for a new economy based on doing well by all people – workers, consumers, and those who do not have jobs or food on their tables. The time for greed and excessive materialism has passed.

I urge you to ask as I have many times, how many decisions – including ones of great historical significance that impact millions of people – are made by men and women who are driven by personal greed rather than a desire to do the right thing? How many of our top government officials are motivated by ego – as well as outright bribes – instead of national loyalty? How many wars are fought because a president does not want to be perceived as “wimpy”? Or because he is beholden to corporate interests and knows he is vulnerable to rumors, innuendos, and unproven accusations?

Despite all this, I am filled with great hope for the future as we demand more accountability and truth from our leadership. I continue to tell my story because it MUST be told. The Pakistanis are listening. So are Nigerians and Bolivians. We are indeed global citizens. We live in a time of crisis – yet also incredible opportunity. It is only by understanding our past mistakes that we will be able to take advantage of future opportunities.

Many years ago the Shuar of the Amazon told me “the world is as you dream it.” We can trade in that old nightmare of polluting industries, clogged highways, and hungry people for a new dream based on Earth-honoring and socially responsible principles of sustainability and equality. We have the power to create profound and enduring change.

I look forward to joining you in materializing this success story!

I hope to see you at the upcoming "The Shapeshifting Buddha" workshop at Esalen http://www.esalen.org I will be facilitating with Llyn Roberts and encourage you to purchase Llyn's amazing new book based on our work together, Shapeshifting into Higher Consciousness. Ordering through the Dream Change link below supports the non-profit's efforts to transform global consciousness.

John

Visit us anytime on the web at www.dreamchange.org.

Greece Is a Kleptocracy

JUNE 28, 2011

Greece Is a Kleptocracy

Charles Hugh Smith

Strip away the bailouts and the bogus austerity plans, and the truth is revealed: Greece is a kleptocracy, and the banks and the ECB Eurocrats are both complicit.

Despite a veritable flood of financial and political analysis about Greece, nobody seems to have noticed the obvious: Greece is a kleptocracy. Just as a refresher, here is the definition of kleptocracy. Ask yourself is this doesn't fit Greece like a supple leather glove:

Kleptocracy, alternatively cleptocracy or kleptarchy, from the Ancient Greek for "thief" and "rule," is a term applied to a government subject to control fraud that takes advantage of governmental corruption to extend the personal wealth and political power of government officials and the ruling class (collectively, kleptocrats), via the embezzlement of state funds at the expense of the wider population, sometimes without even the pretense of honest service. The term means "rule by thieves".

Here is a quote from a first-person report (via Zero Hedge) titled The Ugly Truth:
What angers me and most hard working Greeks is that the common workers are bearing the brunt of the austerity measures while the rich get off scot free.

In Greece, if you want to strike it rich, become a specialist dealing with critical life and death decisions, tax collector or a high profile minister in the government. The scandalous stories that are coming out now of doctors, tax collectors, and ministers with millions of euros in their bank accounts and villas in Santorini and Mykonos are no surprise to regular hard-working Greeks.

This is a classic description of a kleptocracy: a financial and political Elite which skims and concentrates the wealth of the nation via corruption and embezzlement while being protected by the winking complicity of their fellow plunderers who hold civil and financial authority.
Here's the real dynamic in Greece: The Kleptocracy--broadly, the political and financial Elites of the nation--saw a stupendous opportunity to embezzle hundreds of billions of euros from greed-blinded European banks at super-low rates of interest.

Being kleptocrats, they sniffed out the basics of the bezzle right away, and have been playing it ever since: we're not paying any of these loans back, so go get the money from the European Central Bank (ECB) and the German taxpayers, or declare bankruptcy. Your choice.
The Greek kleptocrats knew all along that the German, Dutch, French and Finnish taxpayers were easy marks, just as they knew the European Union Power Elites would fall all over themselves to "save the euro" which was the centerpiece of their "one Europe" strategy of domination.

Only the Greek kleptocrats just beat them at their own game. The entire game plan of the "one Europe" Elites depends on nation-states actually complying with non-enforceable codes of conduct and on European banks making prudent loans.

Neither condition held: Greece's Elites reckoned they could game the system and string along the Eurocrats, if not forever, then certainly long enough to engorge their Swiss accounts with euros skimmed from the banks, and they've played that hand to perfection.

Their performance is truly a thing of beauty, a masterful display of the Big Con.Yes, we will agree to austerity, but of course that is only for "the little people." Then, we'll renege on that, and demand another bailout. The Eurocrats will of course comply, lest their own plans for domination crumble along with the euro and the Eurozone edifice.

Meanwhile, the European banks were playing a similiar bezzle. They knew Greece had a history of defaulting on a regular basis, and any employee of the bank who lived in Greece could have briefed them on the kleptocracy's hold on that nation. But the banks knew they could play the Eurocrats and the ECB, too, as the Eurozone had what amounted to a "German Put": if any bad bank loans to Greece ever threatened the Eurozone, the German-led European Central Bank would make them whole.

Once again, the Eurocrats responded as expected, quickly massing hundreds of billions of euros to backstop the impaired loans to Greece and promising that bondholders would not suffer any losses.

The banks and the Greek kleptocracy are like the wife and the mistress of a prominent conservative socialite who absolutely needs to preserve a facade of conventional propriety. The kleptocrats, like the mistress, know they can blow down the entire charade, and so when they demand some baubles (bailouts) from their "Sugar Daddy" European Central Bank, the bank whimpers and complains but forks over the cash, lest the whole shaky facade collapses in a heap, along with the ECB's dominance.

The wife, meanwhile, also gets her demand met. Now that the European banks have leveraged themselves up to pre-implosion Lehman Brothers levels of 30-to-1, they need a bailout, too, and so they tell the ECB, don't even think about saying "no" because massive bank insolvency would also shatter the Euroland's thin veneer of permanence.

The euro system is already broken, but the ECB and its Eurocrats are desperate to maintain the facade. The game is untenable, however, because the Greek kleptocrats and the European banks have all the leverage and the ECB is the bleating mark trying to satisfy the dualing demands of its wife and mistress.

"But you promised." Ah yes, Dearie, but I changed my mind.

It is almost laughable to see the Eurocrats desperately trying to get another "austerity deal" approved, even as everyone involved knows it's as phony as passing off your mistress as your "private secretary." The austerity plan will not actually be put in place, none of the line-in-the-sand fiscal targets will be met, and the Greek kleptocrats will be smirking as the frantic ECB marks scrounge up another bailout and another face-saving "austerity program."

The wild card here is the oppressed Greek citizenry, who might just spoil the fun by overthrowing their corrupt Overlords. They could also spoil the game by simply refusing to play any more, as a General Strike of any length would quash the fantasy of rising taxes and all the rest of the absurd assumptions at the heart of the "austerity program."

If the Eurocrats and the ECB really want to save the euro, then they should help the Greek citizenry evict their kleptocratic Elites. But that would take genuine courage and insight, and alas, the Eurocrats, like all bureaucrats seeking to protect their fiefdom at any cost, don't really care about the oppressed Greeks. They just want to play for time, and hope that a miracle will occur. Even as their fat, sweaty fingers hold a jumble of worthless cards--not even a pair of deuces--they persist in a laughably transparent charade of holding four aces.

The game is over for the ECB, the Greek kleptocracy and the european banks. All that needs to happen now is for the players to reveal their miserable cards and fold. The losses will be stupendous, but they will only get more horrendous the longer the game is allowed to go on.

Readers forum: DailyJava.net.

ISLANDA DICHIARA INDIPENDENZA DALLE BANCHE

L'ISLANDA DICHIARA L'INDIPENDENZA DALLE BANCHE INTERNAZIONALI!


June 21, 2011 "Netright" -- – L'islanda è libera. E lo resterà fintanto che le persone vorranno restare autonome dal dominio straniero di presunti "maestri" in questo caso i banchieri internazionali.


Il 9 aprile, il popolo d'Islanda, incrollabilmente indipendente, ha sconfitto un referendum che avrebbe finanziato la Gran Bretagna e l'Olanda che avevano coperto i depositi degli investitori olandesi e inglesi che avevano perso fondi nella banca Icesave nel 2008.

Al tempo del fallimento della banca, l' Islanda si rifiutò di coprire le perdite. Ma nonostante questo la Gran Bretagna e l'Olanda avevano richiesto che l'Islanda le ripagasse per il prestito come condizione per essere ammesse nella EU.

In risposta, le genti d'Islanda hanno detto all'EU di andare a quel paese. Il voto fonale è stato del 58.9 percento contro il 39.7 percent. “I contribuenti non dovrebbero essere responsabili di pagare i debiti di una istituzione privata" ha detto Sigriur Andersen, il portavoce del gruppo di consuelnza che si è opposto al bailout (finanziamento a copertura).

In un simile referendum nel 2009 sullo stesso tema, sebbene in termini più severi, il 93,2 percento dell'elettorato si rifiutò di garantire i depositici di investitori stranieri che avevano fondi nella banca islandese.

(...) Quella opposizione al finanziamento-risarcimento portò alla decisione della Islanda di consentire alla banca di fallire nel 2008. I contribuenti non potevano permetterselo. Come fatto notare da Bloomberg News, al tempo in cui la crisi colpi nel 2008, “le banche avevano debiti pari a 10 volte il PIL della Islanda, di 12 miliardi di $.”

Erano banche private e non abbiamo pompato denaro in queste per tenerle in vita; lo stato non si è sobbarcato la responsabilità del fallimento deleel banche private” ha detto il Presidente Olafur Grimsson alla Bloomberg Television.

Il NO dei votanti è arrivato nonostante le minacce di isolare l'Islanda dalle sovvenzioni di istituzioni finanziarie internazionali . Il debito nazionale dell'Islanda è già stato svalutato dalle agenzie di rating del credito ed ora le stesse agenzie hanno promesso di rifarlo come punizione per aver sfidato la volontà dei banchieri internazionali.

Questo è solo l'ultimo pezzo del lungo sceneggiato, dal 2008, delleistituzioni globali che si rifiutano di assumersi le perdite nella crisi finanziaria. Minacce di una depressione economica globale e pretese di essere "troppo grandi per fallire" sono state pari ad un fucile piantato sulle teste dei governi rappresentativi in USA e EU. L'Islanda è di particolare interesse perchè non ha risarcito le sue banche come l'Irlanda ha fatto o come hanno fatto gli USA.
(...) Infine tali garanzie non sono necessariamente per mantenere una piena occupazione o addirittura un incremento nella economia, sono invece semplicemente designate per consentire a queste istituzioni internazionali di aumentare i loro margini di profitto in tempi buoni e di evitare perdite catastrofiche in tempi cattivi.

La lezione qui è istruttiva e al contempo raggelante. Nel caso in cui gli USA (o similare sovranità in questione) tentassero di ristrutturare il loro debito o obbligassero gli investitori privati a dare un taglio ai loro stupidio giochi d'azzardo, queste istituzioni internazionali hanno promesso in risposta l'equivalente di una guerra economica.

Tuttavia l'alternativa per questi governi rappresentativi, è quella di sacrificare la loro indipendenza (l'avessero mai avuta??ndr) ad un quadro di banchieri sfacciati che non mostrano fedeltà a nessuna nazione.

E' il conflitto che ha già definito l'inizo del 21° sec. La questione è se i popoli liberi sceglieranno di restare tali, come ha fatto l'Islanda, o si sottometteranno. (che dubbio amletico... ndr)

by Bill Wilson
fonte: http://www.informationclearinghouse.info/article28391.htm

Class Action Lawsuit Against the Federal Reserve

RICO Class Action Lawsuit Against the Federal Reserve


BTW: This is WHY Robert Kennedy was killed - because he supported RICO ACT against bankers...

Live Streaming Greek revolution, here:

Live Streaming Greek revolution, here:

martedì 28 giugno 2011

Sara Tommasi - Appello a Obama Bin Laden (video)

Sara Tommasi - Bin Laden video integrale

NGOs call for IMF selection process to start over

Open statement: International NGOs call for IMF selection process to start over


On Friday, 30 international NGOs sent a letter to the board calling on them to "rescue this process and possibly the IMF’s legitimacy. The IMF board needs to start over, revamp the process and take a more professional approach that leads to a field of candidates committed to reforming the IMF and its approach to both rich countries and developing ones."

Read the full statement here: http://imfboss.org/2011/06/25/open-statement-international-ngos-call-for-imf-selection-process-to-start-over/


Usura Legalizzata

Usura Legalizzata


La soglia del tasso di usura è cambiata: favorisce le banche e non i cittadini.
Un regalo che il Ministero ha fatto a banche e finanziarie che adesso possono erogare prestiti a tassi di interessi più elevati di prima.
Fino all’entrata in vigore del "Decreto Sviluppo" del Governo Berlusconi, il tasso di soglia dell'usura, ossia il tasso di interesse su un prestito che si doveva rispettare altrimenti quel prestito sarebbe stato considerato usurario e quindi penalmente sanzionabile, si calcolava in modo semplice: tasso medio rilevato dalla Banca d’Italia, ogni trimestre, più il 50% dello stesso tasso medio (previsto dall’articolo 2 della legge n. 108/96, cosiddetta “legge antiusura”).
Adesso invece il "decreto sviluppo" (ma sviluppo per chi?) stabilisce che il calcolo sia fatto a favore delle banche: si aumenta il tasso medio del 25% e a questo si aggiunge una maggiorazione di 4 punti con la previsione che la differenza tra il limite e il tasso medio non può essere superiore a otto punti percentuali.

GUIDA PRATICA PER RICONOSCERE IL TASSO DI USURA.

Come prima cosa bisogna tener presente che tutti i T.E.G.M.(Tasso Effettivo Globale Medio), distinti per categorie, sono indicati in un'apposita "Tabella di rilevazione", aggiornata e pubblicata ogni trimestre sulla Gazzetta Ufficiale con decreto del Ministro del Tesoro ed esposta, per legge, in ogni sede o sportello aperto al pubblico di banche e intermediari finanziari non bancari.
Qui la tabella sul sito del Ministero dell'Interno.


ESEMPIO PRATICO.

categoria: mutuo a tasso fisso = 4,51%

I) calcolo della soglia del tasso usurario PRIMA del decreto sviluppo:

formula = (tasso medio + 50% del tasso medio stesso)
calcolo= 4,51% + 2,255% = 6,765 % (oltre era usura)

II) calcolo della soglia del tasso usuraio DOPO il decreto sviluppo:

formula = (tasso medio + 25% del tasso medio stesso + 4 punti percentuali)
calcolo = 4,51% + 1,1257% + 4% = 9,6357 %

Da questo esempio si evince che rispetto a prima una banca poteva erogarci un mutuo a tasso fisso non oltre il 6,76% imposto dalla legge; adesso, invece, la soglia di usura è stata aumentata fino ad arrivare ad imporci un tasso del 9,63%, ossia quasi 1,5volte in più (almeno in questo esempio di mutuo a tasso fisso) rispetto a prima dello smantellamento della legge antiusura del 1996.
Un altro bel regalo che il Ministro Tremonti ha fatto ai banchieri.

If State Banks, why Not County Banks?

If State Banks, why Not County Banks?

by MONEYCHANGES on JUNE 21, 2011

The majority of state and county officials in the United States are staring at serious budget problems from which there is really no escape without significant action. Rising health care costs, employee pension fund losses, and revenue shortfalls are affecting budgets at every level of government. Notably, all of these problems were caused, both directly and indirectly, by speculation in the financial and banking sectors on Wall Street. Cutting pensions, eliminating health benefits, and slashing budgets are a diversion from the source of the troubles.

Tightening our belts and straightforward budget cutting are helpful in the short term but ineffective as long term solutions. Real solutions to our financial dilemma require us to redirect the public’s investments away from speculative Wall Street banks and their too-big-too-fail counterparts.

To begin, state and municipalities should enjoy lower interest rates on their bonds through effective use of their own reserve funds. State banks and county banking institutions can manage their own revenues and savings in order to create wealth and localized public benefits.

The Bank of North Dakota demonstrates that state banking works. During the Great Depression, the US government sponsored the Reconstruction Finance Corporation (RFC). The RFC demonstrated that rescue, recovery, and economic development banking can be done profitably and to great effect.

The State Bank solution is a proven concept. Though it is decentralized in comparison to the RFC, it still is big enough to have a significant effect but with less concentration of financial power. County banks could be an innovative way to capture the same benefits of state banking while further decentralizing power and decision making.

The benefits of the county investing its own money are balanced by the risk involved in the enterprise. For that reason it should only operate on conservative banking models and proven precedents of state sponsored banks. Generally a county bank’s activity would be limited to participation loans with other banks and private investors. A County Bank does not provide 100% of a loan on any project and it would always take the first position in case of losses. The guidelines and principles of successfully running this type of financial institution exist but are not well known.

There is a credit crunch in the United States and private banks are not lending sufficiently. Expansion of credit through wise investment is the prerequisite for economic recovery. By County’s and State’s creating their own banks they would have the power to do what the large private banks should have been doing for the country all along. The benefits and program possibilities for a County Owned Bank are:

  • Financing county development projects with low interest loans which can save millions in interest charges. A county bank can help buy up and sell its own development bonds.
  • Improved ability to stretch county development dollars by seeking participation loans with the state, private investors, as well as federal loans, grants and matching funds.
  • Low interest disaster relief loans to cities, residents and businesses in the county who are affected by fire, flood, tornado, etc. The purpose of these loans is to stabilize the economy and protect revenues in a crises without spending or raising taxes.
  • Self-Liquidating” infrastructure investments for water, power, and transportation projects. These loans create assets and reliable revenue streams that can be dedicated to loan repayment. Thus the loans are structured and secured to pay for themselves. These kinds of projects create jobs, new wealth, local demand for supplies, and more consumer spending in the local economy. Additionally such projects could be used to lower the costs of water, power, and transportation in the region which is helpful in attracting and retaining businesses. All of these things indirectly increase revenues without the county making any changes to spending or taxation rates.
  • Investing in a new profitable approach to underfunded county systems of health care . Many counties could benefit form a new way to deal with the state and federal health care mandates which are contributing to deficits and increased health care costs at the county level. A solution to this problem can positively impact residents, businesses, and the county in many ways.
  • Financing and refinancing for loans owed by the various county departments. Lowering the interest rates of loans can save millions of dollars in interest payments each year.
  • Economic Recovery loans at low interest rates which are intended to reward existing and successful local businesses. Specific goals for these loans would be for a business to remain in the county, expand, or initiate new hires.
  • Participation loans for purchase of energy efficient appliances, solar panels, clean energy vehicles.
  • Some or all of the profits from a county bank are returned to the counties treasury each year. Both the Bank of North Dakota and the RFC regularly returned profits to their respective treasuries.
  • Low interest loans programs for cities to reduce some of their interest payments

We want residents and businesses to receive a long term benefit from the proposed bank. Therefore to make it a success, county officials should insist on these programs being carried out in a businesslike and non-political manner. To provide the lowest possible interest rates the bank must minimize losses and still have some profit margin in order to pay for its operational costs. Therefore these loan programs should be low risk. With that caution in mind, a county bank is feasible and could be a great asset to any county.

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