ESCLUSIVA WEB: EQUITALIA ALLA SBARRA Imputato di tassi usurari il dirigente di Caserta
Terminano, con il rinvio a giudizio per Salvatore Cammisa, le vicissitudini di un imprenditore difeso dagli avvocati Dezio Ferraro e Francesco Pirozzi: in un anno il suo debito residuo con la società era stato quasi triplicato
Salvatore Cammisa, legale rappresentante e - all'epoca dei fatti - dirigente degli uffici di Caserta diEquitalia Polis spa, è stato rinviato a giudizio per il reato di cui all'articolo 644 (commi 1, 3 e 5 numero 1) del Codice Penale: l'accusa è di applicazione di tassi usurari.
La richiesta è del pm della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Antonella Cantiello, che ha ottenuto il provvedimento. In seguito ad esso è stata fissata udienza innanzi al gup Stefania Omodeo per il prossimo 10 marzo.
La vicenda trae origine dalle vicissiudini di un imprendiore, M.P., difeso dagli avvocatiDezio Ferraro e Francesco Pirozzi.
M.P., nel dicembre 2008, apprendeva da un estratto di Equitalia di esserle debitore per un importo di circa 100mila euro. Chiesta e ottenuta una dilazione, iniziava a saldare rate di un significativo importo, ognuna delle quali di circa 10mila euro.
Dopo aver saldato a Equitalia tre o quattro rate, l'imprenditore era costretto a interrompere i pagamenti in conseguenza della crisi del suo comparto.
Un anno dopo, nel dicembre 2009, a seguito di un secondo estratto relativo alla sua posizione, apprendeva con somma meraviglia che, in assenza di ulteriori notifiche di caertelle, il suo debito che sarebbe dovuto dimunire in virtù dei pagamenti rateali effetruati, era invece aumentato a circa 200mila euro.
A questo puno M.P. si decideva a salire le scale dello sudio dell'avvocato Dezio Ferraro, in via Rossi. Il penalista, insieme al collega Francesco Pirozzi, formulava allora una querela depositata presso la Procura sammaritana.
Il pm Cantiello, esaminata la querela, disponeva una perizia, poi svolta da un consulente, un commercialista.
Questi, in buona sostanza, divideva le cartelle notificate all'imprenditore in tre gruppi: per il primo riteneva validi i tassi di interesse, per il secondo non riusciva a rilevare una individuabile applicazione delle procedure, al terzo assegnava il 'marchio' di tassi di interesse 'contra legem' perchè superiori a quelli previsti dalle norme.
Da qui l'accusa di tassi usurari ed anatocistici: Equitalia,cioè, applicava gli interessi sugli interessi già maturati.
A nulla valeva, in proposito l'esibizione di una controperizia da parte di Cammisa, difeso dallo studio Froio. Il pm Cantiello si convinceva delle tesi contenute nella querela proposta dagli avvocati Ferraro e Pirozzi, decidendo la richiesta di rinvio a giudizio.
Equitalia alla sbarra, insomma. Cammisa è, allo stato, imputato per un reato che, all'esito dell'udienza del marzo prossimo, potrebbe aprire una voragine 'sotto i piedi' della società di viale Lamberti.
mercoledì 15 dicembre 2010
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