La legge elettorale regionale non è compatibile con una normativa del Consiglio d'Europa sulla protezione delle minoranze. Il popolo veneto è infatti riconosciuto dalla legge costituzionale art.2 L.n.340/1977, che gli riconosce anche il diritto di “autogoverno”, una minoranza nazionale dunque.
Ma la legge internazionale ratificata (L.n.881/1977) riconosce al popolo veneto anche il diritto di rappresentarsi da sé stesso con proprie istituzioni.
Il Consiglio Regionale del veneto ha riconosciuto (non creato) nel 1998 la personalità giuridica internazionale del popolo veneto e il suo diritto di autogoverno e autodeterminazione, con la risoluzione 42/1998, affermando però nel contempo di essere lui stesso il rappresentante del popolo veneto, e non un suo "autogoverno".
La fondazione del “Autogoverno del Popolo Veneto”, fondato nel 1999 direttamente esercitando la sovranità, partiva invece dal presupposto che il popolo veneto si autogoverno da sé, e che fosse ovvio in quanto sancito dalla legge internazionale sul "self government" e con le funzioni delle regioni che il popolo veneto avesse diritto ad una sua autonoma gestione sovrana. Tanto più che il territorio del “popolo veneto” non corrisponde al territorio della regione veneto.
Una novità rivoluzionaria insomma quella del 1999 in quanto, come sancito dalla legge, il popolo veneto si autodeterminava e si autogovernava giuridicamente da sé, secondo l'interpretazione dello scrivente Loris Palmerini.
La legittimità dell'azione era comunque già evidente 2 soli anni dopo, al termine delle indagini della magistratura di Padova che riconobbe l'Autogoverno del Popolo Veneto come una organizzazione legittima non costituente reato. Le recenti cronache ci hanno purtroppo confusi con la “połisia veneta” , anche se ormai è chiaro che l'Autogoverno è qualcosa di avulso dai goffi tentativi di mistificazione che vari movimenti hanno tentato emulando il concetto di stato veneto e la rappresentanza internazionale dell'Autogoverno.
La tematicha “chi rappresenta il popolo veneto” è stata chiarite dalla Corte Costituzionale nel 2007, sentenziando contro la regione Sardegna che aveva tentato perfino l'autodeterminazione di una costituente del popolo sardo. Essa ha sancito definitivamente che una “regione” è solo un ente periferico dello Stato, vincolato negli scopi e nei compiti dalla legge statale, e pertanto non può rappresentare un “popolo”; infatti i popoli, come il popolo veneto, sono soggetti di diritto internazionale, non di diritto interno. Per altro il popolo veneto si estende ben oltre la “regione”, come dice il nome della regione “Friuli Venezia Giulia”.
Ecco perché solo l'Autogoverno del Popolo Veneto può rappresentare il popolo veneto in sede internazionale, e quale nazione diversa da quella maggioranza nella Repubblica italiana .
In base alla convenzione internazionale firmata dalla Repubblica oltre 10 anni fa e ratificata con legge n.302/1997, il “popolo veneto” ha diritto alle stesse protezioni che sono riconosciuti ai sud tirolesi di Bolzano, vale a dire:
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un sistema elettorale protetto per i rappresentanti che aderiscono alla anagrafe del popolo veneto
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il diritto a giornali, frequenze tv e radio in lingua veneta
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cartellonistica stradale bilingue
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scuole e amministrazioni bilingue con riserva di posti per i veneti
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diritto a gestire le politiche di immigrazione.
La legge prevede specifici atti dovuti per l'amministrazione, atti che Giunta e Consiglio regionale in tutti questi anni anno ignorato.
Il 30 dicembre ho richiesto alla Giunta Regionale il rispetto della legge internazionale, specificando che la legge elettorale regionale viola le convenzioni internazionali che proteggono il “popolo veneto” come minoranza in quanto non garantisce la partecipazione delle rappresentanze del popolo veneto al processo elettorale con un canale preferenziale come succede in val d'Aosta, sud Tirolo ecc.
La Giunta del veneto non ha ancora agito per la salvaguardia dei diritti umani che sono protetti anche dalla costituzione. Ma ha ancora qualche settimana per porre riparo alla cosa, dopo di che resterà la condanna internazionale e quella della storia per un decennio in cui questi diritti sono stati negati.
Il Consiglio regionale, invece, richiesto in data 8 febbraio di modificare la legge elettorale per renderla compatibile con il disposto della legge, ha già deciso per la condanna chiudendo la legislatura in anticipo sul calendario sebbene ci fosse la possibilità di affrontare e risolvere il problema con ben 4 giorni filati disponibili.
Sabato 20 ho scritto al Presidente della Repubblica, notificando l'atto al Governo, informandoli che, essendo loro diritto-dovere porre rimedio in supplenza dell'ente regionale, la mancata applicazione della convenzione internazionale renderà nulle le elezioni regionali del veneto.
Qualcuno di certo sorriderà sulla possibilità concreta di far annullare le elezioni.
Ma mi tocca togliergli il sorriso informandolo che con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona sono stati fortemente rafforzati i diritti umani e i diritti delle minoranze, che vengono tutelate direttamente nel trattato. Con esso il popolo veneto ha molte possibilità in più di vedere riconosciuti i propri diritti, e finalmente anche la repubblica italiana sarà costretta a rinunciare alle colonie.
Non bastasse, con il trattato di Lisbona l'Italia ha perso la funzioni “esteri” assieme alla moneta, difesa, giustizia economia e società. In pratica non è nulla più di una “regione” confederata che ha devoluto tutte le principali funzioni di uno stato all'Unione . In compenso il super stato Unione Europea è diventata un soggetto internazionale di diritto, ed ha aderito al Consiglio d'Europa per la salvaguardia dei diritti umani: risponderà quindi dei danni che l'Italia produce. Questo vuol dire che anche l'Unione sarà competente per la tutela del popolo veneto, e credo che i tedeschi non abbiano interesse a mantenere l'oppressione culturale, legale ed economica sui veneti e sul lombardo-veneto.
Insomma, il popolo veneto ha ora un futuro in discesa verso i propri diritti grazie al trattato di Lisbona che li ha rafforzati di molto .
Sarà insomma grazie all'azione che sta compiendo l'Autogoverno del Popolo Veneto se presto si avranno il Bilinguismo, Tv e giornali in lingua veneta, e una importante presenza della componente veneta nell'amministrazione.
Il popolo veneto si esprime e si rappresenta attraverso le sue proprie istituzioni di autogoverno, e l'Autogoverno operando quale rappresentante del soggetto sovrano “popolo veneto” agisce in seno alla legalità internazionale quale unico rappresentante legale e legittimo dallo stesso, funzione che la stessa corte Costituzionale ha riconosciuto non essere esercitabile da una regione.
Nemmeno lo Stato italiano può rappresentare il popolo veneto, poiché il plebiscito del 1866 è nullo, per molti motivi, ma forse il più appariscente è che non votò l'intera “Lombardia” in violazione del trattato, come ho scritto nel 2006 nel mio sito www.palmerini.net.
A qualcuno certamente non piace che il popolo veneto possa autogovernarsi, ma questo non gli da il diritto di opporvisi negando i diritti umani del popolo veneto. Cosa direbbero le altre dittature quando accusate delle stesse nefandezze ?
Se sul piano del diritto dunque le elezioni regionali sono a rischio, ma a mettere in forse le elezioni del veneto di molte forze c'è l'annosa questione della raccolta firme.
Di fatto le difficoltà e l'onerosità della raccolta firma esclude i movimenti del territorio che rappresentano le comunità locali dal processo democratico, cosa che al governo regionale non dispiace essendo referenti per i partiti di natura “unitaria”.
Presi dalla volontà di esserci alcuni movimenti pensano di usare le firme raccolte nel corso delle scorse elezioni provinciali 2009, una vecchia pratica che in passato ha già fatto disastri. Tuttavia la legge impone invece che le firme vengano raccolte non oltre i 6 mesi dalla presentazione, ovviamente non certo per altre ragioni come petizioni, vendita cactus e gardenie o simili, ma con il simbolo del partito e la lista dei candidati, cosa che nessuno rispetta.
Ancora la Corte Costituzionale ha sancito che l'utilizzo per fini elettorali di firme raccolte per scopi diversi da quelli intesi dal firmatario o in precedenti consultazione è a tutti gli effetti un reato penale equivalente a quello di falsificazione di un assegno, e non può più essere depenalizzato come è successo per le truffaldine elezioni del 1996: allora le firme furono raccolte con modalità incompatibili con la legge, ma poi il reato fu “sanato” e ridotto a mera infrazione amministrativa ( ma lo può fare chi è eletto con brogli?).
Il rischio che corrono questi movimenti regionali è molto alto, e basterà che una sola persona firmataria per le provinciali abbia oggi firmato per un altro movimento, che il controllo incrociato al computer ne mostrerà immediatamente la doppia firma. Questo, oltre a invalidare la firma, mostrerebbe il reato di violazione del diritto politico, esponendo alla denuncia penale i raccoglitori e gli organizzatori della lista anche per truffa. Tutto ciò sebbene per questi movimenti sia una mera chimera il superare lo sbarramento del 3% . Ma si sa, per il potere e la smania di apparire molti fanno di tutto, anche senza farsi corrompere.
Tutto sommato è un momento di svolta, un'era di staticità e negazione dei diritti da parte della politica sta finendo, e il popolo veneto ha difronte a sé un radioso futuro nel diritto, ma a condizione che si immedesimi in sé stesso e nella sua identità di popolo, e unito o meno che sia ad un regione europea come l'Italia agisca come soggetto sovrano che non sta alle regole fasulle tagliate addosso per annichilirlo.
Loris Palmerini
Autogoverno del Popolo Veneto /Anagrafe del popolo veneto
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