Quella cordata «flop» per Alitalia: chiesto il giudizio per Baldassarre
IL CASO. Accusa di aggiotaggio per la manovra compiuta nel 2007 ROMA
La privatizzazione dell'Alitalia nel 2007 è stata scandita dalla diffusione di notizie relative a falsi interessamenti che hanno determinato un condizionamento non solo delle trattative di cessione della compagnia di bandiera, poi finita alla Cai, ma anche una sensibile alterazione dei valori del titolo in borsa di Alitalia. Di ciò è convinta la Procura di Roma che ha chiesto tre rinvii a giudizio per aggiotaggio. Il più eclatante riguarda il professor Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale. I pm Francesca Loy, Stefano Pesci e Gustavo De Marinis, coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi, gli contestano, nella sua veste di rappresentante di una cordata che aveva presentato una proposta di acquisto, di aver presentato in data 6 dicembre 2007, nell'ambito della procedura finalizzata all'acquisizione della quota delle azioni Spa Alitalia detenute dal ministero dell'Economia «un'offerta in competizione con le società Air France ed Airone, producendo a garanzia della serietà della stessa offerta due documenti falsi». Secondo gli atti d'accusa formulati dai pubblici ministeri, sulla base anche delle rilevazioni della Consob, le dichiarazioni di Baldassarre, come rappresentante di una cordata che avrebbe dovuto acquisire il controllo dell'azienda, fecero di fatto saltare la vendita della compagnia di bandiera ad Air France, sotto il governo di Romano Prodi. Baldassarre, per questa vicenda già condannato dalla Consob a pagare una maxi-multa di 400 mila euro però respinge le accuse tramite del suo difensore, Alessandro Siddi: «Ho operato correttamente, fui io a denunziare all'autorità giudiziaria».
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