Rai: i fantasmi dell’informazione
"Costretti ad andare davanti alla Rai perché dentro la Rai non ci stiamo più": Si potrebbe sintetizzare così la manifestazione che abbiamo organizzato davanti alla sede della Commissione di Vigilanza Rai a palazzo San Macuto, pochi istanti prima dell'audizione del direttore generale della Rai, Mauro Masi.
Abbiamo denunciato una verità drammatica: l'Idv e' sistematicamente oscurata da molti mesi dalla Rai, in particolare dalle edizioni principali di Tg1 e Tg2. Un partito dell'8 per cento ha il diritto di far sapere ai propri elettori e ai propri simpatizzanti il proprio punto di vista, ma la Rai, che e' servizio pubblico, ignora puntualmente le nostre posizioni.
Siamo presenti nella vita politica del nostro paese, facendo in Parlamento una opposizione dura e onesta, governando nelle realtà locali per mantenere gli impegni elettorali presi con i cittadini, e proponendo, in una proiezione futura, il nostro programma fatto di proposte valide e concrete per un’alternativa di governo.
Siamo presenti nella vita economica del nostro paese, manifestando accanto ai lavoratori e aiutandoli nelle vertenze ministeriali, lottando per difendere i consumatori e denunciando gli abusi degli affaristi.
Siamo presenti nella vita culturale del nostro paese, sia quando siamo con i precari della scuola che questa maggioranza sta lasciando senza speranze di futuro, sia quando teniamo conferenze tematiche di approfondimento su temi fondamentali come la parità, i diritti civili o il nucleare.
Siamo presenti, insomma, nella vita vera degli italiani.
Ma non siamo presenti nella vita mediatica del paese.
Noi siamo i fantasmi dell’informazione, e per questo davanti alla rai abbiamo protestato indossando dei lenzuoli bianchi.
Le nostre iniziative, la nostra linea politica, la nostra versione dei fatti non sono rappresentate dal servizio radiotelevisivo che dovrebbe essere pubblico ma che agisce solo su logiche privatistiche come portavoce del governo padre-padrone.
Ecco perché siamo dovuti andare davanti alla Vigilanza Rai che ospitava il Direttore Generale della TV: per denunciare che il servizio televisivo ed i telegiornali non riportano la realtà.
Una realtà in cui l’Italia dei Valori agisce come attore di primo piano e non come controfigura, quando invece in tre mesi sono andati in onda sul Tg1 soltanto due sonori dedicati a Italia dei Valori, e alla festa del partito a Vasto, in Abruzzo, non e' stata inviata nemmeno una telecamera.
Ma come fanno i cittadini a sapere cosa fa e cosa dice l’Italia dei Valori se la oscurano sistematicamente al fine di trovare lo spazio per le trasmissioni di Silvio Vespa e Bruno Berlusconi?
Per questo abbiamo sfidato Masi a dare prova che esiste il pluralismo, dandogli tempo un mese per dimostrare che ancora si può parlare di libertà di stampa.
Nella nostra protesta, inoltre, siamo partiti dall’ingiustizia che sperimentiamo quotidianamente per fare un discorso generale sul sistema-informazione italiano, che ogni classifica mette all’ultimo posto fra gli stati democratici.
Il problema dell’Italia dei Valori infatti è soltanto uno degli aspetti di questa informazione da regime, che toglie agli italiani il diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione.
Pensiamo alla vicenda 'Travaglio - Anno Zero', ancora in attesa di contratto, o ancora a quella di Report, a cui è stata negata la copertura legale per i suoi giornalisti, o infine alle mancate nomine dei direttori di Rai 3 e Rainews24.
Insomma, se sommiamo tutto, è facile capire che non solo di violata informazione si tratta, ma di asservimento della democrazia agli interessi di pochi, poiché ogni voce fuori dal coro, la nostra come quella dei programmi che fanno vero giornalismo di inchiesta, viene messa a tacere, grazie al controllo editoriale-dittatoriale di un gruppo di persone, dalla dirigenza al Cda ai direttori dei telegiornali, che sono indicate direttamente dal sistema dei Partiti, nella quasi totalità del centro-destra.
Dopo la nostra protesta Masi ha affermato: “io non sono un normalizzatore, verificherò il caso Idv e semmai rimedierò”.
Caro Direttore Generale, verificheremo se davvero saprai ristabilire la “parcondicio-sinequanon”!
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