martedì 5 aprile 2011

Riace: si batte moneta

INVENZIONI SOLIDALI

Riace, l'accoglienza fa anche risparmiare
Si batte moneta locale per gli immigrati

Riace batte Mineo, dove gli italiani convivono con gli stranieri. Nel paese calabrese, per i rifugiati il sindaco Lucano si è inventato banconote con la faccia di Gandhi per sopperire alla lentezza dei fondi per l'asilo e dice: "A Mineo c'è un centro di detenzione che costa, noi con 24 euro a persona copriamo tutte le spese".

di RAFFAELLA COSENTINO, la Repubblica

RIACE - Il Mahatma Gandhi sulle banconote da 50 euro, Martin Luther King su quelle da 20, Che Guevara e Peppino Impastato sui tagli da 10 e il cuore grande dei piccoli comuni sulla cartamoneta da 1, 2 e 5 euro. Battere moneta locale è solo l'ultima trovata per aiutare i rifugiati del sindaco di Riace, Domenico Lucano, ormai noto come "Mimmo il curdo" o "Lucano l'afghano". Un primo cittadino per cui la fascia tricolore è riduttiva, visto che amministra un comune in cui eritrei, etiopi, somali, ghanesi, afghani, palestinesi e serbi convivono pacificamente fra loro e con gli italiani. Nel piccolo centro della locride, non solo gli stranieri sono ben accetti, sono addirittura richiesti per salvare il borgo dal suo destino di inesorabile declino demografico e sociale.

L'accoglienza nei piccoli centri.
Seppure le cronache di questi giorni da Lampedusa a Ventimiglia sembrano negarlo, in Italia l'accoglienza è possibile. Riace, con appena 1800 abitanti, ha aperto le porte a ben 230 rifugiati e richiedenti asilo e ha fatto di questo una politica vincente. Dando un tetto e borse lavoro alle famiglie straniere ha impedito la chiusura delle scuole per mancanza di bambini, ha ridato vita alle tante case lasciate vuote e abbandonate per sempre dagli emigranti calabresi. I vecchi abitanti non torneranno più dal Canada, dall'Australia, dall'Argentina. I nuovi arrivano con il Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo.

L'idea della moneta locale. Ma il ripopolamento è più veloce del tempo che ci mettono i finanziamenti pubblici a entrare nella disponibilità del comune. "Ci vogliono sei o sette mesi", dice Lucano. Per ovviare a queste lentezze burocratiche che non tengono conto della spesa quotidiana, il sindaco calabrese ha deciso di coniare la sua cartamoneta. Ci ha fatto stampare sopra i ritratti dei suoi riferimenti politici e sociali e ha dato le banconote ai rifugiati beneficiari, che con quelle vanno a fare acquisti nelle botteghe del paese. I negozianti le collezionano alla stregua di un ticket mensa e poi battono cassa al comune quando arrivano i fondi dello Sprar.

200 euro a persona per il vitto. "Usiamo questo sistema per incentivare l'economia locale - afferma il primo cittadino - così rendiamo autonomi i beneficiari e questo è importantissimo per le relazioni umane in paese, inoltre la nostra spesa diventa molto trasparente e verificabile". Per il vitto, i rifugiati hanno diritto a 200 euro a settimana, questo vuol dire che una famiglia di 4 persone ha 800 euro per vivere e non paga l'alloggio. Tutto in cartamoneta locale, quasi a conferma del fatto che Riace è l'isola che non c'è: un posto in cui si trova una casa a chi non ce l'ha, si convive a dispetto delle differenze di lingua, cultura e religione e quando non ci sono i soldi, si stampano in loco all'istante.

Wenders: A Riace la vera utopia. I progetti d'accoglienza hanno creato posti di lavoro per i giovani e questa storia è diventata celebre in tutto il mondo. Il regista Wim Wenders vi ha girato il primo documentario d'autore in 3D e ha dichiarato a Berlino che "'La vera utopia non è la caduta del muro, ma quello che è stato realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa".

Un modello efficace e lo Stato risparmia. Un esempio di primaria importanza perché dimostra che, prima del "villaggio della solidarietà" di Mineo, il sistema d'asilo in Italia funzionava, pur con tanti limiti. La ricetta era quella di integrare piccoli gruppi di rifugiati e richiedenti asilo distribuendoli sul territorio nazionale in accordo con le comunità locali. Soprattutto con questo sistema i costi per lo Stato erano contenuti. Per queste ragioni, le pincipali organizzazioni umanitarie che si occupano di rifugiati, tra cui il Cir, l'Alto commissariato Onu (Acnur) e il Centro Astalli, si sono opposte alla decisione del governo di trasferire al Residence degli Aranci tutti i richiedenti asilo dei centri d'accoglienza d'Italia (Cara).

E le commissioni territoriali. Senza contare che devono traslocare anche tutte le commissioni territoriali che esaminano le domande di protezione internazionale. Tuttavia, nel paese in provincia di Catania è ormai pienamente in funzione il mega campo militarizzato lontano dal centro abitato in cui sono già arrivate quasi 1800 persone. Nessuno conosce al momento i costi di questa operazione, ma sicuramente parliamo di più di 30 euro a persona a cui va aggiunto il canone d'affitto alla ditta Pizzarotti di Parma.

Un centro militarizzato imposto dall'alto. "A Mineo è stato attivato un centro di detenzione contro la volotà delle comunità locali - dice il sindaco Lucano - come si può parlare di accoglienza quando è sorvegliato da Polizia e Carabinieri? A Riace non ci sono, non ce n'è bisogno". Il modello di cui è testimonial migliora la qualità della vita di tutti, italiani e stranieri, a costi più bassi. "Riceviamo circa 24 euro a persona accolta - spiega ancora il primo cittadino calabrese - una quota in cui sono comprese le buste paga degli operatori, gli affitti delle case, le utenze domestiche, le spese mediche e di scolarizzazione e anche le borse lavoro".

(04 aprile 2011

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