venerdì 6 novembre 2009

In banca "ruba" di più l'impiegato del dirigente

Nel 60% dei casi a commettere reati finanziari sono funzionari

In banca "ruba" di più
l'impiegato del dirigente


Mauro Spignesi
, Caffè.ch

Spesso sono “pilastri della società”, o trader rampanti con incarichi strategici. O anche vecchi, fedeli, miti impiegati della porta accanto. Eppure dietro la loro innocente affidabilità, si annidano diabolici truffatori. Gente che in Ticino, come sostiene l’ultimo rapporto Kpmg, è stata capace di sottrarre solo nell’ultimo anno 138 milioni di franchi. Ma chi sono i protagonisti di questa bancaria follia? Quello che ha come protagoniste due dipendenti dell’Ubs di Locarno, è soltanto l’ultimo caso. In precedenza c’erano stati altri casi. Che avevano portato nell’aula del tribunale impiegati, manager, dirigenti. Nel marzo scorso era venuta alla luce l’inchiesta sui due titolari di una fiduciaria con sede legale nel canton Zugo e uffici operativi a Chiasso, finiti in carcere per una truffa di centinaia di migliaia di franchi. E sempre a Zugo aveva sede ancora un istituto dove operava un manager processato in primavera: gli illeciti accertati dalla sezione reati economico-finanziari della Polcantonale si aggirerebbero intorno ai tre milioni di euro e vedrebbero come vittime oltre 80 investitori. Un altro caso ha riguardato oltre un anno fa un dirigente di banca Fortis di Lugano, fermato per presunte malversazioni di una decina di milioni di franchi.

Visti i danni, le banche sono corse al riparo, rafforzando i controlli. Lo spartiacque è arrivato dopo la vicenda di BancaStato, che aveva coinvolto un dirigente e il vicepresidente (vicenda legata a titoli finanziari). Ma cosa scatta nella testa di chi sottrae o brucia interi patrimoni? Gli esperti di revisione interna degli istituti, che oltre a passare ai raggi X ogni operazione stanno anche attenti ai comportamenti, lo spiegano con un concetto che chiamano “il triangolo della frode”. Si tratta di tre situazioni che quando si verificano contemporaneamente rendono l’uomo ladro. Primo: deve scattare la “molla” della necessità, di bisogno disperato di soldi. Secondo: la consapevolezza che si rischia comunque una sanzione ridotta. Terzo: bisogna aver individuato una falla nel sistema dei controllo. Questo processo porta a una sorta di autogiustificazione del proprio comportamento che fa cadere tutte le barriere. Questo accade spesso anche se, e lo hanno ammesso le stesse banche, viene spesso nascosto per evitare riflessi negativi.

Secondo il rapporto annuale della società di consulenza Kpmg i reati finanziari, soprattutto malversazioni, ma anche truffa e frode, hanno toccato a livello nazionale una quota vicino al miliardo di franchi. Il 60 per cento dei reati è stato commesso da impiegati, compresi quelli allo sportello, mentre il resto ha riguardato i dirigenti delle banche. Gli investitori solo nell’ultimo anno hanno perduto 535 milioni di franchi, le società commerciali 217 milioni e le banche 214 milioni.


01.11.2009 - 01:00

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