LA GRANDE CAMPAGNA DENIGRATORIA
Sulla campagna internazionale che il capo dell'American Express Jim Robinson condusse dal 1986 fino al 1989 contro Safra il reporter del “Wall Sreet Journal” Bryan Burrough scrisse un libro di 500 pagine dal titolo: ‘Vendetta - La campagna diffamatoria dell'American Express contro il concorrente Edmond Safra’. (20) Il libro comincia con la frase: "Il finanziere internazionale Edmond Safra fu accusato di essere implicato in numerosi delitti di riciclaggio di denaro sporco fino al delitto su commissione. Per quanto ho potuto riscontrare nelle mie ricerche si tratta di pure calunnie". Secondo Burrough "tutte le dicerie di narcotraffico "si basano solo su pettegolezzi intorno alla famiglia di bancheri levantina tradizionalmente discreta, generati da "antisemitismo e invidia per le ricchezze di Safra". Per Burrough "il problema d'immagine di Safra nasce dal tradizionale impegno della famiglia di banchieri in due branche d'affari considerate sospette da numerosi osservatori occidentali: le operazioni bancarie svizzere e il commercio d'oro." In breve: Non è sospetto Safra ma la piazza finanziaria Svizzera. Nel tentativo di difendere Safra, lo zelante reporter dello “Wall Street Journal” è divenuto critico involontario della piazza finanziaria Svizzera. Se si segue coerentemente la logica di Burroughs, le figure sospette non sono da cercarsi nell'ambiente di Safra, ma piuttosto nel suo elitario ambiente svizzero. Tutte colonne portanti della migliore società ginevrina: Nel 1982 facevano parte del consiglio di amministrazione della TDB ad esempio l'ex direttore del Bankverein Giuliano Pelli e il consigliere d'amministrazione di Merkur Robert Baur. Gli avvocati ginevrini di Safra erano nomi famosi come Pierre Guinaud (21), Marc Bonnant (22), Charles-Andrè Junod (23) e Jean-Pierre Jacquemoud.(24) Anche se l'autore di ‘Vendetta’ documenta in modo del tutto attendibile la massiccia campagna denigratoria di American Express, il suo libro resta una difesa acritica di Edmond Safra. E non meraviglia affatto che gli sia stato rimproverato di scrivere al soldo del finanziere. L'argomentazione unidimensionale assomiglia all'arringa di un avvocato per il suo cliente. Sebbene Safra non avesse bisogno di quest'arringa: il capo dell'American Express Jim Robinson si scusò personalmente per la campagna denigratoria - di cui sostenne di non aver saputo niente - e versò 8 milioni di dollari a enti assistenziali indicati da Safra. L'unilateralità di Burrough gli impedisce ad esempio di rilevare che la vendita della TDB all'American Express può essere stata una cosa combinata fin dall'inizio. Il manager dell'American Express che aveva arrangiato quest'affare, Peter Cohen, lavorava prima e dopo per Safra.(25) E' possibile che egli abbia spinto i capi dell'American Express ad acquistare la TDB nell'interesse di Safra. Sebbene questa banca come nessun'altra, in ultima analisi fosse a misura del suo fondatore e guida, Edmond Safra. "Nella sua banca Edmond è presidente, giudice e giuria", scriveva ad esempio la rivista economica "Business Week".(26) La lealtà di Safra nei confronti dei suoi dirigenti spesso sefarditi era leggendaria; quando qualcuno aveva problemi poteva contare sul capo. I dirigenti a loro volta ripagavano, come è comprensibile, con un grande attaccamento. Stando così le cose, sarebbe comprensibile che una volta che Safra aveva incassato il prezzo d'acquisto dall'American Express, i dirigenti fedeli tornassero dopo un certo periodo di nuovo dal loro vecchio capo. E come l'esperienza insegna, i clienti delle banche tendono a seguire gli amministratori patrimoniali a loro noti. Come detto, questa è solo un'ipotesi. Ma in un libro di 500 pagine meriterebbe di venir analizzata.
SAFRA RESTITUISCE IL COLPO
E' un fatto che quasi cento dei più importanti quadri della TDB abbandonarono la TDB-American Express. Basti qui citare oltre al direttore generale Michel Cartillier con la segretaria, il direttore dell’elaborazione elettronica dei dati (EED) Hans Hofer per esempio, il capo contabile Claude Frossard, il manager del sistema Costakis Plastiras e l'esperta tributaria Claire Favre. Si concentrarono alla Prochimex SA in Rue François Billot. Nello stesso edificio aveva il suo studio anche l'avvocato di Safra, Jean-Pierre Jacquemoud.(27) La segretaria di Cartillier e altri tre disertori dall'American Express lavoravano alla Rasmal Finance SA, del cui consiglio d'amministrazione faceva parte lo stesso Jacquemoud. All'inizio del 1987 venne a mancare alla TDB-American Express una serie di atti che documentava i più importanti sistemi di computer e di comunicazione della TDB. Il 23 marzo 1987 il presidente della TDB-American Express Bob Terrier fece denuncia contro ignoti per furto. Il procedimento si insabbiò. Il 31 agosto 1987 l'American Express intentò un'azione contro Edmond Safra presso la commissione confederale delle banche. Lo accusò di contravvenzione sistematica al divieto di concorrenza, di portar via il personale altrui per la sua nuova banca e richiese che fosse vietato a Safra di aprire un’altra banca in Svizzera. Non avrebbe offerto alcuna garanzia di una gestione irreprensibile dell'impresa. La commissione delle banche respinse il ricorso.
Note:
20) Burrough, Bryan:’ Vendetta. American Express and the Smearing of Banking Rival Edmond Safra’, Londra ,1992
21) Pierre Guinod (nato nel 1907), a lungo presidente onorario dell' "Ordre des Avocats de Genève", lavorava dal 1956 per Safra, allorchè la Sudafin, stadio precedente della TDB, era ancora una operazione finanziaria secondaria.
22) L'avvocato difensore e autorità superiore di giustizia (Justizoberst) Marc Bonnant annoverava tra i suoi clienti oltre a Safra anche il capo della Sasea Florio Fiorini e il maestro della loggia P2 Licio Gelli.
23) Charles-André Junod divenne più tardi consigliere d'amministrazione della Republic Bank of New York (Svizzera).
24) Jean Pierre Jacquemoud, membro con funzioni direttive del PPD, faceva parte del consiglio d'amministrazione della Republic National Bank of New York (Svizzera). Dal 1989 al 1991 Jacquemoud fu membro del consiglio di amministrazine della Republic New York Corporation Air Transport, quella società che comparve nello scandalo Iran-Contra. Dell'apparizione della Republic Bank of New York in quest'affare si parla più tardi. Jean-Pierre Jacquemoud sedeva nel consiglio d'amministrazione della Finanziaria di Ginevra Atlanticomnium SA, in cui erano rappresentati anche Anthony Jack Smouha, Richard Smouha e Georges Fiechter. Anthony Jack e Richard Smouha sono sefarditi con cittadinanza inglese residenti a Ginevra. Il fratello di Richard Smouha è Brian Smouha, partner della grande ditta a gestione fiduciaria Touche Ross & Co., dove egli dirige il Forensic Department (Sicurezza d'esercizio e polizia aziendale interne ed esterne). Brian Smouha era stato liquidatore dell'Ambrosiano Holding Luxembourg e della BCCI Holding Luxembourg. Georges Fiechter faceva parte dal 1987 del consiglio d'amministrazione della MKS Finance SA di Ginevra, in precedenza Shakarchi Mahamoud SA, casa madre del gruppo Shakarchi in Svizzera. I Shakarchi, trasferitisi da Beirut a Ginevra, erano stati a lungo grandi clienti della TDB di Safra. La consigliera federale Elisabeth Kopp fu costretta a ritirarsi, perchè aveva ammonito suo marito Hans Kopp che la Shakarchi Trading AG Zürich, del cui consiglio d'amministrazione Hans Kopp faceva parte, era stata nominata in un rapporto interno di polizia. Dal 1987 al 1990 Fiechter fece parte anche del consiglio d'amministrazione della Middle East Bank SA (Mebco Bank) di Ginevra. La Mebco è controllata dalla Socofi SA ginevrina, controllata a sua volta dalla famiglia libanese Halabi, originaria di Aleppo.
25) Dopo che Cohen aveva rotto con il capo dell'American Express Jim Robinson, cominciò a sondare il terreno da Safra. Alcuni mesi più tardi passò con alcuni uomini della Shearson-Lehman a Republic New York di Safra.
26) "Business Week", 7. 3. 94.
27) La moglie di Jacquemoud, Laura, è giudice istruttore a Ginevra.
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