Credit Suisse risarcisce duemila clienti Lehmann
Libero D'Agostino, Caffè, 06.09.2009 - 01:00
Tirate le somme, l’avvocato Matteo Pedrazzini è più che soddisfatto. Quasi duemila i clienti svizzeri, e tra essi una sessantina di ticinesi, sono stati già risarciti dal Credit Suisse per i titoli della Lehman Brothers, fallita nel settembre dell’anno scorso. L’intesa raggiunta con il CS da Pedrazzini, che per conto della Federazione romanda dei consumatori aveva rinegoziato le condizioni d’indennizzo di cinquecento piccoli risparmiatori, è stata poi estesa anche a tutti gli altri clienti della banca danneggiati dal crac della Lehman.
Fuori dall’accordo raggiunto con lo studio legale ginevrino sono i rimasti quei clienti con depositi superiori al mezzo milione di franchi. Per tutti gli altri, piccoli e medi risparmiatori, si è conclusa così una trattativa che ha allargato di molto la fascia dei clienti che hanno ottenuto il risarcimento. Il primo importante obiettivo realizzato da Pedrazzini è stato, difatti, di far concedere l’indennizzo non soltanto a quanti avevano in portafoglio un minimo del 50% di titoli tossici della Lehman, (come voleva all’inizio il CS), ma anche a coloro che ne avevano solo un 20%. Così, ad esempio, chi aveva un deposito con meno di 100 mila franchi, di cui un 20% in prodotti Lehman, ha ricevuto un risarcimento del 75% sulla perdita.
“Un altro elemento importante dell’intesa - precisa Pedrazzini - è stato che solo il CS era obbligato a rispettarla, mentre i clienti potevano accettarla o meno e, quindi, avviare eventualmente altre procedure per il risarcimento”. Ma alla fine tutti hanno accettato l’accordo. Un grosso risultato per Pedrazzini,visto che in Svizzera sinora non si era mai fatta una cosa del genere.
Tanto più che l’accordo è stato ripreso come modello per un’analoga trattativa in Germania da City Bank per suoi i clienti con titoli Lehman. La partita resta dunque aperta solo per coloro che avevano depositi superiori ai 500 mila franchi: “Ma si tratta di tipologia molto diversa di clienti - dice Pedrazzini -, non sono certo piccoli risparmiatori, ma investitori che bene o male sono abituati ai grandi guadagni e alle forti perdite sui mercati finanziari. Per loro non c’è stata nessuna trattativa collettiva”.
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