Speculatori all'attacco
di Ugo Gaudenzi - 11/11/2010Fonte: Rinascita
E’ dal 1993 che abbiamo denunciato con tutte le nostre forze l’appena allora avvenuta svalutazione della lira, la conseguente fuoriuscita della nostra valuta dallo Sme, il sistema monetario europeo, la stessa caduta di Craxi per opera di Transparency International, la predazione dell’intera Italia da parte dei finanzieri “magnati” alla Soros, dalla Banca Mondiale, dai Trattati di Maastricht e dal loro figlio spurio, l’euro, dai banksters, dai Privatizzatori e Liberalizzatori alla Ciampi, alla Prodi, alla Draghi...
Una Voce, la nostra, antipatica e controcorrente, da chiudere tra spessi pannelli isolanti, con la consegna, all’informazione omologata radiotelevisiva o stampa, della censura e del cordone del silenzio.
Badate bene, non è un lamento, è una constatazione. Prima del 1993, questo stesso quotidiano era presente in ogni “tribuna politica”, in ogni rassegna stampa. Appena mutato il vento, ecco calata la cortina di gomma. Con una serie di eccezioni particolari: ogni nostra indicazione, dopo qualche tempo, veniva riveduta, corretta e trasformata in qualcos’altro. La ritrovavamo tra le parole di tizio e di caio, negli slogans dei congressi altrui, tra gli “scoop” (li definiscono così) di organi d’informazione altri. Esempi classici la denuncia delle torture e delle stragi in Iraq, da Abu Ghreib a Fallujah, i nostri no a Maastricht, all’euro, alle privatizzazioni folli delle aziende strategiche italiane, alle regalie dalemiane alle scuole cattoliche e alle società di lavoro in affitto, alla distruzione dello stato sociale, alle perfide lesioni della sovranità nazionale, al sostegno delle guerre atlantiche a mo’ di gurkha, alla politica multiculturale estirpatrice delle radici identitarie nazionali, all’immigrazione selvaggia... e chi più ne ha più ne metta.
Unico quotidiano nazionale, abbiamo, anche, ricordato come l’amico di Prodi, il citato Georges Soros, per gli stessi crimini attuati in Italia era stato condannato a morte in Malesia. E come Prodi, legato alle multinazionali e alla finanza anglosassone come il mentore Andreatta e l’erede Draghi, lo avesse invece “laureato honoris causa” a Bologna in economia per... aver speculato sulla lira e innescato il processo senza fine dell’indebitamento dello Stato con enti privati o usurai.
Da gennaio scorso, nell’assordante silenzio della stampa “autorevole”, quella specializzata in cronache rosa e verdi, in spiate dal buco della serratura delle case dei vari Berlusconi e Marrazzo, avevamo avvisato della Grande Speculazione contro gli Stati nazionali europei più deboli guidati da politicanti legati al carro della grande finanza cosmopolita.
Avevamo, primi in Italia, parlato dei “Pigs”, dei maiali - così l’acronimo inventato dalla stampa d’affari londinese per definire Portogallo, Italia/Irlanda, Grecia e Spagna - quali obiettivo della destabilizzazione monetarista inventata dalle banche d’affari, dalla cupola della finanza mondiale.
E adesso è resa dei conti.
La speculazione sui “titoli sovrani” (che eufemismo!) è più dura che mai. Dopo Grecia e Spagna, ecco Portogallo e Irlanda. Ora tocca all’Italia.
Di cosa si tratti i nostri lettori lo sanno bene, e lo sanno anche gli addetti ai lavori che manovrano i burattini della politica politicante nazionale.
Le banche d’affari prestano il denaro per fare in modo che gli Stati paghino rispettosamente gli interessi sui prestiti che le finanze pubbliche hanno contratto con le stesse banche d’affari.
Il sistemino circolare è un girocollo per impiccati. Sempre più stretto, sempre più stretto.
Il profitto è profitto. I cittadini non hanno più lavoro, più assistenza sociale?
La cupola se ne frega.
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