Scandalo Derivati/ Gabriele Albertini: "Difendo la bontà dell'operazione. Poi se qualcuno ha truffato, lo si accerti"
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di Fabio Massa
Il terremoto dei derivati investe Milano. Sequestri a raffica, tensione politica alle stelle. Indagini a tutto campo. L'ex sindaco Gabriele Albertini è il più autorevole difensore di un'operazione che - adesso - è finita sotto i riflettori come uno scandalo di proporzioni enormi. Albertini, intervistato da Affaritaliani.it, difende la bontà delle sue scelte.
Onorevole Albertini, c'è un terremoto in corso...
Speriamo che valga per tutta Italia. Così se ci sono delle truffe emergeranno. Sono 500 le amministrazioni coinvolte, per un valore complessivo di alcuni miliardi di euro...
Mi pare di capire che lei riafferma la bontà di questa operazione in derivati.
Voglio essere chiaro. Io mi richiamo all'unico documento ufficiale che conosco e che è vero fino a prova contraria. E' un documento firmato dall'allora direttore generale al Comune di Milano e indirizzato alla Corte dei Conti, in risposta a una richiesta di chiarimenti. In questo documento, il bilancio dal 2005 ad oggi ha ottenuto i seguenti benefici calcolati come differenza tra quanto il Comune avrebbe dovuto pagare mantenendo il proprio debito, e quanto ha pagato con la nuova struttura di debito. Nel 2005, amministrazione Albertini, 103 milioni, nel 2006, amministrazione Moratti, 48 milioni, nel 2007, Moratti, 47 milioni. Per un totale di 198 milioni di euro. Tali somme, nel triennio, hanno permesso di liberare risorse istituzionali enormi. Questa è la sintesi dell'operazione in derivati che abbiamo fatto noi.
E la Procura allora...
Poi c'è l'altro versante, che riguarda la truffa aggravata, per la quale c'è l'ipotesi accusatoria in corso. Su questa io non posso dire niente. Se il Comune è stato danneggiato dai raggiri di qualcuno in concorso con qualcun altro, io non posso saperlo...
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Provoco. Se c'è truffa, magari c'è anche distrazione da parte vostra...
Ma no, guardi cosa è successo con Madoff. Ci sono anche grandi gruppi finanziari che sono stati coinvolti in queste operazioni. I clienti di Lehman Brothers, 150 anni di storia, sono stati coinvolti. Sono stati tutti disattenti o conniventi? Magari - penso - sono stati semplicemente truffati.
Quindi, riassumendo. Lei riafferma la bontà dell'operazione...
Io vorrei che questa cosa fosse riportata con chiarezza. Mi rifaccio a questo documento del 22 novembre 2007. Questo è il mio verbo ed è il verbo del Comune di Milano nella persona del vertice amministrativo. E poi, abbiamo dato alle famiglie di Milano centinaia di euro. Visto che i tassi sono scesi, abbiamo avuto questo vantaggio finanziario, e in proiezione abbiamo una plusvalenza. Non sono io che lo dico, ma il direttore generale.
Che però è indagato...
Sì, ma cosa vuol dire? Anche io sono stato indagato per gli emendamenti in bianco. Un reato che è stato inventato e che è stato cancellato dalle pronunce della magistratura giudicante. Infatti sono stato assolto e il Parlamento Europeo si è espresso con una votazione in plenaria nella quale veniva accertato che ero stato sottoposto a una persecuzione giudiziaria. Un avviso di garanzia non si nega a nessuno. Un altro conto sono le condanne.
Però lei l'hanno risparmiata, questa volta.
E vorrei ben vedere il contrario. Cosa c'entro io con quell'operazione? Assessore era il professore Talamona, poi c'era il direttore generale, il segretario generale, l'internal auditing, il responsabile della pianificazione e controllo, il ragioniere capo. Il responsabile politico gestisce una strategia, un indirizzo. Poi c'è chi deve attuare questa procedura.
Insomma, lei non c'entra.
Certo, perché il dato di fatto è che c'erano dei mutui al 9 per cento mentre il mercato li offriva al due. Quindi la strategia era giusta. Poi, sulla modalità dell'operazione... Non vedo in che cosa io possa essere coinvolto. Oltretutto, diversamente dall'attuale sindaco, avevo come assessore al bilancio un luminare, Talamona, che purtroppo è scomparso...
concordo con il punto di vista dell'articolo
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