martedì 26 maggio 2009

Il progetto CENTROBANCA: le Neolire (ITN)

Come emettere una moneta nazionale privata
senza violare il Trattato di Maastricht 
Da: MONETA NOSTRA, di Marco Saba, inedito 2009

Per questo capitolo - e per quello precedente su come emettere una moneta di stato senza uscire da Maastricht - mi sono rifatto in gran parte al lavoro di un insider, Julian Wiseman [1], pubblicato nel 2001, e l'ho riadattato qui alla situazione italiana corrente. Non lasciatevi impressionare dalla terminologia, la questione importante e cruciale, da non perdere di vista, è: si può fare, sia sotto l'aspetto legale che tecnico, basta volerlo.
Una società italiana del settore privato può emettere una nuova moneta privata anche senza l'aiuto del governo italiano, traendone un grande profitto.

Come funziona?

Per questa società privata l'obiettivo è di emettere "banconote" (cartamoneta) e di farle diventare il mezzo preferito di scambio all'interno dell'Italia. Affinché il popolo italiano preferisca usare questa nuova valuta invece dell'euro, occorre renderla stabile e con caratteristiche d'italianità. I vari passi vengono descritti di seguito tenendo a mente i predetti obiettivi:
1) Occorre una istituzione d'emissione. Il metodo più semplice sarebbe quello di comprare una piccola banca italiana e rinominarla, ad esempio, "CentroBanca", abbreviata in CB;
2) La nuova valuta ha bisogno di un nome. Allo scopo di questa esposizione, chiamiamo questa moneta ITN (Italy Neolira). Questo nome ha il vantaggio di suggerire immediatamente un codice ISO 4217, il codice di tre lettere con cui si identificano le valute (come ad esempio, USD per il dollaro GSA, GBP per la sterlina inglese, EUR per euro e CHF per il franco svizzero);
3) La CB stamperà banconote. Queste avranno la sembianza ed il "sapore" di una moneta italiana: ogni denominazione potrebbe avere il ritratto di un famoso personaggio italiano. Sarà necessario emettere molti miliardi di queste nuove banconote;
4) Le banche avrebbero il permesso di aprire conti denominati in ITN presso la CB. Centrobanca pagherebbe interessi sui depositi e presterebbe ITN ad un interesse leggermente superiore in cambio di garanzie collaterali. Questi due tassi d'interesse verrebbero stabiliti da un Comitato dei Tassi, composto inizialmente dai direttori della CB, anche se in seguito potrebbero essere nominati dalla regione interessata (vedere The Bank of England and the Sterling Money Markets: A Critique per un commento del Wiseman sui dettagli d'implementazione della politica monetaria);
5) L'ITN sarebbe redimibile in euro ad un cambio di 1 a 1. Un portatore di ITN, in formato elettronico o cartaceo, avrebbe sempre la possibilità di cambiarli in euro alla parità. Questo da all'ITN un valore minimo di partenza (come avviene, dal 2004, con la nuova valuta REGIO in Germania);
6) Inizialmente, l'ITN verrà venduta al prezzo di un euro ciascuna. In seguito, mentre l'euro perde valore, il valore delle Neolire aumenterà.

Questi passi sono l'infrastruttira di base per la nuova valuta, ma la gente deve avere dei motivi per accettarla e per preferirla. Quindi le Neolire hanno bisogno di promozione, nei vari sensi della parola stessa. La promozione sarà resa più facile dal fatto che il successo sarà una profezia che si autoavvera. Questo perché se l'ITN verrà adottata, i mercati esteri dei cambi avranno il timore di una demonetizzazione di fatto dell'euro, sia in Italia che altrove. Questo timore si rifletterà in un minore prezzo dell'euro. incoraggiando più persone ad usare l'ITN come riserva di valore e mezzo di scambio, cosa che ancora indebolità ulteriormente l'euro. Ma come dare inizio al circolo virtuoso? L'autore immagina una intensa campagna da condurre, inizialmente, in una sola regione. La campagna pubblicitaria ha lo scopo di spiegare la politica di conversione della nuova valuta italiana. Inoltre, verranno reclutati degli acquirenti, dei consumatori, che, dopo un corso di formazione, verranno forniti di Neolire ed il loro compito sarà di spenderle spiegando via via ai commercianti il meccanismo di redenzione. La redenzione dovrà essere ulteriormente enfatizzata attraverso un sistema di raccolta di ITN due volte alla settimana, presso i commercianti, a cui verrà accreditata la relativa somma in euro nei loro conti. Il successo dell'operazione ITN dipende molto da come saranno curate le fasi iniziali di introduzione nel primo territorio d'adozione. Ci sono anche altre misure adottabili che renderebbero l'ITN ancora più appetibile, ad esempio, rispetto al circuito REGIO adottato in Germania [2]. Centrobanca potrebbe usare la rendita monetaria per effettuare anticipazioni e prestiti senza interessi. La rendita monetaria dell'ITN dipende dalla funzione del riscatto dell'ITN rispetto all'euro. Se dopo un certo periodo, ad esempio, solo il 50% delle Neolire verrà presentato per la conversione in euro, la rendita monetaria assommerà al 50%. Questo trend può essere accelerato richiedendo o incoraggiando la restituzione dei finanziamenti esclusivamente in ITN. Inoltre, a differenza del REGIO, le Neolire non richiedono l'adozione del demurrage [3].

Le monete

Le monete sono costose da coniare, ma la BCE ci offre per fortuna un'interessante possibilità. Le monete denominate in euro hanno una facciata in comune tra i vari stati dell'Unione, ma il retro è diverso per ogni paese d'adozione: il retro della moneta euro-italiana da 50 centesimi d'euro ha una facciata diversa da quello delle rispettive monete francesi, tedesche, spagnole o greche. Il valore nozionale è lo stesso: 50 centesimi. Questo perché, a differenza delle banconote in euro, le monete vengono emesse dagli stati ed il relativo signoraggio (o rendita monetaria) viene accreditato, tolto il monetaggio (le spese di conio), ai rispettivi paesi. Si tratta di una specie di elemosina - la rendita monetaria delle banconote è evidentemente molto superiore - che ha lo scopo principale di lasciare l'illusione ai cittadini che siano i singoli stati a ricevere il guadagno derivante dall'emissione dell'euro. Un'illusione ottica, dal punto di vista economico. Se consideriamo l'euro come monete metalliche, banconote e moneta virtuale contenuta nei depositi a vista, vediamo che agli stati membri non arriva che uno 0,2 % (massimo) della rendita monetaria effettiva dell'euro totale emesso (questo vale anche per gli Stati Uniti, dove la Federal Reserve, come la BCE, è in mano a privati e a banche private). La BCE intende che le monete metalliche circolino, all'interno della UE, al di là dei confini di ogni singolo stato di cui portano l'emblema nella faccia personalizzata. Ma Centrobanca può impegnarsi ad offrire una Neolira in cambio di 100 centesimi delle monete euro-italiane. Così otterrebbe quattro benefici:

Primo, eviterebbe la necessità, per Centrobanca di coniare monete metalliche. Gli agenti economici accetterebbero le monete metalliche euro-italiane come fossero frazioni di Neolira;

Secondo, enfatizzerebbe l'italianità dell'ITN;

Terzo, non entrerebbe in competizione con lo stato italiano per il signoraggio sulle frazioni in moneta metallica delle Neolire, lasciandoglielo attraverso l'adozione delle sue monetine in euro. Questo punto è essenziale perché Centrobanca non ha nessuna intenzione di competere con lo Stato italiano, bensì intende competere con la società privata denominata Banca Centrale Europea, vera e propria idrovora a cui si deve, attraverso una serie di passaggi, il meccanismo perverso dell'aumento insostenibile del debito pubblico;

Quarto, mettiamo in gioco un meccanismo della psicologia di massa. Una volta che si sa che solo le monetine italiane in euro possono essere cambiate in Neolire, qualcuno comincerà a tesaurizzare le monete italiane dando il resto, ad esempio, in monete con la facciata di altri stati. E quando il lettore si accorgerà, ad esempio, che il giornalaio gli dà il resto in monetine di centesimi d'euro di altri paesi, diventerà molto allettante di pagare il giornalaio stesso con monetine non italiane. La tesaurizzazione delle monetine italiane si spanderà, e siccome la moneta buona caccia la cattiva, secondo la legge di Gresham, il dubbio sull'utilizzo dell'euro aumenterà di conseguenza.

I profitti

Centrobanca avrebbe tre fonti primarie di profitto: l'emissione, il trading ed il signoraggio.

L'emissione, Inizialmente le Neolire saranno emesse al costo di un euro. Mentre l'euro si deprezza, il prezzo delle Neolire aumenterà mantenendo il valore rispetto alle altre valute. Ma il valore formale di cambio rimarrà lo stesso. Così, se una Neolira viene venduta sul mercato ad 1,5 euro, un euro dovrà essere conservato da Centrobanca in assetti denominati in euro per garantirne la redenzione, ma i 50 centesimi di differenza costituiscono il profitto dell'operazione e possono essere investiti a discrezione di Centrobanca.

Il trading. Centrobanca avrà una posizione straordinariamente potente sul mercato finanziario. Durante la transizione dall'EUR all'ITN, la conoscenza dei propri bilanci, da parte di Centrobanca, le permetterà di trarre dei grandi profitti sui cambi. L'euro collasserà così come il valore dei titoli denominati in euro, e la volatilità andrà alle stelle. In seguito, i tassi d'interesse dei future non denominati in euro ed i titoli governativi non in euro, avranno prestazioni superiori rispetto ai propri mercati di swap. La borsa di Milano, misurata in euro, supererà qualsiasi picco precedente. Tutti questi mutamenti di prezzo sono facilmente prevedibili e, data la loro dimensione, sarà possibile convertire poche centinaia di milioni di ITN in cambio di decine di miliardi di euro.

Il signoraggio. Il contante non paga interessi. Le banconote emesse, quindi, costituiscono una donazione senza interessi nei confronti della banca centrale ed il potere d'acquisto così ricevuto può essere investito in assetti che generano interessi (per esempio, i titoli di stato, le obbligazioni, etc.). La BCE si spende regolarmente gli euro che emette, attraverso le cosiddette operazioni di mercato aperto. Il signoraggio è molto profittevole [4] ed è il motivo per cui si è sempre cercato di monopolizzare l'emissione della moneta, Se un paese emette annualmente cento miliardi di unità monetarie, prestandole ad un tasso d'interesse del 5%, il signoraggio vale 105 miliardi annui meno gli irrisori costi d'emissione. Questo perché solo chi emette la moneta di carta, in realtà, non sarà mai chiamato a coprirla, anche se i bilanci farebbero credere il contrario [5]. Lo si è visto chiaramente col passaggio dalla lira all'euro: tonnellate di carta sostituite da altre tonnellate di carta, al costo del puro monetaggio più qualche "accessorio" (sarebbe davvero troppo ingenuo pensare che il Trattato di Maastricht non abbia previsto, da parte dei banchieri, ricchi premi e cotillons per i politici e gli statisti coinvolti...). Se Centrobanca diventasse la principale emettitrice di cartamoneta in Italia, il suo valore sarebbe davvero parecchio maggiore di qualsiasi altro istituto finanziario del paese.

Il contrattacco

Parlando di questo business plan con altri banchieri, sono state poste due obiezioni. Uno ha obiettato: "non dobbiamo dimenticare che lo stato controlla sia le leggi che le armi...". Ovviamente niente ci obbliga ad entrare in conflitto con lo Stato italiano: anzi. Visto che abbiamo scoperto che lo Stato italiano attualmente non arriva a ottenere che lo 0,2 del signoraggio sull'euro, sarebbe probabilmente sufficiente offrirgliene cento volte tanto (il 20%) sull'ITN per ottenere un gradimento entusiasta dell'operazione. Altrimenti, lo Stato si troverebbe nella pesantissima e scomodissima posizione di dover spiegare e giustificare ai cittadini perché rifiuta una proposta così vantaggiosa per le sue casse. Una proposta che permetterebbe, tra l'altro, di ridurre drasticamente la tassazione e di risanare il debito pubblico... Ma mettiamo pure il caso: cosa potrebbe impedire ad esempio, che venisse promulgata una legge italiana che dichiarasse Centrobanca un gioco d'azzardo e quindi illegale senza una opportuna licenza (che non verrebbe mai concessa)? E' ovvio che uno stato ha il potere sovrano di fare le leggi e l'unico modo per contrastarlo sarebbe attraverso il potere sovrano di un altro stato. Come possono le ITN essere riconosciute come moneta? Immaginiamo che un altro piccolo paese (ad esempio - perchè no? - Israele) venga persuaso, dietro un congruo compenso, a riconoscere a corso legale l'ITN. Per raggiungere lo scopo sarebbe sufficiente che l'ITN fosse considerato a corso legale anche solo in un metro quadrato del suolo di quel paese. La international law of money viene in nostro aiuto:
L'assunto sottinteso (della Lex Monetae] è che la moneta - in quanto costruzione legale - è soggetta al potere dello Stato. Si ritiene che ogni Stato eserciti la propria sovranità sulla sua moneta e che nessun Stato può legiferare sulla moneta di un altro stato.
Ecco che la Lex Monetae permette di esportare la validità dell'ITN in Italia. L'accordo con il paese non-italiano deve permettere a Centrobanca di rivendicare l'immunità sovrana: ci vuole una gran cura nell'elaborazione dei termini legali dell'accordo. Inoltre occorrerebbe intraprendere dei passi per evitare che Centrobanca venga nazionalizzata. Questo può essere agevolmente risolto, ma, per brevità, ne omettiamo qui i dettagli.
Lo Stato italiano controlla anche "le armi", ma queste non sarebbero così utili. Dal momento che nasce Centrobanca, il piano diventerebbe di pubblico dominio e quindi conosciuto a troppe persone perché si possa pensare di eliminarle fisicamente una ad una. Che uno stato dell'eurozona si metta ad eliminare così tanti cittadini avrebbe certamente delle conseguenze diplomatiche e non contribuirebbe di certo ad affermare la stabilità dell'euro nel medio-lungo termine. E comunque, come abbiamo già visto, in termini di signoraggio, per lo Stato, sarebbe assolutamente controproducente.

I costi

Quanto costerebbe questo takeover ostile delle funzioni di emissione della BCE?
La più importante società tipografica del settore privato che stampa banconote, chiederebbe circa 150 milioni di euro, per emetterne la quantità sufficiente, e ci impiegherebbe circa due anni. Occorre comprare una piccola banca italiana, presumibilmente ci vorranno altri 150-300 milioni di euro. Ci vorrebbe anche una certa quantità strategica di argent de poche ed una minima riserva. In tutto, diciamo che questa operazione andrebbe tentata con almeno 700 milioni di euro a disposizione. Per maggiore sicurezza, occorrerebbe raddoppiare la cifra. Specialmente se si pensa di fare una campagna pubblicitaria a tappeto coinvolgendo anche i media televisivi. I ricavi comunque possono raggiungere un tetto teorico equivalente al 14% di tutta la massa di euro circolanti. Tenendo conto che Centrobanca è un ente di emissione, nulla vieta di fare accordi coi fornitori per pagare i costi parte in euro e parte in ITN coinvolgendoli così anche nel successo dell'iniziativa (ed abbassando la cifra in euro del budget iniziale previsto).

Gli scettici

Ci saranno sempre degli scettici. I giornali potrebbero pubblicare una campagna denigratoria sostenendo che l'ITN è uno schema Ponzi (piramidale), ovvero che gli ultimi che entrano vengono usati per pagare quelli che sono entrati prima. Ma la risposta corretta sarà quella di invitare i giornalisti ad esaminare direttamente i bilanci. Quindi, un auditing di alto livello dei bilanci di Centrobanca sarà uno strumento importante e decisivo per dimostrare la chiarezza delle operazioni. Un altro sistema da affiancare sarà quello di prevedere, nel bilancio dell'operazione, un forte coinvolgimentio a livello di budget pubblicitario dei giornali finanziari del paese (i maggiori quotidiani italiani, più che rispondere alle linee politiche dell'editore o ad un'improbabile etica, rispondono principalmente, da sempre, alle sovvenzioni degli inserzionisti). Inoltre, la proprietà della stampa in italia è ricollegabile alle banche, sarà quindi opportuno dedicare una campagna di sensibilizzazione per dimostrare come Centrobanca favorirà la rinascita dell'economia del paese coinvolgendo favorevolmente anche gli altri istituti di credito. Le altre banche centrali pubblicano settimanalmente dei rendiconti semplificati (la Banca d'Inghilterra lo fa dal 1833); Centrobanca lo dovrebbe fare giornalmente pubblicandoli su Internet. I patrimoni e quindi i rendiconti andrebbero divisi in due. Il portafoglio di redenzione dovrebbe consistere in assetti ultra-sicuri. Il valore del portafoglio, misurato in euro, deve sempre eccedere la quantità di ITN circolanti. Così se per assurdo - ipotesi remota - tutte le Neolire venissero presentate contemporaneamente all'incasso, il portafoglio potrebbe essere venduto per pagare le ITN. Il portafoglio, quindi, potrebbe consistere in titoli AAA a breve termine denominati in euro. Meglio ancora, dato l'evolversi della crisi, si potrebbe detenere una congrua quantità fisica (ma NON in ETF) di metalli preziosi tipo oro e argento, che tendono a rivalutarsi continuamente contro tutte le valute (nonostante le frequenti manipolazioni al ribasso, da parte di alcune banche centrali, di cui tutti ormai siamo a conoscenza). Il portafoglio può consistere di qualsiasi bene con una sola limitazione: il valore del portafoglio non dovrà scendere al di sotto di zero. Questo dovrà essere dimostrabile in modo chiaro a qualsiasi contabile (in questo senso i metalli preziosi ci offrono garanzie ultramillenarie). In pratica, nel caso di utilizzo di derivati, che io comunque sconsiglio per principio, l'esposizione di Centrobanca dovrebbe prendere la forma di essere "lunga" sul lato opzioni.

L'etica

Se l'azione di emissione di Centrobanca venisse vista come un'acquisizione ostile delle funzioni d'emissione della BCE, sarebbe questa un'azione morale? Senza dubbio il collassamento dell'euro porterebbe con sé il valore dei titoli azionari, e quindi ci sarebbe un grande trasferimento di ricchezza dai "risparmiatori" nei confronti dei prestatari. In particolare, molti fondi pensione si squaglierebbero. Tuttavia questo non è così grave come sembra, perché i prestatari sono società che sono quotate in borsa e quindi possedute dagli stessi risparmiatori che possiedono i titoli. Ci sarebbe comunque qualcuno che perde, ma poichè i governi vedrebbero scendere il valore reale del loro debito pubblico a zero, sarebbero dei grandi beneficiari della differenza (e questo è un altro importantissimo motivo che dissuaderebbe gli stati dal contrastare l'iniziativa. Anzi: dovrebbero plaudirla ed agevolarla).

Un altro argomento contrario potrebbe essere quello della politica: i politici italiani, specialmente la sinistra, hanno imposto l'euro ai cittadini italiani contro la loro volontà. In Germania si è scoperto che almeno un politico di alto livello ha preso soldi dai francesi per spingere l'adozione dell'euro. In pratica, i francesi hanno speso un'inezia in marchi tedeschi per comprare TUTTI i marchi tedeschi.... Un buon investimento, forse. Ma è anche un argomento su cui imbastire una rivoluzione, assieme a quello molto più rilevante che comunque l'euro ha perso il 60% del suo potere d'acquisto dal momento della sua introduzione. Se ci dovrà essere una reazione, meglio che avvenga presto e sul piano commerciale piuttosto che tardi ed in modo violento. Ma l'incognita vera e propria di questa considerazione è: ci sarà mai una reazione violenta e, se sì, quando? L'abuso continuato e seriale della pazienza dei contribuenti, a seguito delle recenti azioni intraprese dai governi europei a supporto del sistema bancario invece che delle condizioni sempre più disperate della classe media, non promette niente di buono. Ragione in più per tentare un atterraggio morbido.

Un punto di vista alternativo sostiene che, se anche la decisione di entrare nell'euro da parte dell'Italia è stata in qualche modo manipolata, essa è stata tuttavia intrapresa ("a suon di bombe") da un governo democratico, e quindi non dovrebbe essere usurpata da un'altra società privata (invece della BCE). Ma si potrebbe obiettare che Centrobanca non usurpa alcunché, offrendo semplicemente un'opportunità di scelta alla popolazione italiana (un concetto chiave del vero libero mercato). Se la popolazione accetta, tutto bene; se non accetta, ci rimetteranno gli azionisti di Centrobanca, facendo forse un favore agli altri governi della UE.

Eticamente la questione non è chiara: nessuno ha il monopolio della verità.
Conclusione
Anche se le vecchie valute europee non sono recuperabili, questo non significa che l'euro durerà per sempre. Un governo può introdurre una nuova moneta sia apparendo direttamente, come indicato nel capitolo sulla moneta di stato, che indirettamente, attraverso una società privata, come qui indicato. Se la gente vuole una nuova moneta ed il governo non vuole offrirla, sarà allora una società privata che potrà prendere direttamente in mano le redini della situazione, secondo il principio dell'horror vacui [6]. Questa società privata potrebbe scegliere sia la via qui indicata - emettendo una nuova valuta vera e propria - sia la via indiretta - emettendo strumenti finanziari redimibili e perpetui a zero-coupon.

Note:

[1] Julian D.A. Wiseman, un economista consulente del banchiere Rohatyn che è a sua volta direttore di una delle società svizzere dei Rothschild, mi ha concesso gentilmente i diritti per un mio adattamento ed aggiornamento del suo saggio per il pubblico italiano, cosa di cui gli sono grato, purché citassi la fonte del suo sito: www.jdawiseman.com

[2] Il REGIO è un circuito di 60 città tedesche in cui funzionano delle monete locali emesse dalle singole città. E' stato ideato dal banchiere Bernard Lietaer, già direttore della Banca centrale del Belgio ed architetto dell'ECU, il precursore dell'euro.

[3] Il demurrage è un meccanismo per cui sulle singole banconote vengono applicati dei bollini, ad intervalli regolari, per prolungarne la durata di validità del valore facciale pieno. Questi bollini hanno un costo e vengono venduti dall'entità di emissione, con la presunzione di pagarne le spese di gestione, come se il signoraggio non esistesse... Inoltre, la pretesa di accelerare la velocità di circolazione, attraverso questo escamotage, è abbastanza ridicola: è vero il contrario. Siccome l'inflazione dell'euro è meno visibile dal punto di vista della psicologia di massa, rispetto all'onere del demurrage, la gente preferirà ancora mantenere l'uso dell'euro. E' chiaro che il REGIO serve soprattutto per scopi propagandistici perché Lietaer non può non sapere che, ad esempio nel caso del WIR in Svizzera, il demurrage venne adottato solo per sei anni dall'epoca della fondazione (1930), ma venne appunto abbandonato perché stava portando il progetto del WIR al fallimento. Oggi il WIR in Svizzera viene gestito attraverso sei filiali della banca WIR in alttrettante città principali della Svizzera.
Vedi: Portale della Banca WIR
http://www.wir.ch/index.cfm?o_lang_id=5

[4] In Cina, il solo signoraggio annuo della moneta base (monete più banconote) vale alla banca centrale - e quindi al governo - circa il 7% del PIL cinese. Tradotto in Italiano, il 7% del PIL equivarrebbe a circa 140 miliardi di euro all'anno. Questo è il motivo sostanziale per cui la Cina fagociterà le economie di quei paesi che non hanno ben compreso la materia...

[5] I bilanci delle banche centrali riportano al passivo il valore nominale della moneta emessa, come se, in un futuro più o meno lontano (il giorno del giudizio universale), dovessero in qualche modo coprirle. Si tratta ovviamente di un falso passivo, un sistema di falsificazione contabile che - secondo il "Nobel" Paul Krugman - "deriva dall'abitudine" di aver sempre fatto così... In questo modo il signoraggio sparisce e, apparentemente, da profitto si trasforma in perdita.

[6] In filosofia, horror vacui si riferisce ad una teoria di Aristotele che sosteneva che la natura aborrisce il vuoto e che, quindi, tende a colmarlo non appena possibile. In questo caso, e nel caso delle monete locali e complementari, potremmo dire che il mercato dei servizi tende a riempire il vuoto creato da un sistema oligarchico di emissione monetaria senza competizione.

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