mercoledì 7 luglio 2010

I politici camerieri dei banchieri: perché?

Agenzia ABRUZZO Press, Chieti, 6 Luglio ‘10

Nel recente G8 il proponimento dei Capi di Stato di tassare le Banche non venne neppure preso in considerazione. Non è stato detto se ciò sia accaduto per espressa volontà dei politici o per esterni condizionamenti. La soluzione sembra corrispondere ad una logica: possono i camerieri imporre la propria volontà ai padroni?...

L’avvenimento ci ha riportato alla mente un articolo del compianto Prof. Giacinto Auriti che riproponiamo ai nostri lettori:


I politici camerieri dei banchieri: perché?

Giacinto Auriti


Vi sono delle parole che hanno un tal peso specifico che ci costringono a rileggere la storia


Quando Ezra Pound riecheggia il famoso messaggio concepito dal colonnello Jefferson: “I politici sono camerieri dei banchieri”, ci costringe innanzitutto a prenderne atto, in secondo luogo, ad evidenziarne le cause.

La ragione di questa clamorosa verità sta nel fatto che la Rivoluzione Francese non si è fermata “a metà” (secondo la abituale regola), ma ai “tre quarti”. Lo stato di diritto ha considerato, infatti, nel proprio ordine costituzionale, solo i tre poteri: legislativo, giurisdizionale ed esecutivo. Il quarto potere della sovranità monetaria se lo sono fagocitato nel silenzio le banche centrali, S.p.A. con scopo di lucro.

Poiché – come insegna l’antica saggezza marchigiana – “li quatrì fa piove l’acqua pe l’in su” (“i soldi fanno piovere l’acqua in salita”) ci si spiega perché le lobbies bancarie hanno assunto il comando di tutti gli stati costituzionali.

Tutti gli storici hanno interpretato i tempi dello stato di diritto come una forma di progresso, addirittura come una conquista di civiltà irrinunciabile spacciando per democrazia, l’usurocrazia. Nessuno ha avvertito la grave decadenza causato dal fatto che il portatore della moneta era stato surrettiziamente trasformato in debitore dei propri soldi.

Ecco perché dobbiamo completare la Rivoluzione Francese: La Sovranità Monetaria va attribuita allo Stato – come Quarto Potere Costituzionale – e tolta alla banca centrale. Non è più tollerabile che, in un c.d. stato di diritto, la funzione costituzionale della sovranità monetaria sia esercitata da una S.p.A. con scopo di lucro.

Non è vero che lo Stato costituzionale rappresenti un progresso rispetto alle monarchie cattoliche della Vecchia Europa. I re avevano tutti la sovranità monetaria perché battevano moneta e nessuno poteva essere “cameriere del banchiere”. Sono diventati camerieri solo quando hanno accettato in prestito dalle banche centrali S.p.A. la moneta-debito (c.d. nominale).

L’urlo del “ça ira” deve tornare sulle piazze, davanti alle sedi della Banche centrali e nei Tribunali. Ci dobbiamo riprendere la proprietà dei soldi nostri.


P.S – Settimanalmente riproporremo articoli scritti dall’insigne accademico Prof. Giacinto Auriti prima degli anni 2000, ancora oggi di grande attualità. Il prossimo articolo si intitola: «Ah ça ira, ça ira, ça ira!»

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