venerdì 13 novembre 2009

Non confondete rimbalzo e ripresa

L'Opinione - 12 Novembre 2009 - Economia
LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE SI PRESTA AD EQUIVOCI PERICOLOSI
Non confondete rimbalzo e ripresa

I dati congiunturali delle ultime settimane hanno colto un po’ di sorpresa i pessimisti. Ma forse anche gli ottimisti. Solo un mese fa sembrava che la recessione fosse al di là dall’essere finita e poco dopo l’Italia si scopre non solamente in ripresa, ma addirittura in fase economica espansiva. Sembrerebbe una contraddizione anche perché la ripresa come tale non è ancora pienamente avvertita dai consumatori e dai piccoli produttori, per non parlare dei disoccupati che ancora non ricevono offerte. E allora? Una spiegazione per nulla banale l’ha offerta il direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, Arrigo Sadun che intervenendo via satellite al convegno “I figli del cigno nero” (titolo che, per inciso, trae spunto da un fortunato saggio di Nassim Taleb di cui consigliamo vivamente la lettura, ndr) organizzato dall’Associazione Nazionale Risk Manager a Milano ha chiarito: “In Italia, così come nella maggior parte degli altri Paesi europei “come la Francia e la Germania, è in atto un rimbalzo dovuto soprattutto alle misure di stimolo varate dai governi e dalle banche centrali, ma non si è ancora verificato il passaggio a una ripresa vera, in cui l’attività economica cresce con le proprie forze. Questa distinzione, tra rimbalzo e ripresa vera, spiega anche la divergenza di vedute tra economisti e imprenditori sullo stato attuale della congiuntura”. In parole semplici è questione di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda della prospettiva con cui lo si guarda. E di questo lato per così dire emotivo della questione è ben conscio il Ministro dell’economia Giulio Tremonti che si mantiene sempre su note di estreme prudenza e cerca di mantenere ben stretti i cordoni della borsa del denaro pubblico anche a costo di dissapori con i colleghi dell’esecutivo.

Tornando alle prospettive congiunturali “nella prima metà dell’anno - ha precisato Sadun - si era registrato un forte calo delle attività economiche e della produzione poi la caduta libera si è interrotta ed è iniziato il rimbalzo ma il passaggio alla ripresa vera e proprio non è ancora avvenuto” e questo riguarda tutti i principali Paesi che sono stati coinvolti nella tempesta perfetta originatasi oltre oceano a partire dei cosiddetti mutui subprime e dai prodotti finanziari derivati. Per quanto concerne il nostro Paese, Sadun ha confermato il giudizio “sostanzialmente positivo” del Fmi sull’operato del Governo e del Ministro Tremonti nell’affrontare la crisi, che peraltro ha investito l’Italia in maniera meno grave rispetto ad altri Stati. “L’Italia è stata colpita meno di altri Paesi sia sul fronte delle turbolenze dei mercati finanziari che dell’implosione registrata altrove del mercato immobiliare e la gestione fiscale da parte del Governo è stata prudente ed era inevitabile che lo fosse vista la situazione del nostro debito pubblico”. Dal canto nostro vorremmo aggiungere che alla maggior stabilità ha contribuito il sistema degli ammortizzatori sociali e la quota rilevante di impiego pubblico che non ha subito in questo lasso di tempo contraccolpi devastanti com’è accaduto altrove. Tuttavia per aiutare l’economia del Paese a compiere il passo successivo, Sadun ripropone la ricetta indicata ormai da anni dall’organizzazione di Washington. “Occorre affrontare i problemi strutturali che da tempo pesano sull’economia italiana - ha detto - e questi due problemi principali sono il basso tasso di produttività, che si traduce in crescita modesta, e l’alto indebitamento pubblico. Anziché nuovi interventi straordinari peraltro difficili visto lo stato dei conti, occorre pensare da subito a come affrontare questi problemi nodali”. Temi peraltro entrambi dolorosi perché gli interventi necessari non generano consenso politico a breve termine.

Per quanto riguarda l’economia globale, Sadun ha elogiato la decisione del G20 di attendere fino a che la ripresa sarà ben avviata e in grado di procedere con le proprie forze, cioè con i consumi dei privati, prima di ritirare le misure di stimolo. “E’ sicuramente prematuro pensare di attuare ora delle exit strategies - ha detto - e il G20 ne ha preso atto anche nel corso dell’ultima riunione in Scozia”. Secondo Sadun la “ripresa” rimane per il momento “stentata” e “differenziata” non solo fra varie aree economiche ma anche a livello di settore e nell’ambito di un medesimo comparto tra azienda e azienda. Per questo motivo occorre continuare a sostenere la congiuntura anche correndo il grosso rischio di favorire una nuova bolla speculativa sui mercati. Rischio messo più volte in evidenza di recente e con estreme preoccupazione dall’economista Nouriel Roubini al quale indirettamente Sadun ha replicato: “le borse hanno delle ragioni di fondo che spesso non sono le medesime dell’economia reale - ha detto il direttore esecutivo del Fmi concludendo il suo intervento -. Sicuramente in questo momento appaiono troppo ottimiste e vi è il rischio concreto che si possa formare una nuova bolla. Ma bisogna chiedersi quale sia il rischio più grave, se quello della bolla dei mercati o quello di ostacolare la ripresa iniziando già ora ad alzare il costo del denaro. La nostra posizione è che occorre attendere fino a che la ripresa sarà ben avviata”. Questa lettura della situazione appare al momento condivisa anche da altri economisti, i quali prevedono che nell’ultimo trimestre del 2009 la dinamica del Pil tornerà di nuovo a schiacciarsi verso il basso, rimanendo, nella migliore delle ipotesi, invariata rispetto ai tre mesi precedenti. Il trimestre chiuso a settembre, stimano gli addetti ai lavori, segna una crescita congiunturale compresa in una forchetta tra lo 0,4 e lo 0,9%. Domani l’Istat diffonderà la stima preliminare del Pil nel terzo trimestre. E ci sarà modo per verificare se i dati confermano queste previsioni.


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