mercoledì 1 settembre 2010

La tenaglia della disoccupazione

La tenaglia della disoccupazione

Paneacqua, Francesco Scommi, 31 agosto 2010, 15:20

La tenaglia della disoccupazione L'Istat diffonde i dati di luglio, disoccupazione all'8,4 per cento, stabile rispetto al mese precedente ma in aumento di mezzo su luglio 2009. Il 26,8 per cento dei giovani è senza lavoro. Il ministro del Lavoro Sacconi: "Situazione preoccupante ma migliore rispetto al resto d'Europa". Cgil e Pd: Serve una risposta ma pensano solo ai problemi processuali del premier


Inflazione in lieve calo ad agosto e disoccupazione in calo a luglio rispetto a giugno, ma un giovane su quattro in Italia è senza lavoro: è questa la fotografia scattata dagli ultimi dati Istat. Frena dunque la corsa dei prezzi ad agosto: secondo la stima provvisoria dell'Istituto nazionale di statistica sale dello 0,2% rispetto a luglio e dell'1,6% tendenziale. Il mese scorso l'indice dei prezzi al consumo aveva segnato un +0,4% su base congiunturale e un +1,7% su base tendenziale.

Per Confcommercio i dati Istat "confermano il permanere di una condizione di convalescenza del sistema economico dopo il biennio gravemente recessivo 2008 - 2009". La frenata dell'inflazione in agosto è in linea con il resto d'Europa: secondo la stima 'flash' di Eurostat, il tasso annuo dell'inflazione nella zona euro sarebbe stato infatti pari a 1,6% contro 1,7% di luglio. Resta sostanzialmente stabile (8, 4 per cento) il tasso di disoccupazione a luglio, salito invece dello 0,5% in confronto a luglio 2009.

Oltre un giovane su quattro in Italia è disoccupato: il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato infatti al 26,8% con un rialzo dell'1,1% su base annua e una flessione dello 0,6% su base mensile. Il tasso di disoccupazione maschile è al 7,5%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a giugno e in aumento rispetto a luglio dell'anno scorso (0,5 punti). Il tasso di disoccupazione femminile è al 9,7%, in aumento sia su base mensile (0,1 punti) sia su base annua (0,5 punti).

Disoccupazione stabile in Europa: nel mese di luglio, i senza lavoro nei 16 paesi della zona euro erano 15,8 milioni, pari al 10%, mentre nell'Ue a 27 paesi i 23 milioni di disoccupati corrispondono a un tasso del 9,6%.

Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, "la situazione rimane certamente preoccupante, ma sarebbe colpevole non riconoscere il dato oggettivo di un differenziale positivo con l'Europa e di una tendenza negativa sostanzialmente fermatasi". Ma secondo il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni "i dati sull'occupazione forniti oggi dall'Istat restano molto gravi e non si può continuare a rispondere che stiamo meglio della media europea". Inoltre, dice Fammoni, "a questi dati vanno aggiunti quelli sull'utilizzo altissimo della cig, che nel 2010 supererà il miliardo di ore autorizzate, sulle aziende in crisi e la piaga del lavoro nero". Per il segretario della Cgil, occorrerebbero "risposte urgenti a chi è senza lavoro e senza tutele e scongiurare che l'enorme platea di lavoratori che attualmente usufruisce di ammortizzatori sociali scivoli verso la disoccupazione. Servono, dunque, tutele certe per tutte le forme di lavoro. Invece, ad oggi, manca ancora la proroga per la cig in deroga, è fallito lo strumento dell'una tantum per i collaboratori e non si fa niente per chi termina o non può accedere all'indennità di disoccupazione". Infine, conclude Fammoni, "servirebbe dare stimolo ai consumi per far ripartire la produzione, ma di tutto questo nei cinque punti di verifica di governo non c'è traccia e la priorità restano le leggi ad personam".

Sulla stessa linea il Partito democratico con il capogruppo in commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano: "Il centrodestra si preoccupa solo dei problemi processuali del premier. Questa è la differenza tra noi e loro. Per di più l'autunno ci prepara una sorpresa amara: tra licenziamenti già avvenuti e potenziali sono a rischio circa 600mila posti di lavoro. Di questi 400 mila nei settori privati mentre 140mila precari perderanno il lavoro nella P.A. Oltre ai 20 mila della scuola. A questi vanno aggiunti i 70mila giovani vincitori di concorso nella P.A. che non troveranno impiego".

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