Il signoraggio primario e secondario e l’illiceità del sistema fiscale
Indisturbate, sotto gli occhi di una magistratura che non ha il senso dell’onore, le banche centrali, fra cui la Banca d’Italia (BdI) e la Banca Centrale Europea (BCE), incredibilmente private, praticano il crimine del signoraggio primario, mentre le banche commerciali praticano l’ancor più grave signoraggio secondario, realizzando peraltro un’evasione fiscale maggiore sia delle tasse pagate che delle tasse evase dal resto della società.
Dopo averlo infatti segretato già dalla nascita della Repubblica fin negli atti del Parlamento (con gli omissis), si è “scoperto” che la BdI è di privati (85% banche, 10% assicurazioni, 5% ignoti), come gran parte delle altre banche centrali; fra cui la BCE, che è al 14,57% della BdI, e quindi dei suoi proprietari.
Una privatezza di cui, da quando, pochi anni fa, la si è scoperta, si cerca di sminuire la rilevanza, ma che è la causa del malessere economico e finanziaro del mondo.
Signoraggio primario della BdI/BCE e delle altre banche centrali che consiste in quel che segue.
1) Nello stampare continuamente le banconote al costo della carta e dell’inchiostro (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, né è mai realmente occorso). Banconote la cui quantità è nota solo a loro, perché i numeri di serie non sono progressivi, e non se ne conosce il significato.
2) Usarle (al valore in euro, dollari ecc. su esse stampato) per comprare dagli Stati - udite udite - un pari importo in titoli del debito pubblico (BOT, CCT, BPT, CTZ).
3) Vendere i titoli alle aste, riprendendosi i soldi e lasciando allo Stato il “debito pubblico” inventato mediante questo crimine.
4) Iscrivere fraudolentemente al passivo l’importo delle banconote stampate a costo zero allo scopo di “pareggiare” iscrivendo all’attivo i titoli o il ricavato della loro vendita, e di occultare queste enormi somme. Un occultamento al quale (fermo restando che, come vedremo, anche il sistema fiscale è illecito), all’aliquota del 50%, segue poi un’evasione fiscale per un importo pari alla metà delle banconote emesse per “acquistare in contropartita” il debito pubblico, al solo pagamento dei cui interessi dobbiamo destinare una non modesta parte del bilancio. Fermo restando che molti deducono dalla non progressività dei numeri di serie delle banconote che la loro quantità è fuori controllo. Un fenomeno prima di produzione incontrollata e da falsari delle banconote e poi, come vedremo, di cinquantuplicazione del loro uso a opera delle banche commerciali (signoraggio secondario), che è la causa sia dell’inflazione che dell’attuale, illecito sistema fiscale, creato anche a fini di dominio dei cittadini mediante il criminalizzarli in quanto evasori, riciclatori ecc. Crimini che, tra l’altro, fermo restando l’obbligo dello Stato di pagare ai compratori alla scadenza i titoli già emessi con i promessi interessi, rendono però responsabili del “debito pubblico” la BdI/BCE, avendone esse (non lo Stato) riscosso il corrispettivo.
5) Riciclare il denaro così truffato mediante centrali interbancarie mondiali, fra cui innumerevoli fonti Internet indicano la Clearstream, l’Euroclear, la Swift e altre.
Fenomeni che hanno stravolto il mondo, a partire da ciò che si definisce inflazione, che è tutt’altro da ciò che si ritiene, perché è frutto della produzione del denaro a opera di falsari (le banche).
Osserviamo infatti che se, ad esempio, il denaro globale è 100, e un falsario (le banche) ne crea un altro ammontare pari di nuovo a 100, nel momento in cui lo mette in circolazione (lo spende), da un lato si appropria indebitamente di metà della ricchezza reale, e dall’altro porta a 200 il denaro globale, per cui ne diminuisce del 50% il potere di acquisto, ovvero determina una (cosiddetta) inflazione del 50%.
Inflazione che non si verificherebbe se fosse invece lo Stato a produrre il denaro.
Questo perché lo Stato, per legge, dovrebbe poi erogarlo solo a corrispettivo di beni, prestazioni, diritti ecc., ovvero inverandolo (coprendolo) mediante il parallelo incremento delle ricchezza reale che riceve in cambio, per cui il potere di acquisto del denaro rimarrebbe invariato.
Inveramento (processo che ho definito proprio io) che non c’è quando a produrre il denaro è un falsario (una banca), perché il falsario lo assegna a sé senza prima coprirlo.
Ciò che rileva, in definitiva, non è che il mio stipendio di £ 1.936.270 divenga di mille euro, o che lo Stato porti la cifra del denaro globale da 100 a 200, perché, quale che sia la cifra del denaro globale, o comunque essa vari, non potrà che corrispondere alla quantità globale di ricchezza reale.
Rileva invece la percentuale del denaro globale che taluno ha, perché a essa corrisponde la percentuale di ricchezza reale globale che può comprare.
Definisco quindi inflazione quel fenomeno che si verifica quando, avendo dei falsari introdotto del denaro mediante lo spenderlo, abbiano così causato una diminuzione (a loro vantaggio) della percentuale del denaro globale in mano ai cittadini, alla quale corrisponderà una parallela diminuzione della percentuale di ricchezza reale che possono comprare. Considerazioni dalle quali si deduce anche che i cittadini hanno il potere di inverare i soldi (chiunque li produca) per il sol fatto di riceverseli, perché sussiste la presunzione di fondo che non li ricevano a titolo gratuito, ma sempre coprendoli con la prestazione, il bene o il diritto che offrono a corrispettivo.
Un quadro nel quale, se un falsario “presta” dei soldi a un ignaro cittadino, che li spende mettendoli irrimediabilmente in circolazione, ma poi viene a sapere della loro falsità e può provarla, nulla dovrà al falsario, sia perché il falsario nulla gli ha dato, e sia perché il corrispettivo dello spendere quei soldi il cittadino lo otterrà dalla collettività, non dal falsario; sicché è alla collettività che dovrà restituirli.
Motivi per i quali sostengo di seguito che fidi, mutui, quinti di stipendio ecc. non vanno restituiti alle banche, e che se si vogliono rendere veri i “debiti” dei cittadini verso di esse, per poterli poi esigere, occorre prima confiscarle e nazionalizzarle, essendo altrimenti i loro crediti inesigibili in quanto crediti di falsari e di truffatori.
Crediti la cui riscossione renderà ricchissimo lo Stato debellando anche la drammatica demonetizzazione pilotata dalle banche per indebolirci e dominarci.
Infatti, nel momento in cui il denaro è prodotto dalla Stato, sicché produrlo non causa inflazione, ne va stampato un adeguato quantitativo, perché ciò incrementa gli scambi ed è benefico per l’economia.
Accuse di violazione degli artt. del c.p. 241, 283, 648 bis, 501, 501 bis, 416, 61 ecc. che non vanno ad alcun soggetto noto, ma ai soli beneficiari consci, diretti ed ignoti di questi delitti.
Opera di falsificazione delle Banche Centrali, a cui si somma l’opera di continua appropriazione indebita da parte delle banche commerciali (loro proprietarie) attraverso il meccanismo del “moltiplicatore monetario”.
Moltiplicatore monetario in virtù del quale le banche, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare 50 volte maggiore del denaro che detengono.
In sostanza, se Tizio versa su Banca Intesa/San Paolo (proprietaria del 44,25% di BdI) 100.000 euro, essa banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito.
Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di un importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà incassato gli interessi su prestiti per 5.000.000.
Un usare 50 volte sempre lo stesso denaro che serve a monetizzare la società, ma serve poi alle banche commerciali per imporre illecitamente interessi su ognuno di questi prestiti di denaro altrui, per i quali hanno diritto solo a dei compensi per il servizio (che peraltro già riscuotono) dovendo gli interessi andare ai proprietari del denaro.
Quanto poi all’attuale sistema fiscale è illecito perché la sua principale funzione è costringere i cittadini a finanziare l’acquisto delle banconote (che già gli appartengono), presso le banche centrali.
Più in dettaglio il fisco serve a raccogliere, attraverso le imposte e tasse, denaro già inverato (oppure titoli corrispondenti) da usare per il pagamento del denaro da comprare (inverare\coprire).
Tasse e imposte che non serviranno più quando lo Stato non dovrà più comprare il denaro, ma lo stamperà e se lo farà pagare\coprire\inverare dalla collettività con beni o servizi necessari per realizzare quanto occorre.
Un sistema in cui può credo bastare un’unica imposta (potremmo definirla la “generale”) da pagarsi (senza compensazioni tra dare e avere) sui consumi di beni o servizi.
Meccanismi fraudolenti che, tra signoraggio primario e secondario, processi inflattivi a loro vantaggio, tasse evase e fiscalità illecita, sversa fiumi di denaro nelle banche, la cui esistenza è quindi basata su denaro accumulato nel tempo illecitamente.
Ecco perché, per gli stessi motivi per i quali non è dovuta a un ladro la restituzione di un prestito di somme rubate, si può ben sostenere nelle cause che non è dovuta alle banche la restituzione dei fidi, mutui, quinti di stipendio ecc., essendo essa dovuta al vero proprietario: la collettività.
Così come, nella stessa logica, non è dovuto il pagamento della attuali imposte e tasse.
Contestazioni che però vanno fatte salvaguardandosi con ogni indispensabile strategia giudiziaria e, specie per i mutui e le imposte, continuando, se possibile, nel mentre a pagarli.
Cause che noi avvocati dobbiamo iniziare in massa adducendo anche, in subordine, nelle cause contro le banche, che il tasso, specie nei fidi, è di solito usuraio, per cui, a limite, va restituito il solo capitale; ed, ancor più subordinatamente, ciò che la giurisprudenza già riconosce, come l’illegittimità di anatocismo, accredito tardivo dei versamenti, commissione di massimo scoperto, ecc. Citazioni impostate cioè in modo da ottenere già in primo grado l’accoglimento anche solo parziale delle subordinate (per importi sovente elevati), per poi proseguire, per il resto, in appello e in cassazione, in attesa che, in breve, la giurisprudenza si evolva.
Come pure vanno promosse le cause anche contro le tasse e le imposte, formulando anche qui, quale domanda principale, la richiesta che venga pronunziata la loro non debenza stante la illiceità del sistema fiscale e, quali subordinate, tutte le altre ordinarie richieste.
Cosche che hanno imposto al mondo le loro regole codificandole nei sistemi fiscali vigenti o nei famosi accordi di Basilea, di cui tutti si riempiono ridicolmente la bocca, ignorando che sono solo dei volgari accordi illeciti tra privati.
Cose che ora, per la verità proprio in seguito alla vasta diffusione di questo documento, sono divenute così note che, per dare un contentino, si inizia a parlare di nazionalizzare le banche centrali, a partire dalla BdI.
Senza invece mai mettere in discussione il signoraggio secondario, che è la maggior fonte dei loro proventi attraverso gli interessi sui mutui, fidi, carte di credito ecc.
Cose illecite perché gli interessi devono andare integralmente ai proprietari del denaro, e lo Stato, quando ha bisogno di soldi, deve stampare, da sé, le banconote, come fa già con le monete di metallo, che sono però solo il 2% delle banconote. Interessi peraltro generalmente usurai. Usura che, consistendo il signoraggio secondario, come abbiamo visto, nell’appropriarsi indebitamente di interessi cinquantuplicati sui prestiti di denaro altrui, ne costituisce quindi la forma estrema.
Stampa delle banconote e creazione del denaro cartolare da parte dello Stato che richiede una modifica del trattato di Maastricht e della Costituzione Europea, però aggirabile confiscando e nazionalizzando le banche ed eliminando i fattori di criminalità dal loro operato.
Trattato, Costituzione Europea e sistemi fiscali scritti di pugno dalle banche, e con i quali hanno tentato di rapinare gli Stati della sovranità economica per ricettarla a queste cosche, ma senza potervi riuscire, perché resta il contrasto con tutti i principi fondamentali della Costituzione Italiana, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, e con tutti gli altri principi della stessa Costituzione Europea e di ogni altra norma.
Stampa dei soldi da parte dello Stato non indispensabile anche da varie altre angolazioni, essendo sufficiente che lo Stato li paghi alla BCE/BdI al mero costo tipografico, o anche solo che le banche centrali iscrivano come è ovvio all’attivo le banconote che creano e vi paghino le tasse: cosa che non risolve tutto il problema, ma basta ad arricchirci e ad evidenziare la criminalità dell’attuale sistema.
Crimini la cui segretazione in tanta disgrazia torna utile nelle cause per il rimborso del signoraggio primario in ragione di 29.000 euro a cittadino 20.000 per danni non patrimoniali, poiché, non potendo certo detti crimini essere previsti per legge, non vi sono ostacoli normativi a rimuoverli (La sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 16751/06 verte in altra fattispecie perché la relativa citazione in tema di signoraggio primario non coglie nel segno. Al di là comunque del prodigarsi delle SU a negare di avere giurisdizione sulle politiche economiche degli Stati, qui si chiede invece ci si pronunzi, oltre che sui crimini bancari, sulla violazione di norme ordinarie, costituzionali e internazionali.) Prassi queste della BCE come della Federal Reserve, della Bank of England, Banca del Giappone eccetera, nonché dei sistemi fiscali, contro le quali non è vero che nessuno e nessun Paese può nulla, perché non appena magistratura, politica e informazione inizieranno a fare il loro dovere questi mostri saranno sconfitti in un baleno; e se non lo faranno saranno travolti lo stesso insieme ai loro mezzani; grazie a Internet: la nuova alleanza.
PS. Questa edizione del documento contiene, circa quanto ho già scritto in tema di signoraggio secondario, importanti rettifiche che devo allo sforzo fatto da mio figlio Giulio per persuadermi dell’errore in cui ero incorso. Contiene altresì ampliamenti in tema di illiceità delle tasse stante il signoraggio.
Per ulteriori informazioni:
Avvocato Alfonso Luigi Marra
Telefono: 0039 331 5702584
E-mail: studio@marra.it
Sito personale: marra.it
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