giovedì 3 dicembre 2009

Alla Goldman Sachs hanno paura

Alla Goldman Sachs hanno paura e i dipendenti chiedono porto d'armi

di Chiara Zamin, www.ilsole24ore.com


2 dicembre 2009
Goldman Sachs

Arrabbiati e' troppo poco. Forse i termini imbestialiti, furiosi, potrebbero calzare meglio per descrivere lo stato d'animo dei contribuenti americani dopo il crollo di Wall Street del 2008 e i bailout federali che sono conseguiti per risollevare le sorti dei grandi gruppi finanziari. A rimpolpare la rabbia e' ora pero' il veder finire le proprie tasse sottoforma di bonus aziendali destinati ai dipendenti degli stessi gruppi. E' una collera pubblica, quella che potrebbe scatenarsi contro i dipendenti del gruppo Goldman Sachs. Loro ne sono ben consapevoli, quindi a scopo precauzionale, si comprano le armi. Non e' la trama di un far west ambientato nel 2000 ma la storia raccontata dalla columnist di Bloomberg News, Alice Schroeder che racconta di un suo amico e dipendente della Goldman, che ha presentato richiesta alla polizia per la licenza del porto d'armi, utilizzando come credenziale il nome "Goldman Sachs". Sebbene non sia per nulla semplice e automatico nello stato di New York ottenere un permesso per acquistare un'arma, sembra che il caso non sia l'unico. L'amico che rivela questa informazione alla columnist racconta di diversi senior della Goldman che si stanno rifornendo di pistole per difendersi, "nel caso in cui qualche populista malintenzionato si azzardasse a fare irruzione nella loro sede". Alice Schroeder, autrice di "The Snowball: Warren Buffett and the Business of Life" , e fra l'altro ex manager della Morgan Stanley, ha contattato il portavoce della Goldman Sachs per chiedere spiegazioni ma non ha ricevuto risposta.

Il dipartimento di polizia invece le ha detto: alcuni dipendenti di Goldman Sachs hanno l'autorizzazione al porto d'armi ma ci vorra' del tempo prima di sapere i loro nomi. Possedere un'arma commenta la giornalista, non significa necessariamente essere nelle condizioni di riuscire a difendersi al momento dell'aggressione. Forse i dipendenti di Goldman si stanno lasciando contagiare dalla stessa mania di persecuzione che aveva colpito Lloyd Blankfein, chief executive officer della banca il quale, alla vigilia del collasso della Bear Stearns, aveva chiesto alle autorita' locali l'autorizzazione per installare un cancello di sicurezza nella sua villa.

Sebbene molti a Wall Street siano preoccupati per le eccessive differenze di reddito e concordino nel ritenere ingiusto l'attuale sistema finanziario, non significa necessariamente che per solidarieta' nei confronti della povera gente, si trasferiscano nelle roulotte. La storia dell'acquisto di armi da parte dei dipendenti della Goldman, incalza la columnist, e' l'emblema della mentalita' "wallstreetiana", di coloro a cui piace pensare che sebbene siano stati aiutati, rimangono dei veri duri, dei Clint Eastwoods della finanza, con in una mano un pugno di dollari e nell'altra la pistola "L'ultima cosa che vogliono" conclude la Schoreder, "e' essere pagati equamente".


2 dicembre 2009

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