lunedì 22 giugno 2009

IL CASO ELOSUA - LE SOCIETA' DI REVISIONE...

Da: SVIZZERA Connection

IL CASO ELOSUA


Un esempio della collaborazione di Berlini con la Fidinam Fiduciaire (9) di Ginevra è il caso Elosua. Il retroscena di questo caso è stato illustrato ai procuratori, il 22 novembre 1993, da Renato Picco, direttore finanziario di Eridania (si chiamava così la più grande impresa italiana produttrice di zucchero appartenente a Ferruzzi) come segue: "Elosua è la più grande produttrice d'olio spagnola. Era controllata dal governo spagnolo, dal Banco Pastor e dalla famiglia Elosua. Nel luglio 1989 i fratelli Andreas e José -Manuel Elosua resero noto il loro desiderio di vendere la propria partecipazione del 30%. Il gruppo Ferruzzi, che in Spagna controllava già l'importante ditta produttrice d'olio d'oliva Koipe, era intenzionato a comprare. Avrebbe tuttavia dovuto fare un'offerta pubblica di acquisto, perché la partecipazione da comprare superava il 25%. Inoltre, sarebbe divenuto noto il controllo della Koipe da parte della Ferruzzi che avrebbe dominato il mercato spagnolo dell'olio d'oliva e sarebbe entrata in conflitto con le leggi antimonopolio. Stando così le cose, 448.071 azioni Elosua furono rilevate dalla Fidinam.(10) Il dott.Gardini mi aveva detto, allora, che Berlini mi avrebbe fatto conoscere il nome della società acquirente, che mi fu poi indicato come Fidinam, una nota società fiduciaria internazionale. 420.000 azioni furono comprate su incarico del [banchiere francese] Jean Marc Vernes dalla [banca francese] Paribas."(11) Berlini stesso aveva fatto luce già il 15 settembre 1993 sul caso Elosua: "Dal luglio al novembre 1989 comprai con la mia struttura, su ordine del Dott. Gardini e del direttore dell'Eridania Renato Picco, 450.000 azioni Elosua del valore di ca. 36 milioni di dollari. Lo scopo di quest'operazione era l'entrata dissimulata della Ferruzzi in Elosua per impedire un rialzo delle quotazioni alla borsa di Madrid. Più tardi, la mia struttura cedette queste azioni al gruppo Ferruzzi". (12) Alcuni mesi dopo questi acquisti mascherati, Gardini cominciò a trattare con il governo spagnolo su un'offerta pubblica di acquisto per la Elosua, cosa che non portò tuttavia ad alcun risultato. Infine la Koipe comprò nel giugno 1991 il 24,9 % della Elosua, il massimo consentito secondo la legge dei cartelli senza offerta pubblica di acquisto, vale a dire 448.071 azioni della Fidinam e 298.929 della Paribas. Nel settembre 1992 si pervenne infine con successo ad un’offerta comune di acquisizione della Koipe e della statale Tabacalera per Elosua. Purtroppo però il prezzo delle azioni dell'offerta era più basso di quello che la Fidinam aveva pagato al suo acquisto fiduciario per Gardini. "Nel novembre 1992 Berlini mi comunicò che il saldo dell'operazione Fidinam era stato negativo".(13) Dopo delle trattative, la Ferruzzi risarcì infine alla Fidinam una parte delle perdite per l'operazione fiduciaria.

UN BUCO DI MILIONI A LUGANO

Il 28 giugno 1993, appena un mese prima della scomparsa di Cagliari e Gardini, Carlo Sama, delegato del consiglio di amministrazione, rese nota del tutto inaspettatamente all'assemblea generale della Montedison una perdita di 742 miliardi di lire per la Montedison e di 1.697 miliardi per tutto il gruppo Ferruzzi-Montedison e annunciò le sue dimissioni. A Lugano era venuto alla luce poco prima un buco di 320 miliardi di lire alla Montedison International (Lugano-Viganello). (14) Spiegazione: crediti irrecuperabili. Più tardi la cifra aumentò ulteriormente fino a 435 miliardi di lire. (15) Concretamente il buco in bilancio era emerso alla Financing and Investments NV (FAI) a Curaçao nelle Antille olandesi, un'affiliata della Montedison International a Lugano-Viganello. La Montedison International (capitale: 834 milioni di franchi) era presieduta allora dal manager della Ferfin Romano Venturi. Vicepresidente era il consigliere d'amministrazione della Kreditbank, Hanspeter Bruderer, consigliere d'amministrazione e direttore generale era Emilio Binda, consiglieri d'amministrazione erano il consigliere d'amministrazione della Karfinco, Hubert Baschnagel, il vicepresidente della Banca del Gottardo, Francesco Bolgiani, Alberto Ferrari, il direttore generale della SBG Karl Janjöri e il noto avvocato d'affari Carlo Sganzini, socio dello studio dell'ex procuratore Paolo Bernasconi.

LA REVISIONE CURATOR DORMIVA

Quando un grande gruppo industriale come la Montedison il giorno dell'assemblea generale è costretto a rivelare una perdita di miliardi, di cui fino allora non si sapeva nulla, può essere che i revisori contabili, che nelle società per azioni sono responsabili della contabilità regolare, non siano all’altezza del loro compito. La revisione della Montedison era affidata alla Price Waterhouse, il cui collaboratore Matteo Dunatov certificava i bilanci di Montedison e Ferruzzi finanziaria. "Dov'erano i revisori?" si è chiesto "L' Espresso". Dunatov: "In un gruppo così ramificato la Price non poteva fare tutto da sola. Numerose società erano controllate da altri revisori, ad esempio la Deloitte , la Reconta o l'Arthur Andersen. E noi coordinavamo tutto. La società in cui si è presentato il buco era stata esaminata dalla Curator Zuerich. "Espresso": E che cosa le ha scritto la Curator? Il signor [Ernst] Esslinger ci ha inviato il suo attestato incondizionato che tutto era in ordine. - E ora, avete richiesto chiarimenti? - Cerchiamo di capire tutto meglio e riesaminiamo le nostre precedenti valutazioni. Se Esslinger dichiara di conoscere la Financing and Investments NV, che non figura nell'elenco delle società da consolidare, deve anche sapere a chi questa società ha prestato denaro". Interpellato a questo proposito dall' "Espresso", Ernst Esslinger disse lapidario: "La Financing and Investments è stata sempre una società poco attiva". (16) Il 30 agosto 1993 la società di revisione Deloitte & Touche produsse la relazione analitica sulla Montedison International a Viganello, richiesta dal nuovo uomo di punta della Montedison, Guido Rossi. In essa la Financing and Investments NV si rivela una rilevante interfaccia tra la Ferruzzi-Montedison legale e la cassa fuori bilancio di Giuseppe Berlini: "Secondo informazioni della direzione della Montedison International (Viganello) l'operazione Fal faceva parte di quelle transazioni che sono state compiute per ordine dei massimi esponenti della Ferruzzi-Montedison a favore di terzi sconosciuti. Dal dicembre 1988 all'ottobre 1992, la Montedison International NV, Curaçao, ha concesso crediti straordinari a terzi, estranei alla Montedison. Questi finanziamenti furono accordati a banche, per cui usualmente valevano convenzioni che permettevano a terzi l'accesso alla somma in questione, o furono concessi direttamente a terzi. Ad esempio, a Clubeira Establishment Eschen, Fürstentum Liechtenstein; Etablissement Valina / Fidinam Fiduciaire SA, Ginevra (17); Wesex, Panama; Greengage Investments Ltd. Tortola, British Virgin Islands; Yerovi SA, Panama. Una parte di queste società collaborava anche con la Ferruzzi Trading International SA. I motivi di questi finanziamenti non risultavano dai documenti presi in esame. La direzione della Montedison International [Lugano], che predisponeva materialmente le relative somme, ha dichiarato di non aver conosciuto né il motivo del pagamento né il destinatario finale e di aver agito per ordine dei massimi esponenti della Ferruzzi-Montedison. Il collegamento di questi finanziamenti con convenzioni fiduciarie a favore di terzi non risulta né dal bilancio della Montedison International NV nè dal conto consolidato della Montedison SpA di Milano."(18) Giuseppe Berlini ha confermato le indicazioni di Deloitte & Touche. Interrogato dal procuratore Di Pietro, nominò 23 società con cui nel corso del tempo aveva compiuto transazioni per la famiglia e per il gruppo Ferruzzi. A questi nomi ha aggiunto quelli delle più importanti banche a cui ogni società appoggiava le proprie operazioni finanziarie. (19) Nell'aprile 1994 la Montedison ha intentato un’azione legale contro Price Waterhouse per carenze nel controllo durante la decennale attività di revisione, dal 1983 al 1992, e chiesto il risarcimento-danni di più di 1.000 miliardi di lire (allora circa 850 milioni di franchi). Il 18 giugno la Ferruzzi Finanziaria replicò con un'analoga denuncia contro la Price per 650 miliardi di lire. Furono queste le prime grandi azioni giudiziarie a chiarimento delle responsabilità nel controllo delle società di revisione in Italia.(20) La Curator svizzera invece, che revisionava la Montedison International Holding di Lugano, restò al riparo da una denuncia, ma perdette il mandato di revisione che passò alla Deloitte & Touche Experta. Fondatore e uomo di punta della Curator, un gruppo quanto mai ramificato, era il ticinese Giancarlo Cappello, che abitava in un sobborgo di Zurigo. (21) Fino al 1990, Cappello fu anche presidente della Revisione Curator prima che gli succedesse Ernst Esslinger. (22) Diversamente dalla Price Waterhouse, che a causa della sua attività per la Montedison in Italia dovette subire molti attacchi della stampa e una denuncia miliardaria, la Curator fu risparmiata da critiche.(23) Strano veramente, se si pensa che i rendiconti annuali di gestione della Montedison International, da questa esaminati e convalidati, secondo le confessioni dei suoi massimi dirigenti, contenevano sempre, dal 1984 al 1992, movimenti di fondi neri fino a cifre miliardarie. In Svizzera, la prassi della revisione ostacola la lotta ai reati economici. Questa era la conclusione di una dissertazione di San Gallo sul ruolo dei
revisori contabili nella scoperta di crimini economici. (24) Ciò può essere spiegato chiaramente con l'esempio della Revisione Curator. Per circa venti anni Cappello o i suoi manager controllarono diverse affiliate svizzere del gruppo statale ENI e la Montedison di Raul Gardini. Cappello faceva contemporaneamente parte anche di alcuni consigli di amministrazione ENI in Svizzera. Per tutti questi anni, l'ENI e la Montedison furono tra le società più corrotte in Italia. Tangenti di molte centinaia di milioni di franchi passarono per le casse delle loro affiliate svizzere. Ma di questo i revisori della Curator non si interessavano. Conformemente alle direttive della camera fiduciaria svizzera, la scoperta della criminalità economica non è l'obiettivo di un normale controllo del bilancio annuale da parte dell'istituto di revisione. Inoltre, come già ricordato, questi principi stabiliscono che il pagamento illegale di tangenti o l'infrazione di disposizioni in materia di diritto tributario sono espressamente escluse dalla categoria delle azioni delittuose. Finchè questi principi di revisione superati non saranno sostituiti da norme più severe, le pecore nere tra i fiduciari svizzeri avranno via libera. Questo incide tanto più negativamente in quanto è aumentata l'importanza della lotta ai reati economici mediante la revisione, da quando il paragrafo sul riciclaggio di denaro rende difficile l'utilizzo del sistema bancario per legalizzare il denaro sporco. Se i riciclatori operano in nome di società di copertura con finti affari e ricevute falsificate, possono semmai essere d'aiuto solo tecniche di controllo di più facile uso.


Note:

9) Markus Binggeli era nel 1995 presidente della Fidinam Fiduciaire (Ginevra). Del consiglio di amministrazione facevano parte Tito Tettamanti, Rolf Macchi e Jean Steiner. Nel management firmavano Christian Durussel, Luis Arias, Patrice Aubry e Peter Wyss, la revisione era compiuta da Fidirevisa SA.

10) Alla stampa ticinese quest'operazione non era rimasta ignota. Il 4.10.89 il "Giornale del Popolo" scrisse che l'acquisto di azioni era avvenuto per via fiduciaria per un importante cliente italiano, probabilmente il gruppo Ferruzzi.

11) Verbale dell'interrogatorio di Renato Picco, 22.11.93

12) Verbale dell' interrogatorio di Giuseppe Berlini, 15.9.93

13) Verbale dell'interrogatorio di Renato Picco, 22.11.93

14) Come già ricordato, era emerso in questa ditta già nel 1988 un buco di 500 miliardi di lire, di cui fu attribuita la responsabilità all'allora capo della Montedison Mario Schimberni.

15) "L'Espresso", 11.7.93

16) ”L’Espresso”, 11.7.93

17) L'Istituto Valina (Etablissement Valina) ha una storia movimentata. Fu fondato nel 1935 dall'austriaco Helmuth Merlin, allora vicepresidente del famoso Praesidial- Anstalt di Vaduz. Nel 1979 Merlin fu sostituito nel consiglio di amministrazione da Markus Binggeli (Ginevra) e da Alfred Hasler (Vaduz). Binggeli era allora un ambizioso dirigente della filiale ginevrina della società fiduciaria Fidinam di Tito Tettamanti, Hasler era, dall'inizio degli anni '60, il più importante uomo di fiducia della Fidinam in Liechtenstein. Già nel 1982 Binggeli e Hasler lasciarono la Valina e furono sostituiti da Hannelore Donhauser e Edwin Nutt (entrambi di Vaduz). I due diedero a loro volta le dimissioni nel 1988 a favore di Markus Hasler (Vaduz). (Per la storia della Fidinam vedi cap.16)

18) Assemblea Montedison SpA, Milano del 30 agosto 1993: Stralci del rapporto Deloitte & Touche, Gruppo Montedison International Holding Company

19) I nomi di queste 23 società e delle loro banche di riferimento sono: Carelle SA (Panama), banche di rif.: Indosuez (Luxemburg), BSI (Ginevra); Yerovi SA (Panama), banche di rif.: Indosuez (Lussemburgo), UOB (Lussemburgo), BSI (Nassau); Etablissement Valina SA (Vaduz), banca di rif.: BSI (Ginevra); Wesex Investment Inc.(Panama), banche di rif.: S.E.B.(Lussemburgo), UOB (Lussemburgo), Bank Leu (Ginevra); Honil Ltd.(Isola di Man), banche di rif.: CCF (Ginevra), UOB (Lussemburgo), Paribas (Nassau; Lamerton Holding Inc.(Panama), UOB (Lussemburgo), Indosuez (Lussemburgo); Amapola R.Estate Est.(Vaduz), banca di rif.: UOB (Lussemburgo); Xoil Corporation (Panama), banca di rif.: Banca del Gottardo (Nassau); Kiwexim(Panama), banca di rif.: BSI (Ginevra); Esib Smile (Vaduz), banca di rif.: BSI (Guersney); Sofilu Inc.(Panama), banca di rif.: BIL (Lussemburgo); Clubeira Est.(Panama), banca di rif.: Banca del Gottardo (Lussemburgo); Fidinam SA Ginevra, banca di rif.: BSI (Ginevra); Gratisalz SA (Panama), banca di rif.: BSI (Ginevra); Greengage Inv.Ltd.(Panama), Banca di rif.: Indosuez (Lussemburgo); Participations Européennes SA (Lussemburgo), banche di rif.: Indosuez (Lussemburgo), UOB (Lussemburgo); Luxembourg European Investment Holding SA (Lussemburgo), banche di rif.: UOB (Lussemburgo), Bank Leu (Ginevra), Compagnie Internacional de Industria y Comercio (Paraguay), banca di rif.: Bank Leu (Ginevra); Zinal Corporation,(Panama), banche di rif.: Bank Leu (Ginevra), BSI (Ginevra); Cross Hill Investments (Panama), Banca di rif.: BSI (Ginevra); Faltet SA (Panama), banca di rif.: DG Bank (Ginevra); Onley Inc.(Lussemburgo), banca di rif.:BIL (Lussemburgo); Union Securities (Lussemburgo), banca di rif.: BIL (Lussemburgo).

20) A livello internazionale la Price Waterhouse era già abituata a queste accuse. La società aveva convalidato per anni il bilancio alla malconcia e criminale Bank of Commerce and Credit International (BCCI), finchè l'istituto nel giugno 1991 fu chiuso improvvisamente dalle autorità. I liquidatori della BCCI, Touche & Ross, hanno perciò sporto denuncia contro Price e Waterhouse. Nel giugno 1994 presso un tribunale australiano si iniziò un'azione legale di 1,1 miliardi di dollari australiani. Si trattava qui del collasso della South Australia State Bank, i cui bilanci erano stati controllati dalla Price Waterhouse.

21) Come già ricordato, Cappello faceva parte anche dei consigli di amministrazione di numerose affiliate svizzere dell' ENI. E anche del consiglio di amministrazione della Enichem Finance - che veniva controllata dalla Curator Revision- e della Enimont International (Lugano), l'affiliata svizzera di quella Joint-venture tra Enichem e Montedison, e ancora di Cragnotti & Partners (Lugano), la Merchantbank fondata dal braccio destro di Gardini.

22) Altri mandati di consiglio d'amministrazione di Ernst Esslinger: Aerpat AG ( Zug); Girofina AG (Zug); Industrial Machinery Company (Zug); Curator & Horwath AG (Zurigo). (Fonte: Orell Füssli/ Teledata: Die Schweizer Wirtschafts-CD-ROM. Version 1996/1, giorno: 1.8.95

23) Un articolo sul ruolo della Curator apparve l'11 ottobre 1993 nel "Wall Street Journal Europe".

24) Gisler, Markus : ‚Wirtschaftsdelikte - Herausforderung für die Revision’. (‘Reati economici- Una sfida per la revisione’), Zurigo, 1994

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