Modesto provvedimento urgente
Maurizio Blondet 04 Ottobre 2010
Occorre subito una legge (sto sognando, lo so, ma lasciatemi sognare) di questo tenore:
«L’emolumento di ogni deputato, senatore o comunque eletto da suffragio popolare non deve superare di 5 volte il salario medio operaio dell’industria privata».
Oggi, come si sa, l’emolumento parlamentare è agganciato a quello dei magistrati, la più strapagata e inadempiente delle caste, che gode di aumenti automatici senza alcun obbligo di prestazione; è essenziale rompere la comunanza di destino e di interessi fra costoro e gli eletti dal popolo, in nome della democrazia. Abbiamo già lunga prova che pagare i deputati cifre fantastiche non ne aumenta la qualità, al contrario.
Battute già note a bambini di sei anni («SPQR - sono porci questi romani»), barzellette stantie di pessimo gusto, da vere teste di c…, del tutto fuori registro rispetto alla tragica crisi economica, apparizioni ripetitive nei talk show a difendere la casa a Montecarlo del cognato... Metterli a stecchetto forse spegnerebbe tutto questa voglia di ridacchiare rozzo e cretino, tutta questa euforia fuori posto, tutto questo allupamento generale.
Perchè anche voi ed io – ammettiamolo – se fossimo ignoranti come loro e ricevessimo 15 mila euri al mese senza alcun obbligo di prestazione nè produttività, solo per essere stati messi in lista da un caporione, saremmo così: ridanciani, superficiali, contentoni, e – visto che siamo nell’industria-spettacolo, così vicino al mondo della pornografia – ci faremmo succubi di Elisabette platinate e della sua famelica famiglia, passeremo il tempo fra escort e Noemi, salteremmo da una festa all’altra, sentiremmo il bisogno impellente di garconnieres a Montecarlo, yacht a Portofino, appartamenti gratis vista Colosseo; e proveremmo, dopo adeguata annusata di coca, il transessuale siliconato... Come insegna il detto napoletano, « o' pesce non vole penseri », e loro di pensieri e preoccupazioni – contrariamente ai lavoratori con 980 euro mensili, a rischio di disoccupazione – non ne hanno un briciolo. A loro, le cose continuano ad andar bene: credetemi, la corruzione e la voglia insaziabile di farsi mettere sotto da donne di malaffare, viene tutta da lì. Di lì la voglia di tangenti e appropriazioni indebite: ogni soldo non guadagnato è in sè un invito all’irresponsabilità, e ad averne di più.
La mia modesta proposta sarebbe l’estremo tentativo di ricollegare questi allegroni senza pensieri al popolo che li ha eletti. Chissà, potrebbero anche giungere alla conclusione che i loro destini sono in qualche modo uniti a quello degli operai, e che il solo modo di vedersi aumentare l’emolumento (non parlo di paga, è una regalìa) sarebbe di attivarsi per l’aumento dei salari dei ceti popolari. Se la loro regalìa fosse stata agganciata ai salari già dieci o venti anni fa, non accadrebbe che il salariato tedesco riceva 2.500 euro al mese, e il suo pari livello italiano 1.200.
Abbiamo urgentissimo bisogno di gente che rappresenti e difenda il popolo che li vota perchè, come segnala Michael Hudson, la Commissione Europea approfitta della crisi finanziaria degli Stati (indebitatisi per salvare le banche) per prendere tutto il potere in modo definitivo, in forma di una oligarchia senza volto.
La Commissione sta infatti pretendendo dai governi, proprio adesso in piena depressione, la più dura adesione al patto di stabilità: il deficit annuale non deve superare il 3% del PIL, e soprattutto il debito pubblico deve essere riportato a tappe forzate al 60% del PIL. Altrimenti l’eurocrazia comminerà a questi Stati multe draconiane, fino allo 0,2% del prodotto lordo. Irlanda e Portogallo, Grecia, Spagna e Italia sono già adesso passibili di multe – che andranno a costituire il fondo autonomo di cui l’eurocrazia ha bisogno per estendere il suo dominio.
Per gli Stati, l’adesione a questa austerità punitiva è un suicidio. E un disastro sociale: poichè non possono svalutare la moneta, e la BCE si rifiuta (per decreto) di monetizzare i deficit pubblici, la sola via è svalutare il lavoro. I governi vengono obbligati a correggere gli sbilanci prendendo denaro a prestito dai mercati (le banche) ad interesse, anzichè stamparlo a costo zero, e anzichè tassare le banche e i mercati speculativi. Il denaro preso a prestito ad alto interesse non dovrà essere usato per alcuno scopo produttivo, ma per pagare i creditori (banche e mercati) onde tranquillizzarli sulla nostra solvibilità. E tanto per capire dove gli eurocrati vogliono andare a parare, la Commissione si è arrogata il compito (chi gliel’ha dato?) di monitorare i costi del lavoro in ogni nazione, onde i salari non aumentino. Ma se possibile, diminuiscano a livelli cinesi, onde diveniamo tutti più competitivi. Si deprezza il lavoro anzichè l’euro.
La Commissione non ha monitorato le banche e la speculazione, non ha visto venire la crisi finanziaria, non ha fatto nulla per scongiurarla; oggi, non vuole che si raccolga il denaro tassando banche, rendite e immobili, e i monopoli privati – risultato delle disastrose privatizzazioni per cui adesso abbiamo servizi pubblici a costi molto più alti. Di fatto, l’eurocrazia vuole ulteriori privatizzazioni, ossia svendite a privati di monopoli pubblici. E infine, lo smantellamento delle previdenze sociali coi suoi costi.
Come nota Hudson, a Bruxelles «puntano a ridurre i salari del 30% col pretesto di creare più surplus per servire il debito. Contano che la riduzione dei salari pubblici (già in corso in Irlanda, Lituania e Portogallo: da noi i salari pubblici dei garantiti non sono stati toccati, e sono superiori a quelli privati) si estenda al settore privato».
Naturalmente, gli eurocrati sanno benissimo che così aggravano la crisi economica, riducendo i poteri d’aquisto, e di conseguenza gli Stati, costretti a rientrare, avranno anche meno entrate fiscali, in un circolo vizioso mortale. Lo sanno benissimo, che sarà la rovina per decine di milioni di persone e l’arretramento storico dell’Europa al terzo mondo. Ma è proprio questo che vogliono. Ingiungono ai governi: «Unitevi nella lotta ai salari, altrimenti vi distruggiamo» con le multe. E perchè lo vogliono? Perchè contano che gli Stati vadano da loro in ginocchio a cedergli il governo.
Tommaso Padoa Schioppa lo ha detto chiaramente, sul Corriere: assaporate il suo proposito brutale dietro la lingua orwelliana. (Tre parole per un patto)
«Nel marzo scorso il presidente Sarkozy e il cancelliere Merkel invocarono un ‘governo economico’ per l’Europa (...). Ora la Commissione propone come tradurre quel concetto in regole, procedure, poteri, sanzioni».
Ecco quel che vuole l’amante della Spinelli: dare alla Commissione, che mai è stata votata da alcun cittadino, la facoltà di dettare regole e procedure, poteri che non ha mai avuto, ed anzitutto il potere di emanare sanzioni. Ossia i poteri di un super-Stato.
Padoa Schioppa spiega come: «L'impianto è questo: le regole di bilancio restano quelle del Patto di stabilità, ma il debito pubblico (sotto il 60%) – finora trascurato – assurge alla stessa importanza del deficit (sotto il 3%); si rafforzano i meccanismi di controllo e le sanzioni; alla disciplina di bilancio si aggiunge una politica di prevenzione e di correzione degli squilibri macroeconomici; si fa più autonomo il potere della Commissione e più difficile il boicottaggio del Consiglio».
Più autonomo il potere della Commissione, ossia insindacabile dagli Stati e dagli eletti democraticamente. Autonomo come già la Banca Centrale Europea, che non risponde se non alle banche internazionali che la possiedono, e detta le norme recessive nel loro interesse esclusivo.
«Si pongano in essere, anche se in forma embrionale, gli strumenti di un vero governo economico europeo, indirizzandoli al sostegno della crescita: bilancio dell’Unione, una tassa europea, eurobonds, uso attivo del nuovo Fondo di Stabilità Finanziaria»: Padoa Schioppa esulta, sente che è arrivato il momento suo e dei suoi pari, quando potrà tassare i cittadini europei senza rappresentanza. In pratica, un arretramento giuridico e fiscale e di civiltà a prima del 1300, quando i re potevano tassare i cittadini senza concedere loro di sindacare l’esazione attraverso i loro rappresentanti eletti. Questa è la civiltà che auspica Il Corriere della Sera, che ospita questo progetto dello Schioppa Kippà.
Padoa Schioppa non si contenta nemmeno di un governo federale eurocratico. Infatti lamenta: «Neppure là dove una vera federazione esiste, il governo federale ha un potere di coordinamento sulle politiche dei federatiindirizzare strumenti e variabili nazionali, quali il bilancio, il debito, la produttività, i salari», nazione per nazione, anzi regione per regione (Bossi, il pirla, è in ascolto?).
Insomma il potere assoluto e onnipervasivo di tutte le presunte autonomie, (si chiamino Stati, Länder, Province o Regioni)». Lui esige e pretende un governo europeo senza volto capace di « un totalitarismo molle orwelliano senza precedenti storici.
Il Padoa ha il coraggio di tali enunciazioni, perchè sa che ha la Germania dalla parte di questo progetto: la Germania contro gli Stati del Sud, vuole mantenere l’euro fortissimo (perchè li rende dipendenti e meno competitivi rispetto ai prodotti tedeschi) e vuole comandarli non col comando politico – ossia aperto – di cui non è mai stata capace, ma attraverso la BCE di Francoforte.
Tanta retorica risorgimentale, tanto antinazismo da TV, e rieccoci ad essere comandati dai tedeschi, ma in modo irresponsabile, inavvertito, dietro le quinte. Non era meglio stare sotto gli austriaci Absburgo, allora?
Ora si comprende meglio, spero, perchè è urgente avere politici da noi votati meno ridanciani, meno scopatori e meno pagati, soprattutto con paghe dipendenti dai salari dei veri cittadini, che cioè si sentano in pericolo insieme a noi, e non sicuri di potersi accordare coi poteri forti.
E’ in atto il grande golpe di Bruxelles e Francoforte contro la sovranità legittima nazionale, contro la democrazia – e per le banche e i grandi creditori, nonchè per continuare le guerre americane, queste guerre senza fine, di stampo orwelliano, Eurasia contro Estasia.
Le oligarchie sono per questo status quo omicida e fallimentare: si preparano all’ultimo saccheggio.
E a noi chi ci difende? Bossi il demente? Berlusconi lo psico-attivo? Fini il succubo della Tulliani? Le sinistre...?
So che la mia proposta di legge è solo un sogno. E allora vi dico: è anche colpa vostra.
Giorni fa, c’è stata una levata di scudi delle mamme e dell’intera opinione pubblica contro un vago progetto di avvicinare gli studenti «alle forze armate», attraverso campi con corsi di primo soccorso, sopravvivenza, tiro alla pistola (ad aria compressa). Urlo dell’Italia Tutta: «Ma no! Non si insegna ai nostri figli ad usare le armi! No ai figli nostri in caserma e accampati! Orrore! Militarismo! Premilitare mussoliniana!».
Insomma, in questa Italia dell’Italo Bocchino (non mi riferisco al politico omonimo) si è totalmente perso il concetto che la democrazia e la sovranità nazionale poggiano, in ultima analisi, sulla disposizione dei cittadini a difenderla con le armi. Da quando il diritto di voto non è più connesso all’obbligo di leva, siamo tutti diventati più irresponsabili, ed anche più ridanciani, perchè esenti dall’aspetto serio e tragico della vita comune. Crediamo che la vita non abbia più bisogno di coraggio e fedeltà. Abbiamo demandato la difesa ai professionisti (mercenari ben pagati) e non ci sentiamo più salda parte del comune destino; ci pensino quelli della Folgore, della Sassari, noi che c’entriamo? E così, anche i ridanciani col cervello spappolato dalla F...a e dalla droga, dai soldi senza obbligo e dalla leggerezza dell’essere, non ci temono più. E ci svendono ai Padoa Schioppa e ai Mario Draghi.
Siamo disarmati, sdentati, abbiamo rinunciato con l’obbligo di leva – alla cittadinanza seria. E come diceva Plotino, «Che i vili siano comandati dai malvagi – è giusto».
So che può sembrare una osservazione banale, ma non capisco come mai Blondet sbaglia sistematicamente gli accenti....
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