sabato 20 giugno 2009

LA CENTRALE DEI FONDI NERI DI FERRUZZI A LOSANNA

Da: SVIZZERA Connection

9 LA CENTRALE DEI FONDI NERI DI FERRUZZI A LOSANNA

"Il mio ruolo nell'ambito del gruppo Ferruzzi consisteva nella gestione di fondi fuori bilancio, sia per il gruppo che per la famiglia Ferruzzi"(1). Questa confessione Giuseppe Berlini la fece nell'ufficio del procuratore Antonio Di Pietro a Palazzo di Giustizia a Milano, quando il 25 luglio 1993 si presentò con due grosse valigie piene di documenti e estratti conto bancari. Giuseppe "Pino" Berlini si occupava allora in qualità di leale amministratore delegato del presidente della Ferruzzi Raul Gardini della cassa dei fondi neri a Losanna. Le coraggiose rivelazioni, che fece al pubblico ministero, gettano luce sulle consuetudini diffuse in un ambiente che altrimenti resta ignoto ai comuni mortali: la gestione finanziaria di un ambizioso clan familiare miliardario - in franchi, non in lire ! Grazie ai fondi neri custoditi da Pino Berlini a Losanna, sia il gruppo Ferruzzi che le casse private delle varie ramificazioni dei membri del clan potevano aggirare in tutto il mondo le disposizioni e le leggi dello stato. Pino aveva creato per la Ferruzzi, in Svizzera, una vera e propria finanza parallela segreta e in ciò si valeva solo di collaboratori di prima qualità, come l'ufficio fiduciario KPMG Fides (Losanna) o la Fidinam Fiduciaire a Ginevra. Della struttura finanziaria in nero di Berlini si parlerà presto dettagliatamente, ma, come si conviene in questi ambienti, prima di passare alle rivelazioni dell'amministratore delegato è il caso di prendere in considerazione il padrone.

FIDUCIANTI IN ITALIA

I Ferruzzi erano da generazioni commercianti di cereali residenti a Ravenna. All'inizio del "miracolo economico" italiano nei primi anni '50 il presidente fondatore Serafino Ferruzzi entrò nel settore immobiliare e nel business del cemento (Calcestruzzi, Cementi Ravenna). Nel 1957 il giovane Raul Gardini sposò Idina, la figlia del patriarca. Nel corso degli anni '60 e '70, il gruppo Ferruzzi si espanse nel settore edilizio e immobiliare italiano e divenne una presenza notevole nel business agronomico internazionale con filiali nel mondo intero. Serafino Ferruzzi era considerato allora la personificazione degli aspetti migliori del capitalismo familiare italiano: partendo dal commercio di prodotti agricoli della pianura del Po aveva messo insieme quasi inosservato nella città di provincia di Ravenna un impero economico di portata mondiale. Rivelatore del suo stile negli affari è l'acquisto del quotidiano romano "Il Messaggero", agli inizi degli anni '70. Poiché l'informazione del giornale sul suo gruppo non gli andava a genio, senza pensarci su si comprò la casa editrice. Il presidente fondatore morì nel 1979 quando il suo LearJet si schiantò al suolo all'arrivo all'aeroporto di provincia di Forlì. Nuovo patriarca della Ferruzzi non divenne il primogenito di Serafino, Vittorio, ma il genero Raul Gardini. Il cognato di Raul, Carlo Sama, e Vittorio Giuliani Ricci, che avevano sposato le altre due figlie di Ferruzzi, entrarono nel top management dell'azienda a conduzione familiare. Nel corso degli anni '80 Gardini moltiplicò rapidamente l'eredità di Serafino. Nel 1981 acquistò la Béghin-Say, la più grande azienda produttrice di zucchero, e la fuse con Eridania, leader italiana nel settore. La sua posizione nel settore della stampa fu completata dall' acquisizione della maggioranza delle azioni della stazione televisiva Telemontecarlo.(2) A metà degli anni '80 rivolse infine l'attenzione al gruppo chimico Montedison, allora il terzo gruppo industriale privato più importante d'Italia dopo Fiat e Olivetti. Attraverso prestanome, come Pino Berlini, e soci in affari, come il banchiere francese Jean Marc Vernes e il finanziere milanese Gianni Varasi, Gardini si accapparrò segretamente le azioni Montedison. Nel dicembre 1987 l'acquisizione, condotta in modo scorretto, fu infine perfezionata. Il presidente della Montedison Mario Scimberni, che gli aveva creato difficoltà, dovette dare le dimissioni.(3) Poi Gardini riunì la Ferruzzi e la Montedison nella Ferfin Holding e trasferì la sede principale da Ravenna a Milano.

INSPIEGABILI OPERAZIONI FINANZIARIE A ZURIGO

Per prima cosa, Gardini fece redigere un rapporto di revisione esterno su tutte le società Montedison, tra queste la Montedison International a Zurigo. La relazione, consegnata nell'autunno 1988, appurava operazioni finanziarie inspiegabili soprattutto alla Montedison International NV a Curaçao, nelle Antille olandesi.(4) Vennero alla luce ad esempio anche contratti di consulenza della Montedison International NV con la Tradilor di Ginevra. La Tradilor apparteneva a Carlo Massimiliano Gritti, l'ex presidente del servizio segreto della Montedison, interno all'azienda, nell'era del presidente Eugenio Cefis all'inizio degli anni '70. Più tardi Gritti divenne presidente della Montefibre strettamente collegata alla Montedison e quando infine Cefis,il suo padre spirituale, si ritirò a Zurigo, se ne andò pure lui in Svizzera a Ginevra. Allora Gardini archiviò con discrezione questo rapporto, ma nel corso di un'operazione segreta trasferì la sede della Montedison International da Zurigo a Lugano-Viganello. Dopo il crollo dell'Enimont nel 1989 (vedi p.215 segg.) e una grande speculazione sbagliata con Sojafutures al mercato a termine di Chicago (5), Gardini ruppe con i discendenti di Ferruzzi Arturo, Franca e Alessandra. Sua moglie Idina, pure figlia di Severino, restò dalla sua parte e i due si fecero liquidare nel 1991 dalla ditta di famiglia con 505 miliardi di lire. (6) Gardini fondò una nuova ditta, la Gardini Srl, ereditata da suo figlio Ivan. Due anni dopo la grande lite in famiglia, il passato riafferrò Gardini. Vennero alla luce i suoi affari di tangenti. Il suo complice, il presidente dell'ENI Cagliari, aveva confessato tutto. In quei giorni caldi del luglio 1993, l'Italia visse la fase più drammatica di Mani Pulite: il 20 luglio il presidente dell'ENI Gabriele Cagliari fu trovato morto con un sacco di plastica sul capo nella sua cella a San Vittore. Tre giorni più tardi, Raul Gardini si diede la morte con una pallottola nel suo appartamento di lusso in Piazza Belgioioso a Milano. Aveva un mandato di comparizione sul tavolo e il giorno stesso avrebbe dovuto essere interrogato da Di Pietro. Ciò che non sapeva: era già stato firmato il suo ordine d'arresto. Idina, la sua vedova, che era stata sempre molto religiosa, entrò più tardi in convento.

FIDUCIARI IN SVIZZERA

Prendiamo ora in esame il leale amministratore svizzero di Gardini. Solo poche ore dopo la morte dell’imprenditore italiano, gli avvocati di Giuseppe Berlini, residente a Losanna, segnalarono alla procura di Milano la disponibilità del loro mandante a rispondere alle domande. Ciò che Berlini ignorava: Di Pietro aveva già firmato anche il suo ordine d'arresto. Dopo che Roberto Magnani, il direttore generale della finanziaria Ferruzzi, all'inizio di luglio aveva cominciato a cantare, i procuratori sapevano del ruolo centrale di Berlini quale "piattaforma girevole dei fondi neri" in Svizzera. L'ex portiere d'albergo Berlini era stato inviato a Losanna all'inizio degli anni '70 dal presidente fondatore Serafino Ferruzzi per sostituire il suo uomo di fiducia Florence Ley Ravello. Berlini creò rapidamente una struttura segreta per gli affari finanziari fuori bilancio del vecchio Serafino. La piattaforma girevole segreta dei fondi neri Ferruzzi fu amministrata dal 1980 al 1991 dalla Partival SA (domicilio in Avenue de Rumine 20 presso la fiduciaria KPMG Fides). L'acquisizione della Partival coincide con l'ascesa di Gardini a capo della Ferruzzi. La Partival era già stata fondata nel 1968 con il nome Rapaga e fu controllata, dal 1975 al 1980, dal finanziere pachistano Mohammed Mir Khan. Consigliere d'amministrazione della Partival era l'avvocato di Losanna e direttore generale della KPMG-Fides Eric Baudat. Il suo mandato finì nel settembre 1986. Dal marzo 1985 Baudat era anche consigliere d'amministrazione alla Sasea di Florio Fiorini, dal 1989 al 1991 egli firmò come presidente. Altri consiglieri d'amministrazione della Partival erano Charles-Daniel Pache e François Kirschmann, uomini della KMPG-Fides. Nell'ottobre 1991 la Partival fu liquidata e, contemporaneamente, Berlini fondò la Solem Gestion SA, anch'essa domiciliata nella sede della KPMG-Fides. Pache e Kirschmann rimasero nel consiglio d'amministrazione dove comparve per la prima volta anche Berlini. Quest'operazione fece allora capire chiaramente agli addetti ai lavori che Berlini, dopo la scissione di Gardini dal gruppo Ferruzzi, era rimasto con il primo. (7) Berlini ricavava i fondi neri o mediante prestiti delle società legali affiliate alla Ferruzzi, ammortizzate periodicamente nella contabilità ufficiale come perdita dovuta alle tasse, o mediante i cosiddetti affari "back to back". Vengono chiamati "affari back-to-back" i finanziamenti in cui importanti società offrono in segreto garanzie per una società oscura, rendendola degna di fiducia. Così le società offshore di Berlini avevano credito presso le banche solo grazie alle garanzie e fideiussioni di importanti società Ferruzzi. Berlini descrisse in questo modo ai procuratori le sue tecniche finanziarie: "Per poter eseguire le mie operazioni economiche in maniera discreta, avevo creato uno schermo protettivo di società offshore. Bisogna infatti sapere che la legislazione commerciale nelle cosiddette zone offshore è molto generosa: nessun obbligo di tenere i libri, esenzione fiscale, segreto bancario assoluto. Su queste piazze si può operare senza che terzi possano sapere chi si nasconde dietro le transazioni. Le società offshore si possono comprare belle e pronte direttamente in Lussemburgo ma anche in Svizzera, ad esempio a Ginevra o a Friburgo, da fiduciari specializzati. Oppore si può farsene fondare una nuova nel corso di una settimana. Si possono stipulare anche contratti fiduciari e servirsi così di società preesistenti per i propri movimenti finanziari bisognosi di discrezione. Le più importanti piazze offshore sono, in base alla mia esperienza, le isole britanniche del Canale, le isole Vergini britanniche, Curaçao, Panama, le Bahamas, Irlanda e Lussemburgo. Io stesso ho gestito da quattro a cinque società offshore di questo tipo a Panama e nelle Isole Vergini britanniche. Inoltre mi servivo, per compiti speciali, anche della Fidinam a Ginevra, dove collaboravo con il Signor Binggeli".(8)


Note:

1) Verbale dell'interrogatorio di Giuseppe Berlini, 25.7.93

2) Telemontecarlo fu venduta più tardi all'imprenditore e politico fiorentino Mario Cecchi Gori, che negli anni '90 divenne un imprenditore mediatico.

3) "L'Unità", 8.12.93. Nel dicembre 1993 Mario Schimberni fu arrestato dai procuratori di Mani Pulite per sospetto di falso in bilancio e finanziamento illegale dei partiti. L'accusa era che tra il 1984 e il 1987, prima che Ferruzzi rilevasse la Montedison, egli avesse aumentato i fondi neri alla Montedison International svizzera, usati probabilmente per corrompere i politici, a 500 miliardi di lire.

4) "Panorama", 31.12.93

5) Nel 1989 Gardini aveva cercato di "cornern" (mettere alle corde) il mercato della soia di Chicago con l'impiego di circa 350 milioni di dollari. Il termine tecnico, tratto dal linguaggio della borsa, significa acquisire tanti Futures (diritti d'acquisto del prossimo raccolto di soja), così che la libera offerta divenga troppo limitata e il prezzo della soja si alzi. Per cui Gardini, in una vendita controllata, avrebbe potuto valorizzare i suoi Sojafutures (diritti d' acquisto ad un prezzo più basso fissato prima). Ma la prassi di mettere alle corde ("corner") un mercato, mediante un massiccio intervento, è vietata in base al regolamento del CBOT (Chicago Board of Trade). Il presidente del CBOT Karsten Mahlmann costrinse Gardini a liquidare in perdita gran parte delle sue posizioni. Si dice che con ciò la Ferruzzi abbia perduto 350 milioni di dollari. Una parte di queste perdite Gardini le nascose nella struttura segreta di Berlini. Dopo la sua morte questi buchi vennero alla luce semimando sgomento tra gli azionisti di minoranza della Ferruzzi.

6) Nuovi presidenti divennero, accanto ad Arturo Ferruzzi, Carlo Sama e Vittorio Giuliani Ricci, sposati entrambi, come Gardini, con figlie del patriarca Serafino. Dopo i grandi scandali del 1993, la famiglia Ferruzzi fu estromessa dal gruppo. Questo fu risanato e ristrutturato con successo dal manager Guido Rossi, sotto la responsabilità della Mediobanca milanese.

7) Anche il presidente della Montedison Giuseppe Garofano, arrestato a Ginevra il 16 luglio, confermò nelle sue dichiarazioni l'importante ruolo di Berlini.

8) Verbale dell' interrogatorio di Giuseppe Berlini, 25. 7. 93, foglio n.5

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