mercoledì 3 giugno 2009

IL PESCE PICCOLO MANGIA IL PESCE GROSSO

Da: SVIZZERA Connection

IL PESCE PICCOLO MANGIA IL PESCE GROSSO


La campagna del presidente dell'American Express Jim Robinson non riuscì a bloccare Safra e la RNB (Suisse) di nuova fondazione passò rapidamente da un record all'altro. La TDB, sotto l’ala dell'American Express, non aveva invece successo senza Safra. Nello stesso tempo anche la casa madre dell'American Express a New York finiva sempre più in rosso. Nel 1989 i dirigenti della banca americana decisero di intraprendere un programma di risanamento che includeva la vendita della TDB. Tra i primi interessati ci fu nientemeno che Edmond Safra. Ma non gli fu aggiudicata, anche se si dice che abbia offerto circa un miliardo di franchi, il doppio della cifra che l'American Express nel 1983 aveva pagato per la TDB. All'inizio del 1990, dunque poco dopo l'ultimo trasferimento di denaro da narcotraffico dalla Fimo alla TDB, l'American Express vendette l'80 % della TDB alla Compagnie de Banque et d'Investissements (CBI) di Ginevra. Uomo di punta della CBI era Edgar de Picciotto. La CBI-TDB, sorta dalla fusione della CBI con la TDB dieci volte più grande,rappresentò per de Picciotto il coronamento dell'opera di tutta una vita. Alcuni mesi più tardi la banca cambiò ancora nome e ne assunse uno complicato, Union Bancaire Privée CBI-TDB, abbreviato in seguito in UBP. Poichè la CBI di de Picciotto era dieci volte più piccola della TDB, si cercò di indovinare la provenienza della cifra d'acquisto compresa tra i 500 milioni e un miliardo di dollari, che de Picciotto aveva pagato all'American Express per l'80 % della TDB (il 20% lo mantenne l'American Express). La voce che allora circolava, vale a dire che Safra avesse prestato a de Picciotto il denaro necessario, sarebbe una risposta plausibile a questa domanda. La voce non era del tutto fuori luogo, perchè anche Safra si era mostrato interessato all'acquisto della TDB, ma non aveva trovato buona accoglienza. L'ipotesi che Safra fosse il discreto finanziatore di de Picciotto, è suffragata dal ritorno di numerosi dirigenti di Safra alla UPB dopo il ritiro dei quadri dell'American Express: Per primi il presidente della direzione generale Michel Cartillier e il direttore generale Daniel Solari, che avevano lasciato la TDB nel 1985/86. Ma anche dirigenti di primo piano del Backoffice come ad esempio l'analista dei sistemi Costakis Plastiras o il capo contabile Claude Frossard. Nel consiglio d'amministrazione dell'UBP, ampliato da de Picciotto, entrarono due vecchi compagni di viaggio di Safra dagli inizi degli anni '60, originari di Beirut, Emile Saadia e Joseph A. Shalam. Saadia era entrato in servizio nel 1962 come direttore della TDB, mentre Shalam era stato nominato nel 1965 procuratore commerciale. Nella prima metà degli anni '90 la UPB continuò a crescere e con l'assorbimento della Zürcher Nordfinanz Bank nel novembre 1995 con poco meno di 1000 dipendenti, un importo di bilancio di circa 16 miliardi di franchi e depositi di clienti stimati fra i 35 e i 45 miliardi di franchi, divenne infine probabilmente la maggiore banca svizzera dopo le tre grandi banche (escluse le grandi banche cantonali e forse la banca Bär di Zurigo).

CONFESSIONI A CUORE APERTO

Nell'ottobre 1995 Edgar de Picciotto smentì in modo fuori del consueto ogni collegamento dell'UBP con "affari finanziari oscuri". Ed elencò cinque casi incresciosi, dei quali allora per lo meno uno era sconosciuto alla stampa svizzera.(34) In tutte queste storie la sua banca si sarebbe mantenuta integerrima, colpevoli sarebbero stati gli impiegati disonesti. Nel reato più grave era implicato l'assistente di direzione UBP, che alla fine di novembre 1994 fu arrestato a Miami con un collaboratore per sospetto di riciclaggio di denaro. Secondo de Picciotto la sua banca era stata vittima a Miami di un impiegato delinquente. Egli promise piena cooperazione con le autorità e disse inoltre di aver incaricato Bernhard Ziegler, ex direttore di polizia giudiziaria di Ginevra di escogitare misure semplici ed efficaci per un maggiore controllo interno.(35) Le indagini in Florida portarono alla denuncia di numerose persone tra cui Handali e il direttore finanziario di un discount americano di commercio al dettaglio, per riciclaggio di denaro e appartenenza ad un'associazione criminale. Ad Handali si rimprovera di essere stato membro di una grande organizzazione per il riciclaggio, che aveva predisposto un servizio di corriere per portare denaro contante degli USA in Svizzera e per far ciò si appoggiava ad un complesso sistema di contabilizzazione della UPB. Tra i sospetti figurò a Miami anche l'ultraottantenne Albert Shammah, che avrebbe messo a disposizione i suoi conti bancari, cosa che egli in ogni modo negò.
Un altro caso criminale pendente della UBP-Connection è il procedimento penale a Ginevra contro il consigliere patrimoniale Pierre Hafner. Per Hafner la UBP sarebbe stata solo banca di deposito e non attore indipendente, ha sostenuto Edgar de Picciotto. In ogni caso Hafner, che fu arrestato per sospetto di appropriazione indebita di fondi d'investimento per l’ammontare di milioni, fino all'aprile 1994 era stato consigliere d'amministrazione dell'UBP. La UBP sarebbe stata vergognosamente sfruttata anche nel caso del socialista verosimilmente corrotto Luis Roldan, già "chefe" della milizia spagnola accasermata Guardia Civil, che aveva trasferito mazzette mediante conti UBP (36), e così pure nel caso dello speculatore immobiliare tedesco Jürgen Schneider, che aveva parcheggiato 245 milioni di marchi alla UBP, prima di dileguarsi in incognito a Miami. Nel suo esercizio difensivo Edgar de Picciotto citò ancora un affare di contrabbando con oro sudafricano, per cui la UBP era innocente, sul quale tuttavia non fu possibile apprendere niente di più preciso.

Note:

34) "Neue Zürcher Zeitung", 25. 10. 95

35) "Neue Zürcher Zeitung", 20. 12. 94

36) Secondo la rivista "Facts" (49/95) in quest'affare di tangenti si fa anche il nome dell'avvocato d'affari zurighese Ulrich Kohli. E' possibile che Roldan abbia usato i conti di Kohli, sebbene lui l'abbia negato. Si dice che la tangente per Roldan provenga dalla Siemens tedesca - come "commissione" ai socialisti spagnoli - per un ordine di fornitura di locomotive. Kohli e l'ex Consigliere degli Stati del PPC Alois Dobler (Schwyz) già nel febbraio 1992 erano finiti sulle prime pagine dei giornali, perché facevano parte del consiglio d'amministrazione della Casalee AG (Lachen), che trattava tabacco e armi, e che attraverso la Casalee Italia era implicata in forniture di mine antiuomo all'Iran e all'Irak. Nella primavera 1993 Kohli si ritirò da giudice amministrativo di Zurigo per questioni fiscali a titolo di carica secondaria, ma rimase nella commissione per l'università zurighese. Più tardi Dobler dovette dare le dimissioni dall'ufficio di difensore civico delle banche svizzere, non da ultimo a causa di questo affare.

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