Fmi,Tremonti: occhi su rischi debito globale, dubbi tassa banche
All'uscita della crisi finanziaria l'economia mondiale si trova in un nuovo mondo, ma, nonostante abbia evitato il collasso, rischia ora di ricadere in una fase difficile a causa dei rischi derivanti dall'aumento del debito sovrano.
Lo ha detto il ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti ieri notte nella conferenza stampa a margine degli Spring meeting del Fondo monetario trincerandosi dietro il silenzio quando, dallo scenario mondiale, le domande dei giornalisti si sono concentrate sull'evoluzione della crisi della Grecia.
"Il Fondo monetario ci ha presentato due scenari: uno positivo, l'altro negativo", ha detto il ministro che rappresenta anche Atene presso il Fondo monetario internazionale.
"Lo scenario negativo è legato alla possibilità di una crisi dei debiti pubblici", ha aggiunto, spiegando che un'eventuale crisi del debito sovrano potrebbe essere considerata la mutazione della crisi finanziaria da cui l'economia globale sta uscendo ora.
A questo proposito Tremonti si è detto contento del fatto che la sostenibilità del debito italiano nel lungo termine appaia simile a quella della Germania e migliore di "quella di molti grandi paesi, Stati Uniti compresi".
GRECIA, TUTTI SULLA STESSA BARCA, IL TITANIC
Mentre gli Stati Uniti hanno sollecitato gli europei a procedere in modo compatto e veloce a sostegno dei greci, il ministro delle Finanze canadese, presidente di turno del G20, ha rivelato che "alcuni paesi G20, inclusi alcune nazioni europee", temono che il pacchetto per complessivi 45 miliardi di euro non sia sufficiente.
"Sulla Grecia è già stato detto tutto", ha risposto il ministro italiano ai giornalisti.
Fatti i dovuti distinguo, Tremonti ha sollecitato nuovamente solidarietà per Atene il cui ministro è giunto ieri a Washington per discutere l'attivazione del pacchetto di aiuti Ue-Fmi per far fronte agli esorbitanti costi di rifinanziare il debito pubblico sui mercati finanziari.
"È come essere sul Titanic: è miope dire 'io ho il biglietto di prima classe, non ho problemi'", ha detto Tremonti per poi spiegare che la condivisione è alla base dell'Unione europea e dell'Uem. Ieri il ministro aveva già criticato le resistenze della Germania ad aiutare Atene.
"La ragion d'essere dell'Europa, lo spirito, sono quelli di un'Unione sempre più chiusa, che sembra escludere l'idea del condominio da cui si entra e si esce", ha spiegato il ministro.
"Se intendi così l'Unione... il principio politico fondamentale è quella dell'unione: questa dovrebbe essere la dominante di tutte le scelte", ha aggiunto spiegando che questo non significa che i paesi che hanno sbagliato non debbano assumere le responsabilità dei propri errori.
"Se è così capisci che devi comunque intervenire e il regolamento dei costi lo fai dopo", ha commentato Tremonti, che ha criticato però il modo con il quale è stato realizzato l'allargamento europeo.
Il ministro ha detto che nel caso della Grecia non si può parlare di rischio di contagio per l'Italia e gli altri paesi europei, ma, eventualmente, di rischio di controparte. Tremonti ha osservato poi che il differenziale tra i rendimenti dei titoli italiani e quelli tedeschi a dieci anni ha registrato movimenti fisiologici nonostante il divaricarsi dello spread tra i titoli greci e quelli tedeschi.
"Se considera costo la salita dello spread da 70 a 90 centesimi allora non mi sembra che questo sia il costo della crisi... la struttura dei nostri spread si muove nel flusso normale".
TREMONTI ATTENDISTA SU TASSA PER LE BANCHE
Quanto all'ipotesi di imporre nuove tasse sulle banche per creare fondi di risoluzione di nuove crisi - un argomento discusso dal Gruppo dei Venti sulla base di un documento tecnico del Fondo e del Financial stability board - il ministro si è detto attendista, dal momento che molti interrogativi sono ancora aperti.
"Il Fondo ha prodotto un documento, non è stato oggetto di discussione né positiva né negativa", ha detto il ministro, aggiugendo che bisogna ancora decidere la finalità di eventuali nuove tasse da imporre al sistema bancario.
"Il Canada che non ha dovuto salvare le banche, non ha intenzione di imporre nuove tasse, ma c'è chi ribatte che una nuova imposta servirebbe ad alimentare un fondo per salvare gli istituti in caso di nuove crisi, allora alcuni ribattono che per raggiungere questo obiettivo è meglio lavorare sulla regolamentazione", ha riferito Tremonti.
Il ministro ha aggiunto che, se il G20 decide di imporre una nuova tassa, allora questa "deve entrare nei meccanismi dell'Europa dove sulle tasse è necessaria l'unanimità e anche il consenso del socio esterno, la Svizzera".
In qualità di presidente del Financial stability board, Mario Draghi ha detto ieri a Washington che per ridurre il rischio sistemico nel settore bancario la priorità del G20 deve rimanere l'applicazione di Basilea III sui coefficienti di patrimonio e di liquidità.
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