lunedì 5 ottobre 2009

Marra: La necessità del linguaggio scurrile

Il leccaculismo parlamentare e politico, la necessità del linguaggio scurrile, e la necessità che la magistratura liquidi la classe politica, perché il leccaculismo è denso di ogni tipo di illiceità.

L’annientamento della legge Pinto mediante l’illegittima riduzione fino al 75% degli indennizzi per la durata eccessiva dei processi quando abbiano esito negativo, ex capo VI, art. 24, comma 3-quater, disegno di legge del governo 6.2.09.

La disfunzione della Giustizia quale causa dell'aumento di 8 gradi della temperatira minima.

Ho già scritto in passato che la degenerazione della società è resa possibile dal trincerarsi dietro i linguaggi eufemistici, sicché l’uso dei linguaggi veritieri, anche quando scurrili, è indispensabile per la riforma morale. Vanno quindi innanzitutto chiamati accattoni e uomini e donne di merda i politici che non hanno una visione politica e pubblica della loro vita e sono, come ormai quasi tutti, dei leccaculo.

Gentaglia che, con qualche eccezione, dai capi di Stato ai consiglieri municipali, per guadagnare notorietà, denaro e vantaggi, ha imparato un po’ di gergo politico, e finge di non sapere che la forma di disonestà più lesiva è occupare i ruoli senza esserne in grado. Soggetti incapaci non a caso, ma perché scelti proprio per la loro incapacità, avendo fin qui avuto la politica il ruolo di garante degli immobilismi, da quello economico a quello culturale.

Berlusconi, che è il simbolo della nostra politica, ed è molto presente e influente anche negli altri partiti, anche di opposizione, perché sa come arruolare chiunque gli serva, è considerato, per la sua imprenditorialità, più attivo di altri. In realtà, politicamente parlando, è una nullità per una serie di ragioni coerenti al suo mercantilismo, visto che, nel bene e nel male, è appunto un mercante, sicché non ha, e non ha mai avuto, la minima intenzione politica e non conosce la distinzione tra il vincere politico (che è un vincere in favore di tutti) e il vincere imprenditoriale (che è vincere contro la concorrenza e in proprio favore). Con il risultato che continua da anni a modificare le leggi, il modo di funzionare del Parlamento, o del paese, solo perché così serve a lui. Un individuo il cui comportamento non sorprende abbia prodotto l’accalcarsi intorno a lui dei più indefessi tra i leccaculo e le leccaculo, in una religione che ha più fedeli del cattolicesimo. Una religione condivisa da quasi tutta la popolazione la quale, sotto il dominio dei media, in questo deserto di valori popolato da troie e uomini di merda ascesi alle più alte cariche, ha associato l’idea di leccare il culo a quella di ascendere, e ha adottato il leccaculismo come stile di vita. Ecco così che ti ritrovi sovente delle mezze puttane o degli accattoni quali ministri o capi di organizzazioni, istituzioni, partiti, banche, oltre che famosi divi, opinionisti ecc., laddove, per trarre la società dalle rapide che la trascinano verso il baratro, ci vogliono dei geni. Questo mentre altri uomini di merda, in veste di sedicenti scienziati, cercano di convincerti che tra cento anni il clima produrrà dei guai, salvo che National Geographic si fa finalmente sfuggire che “in Groenlandia” le temperature minime si sono già oggi alzate di 8 gradi. Per cui, mentre gli Obama, Sarkozy, Merkel, Berlusconi, sudano per aiutare le banche centrali e commerciali a commettere il crimine del signoraggio primario e secondario, che è la ragione del malessere economico, il mondo, in 5-10 anni, cadrà preda di fenomeni climatici sempre più gravi, perché le temperature minime sono aumentate di 8 gradi ovunque, e non ci si bada perché non sono aumentate le massime, sicché si scambia l’aumento delle minime per un allungamento della stagione balneare.
Cose per fermare le quali occorrono alcune scelte di metodo, prima che di merito. Quando ad esempio ero parlamentare europeo (fui eletto in Forza Italia, dove fui candidato negli ultimi 15 minuti all’insaputa di Berlusconi, che lo avrebbe impedito), una volta in cui si discuteva della durata degli interventi, dissi che non occorrevano limiti temporali, ma bisognava stabilire il principio che si ha diritto a esprimersi pubblicamente, appropriandosi quindi del tempo dei Parlamenti e delle collettività, solo se e quando si hanno da dire cose nuove e rilevanti. Un principio che turbò molto i deputati perché li avrebbe ridotti al silenzio, dal momento che non facevano che tediarsi l’un l’altro reiterando sempre le stesse cose.
Cose tutte che stanno per accadere, poiché la necessità di fermare l’involuzione climatica richiede non più politici garanti dell’immobilismo, ma geni del cambiamento.
Cambiamento indispensabile anche in economia, perché la crisi (che sta rallentando l’inquinamento) dipende dal fatto che l’80% di quello che si produce, a partire dalle automobili, è dannoso in quanto inutile, sicché la società è sempre meno disposta a comprarlo, e inoltre la concorrenza, qualunque cosa si faccia, è divenuta tale da non consentire più margini.
Alla radice del male c’è però la disfunzione della giustizia, perché, come ho scritto per un paio di decenni sull’intestazione dei miei atti giudiziari, “Se la civiltà è figlia del controllo la disfunzione della giustizia civile e amministrativa è necessariamente la madre dell’attuale stato delle cose.”.
Una disfunzione in cui la lentezza ha un ruolo chiave ed è funzionale al regime, perché percorrere velocemente tre gradi di giudizio muterebbe profondamente le cose. Motivi per i quali, fin dal 1990, ho lottato per causare un miglior funzionamento della Corte di Giustizia europea quale strumento sanzionatorio delle lungaggini.
Miglior funzionamento che ha causato un forte incremento dei ricorsi a Strasburgo, al quale, a causa delle proteste della Corte e dell’Europa, è seguita la legge Pinto. Uno strumento nazionale che, non appena ha iniziato a funzionare, nel senso che non sono più il solo, come è stato per anni, a fare queste cause, ha determinato la reazione del governo che, oltre a non pagare i decreti di condanna e a fare di tutto per ostacolarne la riscossione attraverso i pignoramenti, si è inventato la riduzione dell’indennizzo del 75% quando l’esito della causa presupposta sia stato negativo.
Norma illegittima perché il danno, come dice del resto la Corte di Strasburgo, dipende dal sol fatto del ritardo. Cose ovvie, ma di cui il Governo non si cura, perché Berlusconi interpreta la politica secondo quel che serve a lui al momento, e sappiamo che non ha remore a cambiare la Costituzione solo per risolvere un suo problema o vincere un’elezione.
Vanificare la legge Pinto, in sostanza, gli serve sia per risparmiare (ama le norme per risparmiare, se non fanno calare i suoi guadagni), sia per evitare la velocizzazione della giustizia, che moltiplicherebbe le sentenze contro la Pubblica Amministrazione e le banche che, anche lui, il più leccato dagli italiani, deve leccare e lecca del resto con piacere, dati gli interessi che ha in gioco.
Ecco perché, amici magistrati, benché non sia tra i vostri più convinti estimatori, solo a voi posso chiedere di far cessare tutto ciò.
D’altra parte, vedete, quando avevo 20 anni, ora ne ho 61, mi chiedevo spesso, e mi illuminavo di speranza, come sarebbero stati Napoli e il mondo dopo 40 anni. 40 anni dopo i quali sono per molti versi peggiori. E sapete perché? Perché in questi 40 anni non ha mai funzionato la giustizia.
Ora, capisco che non sarebbe stato facile funzionare mentre il resto del mondo non funzionava, perché è sbagliato il modello culturale (l’occidentalesimo), per cui, più cresce, peggio diventa la società. Resta però il fatto che vi siete venduti al sistema e alle banche, e non era obbligatorio, tant’è, ad esempio, che io ho fatto tutt’altro, adoperandomi cioè per guadagnare il possibile, ma non per tenermi i soldi stretti in pugno, come voi, ma per finanziare la rivoluzione culturale. Tuttavia, siccome sapete farlo, vi prego, fate come se vi steste accorgendo solo oggi di quanto accade, e liquidate il potere politico, perché il leccaculismo è anche immorale, ma innanzitutto implica ogni genere di illiceità.
Quanto all’annientamento della legge Pinto, non spero che simili deputati e senatori possano avere scrupoli nel votarlo, perché so che fanno quello che gli vien detto di fare. Spero invece che ciò costituisca un ulteriore esempio dell’indispensabilità di restituirli alla condizione di cittadini privati.

Alfonso Luigi Marra
5 ottobre 2009
The state funeral was marked by a nationwide outpouring of grief and demands for a withdrawal of troops from Afghanistan

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