I "derivati" mietono le loro vittime anche a Bologna. I magistrati hanno aperto una decina di indagini relative a ipotesi di truffa, a fronte di denunce ed esposti presentati da risparmiatori, tutti privati, che si sono ritrovati con un investimento fallimentare. Nessuna delle inchieste bolognesi, affidate ai magistrati che fanno parte del pool specializzato nei reati economici, vedono coinvolto un ente pubblico, come invece è successo a Milano. Nella decina di inchieste bolognesi, aperte con ipotesi di reato che vanno dalla truffa all'appropriazione indebita, dall'aggiotaggio all'intermediazione finanziaria illecita, sono indagati intermediari finanziari e funzionari di banche che hanno piazzato gli investimenti. Un copione già visto, si ragiona in piazza Trento Trieste, con le truffe relative ai bond Cirio e Parmalat e a quelli argentini. E la crisi economica, sottolineano in Procura, ha giocato un ruolo non da poco: i clienti che avevano investito in derivati e, alla scadenza, si sono ritrovati in mano un pugno di mosche, si sono rivolti alla magistratura.
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