venerdì 12 marzo 2010

Roberto Conte: una candidatura di alto valore

Roberto Conte: una candidatura di alto valore morale, politico e giuridico. Motivi della grande importanza di votarlo.

Agli elettori sull’importanza di votare Roberto Conte perché, essendo stato condannato nonostante sia innocente, la sua elezione è funzionale al progetto di sconfiggere la logica dei processi spettacolo che la magistratura inventa sia per distogliere l’opinione pubblica dai crimini delle banche, e sia per ottenere, con la paura, il conformismo politico.

Ho accertato di persona, leggendo gli atti e ascoltando la registrazione dell’interrogatorio del pentito Missi, l’assoluta infondatezza della condanna ex 416 bis a due anni e otto mesi del dr Roberto Conte.
Il punto nodale di quella condanna è infatti una frase trascritta in atti dalla registrazione dell’interrogatorio di Missi.
Frase riportata tra vinrgolette in cui si legge che Missi, nell’interpretare, nel gennaio 2008, una telefonata di otto anni prima tra due persone, ha detto che i soldi che secondo uno dei due sarebbero stati versati, sono in realtà da intendersi come voti che sarebbero stati dati.
Senonché la registrazione di quell’interrogatorio è emersa solo ora, in appello, e la Corte d’Appello, ascoltandola, dovrà constatare che Missi non ha mai fatto quell’affermazione.
La Corte potrà invece solo ascoltare mezz’ora di registrazione in cui, nel legittimo sforzo di fare tutti del loro meglio, i ben quattro PM per farsi dire quanto gli interessava, e Missi per guadagnare i benefici del pentimento, Missi enunzia varie tesi di tipo sociologico, concludendo di essere come Pasolini e precisando “Io so che nel palazzo si fa questo questo e questo, ma non ho le prove”.
Svariati, generici argomenti nell’ambito dei quali si limita a un certo punto a formulare una mera ipotesi secondo la quale i soldi da versare potessero essere voti da dare.
Sempre in tema di soldi, asseriva poi anche di aver ricevuto da Roberto, però a mezzo terzi, 100 milioni di lire per la campagna elettorale.
Un’erogazione che, quand’anche vi fosse stata, non configurerebbe,
di per sé, il reato di cui al 416 bis, né altri, ma farebbe solo pensare che Roberto sia uno sciocco, perché nelle due roccheforti del Missi (seggio 122 e 139) ricevette in tutto 6 voti.
Cose peraltro - si osservi - inquadrabili, non nel 416 bis, ma nel 416 ter, che però non prevede la pertanto illegittima sospensione dalle funzioni di Consigliere Regionale.
Una vincenda nella quale, anche a prescindere dalle predette strullate, manca comunque il fatto, perché il voto di scambio implica che da un lato e dall’altro vi siano soggetti seriamente dotati del potere di scambiarsi cose rilevanti (un adeguato numero di voti in cambio di una congrua contropartita), mentre qui i voti mancano di sicuro, e quanto alla contropartita, non so se c’era, ma nel processo non ce n’è traccia.

Ciò detto non intendo affatto accusare quei magistrati di null’altro che di essere pervasi dalle visioni indotte alla magistratura, politica e informazione dal potere economico, cioè dalle banche, allo scopo di distogliere l’opinione pubblica dai loro crimini, ovvero dal poco noto ma tremendo crimine del signoraggio primario e secondario (leggi cosa sono da www.marra.it), oltre che dai noti, ma meno rilevanti crimini dell’usura di massa, accredito tardivo dei versamenti, ecc.

Problemi di fondo dai quali tutto dipende, ma ai quali hanno reso le persone incapaci di alzare gli occhi mediante l’incatenarle al dramma dei mille problemi individuali, molti dei quali di facilissima soluzione.

Visioni e tendenze indotte tra cui anche quella alla persecuzione dei politici poco inquadrati, come Conte, che alle regionali del 2005 ottenne 34.000 voti pur non appartenendo a nessun partito.
Politici poco inquadrati che il regime fa colpire dalla sua magistratura, la quale, salvo le magari numerose e lodevoli eccezioni, è collusa culturalmente, e in gran parte anche corrotta materialmente.
Un colpire i non inquadrati che serve a generare quel conformismo politico di cui abbiamo visto molte orribili espressioni dal momento in cui è stata resa nota la candidatura di Conte.
Politici poco inquadrati tra i quali gli stessi Berlusconi, Dell’Utri, Cosentino ecc., i quali - a prescindere dal se li si condivida o no o se siano o no colpevoli dei reati loro contestati - vengono in realtà perseguiti solo in quanto “contaminati” da una viscerale antipatia di fondo a quell’apparato burocratico che ha il suo padrone nelle banche e i suoi manutengoli nella magistratura, informazione e politica di sinistra, la cui burocraticità è fuori discussione.
Informazione che trova i suoi risibili sacerdoti nei Saviano, i Santoro, i Travaglio ecc.; gente che impara il diritto dai giornali e ha come bibbia i faldoni delle procure, pieni invece di ciarpame, errori, insufficienze, anomalie e brogli.
Conformismo e pochezza giuridica sommati a una grande ipocrisia, di cui avevo dato il primato a Casini, per avere egli urlato allo scandalo incurante del fatto che Conte mi è stato presentato dai vertici del suo partito perché mi sostenesse alle europee.
Primato che ora però gli devo revocare giacché, in atti chissà mai perché segretati, ma ormai di dominio pubblico, dello stesso procedimento di Conte, Missi, che di Conte non dice nulla di giuridicamente rilevante, dice invece che politici espressioni di forze esponenti delle quali hanno anch’essi gridato allo scandalo, sono i mandanti di tre omicidi da lui commessi. Per non parlare di un altro esponente di particolare spicco alle regionali il quale, in un processo collegato, secondo un altro pentito, è stato sostenuto elettoralmente da non ricordo ora quale clan.
Cose alle quali non si sa se sono seguite iniziative giudiziarie, ma di sicuro non è seguito alcun clamore.
Pentiti ai quali molti non credono affatto, ma che stupisce siano tanto sottovalutati da questi adoratori del pentitismo, quando parlino di loro.
Motivi per i quali invito l’elettorato a votare Conte e gli altri candidati di Alleanza di Popolo allo scopo di aiutarci a sconfiggere la criminalità delle banche nonché coloro che, in ambito giudiziario, politico e mediatico, la rendono possibile.

Alfonso Luigi Marra

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