INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO TRIBUTARIO 2011 Dalla Relazione del Presidente della CTR della Lombardia, Dr. Antonio SIMONE, 25 febbraio 2011 Per un giudice tributario professionale e a tempo pieno... Il compito del giudice tributario è divenuto, quindi, sempre più difficile ed impegnativo. Le conoscenze necessarie per dirimere questioni complesse, quasi sempre molto rilevanti sotto il profilo economico, si estendono a settori assai ampi, che spaziano dal diritto civile, al tributario, al commerciale, al processuale, all'economia aziendale, all'analisi dei bilanci, ecc... Le controversie relative ai tributi c.d. armonizzati, quali l'Iva, le imposte doganali, le accise, richiedono la conoscenza dei principi fondamentali dell'ordinamento comunitario, cui il giudice deve adeguarsi, provvedendo, se necessario, a disapplicare la norma nazionale che ad essi sia incompatibile. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato in occasione della Giornata celebrativa della Giustizia Tributaria il 25 marzo 2010 in Roma, ha ricordato che "i processi di crescita dell'economia in Italia, come altrove, rendono particolarmente complesso il rapporto tra fisco, cittadini e soggetti economici, richiedendo al giudice tributario competenze e sensibilità sempre più affinate". Il compito del giudice tributario, insomma, è tra i più complessi tra quelli assegnati alle varie giurisdizioni. L'attuale situazione non è, però, tale da soddisfare le istanze di giustizia dei cittadini contribuenti. Come è stato efficacemente osservato (F. Tesauro), una giurisdizione può essere anche supportata o sostenuta da magistrati onorari, ma non può essere esercitata solo da questi. Occorre passare al giudice professionale, che non soltanto assicuri preparazione, capacità e competenza, ma, soprattutto, dedichi tutto il suo tempo all'esercizio della giurisdizione tributaria. Attualmente, vi sono delle figure anche di assoluta eccellenza nei ranghi della magistratura tributaria, ma, avendo contemporaneamente altri impegni di lavoro o professionali, possono dedicare all'attività di giudice tributario, peraltro mal retribuita e quindi non incentivante, solo i ritagli di tempo che consente la loro normale occupazione. Un giudice tributario professionale ed a tempo pieno assicurerebbe alla giurisdizione tributaria uno standard di dedizione e preparazione pari a quello delle altre magistrature. Si può ipotizzare un reclutamento attraverso un concorso di secondo livello, come per altre magistrature, ed anche che una quota degli attuali giudici tributari, previa selezione in base ai titoli e ad una accurata valutazione delle capacità e competenze, venga stabilizzata ed immessa, a domanda, nei ruoli organici della magistratura tributaria professionale. L'importante è fare qualcosa, perché l'attuale composizione della magistratura tributaria non è più in grado di fronteggiare i compiti complessi e delicati che progressivamente le sono stati affidati. La magistratura tributaria da anni non si è più rinnovata ed alimentata con forze giovani: l'età media dei giudici tributari si avvicina ormai ai 66 anni. Fra qualche anno. tutti gli attuali giudici saranno collocati a riposo ed il sistema imploderà, lasciando cittadini sguarniti della tutela giurisdizionale in questo settore. Occorre, quantomeno. in difetto di un'auspicabile riforma organica, provvedere al più presto a bandire concorsi per il reclutamento di nuovi giudici, privilegiando elementi giovani, motivati e preparati. All'obiezione che il reclutamento di una magistratura professionale comporterebbe costi elevati, non sopportabili dalle attuali condizioni economiche del Paese, si può rispondere che sarebbero sufficienti 500-600 giudici a tempo pieno per fronteggiare il carico di lavoro dell'attuale previsione organica di 4.468 giudici tributari, con sostanziale parità di spese per le retribuzioni. Si potrebbe, inoltre, istituire il giudice tributario monocratico, almeno per il primo grado e per le controversie di valore economico inferiore ad una certa soglia, e rendere più razionale la distribuzione delle sedi giudiziarie nell'intero territorio nazionale, con soppressione, se non di tutte, almeno di gran parte delle sedi distaccate delle Commissioni Regionali e di quelle sedi con un carico di lavoro inadeguato, da accorpare agli uffici più vicini'. L'istituzione del processo telematico, che inspiegabilmente tarda ad essere introdotto proprio in quel tipo di processo scritto, qual è quello tributario, che meglio di ogni altro si presta allo scopo. potrebbe comportare ulteriori risparmi di spese, quanto meno in ordine alle notifiche e al coinvolgimento del personale di segreteria. Insomma, con poche e semplici innovazioni, si realizzerebbero consistenti risparmi e si attuerebbe una riforma istituzionale a costo zero. Ovviamente, come già accennavo nella relazione dello scorso anno, alla professionalità del giudice tributario, deve far riscontro un'adeguata competenza tecnica dei difensori delle parti in giudizio, che, fissando con le loro domande i limiti della controversia in un processo dominato dal principio dispositivo, devono poi essere in grado di sviluppare in maniera logica e coerente le argomentazioni, sia di carattere processuale che sostanziale, da sottoporre alla valutazione del giudice. Anche sotto questo profilo, la situazione attuale è largamente insoddisfacente, essendo troppo ampia la platea dei soggetti abilitati al patrocinio dinanzi le Commissioni: occorrerà, quindi, nell'auspicabile riforma del processo tributario, prevedere che le parti private siano rappresentate in giudizio da professionisti dotati di specifiche competenze, estratti esclusivamente dagli albi degli avvocati e dottori commercialisti, e che le Agenzie fiscali siano assistite, anche nei gradi di merito, da Avvocati del Fisco (gli advocati fisci dell'età imperiale romana), sul modello di quanto avviene per l'Avvocatura dello Stato e per quella dei maggiori Enti locali. |
domenica 27 febbraio 2011
Abnorme incostituzionalità dei giudici tributari
Abnorme incostituzionalità di giudici tributari stipendiati dal ministero, parte in causa del processo !
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