domenica 28 giugno 2009

LA LOGGIA MASSONICA SEGRETA P2

Da: SVIZZERA Connection

13 LA LOGGIA MASSONICA SEGRETA P2

In Italia le teorie del complotto sono tradizione. Una particolare cultura del sospetto, detta "dietrologia", produce di continuo infinite analisi e speculazioni più o meno fondate su forze che manovrano dietro le facciate: logge e associazioni maschili segrete, la cui azione resta sconosciuta ai non illuminati e ai non iniziati, il mondo oscuro delle società segrete, della mafia, del terrorismo, membri dei servizi segreti deviati, sétte e ordini religiosi fino alle cordate corrotte che si formano in economia e in politica. I sobri abitanti dei paesi del nord giudichino pure tutto ciò illusione e paranoia, ma è un dato di fatto che prima di Mani Pulite sia le inchieste della Giustizia che le rivelazioni dei media in questo ambito finivano di regola con l'insabbiarsi e scomparire. La loggia massonica segreta Propaganda Massonica Due (P2) ha, a questo proposito, una posizione particolare tra le società segrete. Nel 1981 perse improvvisamente il suo status di ente segreto, dopo che la lista dei membri era divenuta pubblica. Le conseguenze furono drammatiche. I resoconti dei media in tutto il mondo sui nomi di grande rilievo della loggia produssero in Italia una grave crisi di stato. Il governo dovette dimettersi, il gran maestro della P2 Licio Gelli fuggì in Uruguay e la loggia fu chiusa per legge. Nell'esplosiva lista dei nomi (1) si era imbattuta il 17 marzo 1981 un'unità della guardia di finanza comandata dal colonnello Bianchi, allorchè nel corso delle indagini contro Michele Sindona, banchiere della mafia e membro della P2, perquisì a Castiglion Fibocchi presso Arezzo anche Villa Wanda del maestro di loggia della P2 Licio Gelli. Bianchi resistette ai massicci tentativi di intimidazione del suo superiore (il generale della guardia di finanza e membro della P2 Orazio Giannini) e non nascose la sua scoperta. Secondo la lista, la loggia contava 972 membri altolocati.(2) Tra questi c'erano tre ministri, tre segretari di stato e 43 deputati al parlamento di diversi partiti. E vi comparivano inoltre 43 generali e otto ammiragli, incluso l'intero stato maggiore, tutti i capi dei servizi segreti civili e militari, numerosi generali dei carabinieri, alcuni generali della guardia di finanza, i capi di polizia delle quattro più grandi città d'Italia così come numerosi alti funzionari e diplomatici di tutti i ministeri. Erano rappresentati anche capitani d'industria quali Silvio Berlusconi, il presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi, il banchiere della mafia Michele Sindona e il banchiere privato e consigliere del Vaticano Umberto Ortolani. E non mancavano rappresentanti della stampa come l'allora editore e caporedattore del "Corriere della Sera, il direttore del telegiornale di RAI 1 e il più importante conduttore della RAI, Maurizio Costanzo.


COSPIRATORI RIVOLUZIONARI?

Per far luce sullo scandalo della P 2 il parlamento istituì una commissione d'inchiesta, composta di 43 persone, sotto la guida di Tina Anselmi, deputato al parlamento ed ex ministro della salute, che terminò i lavori nel 1984, dopo trenta mesi. Il rapporto sull'inchiesta occupa 58 volumi e 34.487 pagine. La commissione pervenne alla conclusione che la P2 era un gruppo di cospiratori che preparavano un colpo di stato e volevano rovesciare l'ordine costituzionale. La P2 era diretta da un gruppo sconosciuto, con Gelli in funzione di mediatore tra i membri. Questo riconoscimento la commissione dell' Anselmi lo visualizzò mediante due piramidi, che si toccano al vertice. I 972 nomi della lista erano da collocarsi nella piramide inferiore, mentre la superiore capovolta simboleggiava il gruppo sconosciuto degli uomini oscuri. Da quest’ultima Gelli, che si trovava nel punto di contatto dei due vertici, avrebbe ricevuto gli ordini. Una minoranza della commissione Anselmi analizzò la P2 in modo completamente diverso. Ad esempio Massimo Teodori del Partito Radicale (nel frattempo scomparso). "Gelli e la sua loggia erano parte integrante del regime e non avevano assolutamente bisogno di cospirare" (3) - sostenne. Secondo Teodori la P2 viveva in perfetta simbiosi con l'apparato statale. Ciò permetteva ai detentori del potere dello stato di imporre decisioni, in maniera più efficiente, nell'ambito della struttura parallela P2, sgravata da problemi di legittimazione democratica, che mediante il lento apparato statale. I comunisti del PCI, coinvolti nel corrotto sistema dei partiti d'allora, Teodori li vedeva come utili idioti che, senza esser presenti nella struttura della P2, avrebbero tollerato il gioco di Gelli per un perverso interesse personale. A parere di Teodori, la commissione Anselmi, controllata dai partiti al governo, aveva soprattutto lo scopo di sacrificare Gelli e alcuni degli altri fratelli della P2, solo per proteggere il capo della DC Giulio Andreotti e non di meno Craxi, il segretario dei socialisti, e mantenere in vita il sistema corrotto dei partiti. In effetti la commissione Anselmi aveva sorvolato sulla sospetta vicinanza di Andreotti e Craxi alla P2. (4) Andreotti aveva sempre negato di aver mai conosciuto Gelli, finchè comparve infine sulla stampa una foto che lo mostrava insieme a Gelli in occasione dell'entrata in carica del presidente argentino Juan Domingo Peròn (1977) all'Ambasciata italiana di Buenos Aires.


ARRICCHIMENTO CRIMINALE ?

Dieci anni dopo l'apparizione del rapporto Anselmi, nell'aprile 1994, la Corte d'Assise di Roma emise una sentenza nel grande processo alla P2. I giurati non condivisero le conclusioni della commissione Anselmi. Secondo il loro verdetto la P2 non aveva cospirato contro lo stato italiano, ma era piuttosto una loggia massonica degenerata, che operava nella zona grigia della corruzione e della criminalità economica, a scopo di arricchimmento personale dei suoi membri. L'imputato principale Gelli fu condannato per frode, calunnia e possesso di documenti segreti a 17 anni di prigione, ma rimase in libertà perchè i suoi avvocati fecero appello contro la sentenza. Sia o no un caso, il tribunale di Roma ha assolto la P2 dopo un'inchiesta durata 13 anni e un processo di 18 mesi dall'accusa di cospirazione contro la costituzione, proprio nell'istante dell' entrata in carica come presidente del Consiglio dei ministri del membro della P2 Silvio Berlusconi. Il giorno della pubblicazione della sentenza una Tina Anselmi costernata disse in televisione di non essere d'accordo con questo verdetto e ribadì la sua tesi della P2 come gruppo eversivo di cospiratori contro l'ordine costituzionale italiano. E rispose con un'amara risata all'obiezione di un partner del talk-show, difensore di Gelli, che la P2 fosse un club, purtroppo deviato, di uomini d'affari nel complesso rispettabili. (5) Anche la procuratrice Elisabetta Cesqui non era d'accordo con la sentenza e ricorse in appello. In un'intervista disse che non voleva si vietasse la massoneria in Italia, auspicava invece che si rendessero obbligatoriamente pubbliche le liste dei membri di tutte le logge. Solo così si sarebbe potuto garantire che la massoneria italiana non deviasse nella corruzione politica ed economica, ma restasse un' associazione umanistico-esoterica cosmopolita. Nel 1993 anche il procuratore Agostino Cordova aveva indagato a Palmi in Calabria contro logge massoniche deviate. Partendo da un traffico di droga della 'ndrangheta, la versione calabrese della mafia, Cordova si imbattè in logge segrete, vale a dire operanti al di fuori delle logge-madre nazionali ufficiali: il Grande Oriente e la Gran Loggia d'Italia. Inoltre, perquisì gli uffici dell'ex gran maestro Armando Corona a Cagliari e dell'avvocato Augusto De Megni a Perugia.(6) In un discorso che fece sensazione, tenuto di fronte alla Commissione antimafia a Roma, Cordova dichiarò che egli sospettava 19 parlamentari in carica di essere la dirigenza della P2, rimasta sconosciuta nel 1991. (7) Cordova dichiarò anche che la P2 era morta ma che il "piduismo" aveva vinto. La P2 era stata capace di riciclarsi politicamente, e di continuare a restare attiva all'interno della massoneria italiana. Come esempio del permanere di circoli segreti del tipo di quello di Gelli, venne citato il caso di Ugo Ziletti. Il giurista cattolico di Roma era stato nel 1981 vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l’organo di autogoverno dei magistrati in Italia. Il suo predecessore Vittorio Bachelet era stato ucciso dalle Brigate Rosse. (8) Dopo la perquisizione della villa a Castiglion Fibocchi Zilletti dovette dimettersi, perchè il suo nome era apparso in un appunto di Gelli. Inoltre egli era intervenuto a Milano a favore del presidente dell'Ambrosiano Roberto Calvi, allora in prigione. Dopo il suo ritiro, Zilletti ridivenne avvocato e, nel febbraio 1993, fu infine arrestato per sospetto di bancarotta fraudolenta della Compagnia Generale Finanziaria (CGF). Fu arrestato anche l'uomo della P2 Ennio Annunziata. La CGF aveva rivevuto da Licio Gelli, poco prima della bancarotta, ancora 15 miliardi di lire.(9) Dopo che l'ostinato procuratore di Palmi Agostino Cordova fu promosso ad un incarico di maggior prestigio della burocrazia giudiziaria a Napoli, le coraggiose inchieste contro le logge massoniche non ufficiali, in Calabria, si arrestarono.


LA LOGGIA MASSONICA P2

La P2 fu, fino al suo divieto per legge, una delle più di 600 logge della Gran Loggia Grande Oriente d'Italia, detta anche "Palazzo Giustiniani" dal luogo delle sua fondazione, quello splendido palazzo nel cuore di Roma che Mussolini aveva sottratto ai massoni. Oggi Palazzo Giustiniani appartiene al Senato italiano. Nel 1994 Grande Oriente era con i suoi 16.000 membri la più grande delle tre grandi logge nazionali d'Italia. La seconda, la Gran Loggia d'Italia, sorta dopo una scissione nel 1908, e detta anche "Piazza del Gesù", contava 251 logge e 6.000 membri. La terza loggia nazionale, denominata "Gran Loggia Regolare d'Italia", aveva 35 logge e 1.000 fratelli. (10) Era sorta solo all'inizio del marzo 1993 da uno scisma avvenuto nel Grande Oriente. Fondatore fu un ex gran maestro del Grande Oriente, Giuliano Di Bernardo, con 1.000 seguaci e col sostegno anglosassone. Di Bernardo voleva rendere pubbliche le liste dei membri, ma su questo punto non riuscì a imporsi all'interno della massoneria. Sui media assicurò che la sua nuova loggia voleva concentrarsi sugli ideali massonici di tolleranza e giustizia ed escludere i politici corrotti e gli uomini d'affari sospetti. Collaborando alle indagini di Armando Corona a Palmi, cercò di dar forza al proposito espresso.(11)

GUERRA AI PAPI

La P2 era stata fondata a Roma nel 1877. Era al servizio dei fratelli delle logge provinciali del Grande Oriente d'Italia (12) che soggiornavano nella capitale. Solo pochi anni prima i tre massoni Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Camillo Cavour, avevano guidato la liquidazione dello Stato della Chiesa e fatto dell'intera Italia uno stato unitario laico. I tre massoni sono, non a caso, a capo del Risorgimento. Da quando l'Inquisizione a metà del secolo diciottesimo aveva imprigionato a Firenze i primi massoni, la massoneria, di idee illuministe, divenne componente del nazionalismo rivoluzionario italiano come strumento contro il potere temporale del papa nello Stato della Chiesa. I papi si vendicarono con innumerevoli bolle. L'anatema definitivo fu lanciato da Leone XIII nel 1884 ("Humanum Genus"): egli condannò il "naturalismo razionalista" e inflisse la scomunica a tutti i massoni cattolici. La guerra totale tra il Vaticano e i massoni terminò con il Concilio Vaticano Secondo nel 1962. La tolleranza religiosa, qui annunciata, tra tutti gli "uomini di buona volontà", comprendeva anche la massoneria che si fondasse su valori umanistici universali. I massoni cattolici profittarono del momento favorevole e cominciarono a far visita in Vaticano. Nel 1971 il papa ritirò infine la scomunica contro la massoneria regolare. Il diritto canonico venne modificato: fu scomunicata automaticamente solo quella parte dei massoni che cospiravano contro il Vaticano e prestavano il giuramento di fedeltà non sulla Bibbia ma su un libro con le pagine non stampate. Al Grande Oriente questo non servì a nulla in un primo momento, perchè non era membro della United Grand Lodge of England a Londra, madre di tutti i massoni regolari di questo mondo. Lo statuto della Gran Loggia inglese, in base al quale altre logge vengono riconosciute, contiene nel principio numero sette un severo divieto di discutere all'interno della loggia di problemi religiosi e politici. Questa rinuncia era però da sempre del tutto ignota alla massoneria italiana. E, tuttavia, la United Grand Lodge riconobbe nel 1972 il Grande Oriente.


ALLEANZA CON LA FINANZA

All'inizio degli anni '70 i rigidi fronti contrapposti del Vaticano e dei massoni cedettero. Soprattutto i finanzieri della P2, Licio Gelli e Umberto Ortolani, così come i banchieri della stessa loggia Roberto Calvi e Michele Sindona ,fecero a gara a frequentare il Vaticano. L'arcivescovo Paul Marcinkus, capo della Banca Vaticana IOR, concluse allora con l'ambizioso quartetto della P2 più di qualche affare lucroso. Nel settembre 1978 il giornalista romano Mino Pecorelli pubblicò sul suo "Osservatore Politico" sotto il titolo "La grande loggia vaticana", i nomi di 121 presunti membri di una loggia massonica in Vaticano. Tra questi c'è il cardinale segretario di stato Jean Villot, nome di loggia Jeanni, numero 041/3, accolto in una loggia di Zurigo [già] il 6 agosto 1966 (13), inoltre i due presidenti della banca vaticana IOR, l'arcivescovo Marcinkus e Monsignore Donato de Bonis, e altri. Questa lista di massoni in Vaticano era già stata pubblicata nel 1976 da un gruppo fondamentalista di nome "Comitato internazionale per la difesa della tradizione cattolica". (14) Dopo lo scandalo della P2 nel 1981, il flirt del Vaticano con i massoni cattolici finì e da allora è di nuovo in vigore la scomunica incondizionata. Non è un caso che la chiesa cattolica sotto il papa polacco Karol Wojtyla dall'inizio degli anni '80 preferisca associazioni maschili interne alla chiesa come l'ordine dei Templari o i Maltesi (Gerosolimitani).

I MALTESI

Per amore di completezza è il caso di spendere ancora alcune parole in forma di excursus sui Maltesi, ai quali si dice che Licio Gelli sia stato affiliato. (15) La fondazione dell'ordine risale alle crociate. Dopo il massimo splendore, raggiunto nel medioevo, furono ridimensionati, ma non liquidati, dai papi. In Inghilterra, il re Enrico VIII li espropriò . Con l'inizio dell'era moderna i Maltesi si dedicarono, per ordine dei papi, soprattutto ad attività caritatevoli, senza tuttavia dimenticare del tutto il loro sapere segreto risalente al medioevo. All'inizio degli anni '90 il numero dei Maltesi fu stimato a circa 10.000, dei quali 2.600 negli USA, 2.500 in Italia e 250 in Inghilterra. I voti monastici di castità, povertà e obbedienza, li osserva ancora solo una piccola minoranza. Ciò deve essere naturalmente interpretato. Matthew Festing, venditore all'asta da Sothebey, avrebbe detto una volta che egli prendeva seriamente il voto di povertà e tuttavia non viveva in una sudicia capanna. Nel 1994 i Maltesi italiani furono colpiti da uno scandalo imbarazzante. L'eccentrico pianista Arturo Benedetti Michelangeli, morto nel 1995, aveva tenuto un concerto di beneficenza in Vaticano per l'ospedale dei Maltesi San Giovanni Battista. Quando più tardi apprese che il denaro, ricavato dalla colletta, non era stato dato all'ospedale ma era finito in una cassa dei fondi neri dei Maltesi, Benedetti Michelangeli restituì la sua grande croce di Malta. Tra i cattolici USA, i Maltesi sono relativamente numerosi. (16) E dove appartenenza all'ordine e business si mescolano, nascono problemi. William Agee, presidente e delegato del complesso di aziende Morrison Knudsen, aveva mandato in rovina con la sua cattiva amministrazione il gruppo miliardario statunitense, senza che il consiglio d'amministrazione fosse in qualche modo intervenuto. Un altro scandalo legato ai Maltesi scosse nel 1994 la multinazionale chimica statunitense W.R. Grace. Il presidente Peter Grace e il direttore generale J.P. Bolduc, dovettero dare entrambi le dimissioni. I due si erano rivolti per una lite al cardinale John O' Connor dell'arcidiocesi di New York, capo supremo dei Maltesi negli Stati Uniti e membro anche del Consiglio d'amministrazione della Banca Vaticana IOR. Peter Grace e Bolduc erano entrambi Maltesi, non meno dei tre consiglieri d'amministrazione Peter Lynch (ex amministratore di fondi Fidelity Bund di Boston, la società amministratrice di fondi più grande al mondo), Eugene Sullivan (ex presidente del grande caseificio Borden, rilevato da Nestlè) e James Frick (direttore amministrativo della celebre Università cattolica di Notre Dame). Altri Maltesi alla W.R. Grace erano il direttore Hugh Carey e il consulente di Public Relations Robert Dilenschneider. Dopo che Bolduc aveva esautorato Grace, venne licenziato anche lui per molestie sessuali nei confronti di un'impiegata, con una indennità di buonuscita 47 milioni di dollari. In seguito a ciò, alcuni azionisti insoddisfatti persero le staffe e tentarono la rivolta.(17) Il professore di economia aziendale Jay Lorsch della Harvard University riteneva, a proposito dei casi Morrison Knudsen e W. R. Grace, che il problema non consistesse nell'appartenenza all’ordine dei Maltesi, ma nel conflitto di lealtà. In caso di questioni da risolvere in un consiglio di amministrazione ciò poteva avere come conseguenza che non si esercitasse più una vera critica. Gli azionisti avevano, a suo parere, il diritto di sapere di quali associazioni e società i consiglieri d'amministrazione facessero parte.


Note:

1) Cfr. p.142 segg.

2) A parere di Elisabetta Cequi, procuratore di Roma, il numero effettivo dei membri era più verosimilmente sui 2000. La Guardia di finanza aveva potuto sequestrare solo una parte delle liste dei membri. Un'altra parte del materiale Gelli l'aveva già portata a Montevideo.

3) "Il Giornale”, 18.4.94

4) Clara Canetti, la vedova del presidente dell'Ambrosiano Roberto Calvi trovato morto nel 1982, impiccato con una corda sotto un ponte del Tamigi a Londra, sostiene che il vero capo della P2 fosse Giulio Andreotti ("La Repubblica", 4.2.89). Craxi non figurava sulla lista della P2 di Gelli, a differenza di altri importanti socialisti come ad esempio il vicepresidente dell'ENI, Leonardo Di Donna, o il presidente dell'Ambrosiano, Roberto Calvi.

5) "Corriere della Sera", 17.4.94

6) "Corriere della Sera", 5.8.93

7) "L'Unità", 11.7.93

8) Questa circostanza alimentò delle speculazioni sul fatto che i servizi segreti, guidati allora da membri della P2, avrebbero infiltrato e manovrato le Brigate Rosse. Essi avrebbero, ad esempio, qualcosa a che fare con l'assassinio di Bachelet, che permise a Zilletti, vicino alla P2, di accedere all'alto ufficio della burocrazia giudiziaria.

9) "La Stampa", 16.2.93

10) Numeri indicati su "La Repubblica", 28.1.94

11) "L'Unità", 29.4.93

12) Short, Martin: ‘Inside the Brotherhood. Further Secrets of the Freemasons’. Londra 1989, p.542

13) Yallop, David: In nome di Dio (Im Namen Gottes), Monaco di Baviera (Muenchen), 1984, p. 246

14) Short, Martin: La confraternita vista dall'interno. Ulteriori segreti dei massoni (Inside the brotherhood. Further Secrets of the Freemasons), Londra, 1989, p. 161

15) Yallop, David: 'Im Namen Gottes'. (Nel nome di Dio). Monaco. 1984, p.167

16) L'associazione dei Maltesi negli USA non è recente. Già il capo dello spionaggio americano, il generale William "Wild Bill" Donovan, era un maltese, altrettanto Myron Taylor, inviato degli Stati Uniti presso il Vaticano dal 1939 al 1950, lo era inoltre l' allora direttore della CIA in Italia William Casey. (Cfr. Rowse, Arthur: 'Gladio: The secret U.S. War to subvert Italian Democracy.' In: "Covert Action" 49/1994).

17) "Business Week", 1.5.95

2 commenti:

  1. Seguo con interesse il tuo blog.Mi interessano i collegamenti fra finanza svizzera@italiana@mafia@p2.
    Vorrei chiederti se hai conoscenza di filmati anche in tedesco o francese (offshore,Matogrosso etc) Ti sarei garto se mi dessi indicazioni dove reperire filmati.Saluti Leopoldo

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  2. Sono scomparsi (oscurati) gli articoli su Gelli e la loggia P2

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