mercoledì 24 giugno 2009

I PECCATI DELLA BANCA VATICANA

Da: SVIZZERA Connection

I PECCATI DELLA BANCA VATICANA


I pagamenti alla Democrazia Cristiana erano di competenza dei due uomini di fiducia di Gardini, Sergio Cusani e Luigi Bisignani. La raccolta fondi per la quota di questa tangente passò per affari immobiliari fittizi di Gardini a Roma a carico della Montedison. I fondi così procurati figuravano in forma di cosiddetti CCT. I CCT sono obbligazioni di cassa della Repubblica italiana al portatore e avrebbero potuto compromettere i loro destinatari, mediante il numero di serie, se fossero stati venduti ad una banca. I democristiani insistettero per avere denaro contante. Poichè Cusani, l'uomo di fiducia di Gardini, aveva buoni rapporti con il Vaticano e con la banca vaticana IOR, il procuratore Di Pietro suppose che lo IOR avesse riciclato una parte delle tangenti Enimont, vale a dire cambiato i CCT in denaro contante. Nell'ottobre 1993 Di Pietro presentò al Vaticano una richiesta di assistenza giuridica. Senza grande speranza, in verità, perchè Pio Cipriotti, giudice supremo del Vaticano, non l’aveva mai concessa prima alla giustizia italiana. Già dopo il crollo del Banco Ambrosiano nell'anno 1982 il Santo Padre aveva rifiutato la collaborazione e aveva protetto Paul Marcinkus, l'arcivescovo a capo dello IOR, gravemente incriminato. Karol Wojtyla preferì vendere il Banco di Roma per la Svizzera, filiale IOR, alla SBG e rabbonire i creditori danneggiati dell'Ambrosiano con i 241 milioni di dollari così ricavati. (28) Nel 1987 il papa rifiutò una richiesta di estradizione a Milano dell'arcivescovo Marcinkus, richiamandosi ai patti lateranensi, stipulati con Mussolini nel 1929. Ma nel dicembre 1993 il Vaticano, suscitando lo stupore generale, ebbe un ripensamento e, per la prima volta nella sua storia, concesse assistenza giudiziaria all'Italia in un caso di corruzione. E si trattò di una sorta di confessione che rivelò che anche nella Banca vaticana si pecca. (29) Sergio Cusani aveva collaborato con Luigi Bisignani che fungeva, senza legami con altri, da intermediario con il Vaticano. Bisignani era una figura pittoresca: giornalista dell'agenzia ANSA, membro della P-2 e consigliere di Licio Gelli, lavorò più tardi come uomo di collegamento di persone potenti, come Giulio Andreotti, con il Vaticano. Era anche buon amico dell'amico di Andreotti Lamberto Dini, più tardi direttore generale della Banca d'Italia e presidente dei ministri italiano. Dal 1989 Bisignani lavorò anche come "consulente esterno" di Raul Gardini. Bisignani, Cusani e il manager della Ferruzzi Carlo Sama, trattarono con monsignor Donato de Bonis, presidente dello IOR, la fondazione dell'Istituto San Serafino con domicilio presso lo IOR. Scopo della fondazione doveva essere quello di versare ai partiti italiani e ad altre opere caritatevoli generosi contributi. Bisignani riempì la cassa della San Serafino con obbligazioni statali da riciclare. Una parte del controvalore delle obbligazioni lo ricevette dallo IOR in contanti. (30) I partner della trattativa erano in stretti rapporti anche a livello personale. Monsignor De Bonis aveva unito in matrimonio in Vaticano il manager della Ferruzzi con Alessandra Ferruzzi, la figlia erede del gruppo industriale. Dopo che si era dimesso da presidente dello IOR, nel settembre 1993, il papa nominò Monsignor De Bonis prelato dell'Ordine di Malta.

MERCHANTBANK CRAGNOTTI & PARTNERS

Abbiamo già appreso da alcune testimonianze che gli acrobati della finanza pensano volentieri per "strutture", che oltrepassano paesi e legislazioni, eludono governi e parlamenti. Non si preoccupano di limitazioni economico-politiche nazionali. Sono instabili come il capitale che le attraversa. Cambiano sempre nome, domicilio, forma giuridica e personale - in totale conformità con le esigenze del giorno. Ad una buona "struttura" si addicono amministratori leali perché bisogna sfruttare al massimo ogni pertugio. Al di là di tutti gli intrecci organizzativi, una "struttura" è una rete di persone e di fedeltà mafiose. Un esempio è la "struttura Cragnotti & partners". Sergio Cragnotti era un manager in carriera della Ferruzzi nel settore finanziario e negli anni '80 era considerato il braccio destro di Raul Gardini. Nel 1990 comprò alla Matsack UK Ltd. di Londra nella Dublino irlandese una società di comodo senza impiegati di nome Standuff Limited, nel cui consiglio di amministrazione egli entrò con il suo collaboratore Paolo Opromolla. Più tardi anche Giuseppe Berlini, tesoriere dei fondi neri Ferruzzi a Losanna, e Jean Marc Vernes, alleato di Gardini in Francia, entrarono nel consiglio di amministrazione Standuff. A metà del 1991 la Standuff cambiò nome in Cragnotti & Partners. Da Raul Gardini, Arturo Ferruzzi e Carlo Sama in giù, l'intero top management responsabile degli affari finanziari internazionali della Ferruzzi - Montedison entrò nel consiglio di amministrazione, non escluso l'uomo di fiducia di Gardini, Sergio Cusani .(31) Già nel febbraio 1991 Cragnotti aveva fondato a Lugano la Cragnotti & Partners, Services, con domicilio nello studio legale Sganzini & Partner. A questa società seguì nel marzo 1991 la Cragnotti & Partners Finance, pure a Lugano. Del consiglio di amministrazione della C & P Finance facevano parte l'allora consigliere nazionale ticinese FDP Geo Camponovo di Chiasso, l'avvocato Carlo Sganzini, il manager della Ferruzzi-Montedison Paolo Opromolla e il presidente della Curator, Giancarlo Cappello. (32) Presidente della Cragnotti & Partners Finance era Roberto Marziale, consigliere delegato della Montedison International a Viganello. Marziale era, allora, nonostante avesse appena 30 anni, un esperto specialista finanziario internazionale. Aveva cominciato nel 1984 come praticante presso la Ferruzzi Services a Ginevra, era passato nel 1987 alla Montedison Finance Lugano, prima di diventare presidente della Montedison International. Marziale era anche consigliere d'amministrazione di Fal NV (Curaçao), dove, nel 1993, si era prodotto il buco già descritto di 320 milioni di lire. Inoltre Marziale era presidente finanziario della filiale Enimont a Lugano-Viganello. Quando nell'estate 1993 le pustole purulente si aprirono e Cragnotti entrò a far parte dei sospettati nello scandalo Ferruzzi-Montedison (33), il più scaltro Marziale se ne era già andato alla C&P. Nel maggio 1991 era stata fondata la Cragnotti & Partners Capital Investment Luxemburg. Azionista principale di questa Joint- venture era la C&P ( Dublino) con il 45 %, inoltre quasi due dozzine di banche famose detenevano quote di minoranza: ad esempio lo Schweizerische Bankverein l '8,1 %, la Rabobank (Svizzera) il 6,1 %, il Banco di Napoli il 5,1 % e il Crédit Lyonnais il 3,7 %. Del consiglio d'amministrazione facevano parte Giuseppe Garofano, manager della Montedison-Ferruzzi, Roberto Michetti e Paolo Opromolla. Mancavano Gardini e Cragnotti, dopo la rottura di Gardini con la famiglia Ferruzzi. I consiglieri d amministrazione svizzeri erano l' avvocato di Lugano Lucio Velo, Robert Villiger, legato al Bankverein e Hans C. Schulthess, uomo della fiduciaria Fides (34). Che la C&P Capital Investment lussemburghese avesse grandi progetti, lo mostra l'entrata di Stanislas Yassukovich nel consiglio di amministrazione. Negli anni '70, Yassukovich era la superstar degli euromercati e divenne più tardi presidente dell'associazione londinese di categoria Securities Association. Egli avrebbe dovuto procurare credibilità e rispettabilità alla C&P a Londra. All'inizio del 1994, Yassukovich lasciò di nuovo la C&P.(35) La C& P ha retto al tifone Mani Pulite, anche se fortemente ridimensionata.

C'E' VITA DOPO ENIMONT?

Dopo aver comprato nel 1994 le aziende alimentari IRI Cirio Polenghi De Rica (conserve,latte), allora privatizzate, Cragnotti annunciò sulla stampa il suo ritiro dagli affari finanziari. Diventò un industriale romano e si dedicò all'incarico di presidente dell’AS (Associazione sportiva) Roma e al "Messaggero", un giornale che aveva rilevato dai Ferruzzi dopo il loro crollo. Cragnotti non ha tuttavia interrotto del tutto i rapporti con la C&P da lui creata. I tre procuratori della sua Cirio International BV, Amsterdam, filiale di Lugano, e precisamente Gianni Patuzzo, Daniele Poggi e Raffaele Riva, firmano tutti e tre anche come procuratori della C&P Finance (Lugano). Poggi è inoltre procuratore della succursale di Lugano della società Cragnotti Compagnia Mobiliare SpA a Roma. L' ex presidente della C&P Roberto Marziale ha dato le dimissioni e ha fondato la società finanziaria Sagres da lui presieduta. Consiglieri d'amministrazione della Sagres sono: Lucio Velo, consigliere d' amministrazione della C& P in Lussemburgo, il socio di Velo Andrea Balerna (direttore della TS Truster) e Brunello Donati (consigliere d'amministrazione della Atlantis di Friburgo). Del consiglio di amministrazione della Sagres fa parte anche Silvano Grassi (direttore della filiale di Lugano della Società Finanziaria Chimica, una filiale dell'Enichem). Con ciò risulta chiaro che l' ENI non nutre alcun risentimento nei confronti dell' ex manager della Ferruzzi-Montedison Marziale. Che il rapporto tra ENI e Montedison sopravvivesse anche alla terribile avventura Enimont, costata la vita a due grandi presidenti, Raul Gardini e Gabriele Cagliari, lo dimostra il consiglio d'amministrazione della C&P Services (Lugano). Qui sedevano tranquillamente uno accanto all'altra al tavolo delle sedute, alla fine del 1995, la rappresentante dell'Enichem Fiamma Bindella e l'uomo della Montedison Fabio Gaggini. Si scambiavano solo ricordi? Ci farebbe veramente piacere sapere che affari venivano qui trattati.

Note:

28) La SBG diede alla banca acquistata il nuovo nome di Banco di Lugano.

29) Oltre che nello scandalo Enimont, il Vaticano era implicato in altri affari di tangenti. Al centro c'era il corrotto cardinale Fiorenzo Angelini, nel cui ufficio il pittore comunista italiano Renato Guttuso, poco prima della morte, passò alla fede cattolica. Dal 1970 Angelini era responsabile del settore sanità in Vaticano ed era inoltre presidente dell'associazione italiana dei medici e dei farmacisti. Egli interveniva di volta in volta presso Duilio Poggiolini che, nel ministero italiano per la salute, era responsabile dell'accettazione dei farmaci. Le ditte farmaceutiche che lo corrompevano, ottenevano che le loro nuove medicine comparissero subito nella lista dei farmaci mutuabili. (vedi p.56 segg.)

30) Calvi, Fabrizio et Sisti, Leo: ‘Les Nouveaux Réseaux de la Corruption’ . Parigi, 1990, p.238

31) Companies Register, Dublino.

32) Il socio di Cappello Ernst Esslinger era revisore della Montedison International (Lugano).

33) Nel 1994 Cragnotti fu condannato in prima istanza a Ravenna per reati economici ad una breve pena detentiva. Già nel 1993 era stato escluso dal commercio nell'Ontario canadese per insider-trading.

34) Tribunal d' Arrondissement de et à Luxembourg, Registre du Commerce et des Sociétés

35) ”Financial Times”, 7.3.94

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