08/07/2009
Ai capi di Stato e di Governo del G8: lettera aperta di un gruppo di studenti africani
Il G8 è iniziato.
Fra le tante richieste che stanno cercando ascolto, una lettera aperta scritta da un gruppo di studenti africani e indirizzata ai capi di Stato e di Governo del G8.
Questa lettera, che ho ricevuto oggi con richiesta di pubblicazione, è un coro di voci che, a cominciare dal titolo, dice forte e chiaro:
“NO ALLA STRUMENTALIZZAZIONE DELL’AFRICA! NON PERDETE IL VOSTRO TEMPO A PARLARE DELL’AFRICA!”
Perché per noi Africani, il G8 è:
1. La superpotenza che decide la morte dell’Africa e pretende di salvarla (distruttore e non costruttore);
2. La potente industria che produce e fornisce le armi ai Paesi africani;
3. Il ricco che mantiene la povertà nell’Africa e in altri Paesi “detti poveri”, per salvaguardare la sua egemonia e i suoi interessi;
4. Il neocolonialista che detiene il potere e i mezzi di comunicazione per manipolare, sfruttare i poveri e mantenerli sempre nell’ignoranza.
Il mondo intero sta assistendo al fallimento del Vostro impegno di lotta alla povertà e della Vostra pretestuosa e ipocrita impresa di sviluppare i Paesi africani, in cambio delle nostre materie prime, attraverso interventi di assistenzialismo e di aiuti umanitari e dei programmi di sviluppi elaborati da Voi secondo i vostri interessi.
Tutta la comunità internazionale sa che, in questo Summit, l’Africa è inserita nella Vostra agenda politica. Cogliamo, dunque l’occasione, per dirVi che la progettazione e la programmazione dello sviluppo dell’Africa è di competenza dell’Unione Africana e dei singoli Paesi africani. Per questo, Vi chiediamo da questo Summit G8 2009 in poi di non entrare in merito all’elaborazione delle politiche di sviluppo dell’Africa senza coinvolgere gli Africani.
Visto che nessuna nazione al mondo si è sviluppata da sola senza l’aiuto delle altre, l’unico aiuto che Vi chiediamo per la lotta contro la povertà, in nome del rispetto della nostra dignità umana, è questo: “promuovere la produzione ed occupazione in Africa”. Vogliamo la “canna da pesca e non il pesce”, per cui diciamo No all’assistenzialismo! No agli aiuti umanitari! No ai programmi di sviluppo per l’Africa elaborati da voi! No all’esportazione delle nostre materie prime! No alle speculazioni sull’Africa! No alle guerre fomentate da Voi! Inoltre, Vi chiediamo di non perdere il vostro tempo in questo Summit a definire le politiche di sviluppo dell’Africa, ma di assumere urgentemente i seguenti impegni:
1. Di non impoverire mai più l’Africa, esportando le sue materie prime, ma di trasformarle sul posto, favorendo così lo sviluppo delle industrie locali attraverso la costruzione di stabilimenti industriali affiancati da centri di formazione tecnologica per creare posti di lavoro, che consentiranno un reddito stabile alle famiglie africane, al fine di poter accedere ai beni e servizi e condurre una vita dignitosa.
2. Di assicurare un sistema commerciale equo e di promuovere l’esportazione dei manufatti africani in tutto il mondo, in quanto è ingiusto rivendere agli africani i derivati delle loro materie prime ai prezzi molto superiori a quelli del grezzo. E’ giusto che i Vostri cittadini comprino anche i nostri manufatti.
3. Di non considerare mai più le nazioni africane come destinatarie dei Vostri programmi “ricette” di sviluppo, costringendo così le Vostre ONG ad inserirsi in questo quadro di riferimento per ricevere i vostri finanziamenti, al fine di esportare in Africa i vostri progetti in ottica di cooperazione allo sviluppo, i quali non rispondono ai bisogni reali e non affrontano né risolvono mai i veri problemi dell’Africa. Diciamo No al neocolonialismo!
4. Di dimostrare ai Governi africani e al mondo intero, in quanto popoli civili, l’alto grado della Vostra civiltà e moralità senza farVi cadere più nella bassezza dei Governi africani corrotti, lasciandoVi corrompere da loro ed entrando in complicità per saccheggiare e svendere i patrimoni e ricchezze nazionali, condannando così gli africani alla povertà sociale, culturale, economica ed ambientale.
Perché:
• è ingiusto che in cambio delle nostre risorse naturali, Voi ci offrite la miseria, la fame, il degrado ambientale e le armi per fare le guerre civili, che tutelano i Vostri interessi economici;
• è ingiusto che Voi onoriate i Vostri contratti elettorali con le nostre materie prime, creando posti di lavoro nei vostri paesi, accumulandoVi ricchezze e procurandoVi un benessere dai quali ci escludete e in compenso ci chiudete le vostre frontiere, istituzionalizzando pattugliamenti di respingimento con pratiche incivili ed emanando leggi disumane contro l’immigrazione africana;
• è ingiusto che Voi abbiate il diritto di determinare e di imporre i prezzi ai quali dovete acquistare le nostre materie prime sul mercato internazionale, mentre noi non abbiamo lo stesso diritto di fissare quelli dei Vostri prodotti che noi importiamo;
• è ingiusto che in cambio del nostro petrolio che favorisce lo sviluppo delle Vostre imprese industriali, Voi ci offrite l’inquinamento e le malattie;
• è ingiusto che in cambio del nostro legno, Voi ci offrite deforestazione, desertificazione e la scomparsa della nostra ricca biodiversità;
• è ingiusto che in cambio dei nostri preziosi minerali, come il “coltan” con cui promuovete il Vostro progresso elettronico ed informatico, Voi fate dei Paesi africani i Vostri campi di guerre e le vostre discariche di cellulari e computers che non vi servono più;
• è ingiusto che corrompiate il Tribunale internazionale affinché lasci le Vostre multinazionali distruggere la nostra biodiversità senza rispetto delle regole ambientali.
Se le cose non cambiano, se la situazione dell’Africa non migliora, se Voi non integrate la giustizia sociale come principio fondamentale nel rapporto con i Paesi impoveriti da Voi, l’immigrazione non si fermerà, perché perseguiamo e vogliamo godere del nostro benessere spostato. In conclusione, Vi ringraziamo tanto per tutto quello che avete fatto fino ad ora per l’Africa. Dovrete fare ancora di più cambiando il sistema. Non vogliamo essere sempre mantenuti in stato di Paesi debitori nei vostri riguardi. Tutti siamo debitori gli uni con gli altri. Non ci avete pagato fino ad ora il debito del nostro sfruttamento che ha contribuito allo sviluppo del mondo occidentale.
Gruppo Studenti Africani in Roma
studentiafricani@gmail.com
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