Blog di Di Pietro - 27 Ottobre 2009
Processo (Berlusconi)-Mills: aricondannato
Il processo d’appello a David Mills si è concluso con una conferma della condanna di corruzione in atti giudiziari. Nulla di nuovo sotto il sole, i fatti sono cristallini, così chiari che spendere soldi pubblici per parlare di acqua calda è come buttarli al vento. Ma rispetto la democrazia ed i suoi meccanismi, compreso quello del terzo grado di giudizio in Cassazione che ora si apre in una corsa disperata contro la prescrizione che appare uno scenario molto probabile.
E’ ovvio che la sentenza di primo grado dovrebbe sospendere la prescrizione o, per contrarre i tempi, o si dovrebbero ridurre a due i gradi di giudizio. Ma non è questo il governo giusto per parlare di riforme che assicurino più agevolmente i delinquenti alla giustizia, dunque rimando questo tipo di considerazioni a maggioranze future e più “pulite”.
Quello che torniamo a ribadire è che esiste un corrotto, e dunque esiste un corruttore. Questo corruttore è Silvio Berlusconi che è anche Presidente del Consiglio. Berlusconi ha corrotto Mills per falsare le sue testimonianze in due processi: All Iberian (per finanziamenti illeciti ai partiti) e corruzione alla Guardia di Fiananza (per evitare accertamenti di evasione fiscale).
Il fatto che Berlusconi non verrà mai processato e condannato per aver corrotto Mills lo deve alla prescrizione matematicamente regalata del lodo Alfano, un cadeau gratuito anche se la legge è stata rigettata al mittente.
Testo del servizio
Confermata la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per l’avvocato inglese David Mills.
Dopo quattro ore di camera di consiglio il Presidente della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano, Flavio La Pertosa, ha letto il dispositivo della sentenza, firmata assieme ai Giudici a latere Rosario Spina, relatore, e Marco Maria Maiga, che conferma integralmente quanto deciso lo scorso febbraio dal Tribunale di Milano ovvero la commissione del reato di Corruzione in atti giudiziari da parte di David Mills.
Questi ricevette 600mila dollari in cambio delle sue false dichiarazioni nell’ambito dei processi “All Iberian” e “Guardia di Finanza” che vedevano imputato Silvio Berlusconi.
I soldi provenivano da fondi neri Finivest e furono elargiti al consulente legale tramite Carlo Bernasconi. Un altro stretto collaboratore di Berlusconi.
David Mills, artefice e gestore del sistema di società off-shore che permetteva al gruppo Finivest di evadere il fisco ed all’attuale Premier di disporre di denaro liquido per finanziare, all’epoca, il PSI di Bettino Craxi, ammise la sua corruzione in una lettera rivolta al suo commercialista.
“Con le mie dichiarazioni ho tenuto Mr. B fuori da un mare di guai” aveva scritto. Il commercialista segnalò i fatti all’autorità giudiziaria inglese che informò quella italiana aprendo il fascicolo.
Contro le richieste del Procuratore Generale Laura Bertolé Viale a nulla sono valse le argomentazioni della difesa che ha tentato di dimostrare, in prima battuta, l’assoluta inesistenza sia di un accordo corruttivo che di un trasferimento di denaro riconducibile a Berlusconi o alle sue società in favore di Mills.
Rigettata anche le richieste in subordine di riconoscere, ove commesso, il reato come corruzione semplice o susseguente, quanto alle dichiarazioni reticenti e di riciclaggio quanto ai fondi trasferiti. Una richiesta che se accolta avrebbe comportato una pronuncia di “non doversi procedere” per intervenuta prescrizione.
Anche nel corso delle repliche di quest’ultima udienza accusa e difesa si sono scontrate su questo punto. Il reato – secondo la tesi dell’accusa, accolta dalla Corte d’Appello – è stato commesso nel 2000, quindi è ancora punibile.
Diversa la posizione per Silvio Berlusconi. Anche se questa sentenza, confermando l’assunto del Tribunale, accerta implicitamente la veste di “corruttore” per Berlusconi i tempi per l’inizio del processo a suo carico, dopo la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Consulta, sono ancora incerti favorendo le condizioni per la prescrizione a cui non rinuncerà.
La difesa di Mills, adesso, si gioca tutto davanti alla Corte di Cassazione.
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