Debiti . L' Unione Europea adesso chiede ad Atene informazioni sui derivati entro la scadenza di domani
«Swap in Grecia, nessun ruolo di Draghi»
Bankitalia precisa: il governatore non era ancora in Goldman Sachs
ROMA - Il governatore della Banca d' Italia, Mario Draghi «non ha avuto nulla a che fare» con le transazioni valutarie, currency swap, organizzate nel 2001 dalla Goldman Sachs per il governo di Atene in occasione dell' ingresso della Grecia nell' Unione europea. Lo fa sapere la Banca d' Italia per chiarire l' estraneità del governatore all' attività della grande banca d' affari Usa che, secondo i quotidiani New York Times e Der Spiegel, avrebbe consentito allo stato ellenico di mascherare l' alto livello del suo debito e di ottenere così il disco verde per l' ingresso nella Ue. Quel debito, la cui consistenza e gravità è esplosa due settimane fa provocando paura e tensioni sui mercati finanziari. La transazione «è stata legale e in linea con Eurostat» ha assicurato ieri il ministro delle Finanze George Papaconstantinou, ma la commissione europea vuole andare a fondo e ha chiesto al governo di George Papandreou un rapporto completo entro venerdì. L' operazione con la Grecia «è stata fatta prima dell' arrivo di Draghi alla Goldman Sachs» aggiungono ancora le fonti dell' Istituto di via Nazionale ricordando che il governatore, alla guida della Banca d' Italia dall' inizio del 2006, è stato vicepresidente e Managing Director di Goldman Sachs a Londra dal 2002 al 2005. A tirare fuori le accuse contro l' azione della Goldman Sachs come anche di altre grandi banche d' affari è stato domenica il New York Times, che ha tirato in ballo oltre alla Grecia anche l' Italia che si sarebbe a sua volta servita delle prestazioni delle grandi banche d' affari, in particolare della JP Morgan con un currency swap nel ' 96, per fare anch' essa cosmetica contabile in vista della moneta unica. Ma è stato l' ex capo economista del Fmi, Simon Johnson martedì, nel suo blog rilanciato da alcuni media, ad indirizzare attenzioni e critiche su Draghi chiamato in causa anche sull' operato dell' Italia, mentre ricopriva la carica di direttore generale del Tesoro. Johnson non fa segreto di occuparsi della questione in vista della corsa alla successione di Jean-Claude Trichet alla presidenza della Bce a fine 2011 che vede candidati, seppure ancora non formalmente, il presidente della Bundesbank Axel Weber ed appunto Draghi. Ma è proprio in considerazione di queste possibili connessioni, per evitare malintesi e rumors sul ruolo passato di Draghi, che dalla Banca d' Italia arriva anche un' altra precisazione sulle operazioni fatte dall' Italia negli anni Novanta che «avevano il fine di diminuire il costo del debito pubblico e non quello di nascondere l' effettivo stato dei conti pubblici». Le stesse operazioni inoltre «sono state pubblicamente verificate e certificate da Eurostat» oltre che «dalla Commissione europea». Al riguardo, si ricorda ancora, l' allora Commissario all' economia, Pedro Solbes, sottolineò che questo tipo di operazioni non solo non implicava alcuna manipolazione delle cifre, ma rappresentava uno strumento per migliorare la gestione del debito pubblico. Lo stesso governo italiano guidato anche allora da Silvio Berlusconi, il 5 novembre 2001, fece a riguardo una precisazione ufficiale.
Tamburello Stefania
Pagina 29
(18 febbraio 2010) - Corriere della Sera
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