Una classe dirigente narcotizzata assiste inerte allo smantellamento finale della manifattura.
Vivere o morire? No peggio, sopravvivere di stenti.
Oronzo Turi – Centro Studi Circolo Osservatorio.
Gli ultimi dati Istat relativi alle dinamiche dell’attuale crisi economica, mettono in evidenza una situazione di criticità assoluta della produzione manifatturiera nazionale; anche la caduta del PIL è da primato, ormai il dato finale Istat viene dato al 5,1 % che con il –1% del 2008 fa quel 6% o più, preconizzato da diversi centri studi, mentre la produzione industriale è crollata del 17, 4% (per la banca d’Italia abbiamo perso 100 trimestri tornando ai livelli del 1985) e le esportazioni si sono contratte per più del 20 % numeri da primato assoluto, ormai in settori leader del Made in Italy si parla che ci sarà una contrazione più del 50% dei fatturati, il dato relativo alle prospettive future è ancora più fosco e se le tendenze non vengono invertite si assisterà ad un’ecatombe con lo smottamento del sistema produttivo nazionale del trenta per cento ed anche i settori del lusso che potrebbero contrarsi dal 40 al 50 % senza possibilità di recupero futuro come spiegheremo più avanti, non parlando dell’impatto che ciò avrebbe dovuto avere sulle entrate fiscali (salvate da una politica criminale più che aggressiva del ministero competente che ha minacciato visite fiscali a chi dichiarava meno dell’anno precedente) e impatto comunque ineliminabile sul PIL e sulla sostenibilità del debito pubblico a questo punto difficilmente recuperabile con i tassi di sviluppo marginali ipotizzati per il futuro.
Queste notizie sono di pubblico dominio malgrado ci sia una dinamica perversa nell’opinione pubblica dove ad una manipolazione raffinata dell’informazione, in grado di smorzare gli effetti negativi e anzi di capovolgerne l’impatto, si unisce oltre che un’auto censura una indifferenza su tragedie che interessano ALTRI ed una vergogna, quando interessano in prima persona, convinti di salvare identità e dignità con la negazione che è anche uno scongiuro liberatorio.
Per quanto riguarda la classe dirigente italiana l’indifferenza è motivata anche dall’esperienza ed a parte alcune nobili eccezioni (che comunque sono rientrate) e alcuni economisti della Bocconi (che magari avrebbero criticato anche una diversa politica vedi attacchi per scarso rigore a TPS mentre quello stava soffocando l’economia italiana), perché in questi diciannove anni di crisi del sistema Italia LEI (mostrando oculatezza amministrativa, sensibilità sociale e responsabilità istituzionale) non ha fatto che incrementare il proprio reddito raddoppiando, quadruplicando ed in alcuni casi decuplicando il proprio potere d’acquisto, mentre il prelievo fiscale sulle imprese ha raggiunto il primato in Europa e i redditi da lavoro di operai ed impiegati e stato decurtato, per cui perché preoccuparsi (tacendo sulla DENUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI “che questa classe ruba ogni anno 50 miliardi di Euro per maggiori costi e tangenti”) .
Per le frange politiche e sindacali poi la crisi ha un uso strumentale per prevalere nell’agone elettorale o nella propaganda sindacale; al massimo la crisi, manipolata e edulcorata sui mass media, è oggetto di talk show televisivi, meglio se tenuti da bastian contrari invisi ai ceti moderati così da prendere due piccioni con una fava, caricare di tabù antisistema tali argomenti e riuscire nel contempo a presentarsi come un paese in cui vige la libertà dell’informazione;
Però reazioni significative alla crisi sono assenti dalle stanze del potere in quanto le strategie e le decisioni economiche e politiche, sono già stabilite e rispondono a priorità decise altrove (magari anche concertate con i leader dell’opposizione); una classe dirigente, attenta, come d'altronde il popolo, al suo particulare ed incurante che tali dinamiche impediscano all’organismo nazionale di difendersi convinti che il loro destino sia assolutamente indipendente dal destino di artigiani, bottegai, impiegati e cafoni .
In aggiunta a ciò nei suoi gangli di snodo decisionale oltre che sazia e narcotizzata (e non solo metaforicamente vedi % rilevata nelle acque e nei fiumi o caso TV dei parlamentari), la dirigenza politica, penso caso unico almeno nell’Europa dei 17, vive in una situazione di fragilità strutturale determinata da ricattabilità e dipendenza (con minacce più o meno velate, fascicoli e registrazioni, fino a veri attacchi attraverso i mass media o gli organi giudiziari); situazione di fragilità che comincia dai parlamentari insicuri del posto in quanto nominati più che eletti, riguarda tutti i membri del governo che non vengono nominati se non sono in condizione di fragilità, e coinvolge anche l’opposizione che agevolata e compromessa per far carriera risponde ad una logica di sistema che ha la sua costante nella ricattabilità, un agone nascosto e parallelo a quello che si svolge sui mass media con una selezione negativa per chi non sottostà a ricatti e compromissioni, compreso lo stesso Primo Ministro sul quale pendono fascicoli con accuse inaudite (in parte pubblicate), il cui obiettivo è certamente quello di tenerlo sotto continuo scacco per ricordargli quanto ristretti siano i suoi margini di manovra.
Insomma, anche a seguito della sua fragilità, bisogna purtroppo prendere atto che l’Italia ha una CLASSE DIRIGENTE SOTTO TUTELA per usare un eufemismo e non nelle condizioni di fare scelte epocali per la salvezza della nazione, in quanto se anche fosse soggettivamente non indifferente è tuttavia in una oggettiva difficoltà ad operare per gli interessi della nazione che rappresenta, e non può certo prendere delle decisioni coraggiose e responsabili in grado di difendere gli interessi economici nazionali che oggi sono difendere la sua base produttiva, progettare la penetrazione futura all’estero e posizionare l’Italia nel posto che meritano i suoi prodotti in special modo quelli del lusso che eccellono per stile, tecnologia e gusto.
La tutela da parte degli alleati e di poteri economico finanziari che è stata attivata con la pesantezza degli interventi mai chiariti di abbattimento dell’aereo ad Ustica, azzeramento della classe politica con tangentopoli vendita-regalo delle banche e delle partecipazioni statali e affermarsi di grandi centrali finanziarie all’estero ed in Italia che hanno finito per comandare sulla politica, compresa la cessione all’estero del suo debito pubblico che oggi significa molto di più del pagamento dei 40 miliardi di euro all’anno di interessi ai fondi pensione e finanziarie estere;
A questo si è aggiunta il restringimento delle capacità di manovra di scelta in politica economica determinata dal proseguire del processo di integrazione Europea che invece di svolgersi lungo le linee della sussidiarietà, aumentando le possibilità e le risorse da spendere e le capacità di decisioni decentrate, si sta avvitando in una tendenza dirigistica ed accentratrice della burocrazia comunitaria, che si aggiunge alla perdita della possibilità di governare la crisi emettendo moneta; a cui fa da contraltare la assoluta discrezionalità lasciata alle tre nazioni maggiori (Francia, Germania, Inghilterra) che come nella fattoria degli animali sono più uguali degli altri.
Per cui la olandese commissario alla concorrenza si è scusato con il presidente della Bundesbank Axel Weber per aver osato pensare (dichiarando che lei non l’aveva nemmeno pensato) che dare 400 miliardi alle banche tedesche potesse essere un atto contrario alla concorrenza e dare 50 miliardi alle imprese della Germania potesse distorcere il mercato e sottoscrivere 150 miliardi di obbligazioni di aziende tedesche possa essere un vantaggio competitivo nei confronti di analoghe imprese comunitarie, per cui la Germania poteva farlo per quanto riguarda l’italia le facevano le pulci se i soldi per la rottamazione erano più o meno ammissibili.
La chicca finale, che esprime LA VERITA’ NELLA SUA CRUDEZZA ci viene dal ministro dell’economia che a chi gli chiedeva conto del criterio per imporre il risparmio di 12 miliardi di euro all’anno alla nazione, Lui rispondeva chiedetelo alla BcE e dava il numero di telefono della banca. Insomma da ciò dovremmo prendere atto che il governo non risponde più al parlamento, la sovranità nazionale e popolare è una semplice finzione e gli stessi ministri (oltre che il parlamento) sono costretti ad accorgersene ogni giorno, ma se ne accorgeranno soprattutto LE PMI ITALIANE CHE SARANNO COSTRETTE A CHIUDERE MENTRE IL LORO MERCATO VERRA’ OCCUPATO DALLE CONCORRENTI COMUNITARIE O CINESI.
Una fragilità politica che in un sistema che si basa su un processo decisionale iper formalizzato che necessita non solo di leggi ma di normative di protocolli applicativi ecc.. ecc. che quindi vede i funzionari amministrativi i veri protagonisti del governo del sistema, dove per esempio vengono manipolate i disegni di legge durante tutto l’iter o bloccate procedure di nomine anche se di routine, cosa che dà la misura della forza del Centro di Potere che non risponde al parlamento ed evidenziano l’esistenza di una regia occulta che detta l’agenda non solo politica e mass mediatica, ma spesso anche giudiziaria (i casi sono numerosissimi per esempio emblematico è il caso Bertolaso quando gli stessi interessi e conflitti di interessi erano ampiamente già noti durante la ricerca di responsabilità per l’accumulo di spazzatura a Napoli ma non vennero perseguiti, così la corruzione dei politici abruzzesi era anch’essa ampiamente nota ma …….. la giustizia si svegliò solo ad un certo punto e non prima).
Poi una burocrazia di alto livello che come negli elementi operativi a differenza di quella francese o tedesca non è tuttavia fonte di progetti e proposte risolutivi di problemi ma solo una dogana a cui (non solo il popolo) ma anche la classe politica deve sottostare per ottenere che non si blocchi tutto il processo legislativo e decisionale, naturalmente nulla osta accordati dietro pagamento di prebende e concessioni (famosa è l’impossibilità di addivenire al costo della struttura burocratica che sostiene il processo legislativo e di supporto al governo).
L’ultima gabella che si è aggiunta alla strutturale farraginosità e lentezza burocratica italiana è la discrezionalità assoluta concessa oggi al ministro dell’economia in grado di fermare i programmi di tutti i ministeri.
Dopo di che se il primo ministro si lamenta di non avere potere è perfino patetico, quando aveva chiesto il mandato di governo fondandolo appunto sulla sua capacità e determinatezza di decidere, agire e salvare la Nazione.
Una classe dirigente non interessata quando non in grado di prendere le decisioni efficaci, malgrado la drammaticità della situazione presente E’ QUESTO IL VERO PROBLEMA DELL’ITALIA, un problema di gravità assoluta che rischia di compromettere definitivamente il sistema;
Fino a ieri gli Stati con piccoli accorgimenti aiutavano le loro aziende nella competizione internazionale ora con la scusa della crisi, la Francia ha concesso aiuti alle imprese per circa 30 miliardi di Euro, e agevolazioni per altri 60 miliardi (senza parlare dei soldi cash dati alle imprese automobilistiche alla faccia di UE e dei concorrenti), la Germania ha stanziato 50 miliardi Euro di aiuti e 150 miliardi di euro in un fondo per sottoscrivere obbligazioni a favore di società in difficoltà, senza parlare dei soldi stanziati per salvare le banche e gli istituti finanziari che sono dell’ordine di 300, 500 e 600 miliardi di Euro, per non parlare della Danimarca che pur avendo un Pil di soli 300 miliardi di euro ha fornito garanzie per salvare le sue banche ed il suo sistema produttivo per 590 miliardi di euro, aumentando nel contempo la spesa per istruzione, ricerca e sostegno all’occupazione; Lo Stato Italiano invece, in questo panorama di sostegno massiccio alle imprese, al reddito e all’occupazione stanzia a mala pena lo 0.2 % del PIL, 9 miliardi, e ruba i soldi alle regioni meridionali, già in condizioni disperate, per poter pagare la disoccupazione;
Che poi queste scelte causino quel disastro che abbiamo accennato all’inizio poco importa, noi usciremo meglio delle altre nazioni dichiarava lo stesso ministro: intanto l’Inghilterra presentata come la nazione nelle condizioni peggiori accusa una caduta del PIL minore della nostra, ed il ministro si scusa con i cittadini; mentre noi che viaggiamo intorno al - 6% consideriamo ciò il meno peggio ed il Ministro competente dà del cretino a chi chiede chiarimenti sulla discrepanza tra proclami e realtà; anzi ci tiene a puntualizzare che non siamo una nazione in declino.
A questo punto non sappiamo cosa vuol dire per lui declino; cosa vuol vedere i pensionati che muoiono di stenti per strada? comunque se va in alcune città può già vedere disoccupati che cercano nei cassonetti; probabilmente conosce bene i suoi polli ed il fatto che negare anche l’evidenza è il miglior modo per avere ragione in Italia, visto che la spudoratezza, il potere e la tracotanza l’hanno quasi sempre vinta sul diritto e sulla realtà.
Comunque questo problema sul riconoscimento di uguale accesso alle risorse finanziarie con gli altri partner comunitari, lo possiamo mettere al terzo posto ma non è questo IL PROBLEMA.
E nemmeno la crisi finanziaria globale è IL PROBLEMA, invece IL PROBLEMA CENTRALE per lo sviluppo e la sopravvivenza del sistema Italia inteso come sistema Leader a livello mondiale nel fashion moda, arredamento casa, culinaria vini, stile gusto e lusso in genere e la capacità di governare e vincere la competizione con un avversario temibile, il maggior competitore nei suoi settori strategici che sembra avere già la vittoria in mano e cioè il suo problema vitale è sostenere e vincere il confronto con la CINA, è chiaro che in queste condizioni non siamo nemmeno in grado di combattere.
La Cina ha investito 900 miliardi di Euro1 di aiuti alle imprese, cioè dice alle imprese che devono continuare a produrre incuranti della crisi, in tal modo riduce ulteriormente il costo dei manufatti cinesi, non dimenticando la riduzione dei noli crollati dell’ 80% e la riduzione perfino del costo del lavoro nonché di altri costi logistici, ma soprattutto si avvantaggia dell’ulteriore finanziamento a fondo perduto attuato dalle banche cinesi e dell’accaparramento da parte dello stato cinese delle materie prime di cui potrà stabilire il costo in funzione della convenienza nazionale a penetrare e distruggere la concorrenza.
Infatti di ciò lo Stato Cinese in questi mesi ha trattato direttamente con i governi dei paesi africani e dell’America Latina garantendo l’acquisto delle loro materie prime contro manufatti cinesi, pagando in anticipo e agevolando con interessamenti personali i politici di quei paesi, e ciliegina sulla torta con diverse nazioni è riuscita a ottenere che gli scambi avvengano in yuan (come già fatto con Argentina e Brasile) praticamente ha effettuato tutta l’operazione a costo zero:
Come possono competere su quei mercati le aziende italiane (con un costo del lavoro 20 volte maggiore, gravate da una tassazione che supera il 53% del fatturato con costi dell’energia e logistici enormi) ma se anche per assurdo producessero con un costo inferiore a quello cinese avrebbero comunque una notevole difficoltà ad operare, visto che la classe dirigente di quei paesi farà di tutto per dare la precedenza ai prodotti Cinesi, tentare di rivolgersi alla magistratura per far valere propri diritti di marchio o di altro genere sarà un’operazione inutile (Vedi caso Battisti con Brasile).
Ed infatti puntualmente le esportazioni italiane sono crollate di 10 punti di più di quelle cinesi ma noi usciremo meglio degli altri dalla crisi sosteneva e continua a sostenere il solito ministro;
Ma non va meglio in Europa infatti da un discorso logico ci si sarebbe aspettato che i prodotti italiani del lusso avrebbero risentito meno della crisi, invece tragedia nella crisi bisogna prendere atto che i prodotti cinesi durante questa crisi stanno sostituendo i prodotti italiani anche nel lusso, cosa evidente nel fatto che la bilancia commerciale con i paesi comunitari è passata da un attivo di nove miliardi di Euro ad un passivo di 1,9 miliardi, (insomma dobbiamo probabilmente concludere che noi continuiamo a comprare le macchine tedesche e francesi ma loro ora comprano scarpe, vestiti e mobili cinesi …………. si può continuare così?).
Non contento di ciò lo stato cinese ha emanato un auspicio (che in Cina è più vincolante di un ordine) comprate cinese; in questo caso esiste la beffa ed è un articolo sul messaggero ad ottobre 2008 da parte di Prodi che non contento di aver offerto i suoi servigi a vari governi spingeva gli italiani a fidare nell’aiuto che sarebbe venuto dalla Cina per superare l’attuale crisi, francamente almeno questa ce la poteva risparmiare, dopo le tante per cui dovremmo ringraziare Lui personalmente.
Ma questo non è tutto, oltre ai soldi dati alle sue imprese cash, ai soldi dati dalle banche nazionali indifferenti alla restituzione, oltre ai soldi dati come restituzione alle esportazioni che ammontano al 18 % del valore delle merci restituzione IVA a parte) la CINA TIENE ARTIFICIALMENTE BASSO IL TASSO DI CAMBIO DEL REMIMBI nel caso che le agevolazioni elencate finora non fossero sufficienti a distruggere le residue industrie occidentali;
Insomma la Cina oltre a fare incetta di materie prime garantendo approvvigionamenti illimitati alle sue industrie a costi discrezionali potendoli pagare stampando moneta, si garantisce uno sbocco alle sue esportazioni in condizioni di monopolio (in barba a tutti i trattati di libero scambio) avendo stabilito accordi diretti con tutti i governi indifferente ai crimini commessi da questi (e meglio se sono antioccidentali), vedi appoggio ai fondamentalisti in Sudan ed in IRAN, come ai nazi-comunisti della Corea del Nord, ed ai Mugabe in Zimbabue e agli Chavez in Venezuela, e con la stessa filosofia con tutti gli altri governanti degli Stati Africani e del Sud America governi che ha blandito in mille modi,, attuando un accerchiamento strategico nei confronti dell’Europa e dell’America degno dello spostamento truppe per la battaglia di Marengo2, altro che pericolo ARABO.
La Cina ormai tratta come sue dependance gli stati del sud-est Asiatico con i quali commercia in Yuan (escluso il Giappone) tiene sotto tutela dittature e nemici giurati dell’occidente che utilizza come cani da aizzare nei momenti opportuni, ha di fatto ricolonizzato l’Africa e colonizzato l’America Latina comprando materie prime e classe dirigente, e non sappiamo a cosa serve dare armi a Taiwan se ormai la sua classe dirigente si sente a Pechino come a Casa Sua, e come regalarle alla Cina, non sappiamo se l’America se ne sia accorta ma non c’è più battaglia, e in queste condizioni l’Europa è ormai una spoglia vuota.
Come soluzione finale ha deliberato di regalare i duemila e cento miliardi di Dollari delle sue riserve alle sue imprese nazionali per acquisti ed acquisizioni da parte delle stesse imprese all’estero.
E questo non è tutto, quasi non bastasse gli Usa, mentre la Cina la pugnala alle spalle commerciando in Yuan (remimbi), hanno concesso alla Cina , la nazione più liquida del mondo, il diritto di risucchiare tutti i capitali che scappano dai paradisi fiscali, perché mentre tutti gli altri sono finiti nella lista Nera o Grigia, La Cina no, malgrado possieda Hong Kong e Macao dove vige un impenetrabile segreto sui capitali, e può, in questo momento di crisi di liquidità, rubare indisturbata i capitali all’Europa, capitali di cui l’Europa ha bisogno più dell’acqua.
Ma soprattutto ha il diritto a non tener conto di copyright e diritti di marchio e sarebbe lungo il furto di brevetti, di tecnologia ecc. perpetrato dalle società cinesi, e non si può sottacere che la nota più dolente per noi e che la Cina è la più grande produttrice di falsi Made in Italy, e sta programmando di arrivare fino alla falsificazione di prodotti tipici quali vini formaggi e quant’altro fa dell’Italia un unicum di prodotti e tradizioni.
Un’opera che non è frutto dei pochi contraffattori delinquenti ma è il programma su cui si fonda tutto il sistema produttivo cinese promosso dalla sua classe dirigente ed una scelta che coinvolge tutta la nazione.
Ecco a questo punto qualcuno ci spieghi cosa centra tutto questo con la libera competizione tra imprese, e visto il suo programma di aiuti senza limiti alle sue ditte, qualcuno ci spieghi che c’entra la Cina con l’economia di libero mercato, a quale titolo la Cina è ancora membro del WTO;
Le produzioni cinesi non sono merci, sono strumenti di distruzione di massa e di imprese, la Cina non sta facendo competizione commerciale sta attuando una programmata di guerra di sterminio ed una strategia di annientamento delle economie delle nazioni occidentali.
Ma quel che è peggio è che le nazioni occidentali aspettando le indicazioni della nazione guida non stanno facendo niente; nazione guida che come abbiamo già detto mentre la CINA le sta sferrando dei colpi mortali le va incontro con mazzi di fiori facendole profferte di pace e di alleanza perpetua.
INSOMMA DOBBIAMO PRENDERE ATTO CHE LA CRISI FINANZIARIA MONDIALE NON E’ IL PIU’ GRANDE PROBLEMA PER L’ITALIA, MA LO E’ LA MANCANZA DI PROTEZIONE DEL SISTEMA MANIFATTURIERO NAZIONALE , VISTO CHE IL SISTEMA PRODUTTIVO GLOBALE CHE NON HA PIU’ NIENTE DI LIBERO MERCATO.
Ditemi voi come non accorgersi che sono state falsificate e stravolte dalle fondamenta tutte le regole e le garanzie per una competizione commerciale e di mercato libero.
Ditemi voi che abbiamo a fare un governo nazionale se non si mobilita e rimette le nostre imprese nella condizione di parità per competere e difendere i nostri interessi;
Che abbiamo a fare uno Stato se diamo agli altri il diritto di azzerare i nostri punti di forza senza fare niente?
La prima reazione sarebbe quella di richiamare l’Unione Europea, il baluardo mondiale del libero mercato e della corretta concorrenza alle sue responsabilità compensando o con dazi o con proibizioni le importazioni dei prodotti che partono con un vantaggio competitivo così pesante?
Sicuramente sarebbe auspicabile che la nazione Leader dell’Occidente richiamasse la Cina ad una logica di sviluppo concertato e comune e che abbandoni la logica di annientamento dei sistemi produttivi occidentali, e purtroppo finora abbiamo solo sentito parole di rassicurazione per la Cina da parte del presidente USA e non abbiamo ancora sentito richieste di comportamenti commerciali e produttivi corretti.
Ma tanto non interverranno né l’Unione Europea né gli Stati Uniti, anche perché Germania e Francia (per interessi di bottega aerei e produzione macchine ed auto) hanno già sottoscritto accordi commerciali e produttivi privilegiati con la Cina più o meno segreti come gli Stati Uniti e ultima anche l’Italia si è accodata a raccattare le briciole prima del G8 dell’Aquila;
Ma quel che è peggio il nostro ministro dell’economia si è impegnato a vendere una quota significativa della cassa depositi e prestiti (e forse anche quote rilevanti del nostro debito) ad un fondo sovrano cinese a quel punto chi potrà attuare misure di contenimento della Cina in Italia?
E visto che al peggio non c’è limite sempre i cinesi non solo stanno facendo fallire le imprese, piccole e grandi italiane ma poi sono loro stessi gli avvoltoi che sono arrivati in massa ad acquistare cash tutte le strutture immobiliari, societarie i negozi commerciali ed artigiani che vengono messi in vendita in questo momento di crisi, (visto oltretutto che voglio liberarsi dei dollari in quanto la moneta potrebbe trasformarsi in carta straccia) questo è un grande affare a prescindere dal prezzo, su ciò non c’è traccia sui giornali, i politici, le organizzazioni imprenditoriali di categoria e sindacali tacciono e nessuno ne parla.
L’assurdo e che la classe dirigente Italiana pensa che tanto il problema è delle imprese, dei poveri padroncini italiani che sono destinati più che alla decimazione alla sparizione mentre i grandi della terra rimandano ad altro vertice quello che si doveva discutere durante il G8, ma non si preoccupino loro non erano neanche in agenda.
In questo quadro di riferimento diviene chiaramente inutile parlare di un progetto di sviluppo e di riposizionamento del sistema Italia, perché manca la classe dirigente all’altezza di un simile progetto.
E chi potrebbe essere interessato a mettere immediatamente a disposizione delle imprese italiane i 60 miliardi di aiuti e i 150 miliardi di Euro di agevolazioni per uscire con meno danni dall’attuale crisi e presentarsi in ordine per competere con strumenti finanziari sufficienti con le altre imprese comunitarie e mondiali che tali aiuti hanno ricevuto in sovrabbondanza?
Infatti a chi vuoi che interessi di reperire risorse (ma non certo di 10, 15 miliardi che sono l’orizzonte celebrale massimo del nostro ministro dell’economia) ma dai seicento ai tremila miliardi di Euro che sono il livello di sfida che ci ha lanciato la nostra concorrente e che sono il badget di un progetto adeguato a rappresentare l’appeal dei prodotti Italiani all’estero, (e che il progetto farebbe produrre e remunererebbe) e quindi necessari per avviare un programma di penetrazione commerciale delle nostre imprese nel mondo?
A chi vuoi che interessi abbattere le tasse sulle imprese produttive (restituire alle stesse l’IRAP degli ultimi tre anni) e togliere totalmente le tasse a quelle che lavorano per l’esportazione)?
A chi vuoi che interessi far tornare in Italia i marchi del Made In Italy garantendo una riduzione significativa dei costi e agevolazioni sotto diverse forme minacciando in caso contrario la guerra qualora non ottemperino?
A chi vuoi che interessi mettere a frutto il patrimonio nazionale trasformando il debito in patrimonio, senza vendere il patrimonio naturalmente, facendo compartecipare i titolari del debito all’espansione e allo sviluppo commerciale delle produzioni italiane nel mondo?
Non certamente all’uomo solo al comando3 che sembra aver gettato la spugna quando dichiara che è privo di poteri mentre nei fatti si sottrae al mandato e alle responsabilità inequivocabili che aveva richiesto e ricevuto e anzi usando la sua persona plagia ed incanta tutti facendo credere che siamo nell’anticamera del paradiso quando ci avviamo a grandi passi verso un inferno di miseria.
Non certo al titolare dell’economia che è affetto da cecità e strabismo:
1.di una visione ragionieristica dell’economia che guarda ai conti del passato e non sembra in grado di programmare lo sviluppo del futuro, e come conseguenza sbaglia anche i conti del passato con un debito che aveva promesso di ridurre e che invece ormai corre verso i 120% e i 130 % del PIL.
2.E’ in grado di applicare il criterio debito complessivo quando parla in sede comunitaria (in tal caso l’italia ha uno dei debiti più bassi del mondo) ma non quando parla alle imprese,
3.E’ in grado di costituire la banca del sud, è in grado di venderci ad un fondo Sovrano Cinese ma non è in grado di costituire dei fondi sovrani Italiani che inglobino le proprietà dello Stato (che è lo Stato più ricco per beni artistici ed architettonici del mondo) ed emetta obbligazioni per finanziare le imprese e digerire l’immane debito nazionale.
4.Ci condanna ad un futuro di miseria visto che con la sua politica la nostra manifattura è crollata al livello del 1985 e non tornerà mai più al livello del 2007.
5.che parla ed agisce come se tutto il problema mondiale risieda nella risoluzione della crisi finanziaria e che LUI e’ una delle poche persone all’altezza del compito, quando invece all’ombra di questa crisi la Cina (e non solo) ha sferrato il più grande attacco di annientamento delle economie occidentali e nessuno sta reagendo [anzi più di qualche “ingenuo” o meglio utile idiota si sbilancia scrivendo come la Cina ci salverà? (naturalmente come la volpe salva l’uccellino dalla cacca)].
Ripeto NON STA REAGENDO LA NAZIONE GUIDA DELL’OCCIDENTE, CHE DOVEVA TUTELARE PRIMA I PARTNER IN UN MINIMO DISCORSO DI INNER CIRCLE,
invece oltre ad essere causa in questi anni della dubbia strategia sul terreno della difesa dell’occidente è la causa dell’ultima drammatica crisi finanziaria mondiale ma soprattutto è la causa della espansione forsennata della Cina che non solo sta avvelenando i suoi cittadini ed il pianeta ma con il WTO immutato è la causa della prossima miseria dell’Occidente.
invece durante il G20 di Londra ha attutito e smorzato tutte le possibili riserve dei paesi occidentali nei confronti della CINA, le ha garantito l’inviolabilità del paradiso fiscale di Hong Kong e Macao, e garantisce accordi di libero scambio immutati alla Cina (cioè diritto per la Cina di continuare a distruggerci) dove il massimo del coraggio si esprime nel ricevere nel retro della Casa Bianca il DALAI LAMA; non solo ma mentre la Cina come ringraziamento l’ha pugnalato alle spalle commerciando in yuan con Asia, Africa ed America Latina e programmando di scalzare il dollaro, di contro Obama copre la Cina di riconoscimenti e rilancia offerte di partnership e collaborazione sull’ambiente sull’economia mentre quella tiene l’America e l’Occidente stretta per il collo e punta a tagliargli la giugulare.
Certamente non sono in grado di reagire la massa degli eroi della cosiddetta classe dirigente, che come si è capito è una classe sazia e narcotizzata che non si sta accorgendo che a forza di crisi, tagli, ristrutturazioni e fallimenti, ma soprattutto a causa di una asimmetria economica internazionale che favorisce spudoratamente le imprese dell’estremo oriente e quelle degli altri partner europei, l’Italia a dispetto di primati e di grandi prospettive future, in questi anni si sta giocando il nerbo del suo sistema produttivo, e si ritroverà come una povera facomelica senza più braccia né gambe.
La Nazione a quel punto sarà solo un corpo striminzito con una grande testa, formata dalla pletorica ed inutile classe dirigente politica, finanziaria, giornalistica, giudiziaria, industriale, artigianale, sindacale, militare, sanitaria, universitaria, della ricerca e istruzione, della sicurezza e della pubblica amministrazione destinata a quel punto a ridursi drasticamente anche Lei, come sta già avvenendo, vedi università, e a sopravvivere miseramente di stenti come il resto del corpo.
La narcosi è arrivata a tal punto e che malgrado i tagli interessino ormai la carne viva con la morte di organi fondamentali il dolore non viene nemmeno percepito; E la tragicità della situazione sta proprio nella incapacità di questo corpo di reagire alle mutilazioni che subisce; questo dipende dal fatto che la classe dirigente si è abituata a rimanere sorda , anzi è stata allevata a rimanere sorda a tutti gli input che le giungono dalla società (memorabile “le tasse sono belle” di TPS), diciamo che i ceti produttivi italiani avevano abituato male la LORO classe dirigente in quanto finora si erano dimostrati in grado di sopravvivere sia alle crisi internazionali e che alle angherie nazionali; purtroppo l’impressione è che tale capacità nell’attuale crisi non basta più.
In questa situazione disperante una soluzione sarebbe potuta venire DALLA REAZIONE dalle imprese produttive, dalle PMI, e dalle loro organizzazioni CONFINDUSTRIA, API, CNA, CONFARTIGIANATO, confcommercio, coldiretti, CIA ecc. che più pesantemente stanno pagando sulla loro pelle la crisi mondiale, i madornali errori fatti nel passato dalla nazione, e le inadeguatezza e la cecità dell’attuale governo invece si assiste allibiti alla macabra CLAC al Presidente del Consiglio tributata dall’assemblea degli industriali di confindustria mentre quello gli diceva non vi abbasseremo le tasse, non vi daremo prestiti e non sottoscriveremo obbligazioni per le imprese produttive come invece hanno fatto Francia e Germania, non siamo in grado di fare niente per voi, pertanto la domanda è ……. MA HANNO UNA CLASSE DIRIGENTE?
Purtroppo non c’è risposta, come non c’è risposta al grido di dolore delle imprese che falliscono come non c’è risposta ai dirigenti e padroncini che si suicidano perché non possono più pagare gli operai e non c’è più futuro per le loro imprese e loro lo interpretano che non c’è più un futuro nemmeno per loro stessi; anzi su ciò non c’è nemmeno la notizia perché coperta da una omertà generale da parte dei mezzi di informazione, non capendo che stanno nascondendo il LORO EPITAFFIO, una omertà che comunque pagheremo tutti ma anche questa CLASSE che si crede DIRIGENTE.
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