Da: SVIZZERA Connection
IL GRAN MAESTRO LICIO GELLI
Dopo questa digressione torniamo agli inizi della P2. Il 28 novembre 1966 il Gran Maestro del Grande Oriente Giordano Gamberini incaricò Licio Gelli, che già nel 1963 aveva aderito alla loggia "Gian Domenico Romagnosi", di rilanciare l'inattiva loggia Propaganda Massonica. (18) Licio Gelli era già allora un uomo d'affari con eccellenti rapporti con le forze armate e con i servizi segreti.(19) Egli possedeva nei pressi di Napoli, la fabbrica di materassi Permaflex, che forniva allo stato milioni di materassi per le caserme, gli istituti, gli ospedali e le case popolari.(20) Nel suo nuovo compito di riorganizzatore della P2 Gelli manifestò alla fine degli anni '60 un attivismo frenetico: gli riuscì di coprire i ranghi della loggia con nuovi arrivi prestigiosi: rappresentanti dei servizi segreti, militari di grado elevato, giudici, capi di polizia e capitani d'industria. Nell' autunno caldo 1969 l'anticomunismo militante, con il rafforzarsi della sinistra italiana, si adeguò alla linea direttiva della P2. In politica estera la P2 era ben garantita. Gli USA e la Nato cercavano allora di impedire il compromesso storico tra PCI e Democristiani. Nel 1970 il Gran Maestro del Grande Oriente Giordano Gamberini si era dimesso e gli era succeduto il medico fiorentino Lino Salvini. Gamberini assunse compiti speciali in Italia e all'estero. "Egli cercò di fare della Loggia Propaganda Massonica [ P2] il nucleo della destra italiana che potesse assumere il controllo dell'Italia nel caso che questo fosse stato necessario", (21) ha scritto lo specialista britannico di massoneria Martin Short. Per ordine del Gran Maestro Salvini e dell'ex Gran Maestro Gamberini, il capo della P2 Gelli espanse all’interno del Grande Oriente la sua struttura segreta con obiettivi politici - cosa che era in stridente contrasto con l'imperativo massone di non occuparsi di politica e di religione. E tuttavia la United Grand Lodge of England riconobbe per la prima volta nel settembre 1972 il Grande Oriente come parte della massoneria regolare. I due presidenti d'allora della grande loggia inglese, James Stubb e Jeremy Pemberton, fecero visita a Firenze al Gran Maestro Salvini e furono anche ospiti d'onore del mercante d’armi Alessandro del Bene, considerato uno dei più zelanti membri della P2 e fondatore della filiale della P2 a Monaco. (22)
POLITICA ASSASSINA
All'inizio degli anni '70, contemporaneamente al rafforzarsi dei comunisti in parlamento, la P2 si intromise nella politica italiana, passando sempre più all' offensiva. E non si tirò indietro di fronte a nulla. Ebbe le mani in pasta in numerosi attacchi terroristici di estrema destra, ad esempio nell'attentato al treno espresso "Italicus", in cui nel 1974 morirono dodici persone e in quello alla stazione di Bologna, dove nel 1980 furono uccise 85 persone e ne furono ferite più di 100. Per la partecipazione a questi crimini parecchie decine di uomini della P2 furono condannati con sentenza definitiva per attentati dinamitardi e assassinio. Anche a Licio Gelli fu inflitta in questo processo una pena detentiva di molti anni, ma grazie al ricorso dei suoi avvocati non dovette andare in prigione. Agli ambienti democratici all'interno della massoneria italiana non piacque la loggia segreta massonica politicamente attiva, creata in spregio dei principi massonici. Infine l'assemblea generale dei segretari del Grande Oriente chiese nel 1974, a Napoli, lo scioglimento della P2. I capi supremi Salvini e Gamberini seppero evitare questo e per di più promossero Gelli da comune Maestro massonico (segretario di loggia) a Maestro venerabile. Poichè la critica alla P2 non cessava all'interno, la dirigenza del Grande Oriente dovette infine sciogliere nel luglio 1976 la loggia segreta. Ma questa fu una semplice formalità, in segreto Salvini permise a Gelli di portare avanti la P2. Nel settembre 1976 il massone Francesco Siniscalchi chiese conto al Gran Maestro Salvini del fatto che la P2 continuasse ad esistere. Fu subito estromesso dal Grande Oriente. In seguito a ciò Siniscalchi consegnò nel dicembre 1976 alla procura romana un dossier sulla P2. Per la prima volta gli estranei appresero della grande cospirazione. Quando i due procuratori milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turrone ricevettero nel marzo 1981 la lista dei membri, erano già stati preventivamente informati sulla sua importanza grazie al democratico Siniscalchi. Come anche il rapporto Anselmi constata, il 1974 produsse la svolta nella strategia della P2. (23) Se prima si era puntato a bombardare per così dire l'Italia di messaggi che la preparassero al colpo di stato, si praticò ora un altro metodo sovversivo. I proclami fascistoidi all'interno della loggia cessarono. La P2 contò da una parte sulla possibilità di infiltrare l'apparato dello stato di simpatizzanti, dall'altra di screditare la sinistra parlamentare manipolando il terrorismo di sinistra.(24)
LO STATO NELLO STATO
Per i suoi membri e simpatizzanti la P2 elaborò nel 1975 un programma politico, detto "Piano di rinnovamento democratico". Con ciò Gelli voleva contrattacare l'offensiva ideologica dei comunisti. Anzichè il compromesso storico improntato ad una democrazia fortemente popolare,egli voleva un sistema presidenziale nella zona grigia tra democrazia e dittatura. L'offensiva di Gelli ottenne qualche successo, soprattutto nella sinistra non comunista. Il segretario del partito socialdemocratico Pietro Longo (PSDI) era membro della P2, e così pure numerosi top manager socialisti (PSI) di aziende statali quali Leonardo Di Donna, o il direttore generale della Banca Nazionale del Lavoro, Alberto Ferrari.
BERLUSCONI E LA P2
Il progetto politico della P2 e l'ascesa del presidente della Fininvest e uomo della P2 Silvio Berlusconi a presidente del Consiglio dei ministri nel marzo 1994, rivelano significativi parallelismi. La sua affermazione corrispondeva ampiamente ai passi concreti proposti nel programma di Gelli. Il primo Berlusconi l'aveva già compiuto, quando era stato eletto a presidente dei ministri, e precisamente il controllo dei media. Oltre ai tre canali nazionali TV egli possedeva anche numerosi importanti organi di stampa come "Panorama", "Epoca" e "Il Giornale". Inoltre, egli controlla gran parte della pubblicità, dei cinema e del settore musicale. La società capogruppo Fininvest di Berlusconi era la seconda impresa mediatica per grandezza in Europa, dopo il gruppo tedesco Bertelsmann. Le concessioni TV nazionali Berlusconi le aveva avute solo grazie al suo padrino politico Bettino Craxi, segretario del partito socialista, fortemente permeato dalla P2, anche se non figurava sulla lista ritrovata dei membri della loggia. Il piano della P2 prevedeva come secondo passo, dopo la presa di potere nei media, la creazione di club politici in tutt'Italia; su questa base dovevano poi essere fondati a tavolino due nuovi partiti nazionali. A ciò corrisponde la creazione dei club di Forza Italia da parte di Berlusconi. Come disse del resto Licio Gelli in un'intervista alla televisione tedesca ARD nel giugno 1994: "Il mio piano è realizzato con l' eccezione di un punto, la repubblica presidenziale, ma anche questa verrà."(25) Oltre al primo ministro Berlusconi c'erano come ministri nel suo governo altri tre ex membri della P2, precisamente il ministro dei trasporti Publio Fiori, il ministro della giustizia Alfredo Biondi e il ministro degli esteri Antonio Martino.(26) In presenza di quattro importanti membri del governo non meraviglia che la Corte d'Assise di Roma abbia pronunciato la sentenza nel principale processo contro la P2 dopo quasi tre anni di dibattimento proprio un giorno dopo la vittoria alle elezioni di Berlusconi: la P2 non sarebbe un'associazione criminale a scopi eversivi ma una loggia massonica infestata da elementi criminali.
IL GRANDE ORIENTE VIENE SCOMUNICATO
Sebbene gli intrighi terroristici, politici e finanziari della P2 fossero già da lungo tempo in evidente contraddizione con l'imperativo massonico dell'astensione dalla politica, la United Grand Lodge of England sospese solo nel 1993 (27), durante i grandi scandali per le tangenti, l'affiliata italiana che aveva perduto l'onore. Anche la massoneria inglese si trovava sotto una pressione crescente. L'imperativo alla trasparenza del liberalismo economico thatcheriano minacciava sempre di più l'attività segreta dei massoni. I due testi critici 'The Brotherhood' di Stephen Knight (1984) e 'Inside the Brotherhood' di Martin Short (1989), avevano procurato molta cattiva stampa. Anche il grande scandalo dell'Ospedale Reale Massonico nel quartiere londinese di Hammersmith, che a metà degli anni '80 aveva causato molta pubblicità negativa, non era ancora stato del tutto digerito. Con il titolo " E' ora di sollevare il grembiule" (28) l' "Independent on Sunday" del 20 settembre 1992 rimandava criticamente alle centinaia di logge nel distretto finanziario londinese. Numerose banche, ad esempio la Lloyd Bank, la Midland Bank, la National Westminster Bank, la Bank of England, avrebbero avuto logge interne. La società assicuratrice Lloyd's di Londra, che allora passava da uno scandalo all'altro, ne contava addirittura tre.(29) Non era proprio questo l'humus ideale per affari interni illegali? L'assistente della United Grand Lodge of England si difese da ogni insinuazione che i massoni costituissero cordate nelle aziende per ottenere vantaggi finanziari, perchè ciò era loro severamente proibito - come egli sostenne.
LICIO GELLI E LA SVIZZERA
All' inizio del luglio 1990, l'ex agente della CIA Richard Brenneke affermò al canale 1 della Rai Tv che la CIA aveva pagato alla P2 10 milioni di dollari al mese per armi, narcotraffico e azioni politiche. (30) Secondo Brenneke la P2 nel 1981, nonostante il divieto ufficiale, non era stata sciolta e avrebbe potuto essere coinvolta nell'assassinio di Palme. Brenneke affermò letteralmente: "Licio Gelli non era il vero capo della P2. Riceveva gli ordini da persone in Svizzera e negli USA." (31) Che Gelli ricevesse o no gli ordini dalla Svizzera, è un dato di fatto che i suoi rapporti con la Confederazione Elvetica non si limitano a conti bancari plurimilionari. La regione del lago di Ginevra era invece piuttosto l' hinterland strategico della P2. Si trovava a Ginevra la villa dell'uomo chiave della P2 e direttore generale della Casa editrice Rizzoli Bruno Tassan Din (Rizzoli possedeva il "Corriere della Sera"). A Duchy nel Vaud aveva il suo castello Luigi Olivi. A Ginevra c'erano le ville di Umberto Ortolani e Valerio Valeri. Tutti e tre appartenevano appunto al nocciolo duro della P2. Tra Losanna e la Svizzera c'era inoltre anche la villa "La Crique" dello svizzero Peter Notz (32), che frequentava Hans Albert Kunz. Entrambi i nomi furono trovati nei documenti sequestrati a Gelli.(33) Questo che nell'aprile 1981 era andato in Uruguay, tornò in Europa e, nell'agosto 1982, fu arrestato nella sala degli sportelli della sede principale della SBG ginevrina. La SBG l'aveva convocato a Ginevra poiché egli voleva trasferire il suo conto ginevrino di 55 milioni di dollari in Uruguay.(34) Nel settembre 1982 il procuratore ticinese d'allora, Paolo Bernasconi, fece congelare i conti di Gelli a Ginevra. (35) Gelli fu imprigionato a Champ Dollon, da dove il 10 agosto 1983 fuggì. Temeva l'estradizione in Italia. La giustificazione della fuga di Gelli da parte della polizia di Ginevra, fu la seguente: egli avrebbe corrotto con 6.000 dollari la guardia carceraria Umberto Cerdana, che l'avrebbe lasciato evadere. Con i politici il comando di polizia non se la cavò con questa spiegazione e il Gran Consiglio di Ginevra istituì una commissione d'inchiesta.
SCANDALO A CHAMP DOLLON
Ciò che successe effettivamente la notte della fuga di Gelli, la commissione non potè accertarlo, ma scoprì che in carcere avvenivano abusi a dir poco incredibili. Gelli godeva a Champ Dollon di un regime speciale meno severo sebbene le autorità fossero state messe ripetutamente in guardia contro i suoi piani di fuga. La notte dell’evasione una pattuglia della polizia scoprì un buco nel recinto del carcere e diede l'allarme al corpo di guardia della prigione, ma questo non reagì.(36) Il figlio di Gelli, Maurizio, portò il padre oltre confine e in auto fino a Montecarlo, da dove Gelli si diresse in Sudamerica con lo yacht di Pazienza. Quando il tribunale federale accolse la richiesta italiana di estradizione nove giorni dopo la fuga, Gelli era già di nuovo nella sua villa nei pressi di Montevideo. Nel settembre 1987 ritornò infine a Ginevra e si mise volontariamente a disposizione della giustizia. Il governo di Ginevra voleva estradarlo subito in Italia (37), nonostante la dura protesta dei suoi avvocati Marc Bonnant e Dominique Poncet. (38) Applaudito dagli avvocati di Gelli, il giudice istruttore Jean Pierre Trembley aprì un procedimento contro di lui per corruzione della guardia carceraria. Con ciò gli avvocati ebbero il tempo necessario per ottenere dal tribunale federale che egli fosse estradato in Italia, ma con la riserva di non venir accusato di reati politici. La Giustizia italiana accettò la condizione e caddero così i crimini politici, lo spionaggio e la cospirazione contro la costituzione. Il 17 febbraio 1988 Gelli fu espulso in Italia, dove fu rilasciato dopo alcuni mesi di carcerazione preventiva. Un anno dopo pubblicò presso la casa editrice Demetera Edizioni di Lugano la sua versione dei fatti nello scritto apologetico che ha come titolo: 'La Verità'.(39) E ora l'arzillo Gelli, più che ottantenne, risiede di nuovo a Villa Wanda, dove tutto ha avuto inizio. Di quando in quando girano voci che la sua P2 si sia riorganizzata in clandestinità, ma non è venuto alla luce niente di concreto.(40) Una potenza quale è stata la P2 può riservare sorprese ancora per lungo tempo.
EXCURSUS: I MASSONI SVIZZERI
Non ci sono indizi che Gelli nel corso delle sue regolari visite a Ginevra e a Lugano abbia mai frequentato anche una loggia locale o addirittura che abbia cospirato con i massoni svizzeri. I massoni svizzeri sono discreti, l'elenco dei loro ospiti e membri è segreta. Ma, nell'autunno 1995, la facciata ben strutturata della massoneria svizzera mostrò, per la prima volta a memoria d'uomo, delle crepe. La loggia di Zurigo “Modestia cum Libertate”, che contava più di duecento anni, offrì nella lotta per il controllo del Brockenhaus di Zurigo una triste immagine di lacerazione interna. Contemporaneamente scoppiò lo scandalo dei rituali occulti dell' "Ordine del Gral d'oro", a cui i numeri uno e due della Gran Loggia Massonica Alpina, vale a dire Werner Schorno e Hermann Hoeglhammer, avrebbero partecipato.
COLPO DI SCENA AL BROCKENHAUS DI ZURIGO
Il 25 aprile 1995, all'assemblea generale dell'associazione Brockenhaus di Zurigo, si ebbe un improvviso colpo di scena. Il consiglio direttivo che si ricandidava con il presidente uscente, il massone Walter von Ins, fu spodestato da sette persone nuove che occuparono l'organo supremo del Brockenhaus con la tecnica del putsch. Tra questi c'erano l'ex direttore generale della società intermediaria di lavoro temporaneo Adia, il massone Peter E. Mueller in qualità di presidente e il direttore dell' ex-Jelmoli Rico Bisagno come vicepresidente. (41) Mueller aveva invitato i suoi sostenitori, alla maniera classica dei putschisti, ad aderire all'associazione del Brockenhaus e a votare per lui all'Assemblea generale. L'associazione contava allora circa 700 membri, dei quali 220 appartenevano alla massoneria. Mueller, che era stato vicepresidente nel vecchio consiglio direttivo, accusò l'ultrasettantenne von Ins di avere ridotto il Brockenhaus a prebenda per massoni anziani. Sotto la sua direzione il consiglio direttivo avrebbe intascato, alle spalle dell'assemblea generale, 145.000 franchi. Più tardi von Ins giusticò i suoi prelevamenti con le prestazioni fornite come ingegnere edile nella ristrutturazione del Brockenhaus. Il Brockenhaus è un'istituzione sociale fondata nel 1904 dalla loggia di Zurigo “Modestia cum libertate”, dove persone poco abbienti possono comprare merci di seconda mano per l'uso quotidiano. Il grande patrimonio dell’ente, consistente in venti milioni di franchi, fa in ogni caso sorgere dubbi sul contenuto sociale della sua politica dei prezzi. Invece di accumulare venti milioni grazie ai prezzi alti, quest’associazione di utilità sociale avrebbe dovuto piuttosto fare prezzi onesti per i suoi clienti bisognosi. Dopo il putsch di Mueller il consiglio direttivo non rieletto fece valere in tribunale irregolarità nell'assemblea generale e ottenne giustizia. Il tribunale circondariale depose il nuovo consiglio direttivo e nominò un assistente legale che convocò un'assemblea generale straordinaria. Nel frattempo la loggia massonica Modestia cum Libertate espulse Peter Mueller dopo una militanza di 35 anni. All'assemblea generale del 30 ottobre 1995, organizzata in modo molto dispendioso, comparvero infine 348 membri, per lo più uomini in età avanzata. Le donne erano rare, cosa che non meraviglia, poiché le logge accettano solo uomini come membri. Il modo in cui procedere nell'elezione lo organizzò nientemeno che il direttore dell'ufficio elettorale della cità di Zurigo. Si arrivò ad una battaglia verbale in aula tra i fratelli nemici della loggia Modestia cum Liberatate. Si accapigliarono soprattutto il Gran Maestro della Modestia cum Libertate, Alexander Ott, e il membro di loggia Werner Ringger, che era anche capo della corporazione Hard di Zurigo, del cui consiglio direttivo Peter E. Mueller faceva parte. Contro Mueller si candidò Silvio Denz, membro della loggia di Zurigo “In Labore Virtus”. Denz si presentò come un imprenditore trentottenne, che dirigeva la catena di profumerie Alrodo composta da 54 profumerie, con 400 impiegati e un fatturato di 158 milioni di franchi.(42) Oltre a ciò Denz è anche presidente della società aerea Classic Air (Buelach), che utilizza buoni, vecchi aeroplani del tipo D3. Per l'incarico di nuovo vicepresidente del Brockenhaus si presentò alle elezioni il direttore di banca Bruno Battaini. Battaini è direttore della Bank fuer Handel und Effekten (Banca del commercio e dei titoli), una società affiliata della Schweizerische Kreditanstalt con circa 70 impiegati e più di un miliardo di franchi di bilancio (1994).(43) Inoltre fa parte del Consiglio di amministrazione della Pelz Import & Export (importazione e esportazione di pellicce) (Zurigo) e della ditta commerciale di Zurigo Stutzer & Co. Il dinamico duo Denz/Battaini vinse infine le elezioni contro Mueller e Bisagno senza problemi. Sivio Denz divenne presidente del Brockenhaus e Battaini vice. Mueller/ Ringger si ritirarono e il presidente del giorno promise di far esaminare le loro accuse contro von Ins da un ufficio fiduciario indipendente. All'assemblea generale ordinaria del Brockenhaus a inizio aprile 1996, la ditta di consulenze di Basilea NonproCons presentò infine il suo rapporto. In base a questo, tre membri del comitato del consiglio direttivo avevano ottenuto pagamenti ingiustificati, non approvati dall'assemblea generale. Il loro ammontare si aggirava intorno ad una cifra tra i 10.000 e i 50.000 franchi. Il nuovo presidente Silvio Denz prese le distanze da questi episodi e presentò all' assemblea numerose modifiche statutarie che offrivano garanzia di una maggiore trasparenza e dovevano evitare qualcosa di simile per il futuro. I tre spendaccioni dichiararono di non sentirsi colpevoli di nulla e ottennero l'assoluzione dall' assemblea. Non dovettero restituire denaro. Allo sfortunato ideatore del putsch, Peter E. Mueller, un votante consigliò invece l'uscita dall'associazione Brockenhaus, nonostante l'inchiesta indipendente fondamentalmente gli avesse dato ragione.
STORIE DI CANTINE DA BERNA
All'inizio di ottobre 1995 il direttorio della Gran Loggia svizzera Alpina, composta da cinque persone, soprattutto da Bernesi, annunciò le dimissioni. Dopo questo passo senza pari, i massoni svizzeri non avevano, per la prima volta dal 1844, una guida suprema. (44) Il motivo era da ricercarsi nell'appartenenza dei due massimi massoni all' "Ordine del Gral d'oro", simile ad una setta. Poco prima il "Tages-anzeiger" di Zurigo aveva rivelato che Hermann Hoeglhammer, Gran Maestro dell " Ordine del Gral d'oro" e numero 2 della Gran Loggia Alpina, praticava rituali occulti con un teschio. Vi aveva partecipato ripetutamente anche l'avvocato di Berna Werner Schorno, il gran maestro della Gran Loggia Alpina e numero 2 dell '"Ordine del Gral d'0ro". In quanto direttore di una scuola privata di Berna, Hoeglhammer si fregiava anche di titoli dubbi o falsi come Prof. Dr. phil. Inoltre aveva descritto nel suo libro ‘Traenen der Sphinx’ (‘Lacrime della sfinge’), che aveva pubblicato con lo pseudonimo Alram von Avalon, rituali occulti, nel corso dei quali aveva bruciato "nel fuoco sacro" tre gocce di sangue e le aveva mescolate con il sangue del Signore. Un'altra opera di Hoeglhammer ha come titolo "Orden des Tempelritters" (Ordini del cavaliere del tempio). Nella cantina della sua scuola egli organizzava, di quando in quando, rituali con teschi e con un membro dell'ordine travestito da scheletro. Secondo dichiarazioni di ex membri anche Schorno avrebbe preso parte occasionalmente ai rituali, cosa che questo però contesta.(45) Un membro anonimo della loggia “Zur Hoffnung” (Alla speranza) di Berna spiegò ad un giornalista del bernese "Bund", che il comitato degli alti funzionari (i delegati di tutte le logge) avrebbe tolto la fiducia al direttorio - e solo allora il direttorio avrebbe avviato le dimissioni. Schorno voleva cacciare le persone che avevano reso di pubblico dominio la faccenda dell'Ordine del Gral, cosa che tuttavia non gli riuscì. (46) Un'altra macchia all' onore di Schorno risale già ad un pò di tempo prima: il procuratore era stato condannato nell'agosto 1979 dalla giustizia militare, a cui egli stesso apparteneva come maggiore, a cinque giorni di prigione con la condizionale. Egli aveva denunciato al cacciatore di estremisti Ernst Cinceira cinquantun renitenti al servizio militare. Allora Schorno era giudice istruttore per la criminalità finanziaria. (47) A chi indaga sulla criminalità finanziaria non mancherà il lavoro, finchè "i giudici istruttori per la criminalità finanziaria" si dedicheranno a occupazioni secondarie di questo genere.
Note;
18) De Lutiis, Giuseppe: 'Storia dei Servizi Segreti in Italia', Roma 1991, p.186
19) Gelli nacque nel 1919 a Pistoia in Toscana. Nel 1937, diciottenne, combattè in un battaglione ausiliario italiano al fianco dei fascisti nella guerra civile spagnola. Nel 1940 pubblicò un libro premiato da Mussolini, "Fuoco", sulle sue esperienze in Spagna. Nella seconda guerra mondiale fu capo civile del partito fascista a Kotor nel Montenegro, occupato dagli Italiani, più tardi a Zara, in Dalmazia. Dall'autunno 1943 fu al servizio dei neofascisti della Repubblica di Salò, lo stato fantoccio dalla breve vita di Mussolini nell'Italia del Nord, nella sua città natale Pistoia. Qui era ufficiale di collegamento con le SS e l'esercito tedesco. Collaborando contemporaneamente in segreto con i partigiani antifascisti, egli si preparava tuttavia alla vittoria degli alleati. Dopo il 1945 collaborò con il servizio segreto militare statunitense CIC (Counter Intelligence Corps) e se ne andò dapprima in Sardegna, dove fu arrestato per breve tempo. Più tardi, partì per l'Argentina e tornò di nuovo a Pistoia all'inizio degli anni '50. Divenne segretario del deputato DC Romolo Diecidue a Roma e, alla fine degli anni '50, entrò nel business dei materassi, facendo rapidamente carriera.
20) La Permaflex aveva nel 1985 anche un ufficio a Lugano in Via Pioda 6. (Gelli, Licio: 'La Verità' Lugano 1989, p.309)
21) Short, Martin : 'Inside the Brotherhood. Further Secrets of the Freemasons.' Londra, 1989, p.542
22) Ivi, p.552
23) Raith, Wener: 'In hoeherem Auftrag. Der kalkulierte Mord an Aldo Moro.' ('Per ordine superiore. L'assassinio calcolato di Aldo Moro').Zurigo 1985, p.172
24) Come esempio basti ricordare il rapimento e l'assassinio del presidente della DC Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse nel 1978. Il delitto non si è mai potuto spiegare completamente. Tuttavia si suppone in genere che la P2 abbia avuto un ruolo importante nell'affare Moro. Questo voleva il compromesso storico con i comunisti ed era sul punto di formare una coalizione di governo democristiano - comunista. La P2 voleva evitare a qualunque costo il compromesso storico. Dopo che Moro era stato rapito, i servizi segreti, i cui capi erano tutti nella P2, rifiutarono ogni sorta di trattativa e non fecero nulla per scovare Moro. Quando le Brigate Rosse tre anni dopo la morte di Moro, rapirono a Napoli il democristiano Ciro Cirillo, il generale Musumeci, capo del servizio segreto SISMI e membro della P2, trattò con successo il rilascio di Cirillo con il boss della 'ndrangheta Raffaele Cutolo che si trovava in prigione.
25) "Im Spinnenetz- Das Imperium des Silvio Berlusconi" (Nella tela del ragno- L'impero di Silvio Berlusconi"), ARD, trasmesso il 13.6.94
26) Il professor Antonio Martino, che aveva fatto domanda d’ammissione nel 1981, poco prima dello scoppio dello scandalo P2, fu dal 1988 al 1990 il più giovane presidente della Mont Pèlerin Society (MPS), conservatrice di destra, che contava in tutto il mondo circa 500 membri. Tra questi c'era anche il presidente dei ministri ceco Vaclav Klaus. Tra i fondatori della MPS, creata all'inizio della guerra fredda sul Mont Pèlerin, presso Vevey, in Svizzera, c'erano illustri figure paterne come Friedric A. von Hayek e Walter Eucken, ma anche giovani economisti come Milton Friedman. Più tardi fu dominata da Milton Friedman e Gary Becker. L'austriaco naturalizzato in Inghilterra e fondatore della MPS, F.A. Hayek, aveva definito già negli anni venti l'economia pianificata socialista come il nemico principale. Il cofondatore della MPS Walter Eucken fu, dall'inizio alla fine del nazismo, un indisturbato professore all'Università di Freiburg-im-Breisgau. Le sue perplessità nei confronti della politica economica nazionalsocialista, espresse per la prima volta alla fine del 1942, non riguardarono ad esempio lo scioglimento del movimento sindacale o l'impiego nell'industria di lavoratrici e lavoratori schiavi provenienti dalle zone occupate. Eucken lamentava piuttosto la limitazione della concorrenza per via dell'interventismo statale dell'economia bellica e dei piani quadriennali di Goering. Contro le attese generali Berlusconi non ha fatto di di Martino, suo consigliere per anni e autore del programma economico di Forza Italia, il ministro delle finanze, ma il ministro degli esteri.
27)”The Sunday Times”, 27.6.93
28) I massoni indossano nel corso delle loro cerimonie, tra l'altro, un grembiule colorato.
29) L' "Indipendent on Sunday" del 20.9.92 citava anche alcuni rispettabili capitani d'industria inglesi che facevano parte della massoneria, ad es. Sir Michael Richardson, ex direttore generale di N. M. Rothschild e presidente di Stockbroker Smith New Court, Lord Farnham, presidente di Provident Mutual Insurance Group, o Sir John Banham, presidente della federazione dell'industria britannica.
30) De Lutiis, Giuseppe: 'Storia dei Servizi Segreti in Italia'. Roma 1991, p.327
31) "Badener Tagblatt", 5.7.90
32) Mandato di consiglio d'amministrazione di Peter Notz: Carolina SA (Losanna). (Fonte: Orell Füssli / Teledata: Il CD-ROM dell' economia svizzera. Version 1996/1,p.139 segg., giorno di scad.: 1.8.95) Calabrò, Maria Antonietta: 'Le Mani della Mafia'. Milano 1991,p.139 segg.
33) Il conto di Gelli alla SBG era stato aperto da Roberto Calvi che, attraverso filiali sudamericane dell'Ambrosiano, vi aveva versato complessivamente più di 100 milioni di dollari (vedi p.278)
35) A parere di Bernasconi, il denaro di provenienza fraudolenta era a carico del Banco Ambrosiano. Gli avvocati di Gelli sostennero che il loro cliente ne era il regolare proprietario. Nel marzo 1996 la Camera penale ticinese lasciò definitivamente Gelli a mani vuote.
37) " Berner Zeitung", 24. 9. 87
38) Mentre Dominique Poncet e Marc Bonnant difesero nel caso Gelli lo stesso cliente, nel caso del fallimento Sasea sono impegnati sul fronte opposto. In Ticino Gelli fu difeso dall'avvocato Giangiorgio Spiess.
39) Gelli, Licio: 'La Verità'. Lugano 1989
40) Il finanziere venezuelano Alberto Jaimes Berti sostiene ad esempio di sapere che Roberto Calvi, poco prima della sua morte, abbia versato ancora per Gelli sei mitici miliardi di franchi presso una banca di Ginevra. Fonte di questa notizia è una giornalista spagnola. La procura di Roma le aveva creduto e aveva convocato il venezuelano come testimone in Italia, dove infine fu arrestato per contraddizioni nelle sue dichiarazioni. Dopo intensi interrogatori, Berti confessò che nel 1982 aveva ricevuto 2,2 miliardi di dollari attraverso il finanziere spagnolo Josè Maria Ruiz - Mateos e, da Panama, li aveva piazzati sui mercati finanziari. Egli non ne conosceva la provenienza ma gli sarebbe stato fatto capire che si trattava di fondi neri con urgente necessità di riciclaggio. Poichè i proprietari non si erano mai fatti vivi, il portafoglio dei titoli custodito nel frattempo dalla fliale di Ginevra della Paribas Suisse, continuò ad essere amministrato da Berti. Come probabili proprietari, Berti, che viveva a Londra, indicò la Banca Vaticana IOR, il Banco Ambrosiano, Ruiz-Mateos (il cui gruppo Rumasa poco dopo il bonifico era crollato ed era stato statalizzato) e l'Opus Dei. Berti dichiarò ai procuratori romani che Calvi era venuto a Londra da lui per ritirare la sua partecipazione al salvataggio dell'Ambrosiano. Due giorni dopo Calvi era morto. ("Neue Zuercher Zeitung", 23.10.93)
41) "Tages-Anzeiger", 28./ 29. 10. 95
42) La Alrodo era stata fondata in collaborazione con il padre di Silvio Denz, Werner Denz. Werner Denz aveva dapprima lavorato per la Weitnauerdals di Basilea (Auchlin, Pascal, e Garbley, Frank: Das Umfeld eines Skandals. Ein Report ueber das Organisierte Verbrechen und die Rolle der Schweizer Behoerden. [Il contesto di uno scandalo. Un rapporto sul crimine organizzato e il ruolo delle autorità svizzere].Zurigo 1990,p.93) Werner Denz è finito nel 1987 nel mirino del giornalista tedesco Egmont Koch, specializzato in criminalità finanziaria: "Il numero 4 è una casa dipinta di bianco con la porta verde dietro le imposte verdi. A sinistra accanto alla porta ci sono due minuscole targhette di ottone: in alto si legge 'Denz', sotto 'Algrado AG'. La casa di campagna curata (a MuenchwilenAG) è per convinzione degli ispettori doganali di numerosi paesi europei, una centrale del contrabbando, tra l'altro di sigarette, liquori e profumo." Davanti a Koch, Werner Denz ha respinto tutti i sospetti nei propri confronti: "Da 25 anni esercitiamo il commercio di sigarette. Nessuno ha potuto rimproverarci fino ad oggi transazioni illegali". (Koch, Egmont R.: 'Grenzenlose Geschäfte. Organisierte Wirtschafts-kriminalität in Europa' [‚Affari senza limiti. La criminalità finanziaria organizzata in Europa’] Monaco 1992, p. 72,75)
43) La Bank für Handel und Effekten diede luogo nel 1992 a pettegolezzi, perchè il suo direttore d'allora, Max Moser, aveva lavorato come banchiere zurighese di Alexander Schalk-Golodkowski, operatore in valuta della DDR. Moser amministrava i conti di Schalk-Golodkowski dapprima presso la Banca privata Hugo Kahn & Co. (Zurigo) e nel 1978 presso la Bank für Handel und Effekten. Egli gestiva con ampia procura otto conti per dissimulare il traffico di valuta occidentale di Berlino est. Fondò poi molti istituti in Liechtenstein, ad esempio la Congregatio. Tra l'altro da questa fonte veniva alimentato il conto DHB 528, il cosiddetto conto-disponibilità Mielke del capo della Stasi Erich Mielke ("Neue Zürcher Zeitung 2, 14.9.92). Degno di nota è anche il mandato in consiglio d'amministrazione dell'editore Michael Ringier presso la Bank für Handel und Effekten.
44) Nell'autunno 1995 anche la massoneria entrò in una profonda crisi. Il 6 settembre 1995 il Grand Orient de France (37.000 membri) licenziò in tronco il gran maestro Patrick Kessel nel corso di una tumultuosa assemblea. Il Grande Oriente francese era stato fondato nel 1773 e nel 1877 i massoni francesi si erano separati dalla principale corrente massonica britannica. Allora il Grand Orient eliminò tutti i riferimenti al grande architetto dell'universo, per poter accogliere come membri anche gli atei. I massoni francesi non prestano giuramento sulla bibbia bensì su un libro con le pagine bianche. Ciò politicizzò i massoni francesi, fece di loro un'associazione anticlericale e tendenzialmente vicina ai socialisti. Il gran maestro Kessel, un giornalista, presentò all'assemblea di tutti i rappresentanti della loggia una dura accusa contro "il caos finanziario, le spese eccessive e le strategie personali". Per questo fu subito deposto dal consiglio supremo. Kessel e il suo gruppo accusarono il Grande Oriente di essere divenuto la longa manus dei socialisti, mentre Kessel viene incolpato dai suoi avversari di avvicinare la loggia ai gollisti e al presidente Chirac. (" Le Monde", 20.9.95)
45) "Tages- Anzeiger", 31.10.95
46) " Der Bund", 9.10.95
47) Frischknecht, Jürg etc: 'Die unheimlichen Patrioten. Politische Reaktion in der Schweiz.' ['I patrioti perturbanti. Reazione politica in Svizzera.'] Zurigo, 6. ed., 1987, p.273
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buonasera,
RispondiEliminascusate la maleducazione ma non ho capito bene con chi sto parlando.
comunque, scrivevo sulla bacheca dei commenti per sapere se fossero stati tradotti in italiano i due libri "the brotherhood" e "inside the brotherhood" e se sì dove possa trovarli. stavo guardando un video su youtube in cui si citavano di continuo queste fonti, fatto da tsarion michael e red ice sulla massoneria. purtroppo però per tutti -credo- è stato sottotitolato male e mancano pezzi importanti di frasi al fine di comprendere in maniera ottimale il tutto. ora ho cominciato a leggere il pezzo qui che sopra che avete scritto e lo trovo molto interessante e accurato. vediamo fino a che ora reggo. comunque vada vi ringrazio di cuore per questo lavoro, è un piacere avervi trovato, ci vorrebbero più persone come voi. e chiedo venia per il tono di questo commento, non sono molto in forma. buona serata, isaia