Berlusconi contro le banche | |
Le banche fanno troppi utili. Per Silvio Berlusconi gli utili sono “molto elevati” anzi “eccessivi”. E questo stato di cose non va bene perché il compito delle banche non è di tenere i soldi in cassaforte ma di sostenere l’economia, e quindi le imprese. Soprattutto quelle medie e piccole che rappresentano l’ossatura industriale del Paese. In tale ottica anche la Banca d’Italia dovrebbe cambiare registro ed intervenire con decisione affinché le banche “facciano il loro dovere”.
Invitato, o auto invitatosi a Porta a Porta per parlare delle sue vicende familiari e del divorzio annunciato che verrà presumibilmente caratterizzato da un fiume di soldi, il Cavaliere, tanto per restare in tema, non ha perso l’occasione di lanciare un messaggio “forte” a quei poteri forti che pure in altre occasioni gli avevano dato una mano. Come la Capitalia di Cesare Geronzi che aiutò le sue aziende ad uscire da una difficile e anzi apparentemente insostenibile situazione debitoria che minacciava di travolgerlo sia come imprenditore che come politico.
E’ comunque da mesi che Berlusconi, coadiuvato da Tremonti, ha dato il via ad un attacco che ha come obiettivo sia le banche che la stessa Banca d’Italia. La decisione di affidare ai Prefetti il controllo sulle modalità con cui le banche erogano il credito alle imprese, ma anche se lo erogano davvero, aveva all’inizio sollevato le proteste di Via Nazionale che si era sentita defraudata dei suoi poteri di vigilanza. Poi come spesso succede in Italia la querelle è finita a tarallucci e vini con Tremonti e il governatore Mario Draghi che sono apparsi felici, contenti ed apparentemente uniti ai vari vertici economici internazionali.
L’uscita del Cavaliere da Vespa, vista il luogo in cui si è verificata, non ha avuto per destinatari quindi gli italiani in quanto tali, vittime di una crisi finanziaria devastante, causata dalle speculazioni delle stesse banche. Una crisi che ha falcidiato ulteriormente il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni. Ma è stata una tirata indirizzata soprattutto a tutte quelle piccole e medie imprese che rappresentano la base sociale tradizionale e il naturale serbatoio elettorale del centrodestra. Un messaggio dichiaratamente populista che avrà sicuramente i suoi rientri positivi alle prossime elezioni europee alle quali, secondo i sondaggi, il centrodestra dovrebbe registrare un successo eclatante vista anche la cronica assenza dell’opposizione.
Il messaggio rivolto ai cittadini è stato comunque chiaro. Sono io il vostro Presidente che penso a voi, mentre le banche (ad incominciare da quelle considerate generalmente più amiche del centrosinistra, vedi Intesa-San Paolo vicina agli ambienti “prodiani”) non pensano ad altro che chiedervi il rientro degli esigui rossi dei vostri conti correnti. E rivolto alle piccole e medie imprese il Cavaliere ha voluto lanciare un analogo messaggio mettendo sotto accusa quelle stesse banche che mentre non hanno alcuna remora ad aumentare i fidi ad un’azienda come la Fiat già fortemente indebitata per le sue spericolate attività negli Usa e in Germania, li tolgono invece a quelle imprese italiane, specie quelle più innovative, che ne hanno un disperato bisogno per competere su un mercato sempre più globalizzato.
Dopo il bastone ecco subito offerta l’immancabile carota, quando Berlusconi ha convenuto sul fatto che le banche italiane se la passano in fondo meglio delle concorrenti estere, per essersi avventurate di meno in investimenti in titoli spazzatura come quelli che hanno travolto le banche americane o britanniche. Ma se ve la passate meglio, è stato l’altro suo messaggio implicito alle banche, perché insistete a non finanziare il sistema produttivo nazionale?
Le banche negli ultimi mesi si sono difese ricordando l’aumento delle sofferenze, cioè dei crediti inesigibili, che hanno obbligato e portato alla stretta creditizia. Resta però la realtà dei maxi utili citati dal Cavaliere. Ad esempio Intesa-San Paolo che ha festeggiato il 2008 con un avanzo di 2,5 miliardi di euro. Le imprese si aspettano da parte loro che il governatore Mario Draghi, già dirigente della Goldman Sachs, intervenendo all’assemblea della Banca d’Italia di fine maggio dica una parola in proposito richiamando all’ordine i propri azionisti. Ce lo auguriamo anche noi.
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