Fuga delle imprese in Svizzera

Aziende in fuga scelgono la Svizzera Tasse più basse, capannoni gratis, così la Svizzera convince le imprese italiane a delocalizzare oltralpe (Primo Piano) - METRO,12 aprile 2010

Fuga delle imprese in Svizzera

Le basse tasse elvetiche e la snella burocrazia attirano piccole e medie aziende italiane - L'imprenditrice milanese: Parto nel 2011

1.000 circa le imprese in icr, Imprese Che Resistono, che mette in rete esperienze e conoscenze per "innovare e contare di più" .

MILANO Avevano iniziato come Imprese che Resistono (icr) un gruppo di micro, piccole, medie imprese che si univano per resistere, appunto, e continuare a produrre nonostante banche, avare di finanziamenti, e crisi. Dall'anno scorso per , complice la caccia ormai decennale della Svizzera alle attività produttive straniere, alcuni di questi imprenditori hanno deciso che per resistere conviene delocalizzare: li dove invece del 43,3% (stima governativa per il 2009) un'azienda paga in media il 20% di tasse e ha capannoni in comodato, ossia gratis. »Persi i soldi degli italiani rientrati con lo scudo fiscale, gli svizzeri si sono ricidati in attrattori di forze produttive», spiega Luca Peotta, coordinatore nazionale di 1cr, imprenditore piemontese. »Quando ci hanno illustrato i vantaggi abbiamo tutti pensato: Dovè la fregatura? ». A quanto pare non c'è, pensa Laura Costato, 44 anni, erede dell'omonima azienda di Cinisello che fa viti dal 1957, pronta a trasferire nel Vallese (lingue tedesco e francese) l'azienda e i collaboratori: »Avevo 10 dipendenti, siamo rimasti a 4 e senza licenziare - esordisce Costato - produrre è impossibile qui e ora. Lì ci vietano solo di portare aziende che ci sono già in Svizzera, o comunque non più di 10 produzioni simili nello stesso distretto». Dalla prima offerta elvetica, dicembre 2009 si è passati a una più ampia il 28 marzo, firmata dal dipartimento federale dell'economia. »Sono già una decina come me pronti al trasloco - spiega Costato - sto definendo per chiudere qui il 2010 e iniziare il 2011 in Svizzera». Anche i dipendenti sarebbero d'accordo: »Sì, dei quattro solo uno non vuole, ha appena acceso un mutuo. - conferma Costato - Per quello che vedo e sento, non ci sono alternative. Le banche già adesso non danno crediti se non hai un rating A: ma se sei da A non hai bisogno di loro. Così non si può restare».

La scheda

L'offerta svizzera: info su icrl.wordpress.com, mercatoliberosvizzera.blogspot.com, www.osec.ch

- Tassazione 18/23%; contributi sociali intorno al 18% dello stipendio lordo

- capannoni e terreni comodato d'uso per 90 anni.

- Documenti per il trasferimento: fanno tutto gli svizzeri, per l'azienda e per le persone; in ogni distretto produttivo saranno aperti uffici cantonali per seguire le aziende emigrate.

Trasferite in Ticino 94 aziende in 12 anni

LUGANO La politica di attrazione di investimenti è tutt'altro che una novità: il canton Ticino ha un progetto specifico, Copernico (www.copernico.ch), dal 97: »Ben 135 imprese straniere si sono trasferite qui in 12 anni - spiega Arnoldo Coduri, direttore della divisione economica del ministero finanziario del Cantone - di queste 94 sono italiane. E non c'è alcuna correlazione con l'approvazione del vostro scudo fiscale». In tutti i cantoni esiste un ufficio di promozione economica che ha il compito di facilitare le pratiche degli imprenditori stranieri che investono o si trasferiscono in Svizzera, o degli elvetici da un cantone all'altro: »In Ticino - spiega Coduri - siamo per la libera concorrenza, possono trasferirsi qui anche tipologie di attività già presenti».

SIMONA MANTOVANINI