Da: SVIZZERA Connection
10 LUGANO - L'HINTERLAND DI BERLUSCONI
L'ascesa e la caduta di Silvio Berlusconi sono strettamente legate ai suoi affari non trasparenti sulla piazza finanziaria di Lugano. A metà degli anni '60 Berlusconi era un giovane speculatore immobiliare ambizioso, e il suo primo grande quartiere residenziale per 4.000 inquilini lo fece sorgere a Brugherio, a nord di Milano. Il capitale necessario arrivò dalla Svizzera. Socio occulto dell'impresa costruttrice di Brugherio (Edilnord società in accomandita Silvio Berlusconi e soci) era la Società finanziaria per residenze s.p.a. (Lugano), rappresentata dall'avvocato ticinese Renzo Rezzonico. La finanziaria svizzera fornì alla Edilnord il capitale, mentre Berlusconi in cambio di una percentuale sugli utili fornì la forza lavoro. (1) Subito dopo aver terminato il complesso di Brugherio, Berlusconi intraprese un progetto ancora più vasto: Milano 2, una città artificiosa, quasi fosse stata prodotta in provetta, per 10.000 abitanti nel sobborgo milanese di Segrate. L'impresa costruttrice era la società in accomandita Edilnord Centri Residenziali, Lidia Borsani e soci. La signora Borsani era una cugina di Berlusconi e fungeva da prestanome con una quota minima di capitale. Il 96 % del capitale era posseduto dalla S.p.a. svizzera per investimenti immobiliari in centri residenziali (Lugano), presieduta di nuovo da Renzo Rezzonico. (2) Il 2 febbraio 1973 Berlusconi fondò a Milano un'altra impresa di costruzioni, la Italcantieri. Le formalità necessarie furono sbrigate dal notaio Renato Pironi e dalla casalinga Elda Brovelli. Pironi operava in nome della Cofigen s.p.a. (Chiasso) e Brovelli in nome della Eti s.p.a. holding, pure di Chiasso. (3) L' Eti era stata fondata il 24 aprile 1969 da una ticinese e da due ticinesi: Ercole Doninelli, sua moglie Stefania Doninelli-Binaghi e Arno Ballinari.(4) La Signora Doninelli sottoscrisse 48 delle 50 azioni Eti a 1000 franchi per e in nome della Aurelius Financing Co. SA (Chiasso).(5) La Cofigen SA era una joint-venture della Banca della Svizzera Italiana (BSI) e della Banca privata di credito zurighese (PKB) (6). La BSI era allora controllata dalla statale Banca Commerciale Italiana, azionista di minoranza della BSI era Tito Tettamanti. Il cablaggio delle abitazioni di Milano 2 permise a Berlusconi di inaugurare agli inizi degli anni '70 per questo quartiere il canale TV via cavo Telemilano. Cominciò così la sua ascesa a dominatore incontrastato della TV italiana. Grazie alla sua alleanza con il maestro della loggia P2 Licio Gelli e con il segretario socialista Craxi, fece una carriera rapidissima. Alla P2 aveva aderito segretamente nel 1978 e il contatto con Craxi glielo aveva procurato l'architetto e intimo di Craxi, Silvano Larini. Nei decenni della sua ascesa Berlusconi coltivava rapporti con la Svizzera poco visibili all’osservatore esterno. Se si esclude il fatto che egli aveva preso in affitto a St. Moritz la villa del deposto scià di Persia.
OPERAZIONE MATO GROSSO
Nei rapporti di polizia ticinesi il nome di Berlusconi comparve a dire il vero all'inizio degli anni '90 ai margini dell'operazione Mato Grosso. Si chiamò così tra il febbraio e l'ottobre 1991 un procedimento istruttorio internazionale contro il traffico di cocaina in Brasile. Nel gennaio 1991 alla Migros Bank di Lugano, fallì una notevole operazione di riciclaggio di denaro di un cliente e fu arrestato il brasiliano Edu De Toledo. La procura federale, il comando di polizia e la procura ticinesi decisero di inviare in Brasile il commissario di polizia ticinese Fausto Cattaneo come investigatore in incognito. Nella relazione sulla sua missione nel paese sudamericano il commissario Cattaneo scrisse tra l'altro del narcotrafficante brasiliano Juan Ripoll Mary. Questo gli avrebbe parlato delle sue operazioni di riciclaggio con quattro società di Panama, rappresentate anche a Lugano, e a questo proposito avrebbe affermato: "Il denaro che arriva dall'Italia proviene dall'impero finanziario di Silvio Berlusconi"7). Con disappunto del commissario Cattaneo, Carla del Ponte e le autorità di giustizia e di polizia competenti non valutarono più di tanto queste e altre considerazioni e tutto fu silenziosamente archiviato. Questo nonostante il nome di Berlusconi fosse già emerso alcuni anni prima in margine ad un affare di riciclaggio: nel 1985 nell'ambito delle inchieste relative a Pizza Connection. Allora il procuratore italiano Antonio Di Maggio fece visita a questo proposito al collega Dick Marty di Bellinzona. All'incontro era presente anche il commissario Cattaneo.
MANI PULITE COLPISCE BERLUSCONI
Berlusconi e il gruppo Fininvest riuscirono ancora a superare in qualche modo la prima fase delle inchieste milanesi sulle tangenti, tra la fine del 1992 e la fine del 1994. Nonostante numerosi procedimenti a suo carico per diversi reati economici e nonostante la condanna di suo fratello Paolo per corruzione, nel marzo 1994 Silvio Berlusconi fu eletto presidente del Consiglio dei ministri. Nel corso dei suoi otto mesi a Roma Berlusconi fece il possibile per sabotare il lavoro della giustizia milanese, cosa che alla luce degli avvenimenti successivi si capisce fin troppo bene. Alla fine del dicembre 1994 il suo tempo come presidente del Consiglio era in definitiva scaduto. Già il 5 dicembre 1994 il procuratore Carla del Ponte aveva ordinato due perquisizioni domiciliari a Lugano motivate da procedimenti d' assistenza giuridica della procura di Milano: una alla Fininvest Service a Lugano-Massagno e una alla banca Arner di Lugano. La Fininvest di Berlusconi era sospettata di aver corrotto la polizia finanziaria , per evitare un controllo fiscale della contabilità.(8) Come consueto in casi del genere, gli avvocati di Berlusconi, sollecitati da Pier Felice Barchi, consigliere d'amministrazione della Fininvest Service (Lugano-Massagno), fecero subito ricorso. La grande importanza che la filiale Fininvest ticinese riveste per la centrale di Milano appare chiara se si considera la composizione d' alto livello del consiglio di amministrazione. Presidente e delegato era Giancarlo Fiscale , cugino di Berlusconi e uno dei suoi manager più importanti. Membri erano l'avvocato Barchi, l'ex moglie di Foscale Canda Camaggi e i due fiduciari ticinesi Giorgio Ferrechi e Mario Postizzi.(9) Ma questa volta la grandine dei ricorsi della Fininvest non servì a nulla. L'8 dicembre 1995 il tribunale federale li respinse tutti, e l’intero materiale sequestrato nelle perquisizioni andò a Milano. In seguito i procuratori milanesi analizzarono i documenti provenienti dalla Svizzera e estesero le loro ricerche a Londra e a Montecarlo. Il 16 aprile 1996 irruppero nello studio legale londinese di David Mc Kenzie Mills, che da 16 anni era rappresentante legale della Fininvest a Londra. Sequestrarono la documentazione sull' impero offshore della Fininvest. Soprattutto cercarono informazioni sulla società All Iberian , che Foscale aveva fondato a Jersey nel canale della Manica. Questa società sarebbe stata usata per pagare una tangente di dieci miliardi di lire di Berlusconi a Bettino Craxi.(10) Il 16 maggio 1996 il management finanziario Fininvest, composto di sette persone, venne arrestato a Milano e a Montecarlo, tranne Giancarlo Foscale che presentò un certificato medico. Restò in libertà la direttrice amministrativa della Fininvest Services a Lugano, Candia Camaggi, perchè i reati economici che le venivano imputati, non erano in Svizzera motivo sufficiente per arrestarla. Mario Vanoni, direttore della tesoreria Fininvest a Montecarlo, si sottrasse al carcere con la fuga. Le accuse del giudice istruttore si rivelarono pesanti: "Gli imputati Berlusconi, Foscale, Gironi, Camaggi, Scabini, Moranzoni e Zenoni hanno falsificato in modo fraudolento il bilancio consolidato del gruppo Fininvest dal 1989 al 1995" (11). Si tratta dell'impero offshore,composto di circa 50 società in Svizzera, Lussemburgo, Panama, Malta, Inghilterra e Isole Vergini britanniche che la Finivest secondo l'accusa gestiva come contabilità parallela in nero. Dopo le prime valutazioni i revisori contabili della procura pervennero ad una cifra di 300 milioni di dollari, di cui 91 miliardi di lire destinati alla corruzione di partiti e politici. Inoltre 150 milioni di dollari giunsero attraverso la società offshore Natoma allo speculatore immobiliare milanese Renato della Valle 12). Questo pagamento ebbe l' effetto di materiale esplosivo. Della Valle aveva infatti appena comprato il 32% della stazione televisiva Telepiù di Berlusconi ,che le nuove leggi italiane sui media costringevano a vendere. Questo pagamento destò il sospetto che Berlusconi facesse una finta vendita. Si sparse allora anche la voce che la Natoma di Berlusconi avesse pagato alla Arner SA (Lugano) molti miliardi di lire sul conto 60028 di questa società presso la Vereinsbank International (Lussemburgo). Ciò che successe con questo denaro è oggetto di indagine. Nel consiglio di amministrazione della Arner SA (Lugano) erano presenti l'italiano Paolo Del Bue e il ticinese Nicola Bravetti (13). La società era parte di un intero gruppo di società dello stesso nome ( Arner Fiduciaria, Arner Merchant, Banca Arner) al cui vertice accanto a Del Bue operava l'italiano Ivo Sciorilli Borrelli. Il gruppo Arner era attivo nel business offshore e comparve nelle liste di questo settore. (14) La Banca Arner, nave ammiraglia del gruppo Arner, può rivendicare per sè l'ambiguo record svizzero di essere stato perquisito dalla polizia nell'ambito di una richiesta di assistenza legale il 5- 12- 1994. Come presidente dell'Arner Paolo Del Bue e Ivo Sciorelli Borelli avevano ingaggiato lo specialista dell'offshore Lucio Velo (15). Vicepresidente divenne Borelli , mentre il consiglio di amministrazione era completato dai due ticinesi Giovanni Giacomo Schraemli, un ex direttore della BSI , da Nicola Bravetti e dall'avvocato di Zurigo Johannes Stolba.(16)
GIUDICI ROMANI CON CONTI BANCARI A LUGANO
Il 12 marzo 1996 furono arrestati a Roma Renato Squillante e Attilio Pacifico (17). Il procuratore di stato Squillante era il capo supremo di tutti i giudici istruttori e Pacifico un avvocato famoso. Gli arresti avvennero in seguito alle dichiarazioni di Stefania Ariosto. Era l'ex fidanzata dell'avvocato Vittorio Dotti, uno dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi. Già nel luglio 1995 la Ariosto, pseudonimo "Omega", aveva cominciato a fare rivelazioni, destinate a influenzare il corso della politica italiana. Le sue accuse portano alla conclusione che gli avvocati romani Cesare Previti e Attilio Pacifico corrompevano i giudici e gli avvocati di Roma nell'interesse di Berlusconi. Previti era un suo vecchio amico fidato ed era stato anche il suo ministro della difesa. Più tardi le inchieste si allargarono ad otto alti funzionari romani dell'ordine giudiziario. (18) Il controllo più stretto cui fu sottoposto l'avvocato Attilio Pacifico, collaboratore del presidente dei giudici istruttori, mise in moto un nuovo scandalo, che sottolineò la credibilità della testimone Ariosto. Pacifico fu sospettato di avere incassato insieme con i due avvocati Giovanni Acampora e Cesare Previti dall'industriale Nino Rovelli una tangente di 67 miliardi di lire, per corrompere i giudici che esaminavano la denuncia di Rovelli contro la banca di stato IMI. Pacifico e Acampora furono arrestati a metà maggio 1996, Previti restò in libertà grazie all’immunità parlamentare di cui godeva in quanto presidente del gruppo di Forza Italia in senato.
IL CASO IMI-SIR
Il caso IMI/ SIR, che porta a tutti questi arresti, è una storia italiana di corruzione di dimensioni epiche, in cui diviene particolarmente evidente anche il ruolo della Svizzera quale hinterland e scialuppa di salvataggio dei protagonisti. Gli inizi risalgono alla metà degli anni '60: Nino Rovelli, un protetto del presidente del Consiglio Giulio Andreotti, incassò elevate sovvenzioni quando promise di portare in Calabria posti di lavoro con la sua azienda chimica SIR. Ma non se ne fece nulla. Mentre Rovelli diventava sempre più ricco, la SIR passava da un flop all'altro e nel 1978 fece clamorosamente bancarotta. Si giunse ad un processo contro Nino Rovelli. Per sottrarsi ad un ordine d'arresto nel 1980 egli fuggì in segreto a Zurigo con la sua famiglia. Ma il suo protettore Andreotti continuò a dargli manforte e nel 1982 l' ordine d'arresto fu revocato. Rovelli portò in giudizio a sua volta la banca ipotecaria statale IMI (Istituto mobiliare italiano), che aveva fatto fallire la SIR, quando non aveva più pagato gli interessi. Seguì una controversia giuridica protrattasi per dodici anni che si concluse all'inizio del 1994 con la condanna dell'IMI che dovette pagare agli eredi di Rovelli, morto a Zurigo nel 1990 di infarto miocardico, nientemeno che 590 milioni di franchi. Poiché l'IMI non disponeva degli spiccioli necessari, lo stato si assunse l'onere del pagamento: 100 milioni passarono come tassa nelle casse statali del Canton Ticino. Nel marzo 1996 i procuratori trovarono nell'agenda di Pacifico tracce di incontri con Felice Rovelli, figlio di Nino Rovelli. Poi i procuratori di Milano interrogarono a Berna l’8 maggio 1996, chiamando a consulto Carla del Ponte, Felice e sua madre. I due eredi di Rovelli dichiararono di aver pagato ai tre avvocati romani 67 miliardi di lire di tangenti, 21 a Previti, 13 ad Acampora, e 33 a Pacifico. In cambio i tre, grazie ai loro buoni rapporti con l'alta burocrazia giudiziaria, si adoperavano per un esito favorevole del processo contro l'IMI.
LA FINE DI BERLUSCONI
Nell' aprile 1996 Forza Italia perdette le elezioni. All'inizio di luglio Berlusconi fu messo sotto accusa insieme con il suo più importante manager finanziario, per pagamento di tangenti a Craxi e falso in bilancio alla Fininvest. E contemporaneamente Cesare Previti, il suo più autorevole collaboratore in Forza Italia, si sottrasse alla carcerazione preventiva per grave sospetto di corruzione, solo grazie all'immunità parlamentare. Con ciò si annunciò nell'estate 1996 la fine del sogno di Berlusconi di una seconda presidenza del Consiglio.
Note:
1) Ruggeri, Giovanni e Guarino, Mario: ‘Berlusconi, Showmaster der Macht’ (‘Berlusconi, Showmaster del potere’) Berlino, 1994, p.36
2) Il 96 % del capitale di questa società lo deteneva la filiale di Lugano della Discount Bank Overseas (Ginevra), che appartiene alla famiglia Recanati (Israel Discount Bank). Negli anni '50 e '60 era la più grande banca straniera della Svizzera finchè fu superata dalla Trade Development Bank di Edmond Safra. Edmond Safra e i Recanati controllano insieme la Fibi Bank israeliana.
3) Ruggeri, Giovanni e Guarino, Mario, op. cit., p.42
4) Nell'ufficio del notaio Ercole Doninelli, a Chiasso, fu fondata nel 1956 anche la Fimo, della quale egli rilevò più tardi una quota di capitale del 25 %. Vedi p.23 segg.
5) Atti costitutivi dell'Eti, Registro commerciale di Mendrisio. La Aurelius Financing Co. Aurelius fu fondata a sua volta l'11 aprile 1992 ed era controllata per il 95% dalla Interchange Bank (Chiasso). Per l'Interchange vedi la nota a p.53.
6) La Privat Kredit Bank era controllata per l'83% dalla Compagnie de l'Occident pour la Finance et l'Industrie (COFI), una joint-venture della BSI con il banchiere privato di Ginevra Robert Leclerc e la società finanziaria italiana Milano Internazionale.
7) Cattaneo, Fausto: Rapporto di Segnalazione sull'inchiesta Mato Grosso. Bellinzona, 27 novembre 1992, p. 18 segg.
8) A questo proposito cominciò a Milano un procedimento giudiziario che tuttavia il giorno stesso fu rimandato a tempo indeterminato.
9) Il 94% del capitale azionario di un milione di franchi si trovava presso la Fininvest Servizi SpA ( Milano), il 5% della Fininvest Service (Lugano) alla Discount Trust Company SA Lugano ( che negli anni '60 con il suo vecchio nome Discount Bank Overseas aveva contribuito a finanziare l'ascesa di Berlusconi). L'ultima percentuale era presente alla Suprafid SA (Lugano), a cui partecipavano per metà la Discount Trust Company SA e per metà l'avvocato Renzo Rezzonico (Rezzonico aveva presieduto a metà degli anni '60 le prime società finanziarie di Berlusconi. Negli anni '90 faceva parte, insieme con il consigliere d'aministrazione della Fininvest Servizi Lugano Giorgio Ferrechi, del consiglio di amministrazione della Allfinanz AG [Zug] e della Precicast [Novazzano]
10) "L'Espresso", 30.5.96. Il processo contro Berlusconi, Craxi e altri imputati per finanziamento illegale dei partiti e falso in bilancio fu fissato per il 21 novembre 1996.
11) "L' Espresso", 23. 5. 96
12) "L' Espresso", 30. 5. 96
13) Paolo Del Bue era anche consigliere d'amministrazione del giornale finanziario "Milano Finanza".
14) Attraverso la sua affiliata Wedel Holdings a Tortola (Isole Vergini britanniche) la Banca Arner era collegata per affari con il re dell' offshore Hoogewerf del Lussemburgo. Insieme con la società di Hoogewerf Wenham Ltd. (Douglas, Isle of Man) la Wedel Holdings aveva partecipazioni alle 4 società lussemburghesi Etairoi Holding SA, Carib Holding SA, Caribbean Estate Company SA e Caribbean Hotel & Resort SA.
15) Nel corso degli anni '70 Lucio Velo aveva studiato legge a Ginevra e aveva fatto il praticantato di avvocato nello studio Tettamenti & Spiess. Più tardi si rese professionalmente indipendentee nel 1985 fondò tra l'altro il gruppo TS Truster (il 96% del capitale azionario della TS Truster era stato sottoscritto dalla Midgen Corp. Panama, nel cui consiglio di amministrazione erano presenti i due manager Fidinam Markus Binggeli e Christian Durussel). All'inizio degli anni '90 Velo fece la sua comparsa nel consiglio di amministrazione della Cragnotti & Partners in Lussemburgo, una banca offshore di Sergio Cragnotti, allora mano destra del presidente della Ferruzzi Raul Gardini (vedi cap. 9).
16) Stolba faceva parte anche del consiglio di amministrazione della Banque de Patrimoines Privés (Ginevra)- vedi anche pag. 191 segg.
17) La giustizia italiana supponeva che Squillante e Pacifico avessero usato per le tangenti i loro conti presso la Società Bancaria Ticinese (SBT, Bellinzona). Alle richieste di assistenza giuridica ricevute la SBT aveva risposto con ricorsi. Ma il direttore della SBT Resinelli aveva sottovalutato la risolutezza della procura milanese. All'inizio del luglio 1996 il procuratore Gherardo Colombo mise agli arresti domiciliari per una settimana Resinelli, che stava trascorrendo le ferie nella sua villa a Porto Cervo in Sardegna.
18) Precisamente ad Antonio Pelaggi, Tommaso Figliuzzi, Raffaele Fiore, Fabio Mondello, Michele Coiro, Raffaele de Luca Comandini, Vittorio Mele, Giorgio Santacroce, Orazio Savia, Ivo Greco.
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