«Quei costi li accettò Di Caprio»
28/04/2009 20:03
L’ex assessore alle Finanze Salvatore Renda commenta il giudizio del Sole 24 Ore sugli swap del Pincio. Sulla questione precisa: «L’articolo si riferisce al contratto di fine 2005. In precedenza avevamo rifiutato le commissioni di Nomura e Unicredit. Comunque, dovrebbero far riflettere di più i 29 milioni di nuovi debiti proposti nel bilancio di quest’anno»
CIVITAVECCHIA - Il Sole 24 Ore, nella rubrica sui ‘‘derivati chiari’’ riporta sotto i riflettori la controversa questione degli ‘‘swap’’ sottoscritti dal Comune di Civitavecchia con la banca Nomura. Su iniziativa del consigliere comunale di Ambiente e Lavoro Vittorio Petrelli, che ha inviato al giornale i contratti del Pincio, l’esperto del quotidiano economico Marcello Frisone ha analizzato la situazione del Pincio, evidenziando una perdita potenziale per il Comune, ai tassi di oggi, di 543.000 euro, sulla quale gravano quelli che vengono definiti i ‘‘costi occulti’’ caricati dalla banca.
«Siamo preoccupati - afferma Petrelli - in particolare del 3° e 4° derivato dei quali potremmo evitare le negatività se l’Ente denunciasse alla magistratura la controparte bancaria come ha fatto il Comune di Milano. Operazione della quale saremmo disposti ad assumerci prima in Consiglio e dopo in qualsiasi sede le responsabilità di una tale scelta». Petrelli punta il dito sulla giunta De Sio ed in particolare sull’assessore alle Finanze dell’epoca, Salvatore Andrea Renda, che però rispedisce al mittente accuse e commenti, come era capitato anche nei mesi scorsi: «Intanto, l’articolo analizza l’operazione con prodotti derivati che il Comune di Civitavecchia ha perfezionato a cavallo tra il dicembre 2005 ed il gennaio 2006, affrontando solo marginalmente – come correttamente indicato dallo stesso giornalista - le operazioni di cui mi occupai nel 2001 e successivamente nel 2004. La perdita potenziale è in buona parte dovuta ai costi occulti che noi nel 2001 e nel 2004 evitammo, non facendoci “appioppare” quel tipo di commissioni a carico del Comune. Unicredit e Nomura ci provarono anche allora, ma trovarono le porte chiuse». Evidentemente, secondo Renda, il ‘‘colpo basso’’ al Comune è stato portato successivamente, a fine 2005, quando il Pincio, durante il commissariamento di Angelo Di Caprio, stipulò uno swap con Nomura per coprirsi - come ipotizzato da Massimiliano Palumbaro, esperto di Cfi Advisors di Pescara, chiamato in causa dal Sole 24 Ore - dall’emissione di un Boc emesso a tasso variabile. Se fosse così, resterebbe da chiedersi come mai l’operazione venne accettata dal dirigente dei servizi finanziari, Giorgio Venanzi, lo stesso che condivise con Renda anche le scelte precedenti.
«Non sarà parso vero agli analisti da osteria - riprende polemicor Renda - sapere che sarebbe stato pubblicato un articolo sui derivati del Comune di Civitavecchia. E giù quindi offese da carrettieri nei confronti di De Sio e Renda. Ma una cosa la vorrei chiedere agli attuali politici e amministratori così attenti: cosa ne pensano della previsione di 29,35 milioni di euro di nuovi debiti proposti nel bilancio di previsione di questo anno? Praticamente in sei mesi, lo stesso debito degli ultimi 25 anni di Barbaranelli, De Angelis, Tidei, De Sio, e Prefetti; tutti messi insieme. Un concetto veramente singolare di risanamento. Mi sembra che si tratti di una cifra di quasi 60 volte superiore all’eventuale svantaggio di 540mila euro che Di Caprio avrebbe causato al Comune con lo swap del 2005».
Dossier derivati sul prossimo numero de La Tribuna
«Siamo preoccupati - afferma Petrelli - in particolare del 3° e 4° derivato dei quali potremmo evitare le negatività se l’Ente denunciasse alla magistratura la controparte bancaria come ha fatto il Comune di Milano. Operazione della quale saremmo disposti ad assumerci prima in Consiglio e dopo in qualsiasi sede le responsabilità di una tale scelta». Petrelli punta il dito sulla giunta De Sio ed in particolare sull’assessore alle Finanze dell’epoca, Salvatore Andrea Renda, che però rispedisce al mittente accuse e commenti, come era capitato anche nei mesi scorsi: «Intanto, l’articolo analizza l’operazione con prodotti derivati che il Comune di Civitavecchia ha perfezionato a cavallo tra il dicembre 2005 ed il gennaio 2006, affrontando solo marginalmente – come correttamente indicato dallo stesso giornalista - le operazioni di cui mi occupai nel 2001 e successivamente nel 2004. La perdita potenziale è in buona parte dovuta ai costi occulti che noi nel 2001 e nel 2004 evitammo, non facendoci “appioppare” quel tipo di commissioni a carico del Comune. Unicredit e Nomura ci provarono anche allora, ma trovarono le porte chiuse». Evidentemente, secondo Renda, il ‘‘colpo basso’’ al Comune è stato portato successivamente, a fine 2005, quando il Pincio, durante il commissariamento di Angelo Di Caprio, stipulò uno swap con Nomura per coprirsi - come ipotizzato da Massimiliano Palumbaro, esperto di Cfi Advisors di Pescara, chiamato in causa dal Sole 24 Ore - dall’emissione di un Boc emesso a tasso variabile. Se fosse così, resterebbe da chiedersi come mai l’operazione venne accettata dal dirigente dei servizi finanziari, Giorgio Venanzi, lo stesso che condivise con Renda anche le scelte precedenti.
«Non sarà parso vero agli analisti da osteria - riprende polemicor Renda - sapere che sarebbe stato pubblicato un articolo sui derivati del Comune di Civitavecchia. E giù quindi offese da carrettieri nei confronti di De Sio e Renda. Ma una cosa la vorrei chiedere agli attuali politici e amministratori così attenti: cosa ne pensano della previsione di 29,35 milioni di euro di nuovi debiti proposti nel bilancio di previsione di questo anno? Praticamente in sei mesi, lo stesso debito degli ultimi 25 anni di Barbaranelli, De Angelis, Tidei, De Sio, e Prefetti; tutti messi insieme. Un concetto veramente singolare di risanamento. Mi sembra che si tratti di una cifra di quasi 60 volte superiore all’eventuale svantaggio di 540mila euro che Di Caprio avrebbe causato al Comune con lo swap del 2005».
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