ECONOMIA E FINANZA
BCE:"OCCORRONO SANZIONI PIÙ SEVERE CONTRO PAESI INDEBITATI"
Trichet:"Da aprile possibile aumento dei tassi d'interesse"
Il banchiere nega l'aumento del costo del denaro
03/03/2011, ore 21:52 -
Dopo aver mantenuto stabili i tassi d'interesse tenendo fede ad una sorta di promessa basata sul buon senso, durante la tradizionale conferenza stampa che segue tutte le decisioni in ambito di politica monetaria, il presidente della Bce Jean Claude Trichet, ha dichiarato:"Nel breve periodo, ci sono segni di una pressione per la crescita dell'inflazione, soprattutto a causa delle quotazioni dell'energia e delle commodity".
Immediatamente dopo, la precisazione:"Sul medio-lungo periodo i prezzi al consumo dovrebbero rimanere sotto, o vicini, al 2 per cento". Tuttavia, ha ammesso, "è possibile, seppure non certo, che già in aprile" si registri un sensibile ritocco verso l'alto dei tassi d'interesse (leggasi del prezzo del denaro). Sempre Trichet, però, ci ha tenuto a far presente che "sarebbe comunque sbagliato interpretare le mie parole come l'inizio di una serie di aumenti del costo del denaro".
In altri termini e sforzandosi di non farsi ubriacare dalle finte e contro-finte dialettiche del presidente della Bce, è possibile che nel breve periodo l'inflazione porterà ad un aumento generalizzato del costo della carta moneta; in piena linea con l'incremento dei prezzi del carburante, la crisi del Nord Africa e la galoppata verso i mercati emergenti. Volendo parafrasare ulteriormente le parole del potente banchiere e dando adito a certe teorie inoppurtunamente etichettate come fantasiose e complottiste, per i prossimi mesi è previsto un aumento considerevole del peso del signoraggio bancario.
Non è un caso, forse, che sul Sole 24 ore l'articolo che affronta il tema in analisi sembra scritto appositamente per non essere compreso, o meglio, per essere compreso solo tra gli addetti ai lavori. In verità, le parole di Trichet, possono essere lette in un unico modo: a partire da aprile, per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile o per chi vorrà accenderne uno, la situazione debitoria potrebbe complicarsi non poco. Parimenti e non casualmente, dalla Bce si alza nuovamente la voce contro gli stati che patiscono un debito pubblico ed un deficit elevati e si richiedono sanzioni più rapide e severe per chi non riesce a restituire i prestiti forniti dalle banche.
La potentissima e per nulla lungimirante lobby degli istituti di credito, si spinge addirittura a proporre all'Unione Europea l'adozione di un nuovo sistema di governance dato che, quello attuale, "non è stato recepito a fondo dai vari governi" dell'eurozona; evidentemente ancora troppo poco schiavizzati dal debito verso le banche:"Bisogna avere una maggiore automaticità delle sanzioni contro i paesi con eccesso di deficit e debito. Contiamo sul Parlamento europeo - ha difatti concluso Trichet -, perchè aiuti l'Europa a far tesoro della lezione della crisi finanziaria".
Ricapitalando, quindi, dalla Bce si prospetta la possibilità di un'impennata dei tassi d'interesse e, parimenti, si richiede il pugno di ferro verso chi questi interessi non può pagarli per ovvi motivi. Un'autentica follia che punta ad aggiungere debiti ad altri debiti e ad incatenare ad interessi meramente speculativi intere economie nazionali. Ma quanto potranno essere spremute le già depauperate casse degli stati europei? E quanto ancora potranno resistere i consumatori-debitori che abitano l'occidente? Trichet ed i suoi colleghi non sembrano preoccuparsene; nel delirio contemporaneo della massificazione cieca ed ossessiva del profitto.
A tal proposito, sempre dalla Bce, arrivano notizie positive riguardo l'altro grande fantasma dell'epoca capitalista: la crescita del Pil. Le previsioni parlando infatti di un incremento lievemente superiore rispetto a quanto ci si aspettava tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011. Ma se le tasse sono aumentate in tutta l'eurozona, come si può credere alle previsioni che sottolineano un incremento dello sviluppo?
Appare evidente, dunque, che i vecchi volponi della finanza globale, prevedendo un possibile quanto vicino crack totale del sistema capitalista, stiano assecondando la propria avidità compulsiva tentando di far cassa prima della definitiva banca rotta. Il tutto, naturalmente, a spese totali e mai rimborsate del resto della popolazione ed in particolare delle classi meno abbienti.
di Germano Milite
Immediatamente dopo, la precisazione:"Sul medio-lungo periodo i prezzi al consumo dovrebbero rimanere sotto, o vicini, al 2 per cento". Tuttavia, ha ammesso, "è possibile, seppure non certo, che già in aprile" si registri un sensibile ritocco verso l'alto dei tassi d'interesse (leggasi del prezzo del denaro). Sempre Trichet, però, ci ha tenuto a far presente che "sarebbe comunque sbagliato interpretare le mie parole come l'inizio di una serie di aumenti del costo del denaro".
In altri termini e sforzandosi di non farsi ubriacare dalle finte e contro-finte dialettiche del presidente della Bce, è possibile che nel breve periodo l'inflazione porterà ad un aumento generalizzato del costo della carta moneta; in piena linea con l'incremento dei prezzi del carburante, la crisi del Nord Africa e la galoppata verso i mercati emergenti. Volendo parafrasare ulteriormente le parole del potente banchiere e dando adito a certe teorie inoppurtunamente etichettate come fantasiose e complottiste, per i prossimi mesi è previsto un aumento considerevole del peso del signoraggio bancario.
Non è un caso, forse, che sul Sole 24 ore l'articolo che affronta il tema in analisi sembra scritto appositamente per non essere compreso, o meglio, per essere compreso solo tra gli addetti ai lavori. In verità, le parole di Trichet, possono essere lette in un unico modo: a partire da aprile, per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile o per chi vorrà accenderne uno, la situazione debitoria potrebbe complicarsi non poco. Parimenti e non casualmente, dalla Bce si alza nuovamente la voce contro gli stati che patiscono un debito pubblico ed un deficit elevati e si richiedono sanzioni più rapide e severe per chi non riesce a restituire i prestiti forniti dalle banche.
La potentissima e per nulla lungimirante lobby degli istituti di credito, si spinge addirittura a proporre all'Unione Europea l'adozione di un nuovo sistema di governance dato che, quello attuale, "non è stato recepito a fondo dai vari governi" dell'eurozona; evidentemente ancora troppo poco schiavizzati dal debito verso le banche:"Bisogna avere una maggiore automaticità delle sanzioni contro i paesi con eccesso di deficit e debito. Contiamo sul Parlamento europeo - ha difatti concluso Trichet -, perchè aiuti l'Europa a far tesoro della lezione della crisi finanziaria".
Ricapitalando, quindi, dalla Bce si prospetta la possibilità di un'impennata dei tassi d'interesse e, parimenti, si richiede il pugno di ferro verso chi questi interessi non può pagarli per ovvi motivi. Un'autentica follia che punta ad aggiungere debiti ad altri debiti e ad incatenare ad interessi meramente speculativi intere economie nazionali. Ma quanto potranno essere spremute le già depauperate casse degli stati europei? E quanto ancora potranno resistere i consumatori-debitori che abitano l'occidente? Trichet ed i suoi colleghi non sembrano preoccuparsene; nel delirio contemporaneo della massificazione cieca ed ossessiva del profitto.
A tal proposito, sempre dalla Bce, arrivano notizie positive riguardo l'altro grande fantasma dell'epoca capitalista: la crescita del Pil. Le previsioni parlando infatti di un incremento lievemente superiore rispetto a quanto ci si aspettava tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011. Ma se le tasse sono aumentate in tutta l'eurozona, come si può credere alle previsioni che sottolineano un incremento dello sviluppo?
Appare evidente, dunque, che i vecchi volponi della finanza globale, prevedendo un possibile quanto vicino crack totale del sistema capitalista, stiano assecondando la propria avidità compulsiva tentando di far cassa prima della definitiva banca rotta. Il tutto, naturalmente, a spese totali e mai rimborsate del resto della popolazione ed in particolare delle classi meno abbienti.
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