domenica 10 maggio 2009

La finanza ha sottratto allo Stato il controllo monetario


A proposito di un articolo del prof. Stefano Zamagni apparso sull’ultimo numero di MicroMega del 2008: Egregio Direttore, non ricordo di aver notato sulla tua preziosa agenzia se qualcuno abbia scritto sull’intervento del Prof. Stefano Zamagni, apparso sull’ultimo numero di MicroMega del 2008, ma credo possa essere comunque utile proporre un passaggio del corposo articolo scritto dal Prof. Zamagni, professore ordinario di economia all’Università di Bologna, sul n°6 del citato bimestrale, a pag. 87. (Tratto da Stampa Libera)
Il Prof. Zamagni asserisce: “E’ risaputo che da quando è stata inventata la moneta, gli uomini si dedicano a produrre moneta falsa. Al tempo della circolazione metallica, questo avveniva frodando sulla quantità di metallo prezioso in essa contenuto; poi, con l’emissione sconsiderata di banconota; oggi con l’inflazione dei crediti. Come già aveva anticipato negli anni Quaranta del secolo scorso l’economista Jacques Rueff, il modo oggi raffinato di creare moneta falsa è quello di far partire una bolla speculativa. Alexandre Dumas, nel suo «Il tulipano nero», descrive con la penna del grande letterato e con grande anticipazione dei tempi, la meccanica della logica speculativa con riferimento alla prima grande bolla speculativa tra 1620 e 1630, nota come «febbre dei tulipani». Dopo secoli di tentativi vari, si può dire che il mondo della finanza è riuscito, almeno in parte, a sottrarre allo Stato e alla politica il potere di controllo monetario. Ecco perché la crisi in atto non troverà definitiva soluzione fino a quando la politica e il corpo sociale non riprenderanno in mano il governo dell’attività finanziaria, indirizzandola al suo fine naturale che è quello di porsi al servizio degli investimenti, della produzione, degli scambi. ”
Credo sia la prima volta che il prof. Zamagni faccia, sia pure en passant, una simile affermazione. E´ altamente auspicabile che il professore si possa esprimere anche sul tema del “signoraggio” che fa capo alle banche centrali, “creatrici” ex nihilo della cartamoneta, più precisamente banconota, nota della banca. Certamente, come scrive Zamagni, occorre che la politica ed il corpo sociale debbano rivendicare che sia lo Stato ad avere il potere di emettere i biglietti di Stato a corso legale e non continuare ad indebitarsi con la banca centrale, dando luogo al Debito Pubblico, ovvero credito privato a vantaggio della banca centrale. I cittadini privati sono detentori solo del dieci per cento dei titoli emessi dallo Stato, pag. 87 de “Il Sole 24 Ore - “I libri dell’esperto” collana “approfondimenti” - ottobre 2008.
La politica ed il corpo sociale, ne possono fare e, ben volentieri, a meno… del “servizio del debito pubblico”. La sola denominazione, di tale rapporto jugulatorio che lo Stato intrattiene, servilmente, con la banca centrale, mortifica i cittadini.
Liberisti e statalisti si facciano avanti, grazie!

Vittorio Soldaini
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Articolo tratto da http://www.stampalibera.com/?p=3211

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