Nel “salotto” di Lucia Annunziata, sul caso del banchiere Geronzi
Chi paga l’orchestra decide la musica…
di Luciano Marrocco, AbruzzoPress, 2 aprile 2011
Il vecchio detto è sempre attuale. Di quale musica parliamo? Di quella dei partiti.
Chi paga i partiti? Domanda alla quale è sempre difficile rispondere. Questa volta ci viene in aiuto la trasmissione televisiva “POTERE” condotta dalla giornalista Lucia Annunziata, andata in onda l’11 aprile scorso.
Il tema verteva sulle dimissioni dalla presidenza delle Generali di Cesare Geronzi.
Cesare Geronzi nasce in Banca d’Italia ricoprendo il ruolo di capo cambista, successivamente lo troviamo al vertice della Banca di Roma, per diventare poi numero uno di Mediobanca, e infine presidente delle Generali.
Il giornalista Alberto Statera di Repubblica lo ha definito “Banchiere di Regime”. Valentino Parlato del Manifesto lo ricorda con gratitudine: “Non è mai stato il banchiere di una sola parte politica… manteneva rapporti a destra e a sinistra… non è che a me ha detto: “no… tu sei del Manifesto, ti chiami quotidiano comunista, a te non ti anticipo niente, puoi venire con tutti i crediti io non ti do una lira; no questo no, anzi è stato molto gentile…”
Chissà a quali “crediti” si riferisce. E continua: “Io credo che per un banchiere sia inevitabile che abbia rapporti con la politica.”
Statera poi continuava dicendo: ”Lui a un certo punto, in un modo o nell’altro, finanziava tutti; tutta la stampa nazionale di partito dall’Avanti all’Unità, una delle operazioni più clamorose fu il salvataggio del PCI. Il PCI aveva 500 Miliardi di Lire di debiti. Che poi, diciamo, nelle fasi recenti, in quelle che abbiamo vissuto, adesso diventa lettismo, cioè da Gianni Letta che era il suo attuale riferimento politico … Berlusconi all’inizio degli anni novanta era oberato di debiti.” E aggiunge Paolo Biondani dell’Espresso: “Uno dei banchieri che più contribuiscono al salvataggio delle TV di Berlusconi è proprio Geronzi, questo è assolutamente un dato di fatto”.
Ferruccio De Bortoli afferma: “Io credo che non ci sia nulla di male… In tanti paesi esistono dei banchieri di sistema che intrattengono rapporti molto stretti con la politica e non sempre perseguono l’aumento di valore per gli azionisti...”
Come dire che in questo caso non cercano il guadagno. Noi sappiamo, invece, che non è così. Attraverso il finanziamento dei partiti i banchieri controllano lo Stato. Lo Stato che, rinunciando alla prerogativa più alta ed importante, cioè la creazione della propria moneta libera da debiti ed interessi, ha concesso a questi “filantropi della politica” il permesso di “creare il denaro dal nulla”, senza limiti e senza costi.
“Ma che musica, che musica, che musica maestro (Geronzi)…”.
Ogni ulteriore considerazione alla intelligenza dei lettori.
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