Bossi vuole le banche? Inizi dalle Fondazioni
***, 15 aprile 2010, 17:47
Politica Nei forzieri delle Fondazioni ci sono circa 24 miliardi di euro. Le maggiori fondazioni italiane, eccezion fatta per Monte dei Paschi di Siena, sono al Nord in quell'asse che unisce Piemonte (Compagnia di San Paolo e Cassa di Risparmio di Torino), Lombardia (la potente Cariplo di Giuseppe Guzzetti) e Veneto (Cariverona). Nord est che vanta altre due importanti realtà come Cassamarca e Cariparo. Un asse sempre più verde, dopo la conquista di Piemonte e Veneto da parte della Lega e la crescita del Carroccio nella Regione a guida Formigoni
Un asse che potrebbe servire ad avvicinare il partito di Umberto Bossi alle banche, obiettivo dichiarato apertamente dal ministro per le Riforme e meno apertamente - ma con un certo impegno - da alcuni giovani esponenti della Lega come il neogovernatore veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Flavio Tosi. E proprio le fondazioni potrebbero essere la chiave per aprire le porte degli istituti di credito, visto il rapporto che hanno con il territorio - diversi sono gli statuti ma in tutte una percentuale di consiglieri viene nominata dagli enti locali - e vista la loro presenza all'interno delle conferitarie. Una presenza non di rado pesante, se non determinante, come nel caso di Cariverona che con il suo 4,98 per cento in Unicredit è la maggiore azionista ed è stata protagonista del rinvio del progetto sulla banca unica, poi approvato due giorni fa. Ha pure disertato con Luigi Castelletti, vicepresidente vicario di Piazza Cordusio, il cda che ha detto sì al "bancone" e alla nomina di Gabriele Piccini a country chairman.
Proprio Castelletti, vicino alla Lega, potrebbe prendere il posto del presidente uscente di Cariverona, l'ex Dc Paolo Biasi, che in autunno dovrebbe lasciare la carica. Peraltro, dei 32 componenti del consiglio generale 14 spettano agli enti locali di una provincia decisamente verde. E se questo è il primo fronte ad aprirsi, tra il 2012 e il 2013 sarà un vero valzer di poltrone: in scadenza i vertici della trevigiana Cassamarca guidata da un altro ex Dc, l'80enne Dino De Poli, che dopo le ultime regionali ha commentato con un "vedremo se la Lega riuscirà a conquistare le Fondazioni".
Una Lega - sempre sue parole - che "ragiona dalla pancia in giù e non viceversa".
Una partita, quella del probabile post De Poli, che potrebbe risolversi all'interno della stessa Cassamarca, con il consigliere di Tremonti per il federalismo fiscale, Luca Antonini, o con Nicola Tognana o Massimo Malvestio.
Sempre nel 2012 si conosceranno le sorti di Crt, che ha il 3,68 per cento di Unicredit ed esprime il numero due del gruppo, Fabrizio Palenzona. Presidente di lungo corso e' Andrea Comba, non tanto espressione della politica - come il suo vice di provata fede Pd, Giovanni Ferrero - quanto di alcuni circoli esclusivi di Torino. Ma dopo l'affermazione di Roberto Cota in Piemonte c'è da giurare che la Lega si farà sentire, magari avvicinandosi all'ex Dc Palenzona che ha commentato le parole del leader leghista sulle banche con un "Bossi vuole un'Opa? Il mercato è contendibile".
Piatto forte del 2013 sono però Cariplo e Compagnia San Paolo. Terzo mandato per il dominus della Compagnia delle province lombarde - nel passato governatore della Regione per la Dc - appare improbabile e chissà se riuscirà a respingere un "assalto" come accadde nel 2009 quando l'allora neo presidente della provincia di Milano, Guido Podestà, cercò di rinominare i consiglieri del predecessore Filippo Penati per decreto. La Cariplo schierò l'ufficio legale - giocando sulle sfumature del dettato normativo - e vinse.
I primi segnali si vedranno comunque tra pochi giorni, il 22 aprile, quando la Commissione di beneficenza - presieduta dall'onnipresente Guzzetti e composta da 40 membri, di cui la metà espressi dai poteri locali - dovrà nominare il nuovo cda. Cariplo è il secondo azionista, con il 4,68 per cento, di Intesa San Paolo.
Nel 2013 scadrà anche il mandato di Angelo Benessia, area Pd, presidente di Compagnia San Paolo, primo azionista - con il 9,68 per cento - del gruppo guidato da Corrado Passera. Intanto la Compagnia ha designato Domenico Siniscalco - in ottimi rapporti al momento con Tremonti e ben visto da Cota - quale presidente del Consiglio di gestione della banca al posto del nume tutelare di Intesa San Paolo, Enrico Salza. Una scelta che avrebbe scatenato polemiche tra i consiglieri, non tanto per il nome, quanto per il metodo perché, almeno formalmente, non spetta alle Fondazioni indicare i nomi per il Cdg.
Da segnalare che per il rinnovo del Consiglio di Sorveglianza di Intesa, Benessia e Guzzetti hanno stretto un mini-patto di sindacato, che scadrà subito dopo l'assemblea del 30 aprile, per presentare una lista unica. Guzzetti che, dopo gli scontri del 2001 con l'attuale ministro dell'Economia in merito alle modifiche alla legge Ciampi e il ricorso al Tar del Lazio, oggi dialoga spesso con via XX Settembre e ha "sponsorizzato" l'acquisto dei Tremonti bond da parte delle banche. Insieme ad altri due "vecchi" della finanza, il presidente di Intesa San Paolo Giovanni Bazoli, e il numero uno di Generali, Cesare Geronzi, Guzzetti sarebbe proprio uno dei maggiori interlocutori di Tremonti.
Ancora nel 2013, mandato in scadenza per Antonio Finotti, che guida l'ultima grande veneta, Cariparo, fondazione che detiene il 4,16 per cento sempre del gruppo torinese.
(fonte il velino)
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