giovedì 18 marzo 2010

Nocera, perde il lavoro e si uccide davanti a casa

Nocera, perde il lavoro e si uccide davanti a casa

di Marco Tedeschi, l'Unità

Un colpo di pistola alla testa davanti casa, un rumore sordo esploso a distanza ravvicinata, poi la caduta a terra con il volto coperto di sangue: si è ucciso così Ciro Pellegrino, 47 anni, responsabile sicurezza di un market della catena Alvi di Nocera Inferiore, da alcuni mesi disoccupato perché licenziato dall'azienda in crisi. Nelle stesse ore, a pochi chilometri di distanza, nel Napoletano, un uomo di 59 anni, depresso perché senza lavoro, si stava impiccando nella sua camera da letto. In un giorno solo in Campania due vite spezzate dallo stesso motivo: la perdita del lavoro. Che da dramma si trasforma, purtroppo sempre più spesso, in tragedia.

A NOCERA
Sposato e padre di un ragazzo di 12 anni, Ciro Pellegrino era una persona tranquilla e benvoluta da tutti. Un grande lavoratore, ma ultimamente molto stressato per la vicenda del fallimento della catena di supermercati Alvi, la società gestita dalla famiglia dell'ex presidente della provincia di Salerno Angelo Villani. Lui era un ispettore di zona del gruppo, da alcuni mesi era rimasto senza lavoro a causa del crack dell'azienda. La difficoltà di non avere più un reddito e di convivere con una precarietà senza fine, ha spinto il 47enne all'estremo gesto. Per uccidersi ha usato una Beretta calibro 9x21 legalmente detenuta. Il colpo gli ha trapassato la testa dalla tempia destra alla sinistra. I colleghi di Pellegrino che da novembre sono senza stipendio hanno saputo del suicidio proprio mentre stavano facendo un sit-in di protesta davanti alla Prefettura di Salerno, dove era in corso un incontro tra sindacati, prefetto e una delegazione di lavoratori. Immediate le reazioni di commozione e di rabbia contro la famiglia Villani: "Ci stanno portando alla disperazione", hanno gridato i manifestanti. E' un dramma occupazionale, quello dell'Alvi, che si trascina ormai da molti mesi. Sono oltre mille gli operai in difficoltà. Che la situazione del gruppo non fosse solida, che ci fossero problemi finanziari era nell'aria già da tempo. Ma pare che ad accelerare il precipitare degli eventi sia stata la mancata ri-conferma di Villani alla Provincia. Questo avrebbe fatto perdere la fiducia degli istituti di credito di riferimento ma anche il peso politico per rimanere a galla. E dall'estate scorsa per la catena Alvi non c'è stata più pace: supermercati falliti e centinaia di dipendenti sul lastrico.


A NAPOLI
Il 59enne napoletano era un meccanico e ad un amico aveva confidato che aveva effettuato l'ultima riparazione un paio di settimane fa. La mancanza di un reddito certo e l'approssimarsi di un'età nella quale si va in pensione hanno evidentemente, secondo gli investigatori, accresciuto il suo stato di disagio e la sua disperazione. Il corpo dell'uomo, ancora in pigiama, è stato trovato dalla moglie, di ritorno dalla giornata di lavoro, nella stanza da letto: una corda stretta attorno al collo e ferite al petto e alla gola, a colpi di coltello che l'uomo si sarebbe autoinflitto. Una fine atroce: potrebbe essere morto dissanguato. Il corpo dell'uomo era stato ritrovato in un lago di sangue. Per alcune ore si era pensato anche a un possibile delitto (nella zona c'era stato recentemente un delitto dopo una rapina in casa), con il cappio usato come messinscena. Ma non c'erano né effrazioni né altri segni che lasciavano pensare alla partecipazione di un'altra persona sulla scena. Si tratta, quindi, di un dramma della precarietà e della miseria: Salvatore era piombato in una profonda disperazione dopo che aveva perso il suo lavoro di meccanico carrozziere e si «arrangiava» con lavoretti saltuari. Fino a quando non ha deciso di farla finita.

17 marzo 2010

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