domenica 31 gennaio 2010

Rapporto shock: metà dei sopravvissuti alla Shoah vive in povertà

A parole sono tutti bravi

Rapporto shock: metà dei sopravvissuti alla Shoah vive in povertà

La denuncia della Jewish Claims Conference: ben 259.500 deportati nei lager, testimoni dell'orrore, vivono sotto la soglia dell'indigenza Tra loro 104.000 sono in condizione di miseria assoluta

Lura Lucchini


La metà dei 517.000 sopravvissuti all'Olocausto ancora in vita si trova oggi a vivere sotto la soglia della povertà. Con questa statistica alla mano, la Jewish Claims Conference (Jcc) ha ricordato, nella vigilia del giorno della memoria, che i testimoni diretti dovrebbero essere al centro dell'attenzione in questo momento. A causa della loro tragica esperienza però molti di loro sono indigenti, soli e con problemi di salute. Oltre ad essere, naturalmente, anziani. «La Germania e l'Europa sono loro debitrici», ha detto Julius Barman, presidente della Jcc.

Più di settant'anni dopo l'inizio della seconda guerra mondiale e dell'eliminazione sistematica e pianificata su scala industriale degli ebrei di tutta Europa, si assottiglia la generazione delle vittime sopravvissute alle persecuzioni naziste. La maggior parte di loro ha da tempo superato gli ottant'anni. La preoccupazione riguardo alla scomparsa di tutti i testimoni dei campi di sterminio riguarda un futuro non lontano. Tra non molti anni nessuno potrà raccontare direttamente cos'è successo. Il dubbio insinuato da una generazione di negazionisti e il passare del tempo potrebbero fare affievolire la memoria che si celebra tutti gli anni il 27 febbraio.

Il giorno della memoria dovrebbe quindi essere soprattutto il giorno dei superstiti ancora in vita, in tutto 517.000 concentrati soprattutto in Israele, Stati Uniti e nell'ex Unione Sovietica. Eppure uno studio realizzato dalla Jewish Claim Conference (Jcc, la conferenza delle rivendicazioni ebree) di cui dava notizia uno dei principali quotidiani tedeschi, il Süddeutsche Zeitung, presenta una realtà desolante. La metà delle vittime vive al giorno d'oggi in una situazione di povertà. Il numero totale dei sopravvissuti che vivono oggi al disotto della soglia della povertà è di 259.500, in particolare in israele (74.000) e nell'ex Unione Sovietica (120.000). Del totale, 104.000 sono in povertà totale e hanno bisogno d'aiuto.

Le cause di questa situazione sono simili nella maggior parte dei casi, secondo quanto ha segnalato la Jcc: un'educazione negata, le esperienze traumatiche del ghetto e dei campi di concentramento, così come, molto spesso, la perdita dell'intera famiglia, hanno reso impossibile a molti sopravvissuti la costruzione di una vita lavorativa di successo che potesse garantire loro una vecchiaia sicura. «Non dobbiamo perder di vista che, molti di coloro che tutt'ora sopravvivono, sono costretti a una situazione di povertà o indigenza», ha detto Georg Hetiberger, rappresentante tedesco della Jcc, «i sopravvissuti dovrebbero essere al centro dell'attenzione nel giorno della Memoria».

Non solo la povertà, ha ricordato Hetiberger, ma anche la malattia e la solitudine gravano su queste persone, «abbiamo la responsabilità di garantire a questi anziani sopravvissuti una vecchiaia dignitosa. La Jcc insieme a altre organizzazioni ebraiche ha espresso in questo giorno della memoria la necessità di discutere a livello mondiale i programmi di aiuto alle vittime».

«Sessantacinque anni fa queste persone oggi cosi acciaccate sono riuscite a sfuggire a quella condanna a morte universale che i nazisti avevano appeso sulla testa del popolo ebraico. Fa male pensare che oggi, 65 anni dopo la liberazione di Auschwitz, siano così povere da dover decidere tra l'acquisto di medicinali o cibo - ha detto Julius Barman presidente della Claim Conference - il miglior modo per restituire un pezzo di giustizia è prendersi cura di loro nel momento del bisogno. In questo la Germania e l'Europa sono loro debitrici».

L'Unità 28/1/2010

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