ILSOLE24ORE.COM | |
Le banche devono restituire
ai governi 2.427 miliardi
di Antonella Olivieri
Gli interventi Usa per il sistema bancario |
La classifica dei rimborsi |
Gli aiuti alle banche e gli importi restituiti |
Non c'è dubbio che in questa fase abbiano fatto notizia più i rimborsi che gli aiuti. Ma l'esposizione dei Governi verso il sistema bancario è aumentata ancora rispetto all'ultimo scorcio del 2008, soprattutto in Europa, e, nonostante molti istituti abbiano iniziato a restituire i fondi ricevuti, è tuttora a livelli stratosferici. Il calcolo aggiornato l'ha fatto R&S-Mediobanca, che stima in 2.427 miliardi di euro (1.398 miliardi gli Usa, 1028 miliardi l'Europa) l'esposizione netta dei Governi occidentali nei confronti del sistema bancario: come se a rischio ci fosse ancora un paese delle dimensioni della Germania.
A livello complessivo, la potenza di fuoco messa in campo dagli Stati Uniti non ha uguali. In tutto il Governo federale ha aperto un ombrello da 2.565 miliardi di dollari (di cui oltre il 70% a titolo di garanzia degli attivi) per riparare il sistema dal diluvio che il crack Lehman avrebbe potuto scatenare. Nel corso del 2009 le banche Usa hanno rimborsato circa 600 miliardi di dollari, ma il "saldo netto" degli aiuti a fine 2009 non risultava molto differente dall'importo di fine 2008: 1.968 miliardi di dollari contro i precedenti 1957 miliardi. In altri termini, i 104 istituti che si sono dati da fare per rientrare con lo Stato, hanno pareggiato gli interventi pubblici incrementali dell'anno scorso. I big del settore hanno potuto fare ricorso al mercato, in generale tutti sono stati "aiutati" dalle modifiche ai principi contabili, ma alla fine il diluvio non c'è stato anche se l'ombrello, bello ampio, è ancora aperto. Oltretutto, gli interventi a pioggia che negli Usa hanno riguardato 838 istituti (di cui 726 beneficiari di iniezioni di capitale), non hanno evitato il fallimento di 143 banche nel solo 2009.
Ma, a giudicare dai singoli stanziamenti, i problemi più grossi li ha dovuti affrontare il Vecchio continente che si è mosso con interventi mirati (solo 64 gli istituti interessati). Nessuno al mondo è stato sostenuto infatti più di Royal Bank of Scotland che è costata al Regno unito un'esposizione di 420 miliardi di euro. Non robetta, perchè la cifra è superiore al Pil di un un paese come la Polonia e, anche se il malato in terapia intensiva ha restituito di recente una cinquantina di miliardi, avanzano ancora 370 miliardi. Lloyds Bank, l'altro istituto britannico oggetto di attenzioni particolari, è stato più efficace: nell'ottobre 2008 ha ricevuto aiuti per 328 miliardi di euro, a novembre 2009 ne ha restituiti 300.
Nell'Europa continentale è stata invece la Germania a doversi accollare lo sforzo maggiore: tra ricapitalizzazioni, garanzie e Opa, la sola Hypo Real Estate, che è stata nazionalizzata, ha assorbito risorse per 166 miliardi, ridimensionate a 100 miliardi a fine anno.
All'estremo opposto l'Italia, con appena 4,1 miliardi di interventi, sotto forma di "Tremonti bond", a favore di quattro istituti: Banco Popolare (che ha sottoscritto titoli per 1,45 miliardi), Bpm (500 milioni), Mps (1,9 miliardi) e Credito Valtellinese (200 milioni).
Nel complesso, in Europa gli interventi pubblici per il credito sono stati concentrati nel primo trimestre 2009 e nel corso dell'anno sono stati pari a due volte e mezzo l'ammontare di fine 2008. Complessivamente gli interventi assommano a 1.449 miliardi di euro, per l'80% a titolo di garanzia, ma il saldo netto a fine 2009 risultava pari a 1028 miliardi. In particolare, a restituire in toto o in parte gli aiuti ricevuti sono state sette banche: Bnp, SocGen, Crédit Agricole, Ing, Lloyds, Rbs e Hypo Re.
Anche in Europa si è registrata qualche chiusura nel 2009: per precisione, in Olanda ci sono state due liquidazioni e una bancarotta (St.George Private finance, Dsb e De Indonesische Overzeese bank). Ma i Governi sono stati costretti a intervenire in extremis in molti altri casi. Qualche mese fa per esempio l'Austria ha dovuto salvare la Kommunalkredit, nazionalizzandola per il prezzo simbolico di 2 euro. E sono state nazionalizzate, oltre alle islandesi Landsbanki e Kaupthing, anche la Hypo Real Estate in Germania; la Northern Rock e la Bradford& Bingley in Gran Bretagna, mentre per la London Scottish Bank è stata necessaria l'amministrazione controllata. Infine il 2010 ha battezzato le prime due bad bank, l'una in capo alla tedesca WestLB e l'altra alla britannica Northern Rock.
2 febbraio 2010 |
Nessun commento:
Posta un commento