Una delegittimazione economica e ideologica
Da ex pm posso dire di conoscere molto bene gli uomini e le donne che lavorano nella Polizia di Stato avendo trascorso gran parte della mia vita, professionale e non solo, al loro fianco, condividendo la difficoltà del loro compito ma anche scoprendo la tenacia e la passione con cui lo svolgono. Per questo la manifestazione indetta domani, a Roma, dai sindacati di Polizia e delle organizzazioni sindacali dell'intero comparto della sicurezza, non può che vedere il mio pieno sostegno.
Un impegno difficile e delicato, da molti vissuto come una vera e propria missione, dovrebbe essere sostenuto da un Governo che invoca la sicurezza come il mantra della propria azione politica. Al contrario la maggioranza sta procedendo ad una delegittimazione, economica e ideologica, delle forze dell’ordine.
I tagli previsti dalla precedente Legge Finanziaria, la mancanza dei fondi necessari, tra l'altro, al rinnovo del contratto, la riduzione di oltre 40 mila unità degli operatori in servizio, l’idea di privatizzare la sicurezza affidandola a ronde estemporanee e incontrollabili (se non dalle mafie): in cosa si traducono questi provvedimenti se non in quella che, giustamente, i sindacati di Polizia definiscono una “pugnalata” alle spalle
Purtroppo credo che questa “pugnalata” rientri in un disegno strategico più vasto e più sofisticato, anche se ormai completamente svelato: colpire il comparto della sicurezza per assestare un colpo mortale, di riflesso, anche a quello della giustizia. Un disegno dal sapore antico ma attuale, iniziato con Gelli e completato nei giorni nostri da Berlusconi, che ha come fondamento quella mortificazione della giustizia che anima da sempre, e sempre per interessi diretti e personali del premier, questa maggioranza.
La benzina della macchina di servizio non pagata, il contratto non rinnovato, cittadini inesperti che controllano il territorio: sono motivi sufficienti per scoraggiare chi crede nel proprio lavoro, per vedere umiliata la propria professionalità al servizio della sicurezza collettiva e della giustizia. Ma sono anche misure "utili" per mandare un segnale chiaro a tutto il Paese: per realizzare il disegno si parte dal quotidiano, dal grande al piccolo, dal pm al poliziotto, dal centro alla periferia. Senza pensare, ovviamente, all'interesse collettivo.
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