sabato 30 maggio 2009

SWISS CONNECTION: Introduzione

Da: SVIZZERA Connection

INTRODUZIONE

"Il denaro non puzza" disse al figlio Tito l'imperatore Vespasiano quando 2000 anni fa impose una tassa sulle latrine pubbliche.

Questo motto ormai classico vuole mettere in luce un contrassegno positivo dei soldi, vale a dire : il loro valore e' indipendente dalle circostanze in cui li si e' fatti . Ma cio' che valeva 2000 anni fa per il denaro dell' imperatore romano , non vale piu' oggi nei confronti del crimine organizzato . Soldi guadagnati illegalmente possono essere ritirati dalla circolazione dallo stato anche se sono stati " deodorati " in un graduale processo di lavaggio , come si definisce in tedesco il riciclaggio ( n.d.t. ) . Il lavaggio di denaro o riciclaggio e' stato fino agli anni 80 inoltrati una metafora pregnante del linguaggio giornalistico e solo agli inizi degli anni '90 si e' trasformato in concetto giuridico . Nel 1990 il gruppo delle nazioni economicamente più importanti ( G 7) presento' direttive, fatte elaborare dal Financial Action Task Force on Money ( FATF ) . In seguito numerosi paesi , tra i quali la Svizzera , adeguarono la propria legislazione .

Nel 1990 il codice penale svizzero fu integrato con un articolo sul riciclaggio e sulla insufficiente meticolosita' nelle operazioni finanziarie , divenuto una legge sul riciclaggio di denaro nel 1997 , al piu' tardi nel 1998 . A seconda delle legislazioni nazionali vigenti il riciclaggio di denaro e' perseguibile penalmente in misura diversa nei singoli paesi . Cio' che era permesso in Svizzera fino al 1990 , oggi e' vietato . Cio' che e' ancora permesso in Svizzera nel 1996 e' già reato negli USA e sara' forse punibile in Svizzera con la prossima legge sul riciclaggio . Ma alle Seychelles, per esempio, lo stesso fatto puo' restare ancora a lungo impunito . Quando nelle pagine che seguono si parla di riciclaggio di denaro , pagamento di bustarelle, evasione fiscale ecc . , cio' non implica affatto nel caso singolo secondo la legislazione vigente in quel paese un " comportamento " sempre " criminoso . " Ma il fenomeno economico resta lo stesso dovunque . La' dove viene riciclato denaro sporco l' economia cade in tentazione. A sedurre sono un capitale d' investimento a buon mercato per l' industria , il commercio e le libere professioni cosi' come onorari lucrosi per il ramo finanziario . Oggi interi settori economici , anzi intere economie nazionali sono minacciate dall' infiltrarsi del crimine organizzato . I riciclatori di denaro lo aiutano ad accedere alle posizioni di potere dell' economia e della societa' legali .

Il fondo monetario internazionale ( FMI ) ritiene che nel 1995 siano stati immessi clandestinamente nei mercati finanziari legali complessivamente 500 miliardi di dollari di denaro sporco , nonostante si siano rafforzate le misure contro il riciclaggio . Dopo che la " guerra alle droghe " e' terminata ormai con una sconfitta , lo stesso destino incombe sulla lotta al riciclaggio di denaro.

La Svizzera NON HA una piazza finanziaria , la Svizzera e' una piazza finanziaria . Il vecchio detto e' valido oggi piu' che mai.

Le banche svizzere hanno un ruolo primario a livello mondiale nel campo del " Private Banking ", dell'amministrazione dei beni di individui ricchi. In Svizzera vengono amministrati depositi di clienti che ammontano presumibilmente a 2400 miliardi di franchi. A cio' si aggiungono i fondi di investimento dell' amministrazione patrimoniale istituzionale ( casse pensione , fondi di investimento , assicurazioni) . Questi miliardi vengono spostati continuamente qua e la' sui mercati finanziari , a caccia del massimo profitto . Nasce cosi' un volume d' affari enorme , che crea le nicchie di cui i riciclatori di denaro hanno bisogno per fornire al loro denaro sporco un retroterra apparentemente legale. La fiducia della clientela nella riservatezza del banchiere e' il cuore del " Private Banking " . Le banche svizzere hanno fama mondiale di baluardo della discrezione. In questo paese i dettagli di un conto bancario sono protetti meglio dei segreti della camera da letto. Particolarmente gratificante per i riciclatori di denaro e' che l'evasione fiscale venga considerata una trasgressione perdonabile . Definiscono quindi il loro denaro sporco un capitale che vuole evadere le tasse e con cio' si procurano presso certe banche e certi amministratori fiduciari una legittimazione accettata . Ma il tradizionale vantaggio stanziale della Svizzera nell' amministrazione del patrimonio privato e' minacciato dalla forte pressione concorrenziale dei cosiddetti centri finanziari offshore, quelle isole e ministati che hanno adeguato le loro leggi alle necessità degli investitori stranieri. Questa concorrenza ha rafforzato ulteriormente il tradizionale riflesso condizionato alla segretezza di banche, avvocati , fiduciari e amministratori patrimoniali. Mania del mistero anziche' trasparenza resta il contrassegno delle pubbliche relazioni in questi ambienti. Un atteggiamento miope, come dimostra l'argomento del patrimonio dell'Olocausto.

Il segreto bancario, favorito dalla guerra fredda, ha certo impedito per 50 anni un' analisi storica approfondita del ruolo della Svizzera come piazza finanziaria nella seconda guerra mondiale. Ma la maledizione dell'oro nazista e del patrimonio dell' Olocausto si e' rivelata alla fine più forte. Cio' che dopo la fine della guerra era stato dissimulato e rimosso si ripresento' nel 1995 come passato non rielaborato, vergognoso non solo per le banche ma per l'intera Svizzera. Nella primavera 1992 un gruppo di quattro procuratori milanesi, chiamati nei media "Mani pulite", cominciarono le loro inchieste contro la corruzione.

Appena due anni dopo il corrotto ordine italiano postbellico era crollato. Alcune delle sentenze di Mani Pulite hanno costituito il punto di partenza delle indagini condotte per questo libro. Ben presto fu chiaro che la Svizzera da decenni era servita da piazza - Offshore del sistema di corruzione italiano, definito Tangentopoli . Si consenta il paragone : se l'analisi di questi temi viene rimossa come quella di ciò che accadde sulla piazza finanziaria Svizzera durante la guerra , ne nascera' il passato non rielaborato di domani. La lotta contro il riciclaggio di denaro e' considerata in tutto il mondo un compito primario. Altrettanto grande e' l'interesse generale alla pubblicazione di informazioni e analisi sui percorsi del denaro sporco.

Far luce e' il motto di questo libro. Non si vuol tanto portare l' attenzione su singoli casi, avvenimenti, scandali quanto render visibili quelle strutture e intrecci finanziari , in cui il flusso del denaro sporco si mescola con quello legale . Fare i nomi di societa' e persone diventa percio' inevitabile.

Conformi a questo approccio sono anche le numerose note a pie' di pagina disseminate nel testo, che contengono particolari concreti sui punti nodali e le diramazioni di strutture finanziarie invisibili. Questo libro si basa su ricerche condotte dal 1993 al 1995 insieme a Paolo Fusi in Svizzera, Italia, Lussemburgo, Liechtenstein, Inghilterra e Germania. Successivamente ho continuato da solo le indagini che hanno portato alla pubblicazione del presente volume. Le "Swiss Connections" di portata mondiale non possono essere descritte senza collaborazione internazionale.

La mia gratitudine va alle tante colleghe e ai tanti colleghi di numerosi paesi che hanno supportato il mio lavoro.

Senza di loro questo libro non sarebbe stato possibile.

Gian Trepp, Zurigo, agosto 1996


Portrait

INTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE

Il 17 settembre 1996 "Swiss Connection" fu presentato alla stampa a Zurigo. Lo stesso giorno i giornali italiani annunciarono l'arresto di Pierfrancesco Pacini Battaglia, italo-svizzero con doppia nazionalità, l’ ex cassiere di bustarelle del gruppo petrolifero statale italiano ENI a Ginevra,di cui si parla nel capitolo 8. Grazie alla sua loquacità negli interrogatori e ai protocolli delle sue conversazioni telefoniche intercettate, cominciò una nuova serie di rivelazioni sulla corruzione in Italia. La portata che le sue confessioni rivestono per la Svizzera non è ancora calcolabile. A Ginevra Pacini Battaglia nel settembre 1996 era un grosso azionista ( non è chiaro se azionista di maggioranza) della Banque de Patrimoines Privès di Ginevra (BPG), che aveva contribuito a fondare nel 1987 ancora sotto il vecchio nome Banque Karfinco e che aveva adoperato come cassa per i fondi neri dell' ENI. Dopo l'arresto di Pacini Battaglia la Procura della Repubblica di La Spezia chiese assistenza legale a Berna. Al centro dell'interesse italiano c'era la BPG. In seguito a ciò cominciò in Svizzera un singolare gioco al depistaggio. In un comunicato stampa del 24 settembre 1996 la BPG , erede della Karfinco, smentì gli annunci dei media italiani, di aver subito controlli e perquisizioni e sostenne con forza che i suoi organi dirigenti non avevano niente a che fare con gli avvenimenti in Italia. Alcuni giorni dopo la BPG parlò della "visita" del procuratore federale Carla del Ponte, mentre lei a sua volta dispose il blocco dell'informazione. Secondo notizie di stampa italiana la del Ponte si sarebbe incontrata a Lugano a fine settembre con due giudici istruttori di La Spezia. Il 5 ottobre avrebbe visto addirittura il presidente dell' ENI Franco Bernabè, che avrebbe chiesto di prendere misure contro la BPG. Tutte queste notizie della stampa italiana non furono confermate dalla Procura federale. Già il 4 ottobre Erwin Heri si era dimesso dal consiglio di amministrazione della BPG. L'esperto finanziario Heri è direttore generale dell'assicurazione Winterthur ed era stato portato nel consiglio d'amministrazione dal presidente della BPG, Richard Schäfer, per elaborare una nuova strategia d'investimento per la banca. Secondo le dichiarazioni dello stesso Heri egli si dimise perché questo compito era stato espletato, e le sue dimissioni non avrebbero avuto niente a che fare con l'arresto di Pacini Battaglia. Mentre la procuratrice federale manteneva un ferreo blocco dell'informazione, si apprendeva alla fine di ottobre dalla stampa italiana che un giudice istruttore di La Spezia aveva incontrato di nuovo a Lugano la del Ponte. Si sarebbe trattato di documenti da lei sequestrati alla fine di settembre presso la BPG, la cui consegna all'Italia sarebbe tuttavia stata bloccata da un ricorso della banca.

La confusione creata ad arte sui reali avvenimenti alla BPG evidenziano di nuovo le gravi carenze della politica di informazione della Procura Federale Svizzera. Anche per il libro gli eventi precipitarono già dopo il primo giorno di vendita. La Ilex Trust Services di Ginevra ottenne presso il tribunale di Ginevra un divieto provvisorio cautelativo di ‘Swiss Connection’ . La stessa richiesta della Iley insieme ad altri cinque querelanti non aveva avuto successo un'ora prima a Zurigo. Due settimane più tardi il tribunale di Ginevra sospese la disposizione di divieto, obbligò i querelanti ad un indennizzo processuale e rinviò l'azione giudiziaria a Zurigo. Nell'ambito di trattative concordatarie al tribunale distrettuale di Zurigo si ebbe in seguito una rielaborazione del capitolo 4 , che tiene conto delle obiezioni del giudice. In un giudizio sommario questo aveva rimproverato al testo di accostare ingiustamente la Ilex e gli altri querelanti all'ambito del riciclaggio di denaro e di fare in alcuni passi offese personali nei confronti di singoli querelanti. Un nuovo titolo del capitolo, modifiche del testo e una rielaborazione redazionale dei passi critcati hanno tenuto conto di questo. Rispetto alla prima edizione è stato eliminato il passaggio sulla catena di boutiques Trois Pommes della Signora Trudie Götz . Sulla base di un'indicazione inesatta contenuta in un'opera di consultazione il passo sopracitato del testo poneva Trois Pommes nell'ambito di un gruppo internazionale Offshore. Alla luce di documenti e informazioni forniti dopo l'apparizione del libro è risultato che il supposto collegamento non c'è stato mai. Per uno spiacevole errore tecnico nella prima edizione si è fatto il nome alle pagine 313 e 321 di una ditta Indaco AG, in realtà non implicata in alcun modo negli avvenimenti descritti. I passi in questione si riferiscono alla ditta Inadco AG.

Gian Trepp, Zurigo, inizio di novembre 1996

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