Tasse alle banche ma squilibri permanenti tra mondo finanziario e mondo politico. La tassazione proposta dalla Merkel muove critiche di operatori del settore... pur non mirando ai privilegi essenziali delle banche.
Dalla moneta alla carta moneta e da questa alla moneta bancaria, infine quella telematica: l’evoluzione finanziaria della nostra economia accresce la volatilità del denaro. Intanto proprio questo produce da sé altro denaro al di là di qualsiasi produzione reale sfalsa il rapporto tra moneta circolante e beni, alterando equilibri statali e reddito. Proprio la finanza, dunque, è stata indicata come il campo in cui hanno agito coloro che hanno causato la crisi finanziaria tra il 2008 ed il 2009: le banche e tutti gli attori delle borse del mondo.
Proprio per questo motivo è stato aperto un fuoco incrociato contro le banche che tuttavia, di fatto, non sembra aver mutato gli equilibri tra finanza e politica, lasciando quest’ultima sempre al seguito della prima. Se il ministro dell’economia italiano da tempo si scaglia contro le banche, muovendosi tra l’elettoralistico e la critica seria ed estrema (ad esempio si ascolti Giulio Tremonti sul signoraggio durante il TG1), poco di quanto proposto è stato realmente fatto.
Oggi, invece, sentiamo parlare di una sorta di “offensiva” contro le banche da parte di Angela Merkel. La cancelliera tedesca, infatti, fa pressing per inserire una tassa contro le banche, mentre altrettanto fa anche il governo conservatore inglese. In Italia la Marcegaglia, la presidentessa di Confindustria, rileva la conseguenza di un’eventuale tassa su terzi. Inevitabilmente, infatti, l’onere della tassa verrebbe trasferito a clienti ed imprese. Se almeno in parte il giudizio della Marcegaglia è esatto (gli oneri non vengono mai completamente scaricati), è opportuno anche precisare che il provvedimento proposto dalla Merkel non intacca minimamente i vantaggi sostanziali delle banche comportanti gli squilibri che viviamo. Nulla, ad esempio, sulla sovranità monetaria assegnata alle banche, così come notava Tremonti.
Danilo Massa
Rettificando il sistema di mettere al passivo la rendita monetaria, mettendola invece all'attivo, non ci sarebbe nessun onere per la clientela.
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