ROMA - "Altra fonte di preoccupazione per i bilanci pubblici -e percio' di necessita' di controllo- e' data dall'ormai ben nota questione dei contratti derivati". Il presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, interviene al convegno, organizzato a Montecitorio, sul ruolo dell'istituzione superiore di controllo della Repubblica italiana. Parla dei derivati, gli strumenti finanziari il cui valore deriva da attività finanziarie sottostanti -lo sono, ad esempio, le option, i future, gli swap- sottoscritti in passato anche da enti locali e all'origine della crisi economica e finanziaria attuale.
"La Corte- spiega Lazzaro- al momento non dispone di completi dati quantitativi al riguardo". Gli unici dati sono quelli riferiti dalla stampa specializzata e riferiti a scala mondiale: la SEC ne avrebbe stimato "un complessivo ammontare a 600 mila miliardi di dollari (10 volte la produzione mondiale totale) mentre la Banca dei regolamenti internazionali di Basilea ne stimerebbe addirittura il doppio".
"E' certa comunque la preoccupazione, al riguardo, di tutte le autorita' finanziarie. La stessa Consob in un'audizione in Senato del 18 marzo 2009 ha chiesto che la Corte dei Conti effettui, al riguardo, un controllo con effetti interdittivi", sottolinea il presidente della Corte dei Conti.
TREMONTI: DALLE BANCHE MAGGIOR SENSO DI RESPONSABILITA' - Per combattere la crisi e sostenere l'economia, "tra Sace, Cassa depositi e prestiti e altro abbiamo movimentato circa 20 miliardi di euro, più gli 8 degli strumenti ibridi di ricapitalizzazione fanno un totale di 27-28 miliardi. Mi sembra una cifra considerevole". Parole del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso del Credit day organizzato al dicastero.
Gli strumenti ibridi di ricapitalizzazione sono i 'Tremonti bond', che non servono alle banche "per rifarsi il look", ma per far funzionare meglio l'economia. "Serve un maggior senso di responsabilità", afferma il ministro rivolto agli istituti di credito.
La richiesta complessiva per i 'Tremonti bond' è al momento di 6 miliardi di euro. Lo precisa il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, anche lui al Credit day. Grilli ricorda che per ora sono pervenute 4 domande: "La Banca popolare ha avuto l'ok delle commissioni parlamentari e quindi entro la settimana dovrebbe concludere l'iter, la Banca popolare di Milano ha di fronte ancora un passaggio prima del Parlamento", mentre le altre due domande sono ancora all'esame della Banca d'Italia. L'ultima richiesta, chiude Tremonti, è quella di Unicredit.
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